Per chi come me soffre della sindrome della Belle Epoque gli ultimi anni dell’universo videoludico si stanno rivelando letteralmente una miniera di platino, perchè l’oro non renderebbe l’idea. Jrpg, Platform, Action/Adventure, Rpg testuali, Fps, sono solo alcuni generi che stanno venendo valorizzati da produzioni indie volutamente retrò, capaci di sfruttare il fascino vintage delle vecchie produzioni, ma sapientemente arricchiti dalle tecnologie moderne.
Jason Smith, il monodeveloper della Jasozz Games, abbraccia la bellezza dei boomer shooter e tira fuori dal cilindro Cultic (Chapter One, il proseguo dell’avventura sarà disponibile in futuro sotto forma di DLC gratuito), un fps splatter che omaggia, senza nascondersi troppo, Blood dei Monolith pubblicato nel lontano 1997 su PC.
Versione testata: Steam
Che gioco è?
Cultic è un retro vintage fps dalle tinte paranormal/horror che si ispira orgogliosamente all’era del BUILD ENGINE, il motore grafico creato da Ken Silverman nei primi anni ’90, che fu la base per titoli come Blood e Duke Nukem 3D, ma, grazie alle tecnologie moderne di Unity (il motore grafico utilizzato), è deliziato da piccole aggiunte ludiche che lo rendono godibile anche da un pubblico più abituato alla libertà di approcci di cui gli fps moderni godono.
L’incipit narrativo, seppur abbozzato, riesce a creare un discreto imprinting con il giocatore.
America, fine anni ’60, una serie di sparizioni e omicidi drappeggiano sulle prime pagine dei quotidiani, e voi siete il detective destituito che per mesi ha cercato, senza successo, una soluzione a questa macabra scia di sangue. Ma tra un bicchiere di whisky e l’altro, seppur privato delle risorse che il proprio distintivo vi donava, seguite una pista credibile che vi porterà ad un vecchio manicomio abbandonato.
E’ qui che parte la nostra avventura, non più da funzionario della legge, ma da mero giustiziere, e sapete cosa significa vero? Armi in pugno signori, è tempo di polverizzare questo culto.
Perchè giocarlo?
Citando Joshua Slocum nella sua opera magna “Solo intorno al mondo”, il bello di viaggiare in solitaria è che non ci sarà nessun ammutinamento dell’equipaggio. Ed in Cultic questo si vede eccome, perchè il solitario sviluppatore Jason Smith riesce a trasporre su schermo la sua personale idea di retro fps dalle contaminazioni moderne con una cura e coerenza sorprendente.
In Cultic potrete eliminare le orde dei cultisti in moltissimi modi, con armi a corto e lungo raggio, con dinamiti e molotov, lanterne e barili esplosivi. Potrete cadenzare il ritmo come più vi aggrada, con un approccio ragionato o aggressivo, questo perchè le ambientazioni di Cultic sono graziate da un level design di prim’ordine: scorciatoie, aree segrete, tunnel subacquei, condotti d’areazione, muri da far saltare con la dinamite. L’aspetto retrò è solo una caratteristica estetica, in Cultic vi divertirete da matti (per quanto possibile visto il tenore psico-horror) ad esplorare i vari livelli (10 in tutto), e a seminare il panico tra chi il panico vuole seminarlo.
Oltre all’ottimo gunplay potrete anche avvantaggiarvi della fisica che Unity riesce ad iniettare in questo micro-universo, sulla falsariga di un immersive sim, calciando nemici giù da un dirupo o raccogliendo le lanterne a petrolio in giro per le tetre ambientazioni e lanciarle contro i nemici per fare una bella braciata.
Per quanto non sembri nulla di inedito, il pacchetto che Cultic offre funziona alla grande, diverte ed invoglia a proseguire, grazie anche all’ottimo ritmo con cui vengono introdotti nuovi nemici e nuovi equipaggiamenti (potenziabili in alcuni banchi di lavoro sospettosamente simili a quelli di The Last of Us).
Se tutto ciò non bastasse, Cultic è anche bellissimo da vedere e da ascoltare.
Il comparto tecnico in 2.5D (con qualche accenno di voxel) è un colpo al cuore, ben definito e artisticamente ispirato, con animazioni soddisfacenti ed una paletta cromatica tendente al marrone e al verde che ben si sposa a quei toni seppia delle avventure horror-noir ambientate negli anni ’60.
L’aspetto splatter è prorompente, vedrete arti che si staccano e teste esplodere, accompagnati da effetti sonori che, vi assicuro, non vi verranno mai a noia, in particolare quando inanellerete una serie di headshot.
La proverbiale ciliegina sulla torta è la colonna sonora. L’ottimo sound design raggiunge il suo picco in determinati momenti quando le strepitose tracce audio di Cultic vi spareranno l’adrenalina a mille nei frenetici combattimenti.
Perchè no?
Difficile pensare ad un motivo valido per cui non dovreste provare Cultic.
Non è un titolo esente da difetti ovviamente, in primis l’IA quasi inesistente (che a volte fa fatica a passare attraverso le porte…), con i nemici che seguono uno script estremamente banale, l’unica difficoltà sarà affrontare orde numerose ai livelli di difficoltà più elevati (5 in tutto). Nessuno si aspettava F.E.A.R., ma qualche pattern in più non avrebbe guastato.
Il genere è comunque molto di nicchia, e probabilmente se siete abituati (oserei dire assuefatti) da un certo standard tecnico difficilmente riuscirete ad apprezzare Cultic, in quanto vi risulterà dannatamente vecchio (nonostante l’anima moderna).
Anche l’aspetto horror è piuttosto abbozzato, mai davvero spaventoso, ma capace comunque di donare qualche brivido ben assestato nelle circa 5/6 ore di campagna (3h se siete maestri del genere). Durata esigua ad un prezzo esiguo (9€), ma il Chapter Two sarà gratuito quindi lasciamo il beneficio del dubbio, che Jason Smith si è sicuramente guadagnato.
Commento Finale
Cultic è un gran boomer shooter. L’incipit e la lore convincono, il gunplay è stellare, le influenze dei più moderni immersive sim impreziosiscono la redenzione dello sventurato detective. Il tutto condito da un aspetto audio/video da applausi per chi adora il gusto retrò. Se Jason Smith riuscirà a donare varietà alle ambientazioni e a risolvere qualche problemino nel futuro (e gratuito) Chapter Two, saremo di fronte probabilmente ad un capolavoro che vale ogni singolo euro a cui viene venduto. Per adesso è solo un gran bell’indie, che più indie non si può.