Recensione in pillole SEASON: A letter to the future

Fin dal suo primissimo reveal, nel lontano Dicembre 2020, rimanemmo incantati dagli scorci incredibili di SEASON: A letter to the future, avventura narrativa prodotta da Scavengers Studio, piccolo studio canadese che ha nel suo portfolio lo sfortunato Darwin Project, un battle royale molto valido ma perlopiù ignorato dalla community.

Molti devono essere stati i riassestamenti interni, specialmente dal punto di vista creativo, per passare da un titolo così mainstream come un battle royal ad una produzione più intima e di nicchia come SEASON.

Scopriamo in questa nostra recensione come se la sono cavata.


Versione testata: Steam – PC

Versione Steam Deck al momento non supportata


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Estelle e la sua bici

Che gioco è?

SEASON: A letter to the future è un’avventura narrativa dove impersoneremo Estelle, giovane ragazza in procinto di lasciare il proprio paese natale, Caro Village, per inoltrarsi nel mondo esterno, arrivato oramai alla fine della corrente stagione.

In sella alla nostra bicicletta e con in borsa una polaroid, un audio registratore ed un diario, andremo in giro per la Tieng Valley a raccogliere le ultime testimonianze, gli ultimi ricordi, gli ultimi scorci, prima che questa venga inondata dall’abbattimento di una vecchia diga oramai incapace di trattenere il suo corso d’acqua.

Il nostro obiettivo sarà semplicemente essere gli ultimi testimoni di ciò che i nostri sensi saranno in grado di carpire dalla vallata, e riportarlo sulle pagine del nostro diario di viaggio allo scopo di informare chiunque vi entrerà in possesso in un prossimo futuro (a letter to the future…). Che sia una foto polaroid, un pensiero scritto, una cartolina trovata dalle macerie, una lettera mai consegnata, un audio log o semplicemente uno schizzo a matita, il nostro diario sarà il nostro lascito per i posteri, salvando la Tieng Valley dal peggiore dei destini: essere dimenticati.

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Il nostro fido diario, completamente personalizzabile

Perchè giocarlo?

Gli Scavengers Studio sono riusciti a tratteggiare un mondo così familiare e al tempo stesso così surreale tanto da rimanere spesso confusi, non sapendo quanto c’è di derivativo nella narrazione di SEASON e quanto di totalmente originale. Una storia, quella di SEASON, che tocca diverse tematiche legate alla potenza dei ricordi e della memoria, in un mondo scandito dal passare delle stagioni, dove ognuno di noi troverà differenti spunti di riflessione (o non ne troverà affatto).

Non vi sveleremo nulla dell’intreccio narrativo che avvolgerà Estelle nel tentativo di comprendere il perchè di quel destino per la vallata, sappiate però che tutta la narrativa è sorretta da una scrittura (ed una recitazione, aggiungeremmo) dolce, intelligente, che sa nascondere i nodi chiave fino a svelarsi completamente, salvo poi interrompersi in un finale apparentemente frettoloso ed inaspettato, come se mancasse un pezzo del puzzle.

La meccanica che ruota intorno al nostro diario è ben implementata nell’economia di gioco, facendoci sentire come un detective dei ricordi: esploriamo, interagiamo e completiamo il taccuino. Potremo riempirlo di foto polaroid, di schizzi (pre)disegnati a mano, di testimonianze audio, di adesivi, francobolli o cartoline. Non importa quale strumento utilizzerete, ogni zona (a cui sono dedicate due pagine bianche) sarà completabile a piacimento. Forse avremmo preferito che per completare il ricordo di ogni zona fossero necessari più elementi, forzando il giocatore ad abbellire il diario e a perdersi maggiormente nelle ambientazioni, premiandolo.

Tra un punto di interesse e l’altro viaggeremo in sella della nostra bicicletta, la cui pedalata è simulata perfettamente : con R2 e L2 effettuiamo le prime faticose pedalate (su Playstation 5 faticheremo per davvero, con l’ottima implementazione dei trigger adattivi del Dual Sense), una volta acquisita inerzia sarà una gioia buttarci giù dai pendii per godere della sognante direzione artistica della Tieng Valley.

