Shards of Feyra si propone, in ambito indie, di seguire le orme di un genere che, dopo essere finito un po’ in ombra a valle degli anni ’90, sta tornando abbastanza di moda negli ultimi tempi. I GdR fantasy con combattimento tattico a turni. La premessa (anzi promessa) interessante è che fornisce la possibilità a due giocatori di giocare in coop, comandando ognuno una squadra di due personaggi. Il gioco prevede due piccoli scenari (campagne) indipendenti tra loro che sono entrambi accessibili dall’inizio.
Versione testata: PC
Premessa
Ogni gioco va valutato nel suo contesto. In questo caso non stiamo parlando di una produzione tripla A per la quale si sono dovuti attendere 12 anni in mezzo a un marketing aggressivo e a roboanti promesse su ciò che il gioco avrebbe offerto. Si tratta di un gioco indie prodotto da un team piccolo e poco famoso, per cui le aspettative non erano estremamente elevate, né i criteri di valutazione troppo stringenti. Nonostante questo, si può affermare in maniera abbastanza convinta che Shards of Feyra costituisce un ottimo paradigma di come NON si fa un videogioco oggi. Vediamo perché.
Design del gioco
Il concept del gioco è vagamente interessante: GdR tattico a turni con diverse classi di personaggi tra cui scegliere i due che comporranno la nostra squadra e due scenari (mini-campagne) da affrontare. Si tratta di un’offerta abbastanza povera, che nel migliore dei casi consentirebbe al gioco di offrire qualche ora di divertimento; nulla vieterebbe comunque, in linea generale, di poter espandere quest’offerta con aggiornamenti successivi.
I problemi, però, sono concettuali fin quasi dal principio. Il gioco non ha nemmeno un’introduzione che ci faccia capire un po’ il contesto (in un GdR sarebbe fondamentale) e tanto meno un tutorial per iniziarci alle meccaniche di gioco. No. Qualunque sia la scelta fatta ci troviamo già catapultati nel mezzo dell’azione, senza sapere chi siamo, cosa stiamo facendo e quali siano le nostre abilità o capacità.
Dovremo scoprire tutto per strada, leggendo le descrizioni delle abilità in riquadri fatti male e apprendendo il contesto “narrativo” attraverso dialoghi abbastanza insulsi con alcuni NPC incontrati. Non proprio il massimo per favorire l’immedesimazione: e dire che quest’ultima è proprio ciò sui cui molti giochi indie puntano. Facendo leva su una trama ben raccontata e congegnata, infatti, si possono compensare le inevitabili mancanze grafiche o tecniche a cui va incontro una produzione a basso budget.
La carenza di informazioni è totale anche per quanto riguarda le skill e le dinamiche di combattimento. Dovremo affidarci unicamente alle descrizioni nei riquadri e a una scarna, seppur intuitiva sintesi delle caratteristiche di un personaggio o nemico che ci viene snocciolata davanti quando lo selezioniamo.
Aspetti tecnici
Come già si è accennato, l’aspetto tecnico del gioco è profondamente carente. In termini grafici sembra di trovarsi davanti ad un gioco della generazione PS1. Semplici modelli poligonali che possono essere blandamente apprezzati nel disegno e nell’animazione, ma che risultano comunque piuttosto rozzi, tanto quanto gli approssimativi scenari del gioco. Questi ultimi riproducono in maniera rudimentale location di esterni, segrete e dungeon, ma con uno stile abbastanza banale e datato.
L’interfaccia ha un aspetto visivo scadente: i riquadri per le abilità e i poteri degli eroi sono incomprensibilmente trasparenti (e il contenuto è difficile da leggere), mentre i menu hanno un aspetto discutibile, oltre a risultare tanto scarni e minimali quanto lo è il comparto visivo in generale. Ad aggravare la situazione, non è presente alcun tipo di inventario, anche se ogni tanto ci viene detto che “raccogliamo un oggetto, così possiamo venderlo dopo“. Per ricavarne cosa, soldi? E dove sono? E dov’è che ci si potrebbe comprare qualcosa? Mistero.
La musica si riduce praticamente ad un’unica traccia che, per quanto sia vagamente gradevole e in tema con il combattimento, è troppo breve per poter essere ripetuta all’infinito senza stancare.
Un gioco completamente rotto
Quello che però lascia veramente sbigottiti di Shards of Feyra è l’enorme quantità di bug irrisolti sparsi per il gioco, così come la gravità degli stessi. Stiamo parlando di una grandissima varietà di cose che non funzionano, alcune delle quali molto gravi perché compromettono il completamento stesso degli scenari e la fruibilità del titolo a 360°.
Si va da oggetti chiave che non funzionano, anche se l’interazione con essi è fondamentale per far progredire lo scenario, a situazioni in cui una data azione porta il gioco a congelarsi interamente, al punto che l’unica possibilità di uscirne è premere Alt+F4. Inutile dire che non esistono salvataggi, quindi bisognerà ripartire daccapo.
Una volta conclusa una partita, non c’è modo di riavviarne un’altra se non chiudendo e riaprendo il gioco. La telecamera si blocca quando “impatta” contro pareti e oggetti dello scenario: se vogliamo vedere cosa succede in un’altra stanza, dovremo “attraversare” le porte o le scale anche con il nostro “occhio invisibile”.
Sono riuscito a vedere solo due degli otto tipi di personaggi proposti. Questo perché, anche se il gioco consente di selezionare le classi di personaggi con cui comporre la squadra (ad esempio Paladino e Guerriero) dopo ignora le nostre scelte, proponendoci sempre la stessa combinazione (Maga e Death Knight). Proprio come se fosse una demo, invece che un gioco completo.
Più che un gioco, quasi una demo a pagamento
Di qui a scendere, si potrebbe riempire un intero manuale con l’interminabile lista di problemi, inesattezze, palesi errori di programmazione che affliggono Shards of Feyra. E tutti sono talmente incredibili da lasciare letteralmente a bocca aperta il giocatore. Tra i tanti, vale la pena di citare ancora unicamente un bug nella coop, che in alcuni casi impedisce lo stesso accesso all’unica cosa che potrebbe dare un soffio di originalità e peculiarità a questo titolo. Potrebbe… se non fosse guasta come tutto il resto.
E’ semplicemente uno spettacolo imbarazzante. E anche se apprezziamo che lo sviluppatore stia lavorando sui problemi, rilasciando nuovi aggiornamenti di continuo per tentare di correggerli, è evidente che non si presenta un gioco sul mercato in queste condizioni. Neanche lontanamente.
Commento finale
Non c’è veramente nulla, in tutta coscienza, che possa spingere a consigliare a qualcuno l’acquisto di Shards of Feyra nello stato in cui si trova. Un gioco che presenta qualche idea interessante nel concetto, ma che si rivela mancante a tutti i livelli nell’implementazione. Sia per quanto attiene alle incomprensibili scelte di design sul gameplay e sull’interfaccia che per la pessima programmazione, virtualmente affetta da errori e bug in ogni aspetto rilevante del gioco. Viene da chiedersi se sia solo il frutto di una realizzazione frettolosa o se anche con un maggiore tempo a disposizione non sarebbe rimasto un gioco – nel migliore dei casi – mediocre.
In ogni caso, a chi avesse voglia di vivere un’avventura fantasy con un bel combattimento tattico preferiamo consigliare Pillars of Eternity, Divinity: Original Sin o anche lo stesso Lords of Xulima. A proposito, ve l’abbiamo detto che deve uscire un nuovo Dragon Age?