Recensione in pillole Hell Pie

Non è semplice trovare titoli come Hell Pie sul mercato. Scommettiamo che non sia stato facile neanche per il team di sviluppo Sluggerfly convincere il publisher Headup, viste le premesse del titolo. Nonostante il mercato videoludico stia mostrando negli anni, soprattutto grazie alla scena indipendente, una grande eterogeneità di argomenti e tematiche, alcune continuano ad essere più o meno tabù. Non tanto per una scabrosità intrinseca quanto piuttosto per le solite questione aziendali sui rischi per le vendite di prodotti eccessivamente borderline. Senza contare, inoltre, le problematiche sottese alla censura, dettata non solo dalle regolamentazioni interne delle varie piattaforme, ma anche dai mercati di riferimento. Non è un caso che il titolo sia stato sfortunatamente bandito dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, circostanza presa con leggerezza e rammarico da parte del team di sviluppo.

Un altro rischio insito in produzioni come queste è pensare, superficialmente, che il ricorso a tematiche mature ed oscene sia uno specchietto per le allodole atto a mascherare carenze ludiche più o meno gravi.

Possiamo tuttavia fugare ogni dubbio e perplessità fin da subito: l’irriverente Hell Pie non solo dimostra di essere un solidissimo 3D action platformer ispirato alla vecchia scuola, ma si candida ad una delle migliori sleeper hit del 2022.

Pronti a conoscere Nate?

Versione provata: PlayStation 5


Che gioco è?

Hell Pie si presenta come una lettera d’amore al mondo dei classici platform 3D della vecchia scuola, in particolare al sottogenere dei collectathon. Con questo termine si vanno ad indicare quei titoli, soprattutto dell’era tra i 32 ed i 128 bit, basati sulla raccolta di oggetti sparsi in ampi mondi 3D. La raccolta assume un ruolo indispensabile non solo per l’avanzamento e per smanie di completismo, ma anche per l’accrescimento delle abilità del protagonista.

Hell Pie fa della premessa ludica dei collectathon anche la sua stessa premessa narrativa. Ci troviamo all’Inferno (e viste le temperature fuori dalla finestra, è facile immedesimarsi), precisamente nel palazzo della Sin Inc.. La vita d’ufficio scorre tranquillamente quando squilla il telefono del dipendente Nate, demone del cattivo gusto. Dall’altro lato c’è nientemeno che il principe dell’oscurità Satana in persona che, con il tipico atteggiamento che ci si aspetta dalla sua figura (nonché dal suo ruolo di dirigente dispotico di una grande realtà aziendale capitalista), ci comanderà di abbandonare ogni nostro incarico per ricordare allo Chef di preparare la propria festa di compleanno. Tuttavia, c’è un problema: lo Chef ha dimenticato la ricorrenza e non ha gli ingredienti per preparare la torta per il diabolico festeggiato. Onde evitare di farlo adirare (e finire tutti carbonizzati o, peggio, licenziati), lo Chef vi affiderà il compito di esplorare diversi mondi per recuperare gli squallidi ingredienti necessari per il rivoltante manicaretto.

Le ambientazioni sono varie ed ispirate.

La folle premessa narrativa funge da incipit per spingere Nate ed il “cherubino da passeggio” Nugget ad esplorare vaste ambientazioni ispirate a luoghi tipici del genere, ma costantemente rivisitate con un tono dissacrante e grottesco. La ricerca degli ingredienti ci porterà su assolate isole e fitte foreste, senza disdegnare capatine in ristoranti gourmet e discoteche, attraverso un caleidoscopio di situazioni deliranti. Il tutto approfondendo sempre di più le divertenti abilità di Nate e Nugget, graziati da una mobilità incredibilmente liberatoria.

E’ bene chiarire un aspetto fondamentale, prima di proseguire: Hell Pie non è un gioco per bambini. E non stiamo parlando da un punto di vista ludico, bensì da un punto di vista narrativo e contenutistico. Le avventure del diavolo del cattivo gusto sono ben chiare fin dall’inizio: politically incorrect, oscenità e blasfemie sono all’ordine del giorno e non passerà minuto senza assistere a qualcosa di non adatto ad un pubblico troppo giovane. Siete avvisati però, Hell Pie nasconde più di quanto appare.

E' arrivato Hell Pie, il dissacrante ed osceno 3D platformer di Sluggerfly: delusione o sorpresa? Scopiamolo insieme!
Anche un’isola tropicale nasconde molte insidie.

Perché giocarlo?

La produzione Sluggerfly eredita la struttura ludica dei più famosi collecthaton del genere, per gettare solide basi alla irriverente ricerca di Nate e Nugget. Ogni mondo hub propone una vasta area ricca di livelli, piattaforme, segreti, collezionabili e nemici da sconfiggere. Un’offerta robusta che tuttavia acquista una proprio concreta identità ludica grazie alle abilità dei protagonisti. La maggiore particolarità del titolo è rappresentata proprio dalle azioni possibili grazie all’aiuto di Nugget. Il cherubino, incatenato ad un corno di Nate, vi darà infatti l’opportunità di essere utilizzato come arma contro i nemici, ma soprattutto si renderà utile per la navigabilità nelle ambientazioni. Nugget infatti potrà svolgere il ruolo di rampino, capace di farvi dondolare come una liana, in qualsiasi situazione di gioco. Questa abilità diventa elemento cruciale dell’intero game design, che si declina proprio in funzione della possibilità di raggiungere virtualmente ogni piattaforma. Con la giusta combinazione di manualità e tempismo, le abilità di Nugget permettono di eludere le rigide regole del classico level design… se non addirittura infrangerle, con enorme gratificazione.