SEASON: A letter to the future è un titolo che spesso delizia gli occhi come un dessert ad un ristorante stellato delizierebbe il palato.

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Da cultore di polaroid ho apprezzato moltissimo la sua trasposizione videoludica

Perchè no?

Purtroppo Scavengers Studio inciampa in alcune trappole che rompono un pò la sospensione di incredulità con cui vagheremo per le lande di SEASON facendoci tornare prepotentemente con i piedi per terra.

SEASON sfortunatamente soffre di un ritmo un pò bislacco che, a seconda di come interpreteremo l’avventura, ci vedrà riempire il nostro di diario di ricordi in maniera un pò automatica e disinteressata, complice il fatto che girare a piedi per raccogliere nuovi ricordi risulterà piuttosto macchinoso e scomodo.

Estelle non è graziata da una mobilità sufficientemente agile da rendere piacevole l’esplorazione a piedi (che sarà obbligatoria, non si può accedere al taccuino o interagire con oggetti a bordo della propria bicicletta). Si traduce quindi in un salire e scendere dalla propria bici, raccogliere velocemente informazioni, abbellire il nostro taccuino e ripartire.

A peggiorare un pò questo aspetto del gioco sono i numerosi problemi tecnici riscontrati sulla versione PC da noi testata. Nonostante la nostra configurazione comprendesse una Nvidia GeForce RTX 3060, e quindi con DLSS attivo, in SEASON siamo stati testimoni di diversi inspiegabili drop del framerate (ad esempio mentre impugnavamo la polaroid) e qualche lieve caso di stuttering. Niente di grave ovviamente, ma se a questo aggiungiamo anche diversi bug di compenetrazione che ci hanno costretto a ricaricare il salvataggio perchè incastrati in qualche elemento dello scenario è chiaro che l’atmosfera sognante che permane nel tessuto di SEASON tende a strapparsi poco a poco.

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La direzione artistica è sublime

Commento Finale

SEASON: A Letter to the future è un titolo meditativo capace di giocare con i nostri ricordi se siamo particolarmente mansueti da volerlo far entrare in contatto con la nostra storia di vita. Ma anche se volessimo viverlo in maniera più distaccata la Tieng Valley vi regalerà meravigliosi scorci, personaggi interessanti e pedalate indimenticabili. Purtroppo però alcuni problemi di ritmo e qualche magagna tecnica di troppo strappano l’atmosfera che SEASON aveva accuratamente tessuto per noi, facendoci un pò cadere dal pero. Anche così, però, rimane un titolo che vale la pena di essere vissuto.

7.7

SEASON: A letter to the future


SEASON: A Letter to the future è un titolo meditativo capace di giocare con i nostri ricordi se siamo particolarmente mansueti da volerlo far entrare in contatto con la nostra storia di vita. Ma anche se volessimo viverlo in maniera più distaccata la Tieng Valley vi regalerà meravigliosi scorci, personaggi interessanti e pedalate indimenticabili. Purtroppo però alcuni problemi di ritmo e qualche magagna tecnica di troppo strappano l'atmosfera che SEASON aveva accuratamente tessuto per noi, facendoci un pò cadere dal pero. Anche così, però, rimane un titolo che vale la pena di essere vissuto.

PRO

Un mondo delicato e surreale di cui essere testimoni | Ha degli scorci che difficilmente scorderete | La bicicletta deve tornare di moda nei videogiochi | La meccanica del taccuino appassiona, se non siete dei completisti |

CONTRO

Esplorazione a piedi macchinosa che rovina parzialmente l'esperienza | Finale un pò affrettato | Alcuni bug e problemi tecnici inspiegabili su PC | Poche impostazioni grafiche
Silvio "Mr. Jim Oak" Salza
Silvio "Mr. Jim Oak" Salza
Sono un ultra trentenne che ha sempre sofferto della "Sindrome della Belle Epoque": adoro le auto d'epoca, il Jazz, i vinili, i pianobar giapponesi, le locandine al cinema, le vecchie barche a vela ed i videogiochi vintage. Passo il mio tempo diviso tra il mare aperto e il microscopico attico in cui vivo, dilettandomi nella degustazione di Pixel Art, Thelonious Monk e Linguine alle Acciughe. Credo in un unico Dio, Hideo Kojima.

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