Recensione Heavy Rain: the origami killer

Una scelta determina tutto e niente

Il sistema di gioco di Heavy Rain si basa sull’uso completo del sixaxis. Il controller della console Playstation 3 viene così sfruttato in ogni sua parte. Oltre ai pulsanti ed alle leve utili per muoversi ed effettuare azioni, vengono maggiormente impiegati l’uso dei tasti combinati uniti al movimento dello stesso controller proprio a simulare l’azione che viene generata a video. 55_150_84_87Ad esempio per dare un calcio ad una porta basta semplicemente muovere di scatto il controller verso il basso, mentre invece per spingere un’altalena è importante prima afferrare le due corde che la sorreggono (L1 + R1 insieme) e poi muovere di scatto verso il basso il controller per dare la spinta necessaria a oscillare. Di questi esempi se ne potrebbero fare tantissimi. Ma il bello di Quantic Dream è essere riusciti a trovare il perfetto incontro tra la pressione dei tasti e quello che si dovrebbe eseguire nella realtà incrementando moltissimo il senso di immedesimazione.

A ciò si aggiunge il sistema di interazione con i pensieri del personaggio. Usando il tasto L2 vengono visualizzate attorno alla testa i pensieri disponibili a cui possiamo dare sfogo. Ogni pensiero scelto ci permette di dare poi seguito ad una azione, specie in situazione di dialogo, oppure a conoscere aspetti personali. In una situazione di particolare stress emotivo, questi pensieri sono visualizzati in modo sfocato o addirittura mossi rendendone difficile la lettura, questo a contribuire a vivere con maggiore immedesimazione l’emozione del personaggio.

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Scegliere l’inquadratura giusta, attraverso la pressione del tasto L1, aiuta molto ad apprezzare le scene ed anzi puo’ risultare fondamentale per scoprire dettagli che altrimenti rimarrebbero nascosti. Pur non potendo ruotare la telecamera di inquadratura come vogliamo, quelle predefinite sono ottimamente realizzate non lasciando mai il giocatore perso in vicoli ciechi o situazioni di poca manovrabilità. Per camminare si tiene premuto il tasto R2. Una soluzione poco consueta che sarà mal compreso le prime volte, come un pò tutto il sistema di gioco, diverso, alternativo, completamente fuso con la sua tipologia ma molto distante dai comandi tradizionali a cui i giocatori sono abituati, ma che in un certo senso ci aiuta a trasmettere la sensazione di disagio che provano i nostri alterego virtuali e che il gioco stesso vuole comunicarci, anche attraverso la scelta, non soltanto stilistica di ambientazioni cupe e grigie dominate come sono da una incessante e fastidiosa pioggia.

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La fase dei Quick Time Events (eventi in tempi rapidi) è il sistema su cui si basa l’intero gameplay . A differenza di altri titoli dove l’uso del QTE si riduce alla sola pressione dei pulsanti croce, quadrato, cerchio e triangolo, in Heavy Rain abbiamo un uso più variegato dei tasti: dalla semplice pressione singola, alla pressione ripetuta, magari abbinata al movimento dello stick in una direzione piuttosto che in un’altra, con leggerezza o esercitando una forte pressione. La pressione di un determinato tasto in un tempo sbagliato non determina la fine della scena. Non avviene mai che ciò comporti l’interruzione della partita, ma puo’ determinare un evento differente, dobbiamo dire però che la ai vostri piccoli errori di tempismo è piuttosto elevata; per scoprirlo effettivamente tuttavia dovrete portare a termine il capitolo o addirittura la storia e vi rimarrà comunque il dubbio che gli eventi avrebbero potuto prendere un differente corso, il famoso “Cosa sarebbe successo se…” di cui vi parlavamo all’inizio.

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