Le abilità di Nugget sono il fiore all’occhiello del gameplay di Hell Pie.

Le abilità potranno poi essere ulteriormente espanse. Nugget potrà affidarsi ad un classico skill tree, piuttosto lineare ma efficace. Nate avrà invece l’opportunità di ottenere corna differenti da poter “indossare” per beneficiare di abilità come correre velocemente o tirare testate inarrestabili. Se invece vorrete semplicemente variare l’estetica dei protagonisti, sono disponibili decine di costumi fuori di testa, da acquistare spendendo la valuta locale. Volete vestirvi da Steve Jobs con un cherubino in completo sadomaso? Nessun problema, sono solo tra i primi costumi acquistabili ad inizio gioco.

Camicia da spiaggia per Nate, gonfiabili da mare per Nugget e… divisa da nazisti per… escrementi? Già.

Impossibile poi non citare tutto il comparto sonoro. Il campionamento degli effetti (anche i più truci) funziona bene, ma è nelle musiche che Hell Pie sorprende ulteriormente. I brani spazieranno tra generi eterogenei e ritmi diversi, coerentemente con il cambio delle ambientazioni, ma sempre con una qualità costante al di sopra della media.

Il titolo offre dunque un vero e proprio crescendo di divertimento all’interno di un proposta ludica decisamente convincente. In questo senso la longevità si attesta in linea con il genere, richiedendo una decina di ore per raggiungere il delirante finale portando a termine i compiti principali. Se invece vorrete raggiungere l’agognato completamento assoluto, preparatevi a perlustrare tutti i mondi per recuperare ogni collezionabile, spingendo la longevità fino a circa 15 ore.

Trovare tutti i collezionabili sarà un’impresa lunga ma soddisfacente.

Il delirio è proprio l’altro aspetto che caratterizza la produzione. Come già anticipato, Hell Pie è un titolo per adulti. La produzione Sluggerfly si rivolge ad un pubblico maturo che possa tollerare rappresentazioni visive esplicite, ma anche cogliere più sottili tematiche morali e critiche sociali. Sorprendentemente infatti Hell Pie non si limita a proporre battute demenziali fini a loro stesse. Dalla caratterizzazione delle ambientazioni fino a dialoghi infarciti di citazionismo, il gioco affronta in maniera inaspettatamente acuta (a tratti quasi dantesca) problemi e paradossi della società contemporanea. Accanto a situazioni esilaranti nella loro aperta idiozia, ci saranno invece momenti dissacranti in cui il sorriso si farà più amaro. A ben vedere, si tratta di un tipo di umorismo satirico a tratti molto simile a quello proposto da South Park negli ultimi 25 anni.

Perché no?

Come la serie di Trey Parker e Matt Stone, anche Hell Pie nel suo piccolo non fa sconti: non è per tutti. Proprio a partire dal suo peculiare umorismo, il titolo non solo non è assolutamente adatto ai più piccoli, ma potrebbe non essere nelle corde anche di qualche adulto. Alcune tematiche o semplicemente il tenore delle battute potrebbero infatti essere reputate troppo dirette. In questo senso, il coraggio di Sluggerfly di non compromettere la propria visione creativa è sicuramente lodevole, ma potrebbe comportare un pubblico minore di quanto meriterebbe.

Hell Pie, inoltre, non tradisce la sua natura di produzione indipendente e fa i conti anche con un comparto tecnico non avanzatissimo. L’Unreal Engine fa il suo dovere e concede una resa tecnica senza grossi problemi, ma a tratti il gioco si mostra spoglio (soprattutto nelle texture) e piuttosto basilare nelle animazioni dei nemici (a volte funestate anche da bug). Non sono problemi che pregiudicano il gameplay, ma una maggior pulizia visiva e tecnica sarebbe stata sicuramente apprezzata.

Alcuni scorci son piuttosto poveri dal punto di vista tecnico.

Permane inoltre la sensazione che alcuni passaggi siano acerbi o non perfettamente calibrati. Se la gestione della telecamera non mostra peccati rilevanti, è nella percezione della profondità che a volte il titolo mostra il fianco a critiche. La gestione di luci ed ombre in alcuni fugaci frangenti non rende facile percepire la profondità, portando ad occasionali ed inattese cadute nel vuoto.

Commento finale

Orgogliosamente dissacrante e satirico, Hell Pie è una piacevole sorpresa di questa caldissima estate. La produzione Sluggerfly realizza una lettera d’amore ai fan dei platform 3D della vecchia scuola proponendo un titolo solido e divertente, nonostante alcune sbavature tecniche. Il suo umorismo non lo rende un prodotto adatto a chiunque: per tutti gli altri, potrebbe essere un’esperienza diabolicamente entusiasmante.

8.4

Hell Pie


Orgogliosamente dissacrante e satirico, Hell Pie è una piacevole sorpresa di questa caldissima estate. La produzione Sluggerfly realizza una lettera d'amore ai fan dei platform 3D della vecchia scuola proponendo un titolo solido e divertente, nonostante alcune sbavature tecniche. Il suo umorismo non lo rende un prodotto adatto a chiunque: per tutti gli altri, potrebbe essere un'esperienza diabolicamente entusiasmante.

PRO

Dissacrante ma inaspettatamente sottile | Struttura ludica solida | Gameplay appagante |

CONTRO

Umorismo non per tutti | Alcune sbavature tecniche |

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