Recensione Inscryption

Dopo essere uscito su PC nel 2021 ed aver raccolto un enorme plauso della critica e del pubblico, Inscryption arriva finalmente anche su PlayStation 4 e PlayStation 5. Ma cosa è Inscryption e a cosa deve gli entusiastici feedback che ha raccolto? Prendendo in prestito la sinossi ufficiale del titolo, viene descritto come “un’odissea fatta di cupe carte dark che fonde un roguelike deckbuilder, enigmi in stile escape-room e l’horror psicologico in un frullato di sangue“. Una definizione complessa da decifrare pienamente, che potrebbe essere riassunta a prima vista da molti come un semplice deckbuilder a tinte oscure. Mai come in questo caso, tuttavia, si tratta di una valutazione fin troppo superficiale che manca di rendere onore ad un’opera di questo calibro.

Vi invitiamo dunque a seguirci in un viaggio, non in una mera recensione. C’è così tanto da dire (e da non poter dire) che dovrete tenerci per mano per non perdervi nelle sinistre penombre di questo capolavoro.

Prodotto da Daniel Mullins Games e distribuito dalla sempre lungimirante Devolver Digital, Inscryption è ora disponibile su PlayStation Store per entrambe le piattaforme Sony, nonché su PC (via Steam).

Siete pronti? Lo scoprirete presto.

Versione testata: PlayStation 5


Pillola azzurra o pillola rossa

Fin dal primo avvio di Inscryption capirete da subito che c’è qualcosa di strano ed ambiguo che sfugge alle regole scritte (e non) del mondo videoludico. Dopo uno straniante impatto iniziale, vi ritroverete presto al cospetto di una figura misteriosa, all’interno di una lugubre baita nei boschi. Questa figura, che apprenderete chiamarsi Leshy, vi sfiderà ad un gioco di carte. Inizierà qui una progressiva discesa in un racconto disturbante in cui letteralmente nulla è come sembra. Segreti inquietanti si celano dietro ogni carta che giocherete, tra terribili misteri e verità impronunciabili.

Questa è la premessa narrativa dell’opera di Daniel Mullins, un horror psicologico che si snoda per oltre 10 ore tra scoperte sconcertanti, stratagemmi geniali e colpi di scena totalmente imprevedibili. Una dimostrazione del talento indiscutibile del game designer canadese, che aveva già dimostrato doti non ordinarie con Pony Island e The Hex. Ed un ulteriore successo che premia l’intuito di Devolver Digital verso il mondo delle produzioni indipendenti, come nel recente Cult of the Lamb.

Come ogni roguelike, ci sarà un percorso da seguire ponderandone bene le conseguenze.

Occorre fare una precisazione doverosa: parlare di Iscryption tacendo sulla enorme quantità di sorprese che riserva è una impresa quasi impossibile. Soppesare verbi e sostantivi, costruire meticolosamente la sintassi delle frasi, ragionare su qualsiasi contenuto da voler condividere. Tutto con la costante tensione ed attenzione volte a non lasciar intravedere determinati aspetti o stratagemmi ludo-narrativi della produzione.

Una impresa tanto difficile quanto dolorosa: chiunque abbia giocato ed abbia vissuto l’esperienza di Inscryption vive un dissidio interiore. Da un lato la voglia viscerale di parlarne ai quattro venti, mossi da un profano spirito evangelizzatore per tessere le lodi della scrittura geniale di Mullins. Dall’altro lato, la piena consapevolezza di non poterlo fare per non voler rovinare il viaggio a coloro i quali ne ignorano contenuti ed evoluzioni.

Ed è a questa consapevolezza che ci aggrappiamo, con tutte le nostre forze, chiedendovi un atto di fede. Vi proponiamo di scegliere tra una pillola azzurra o una pillola rossa. Pillola azzurra, fine della storia: domani vi sveglierete in camera vostra, e crederete a quello che vorrete. Pillola rossa, restate nel paese delle meraviglie, e vedrete quant’è profonda la tana del bianconiglio. Vi stiamo offrendo solo la verità, ricordatelo.

Alcune carte vi parleranno e vi daranno consigli? Se sarà saggio seguirli oppure no, sarà una vostra scoperta.

Nella tana del bianconiglio

Se siete ancora con noi, vorrà dire che avete scelto la pillola rossa. Avete deciso di credere a quanto vi abbiamo potuto raccontare senza cadere in spoiler o anticipazioni. E adesso volete sapere di più… proseguiamo, allora.

Ludicamente, Inscryption si presenta nella sua forma più pura come un deckbuilder con elementi roguelike. Inizierete dunque con un deck di poche carte, da disporre su un campo di gioco con 8 spazi per ogni giocatore. Ciascuna carta potrà contare su valori di attacco e difesa, nonché di un prezzo da pagare per poterle giocare sul terreno. Sia esso un tributo di sangue (sacrificando altre carte) o di ossa (utilizzando i token lasciati da ciascuna vostra creatura morta), ogni carta avrà vantaggi e svantaggi da tenere in debita considerazione nello scontro contro l’avversario. Le carte potranno infatti avere delle abilità ulteriori da considerare: bonus difensivi, particolari effetti offensivi, benefici di movimento e molto altro.

Capirete presto quando e se ricorrere a determinati rituali.

Una struttura così semplice ed intuitiva viene però incredibilmente approfondita dalle possibilità ed imprevisti che troverete lungo il vostro cammino, in pieno stile roguelike. Tra i personaggi che incontrerete ci sarà chi vi aiuterà regalandovi oggetti utili per alterare il corso delle partite oppure vi offriranno riti oscuri con i quali potenziare o fondere tra loro le carte. A complicare le cose ci saranno una incredibile quantità di progressive aggiunte alla formula ludica, in un costante processo di decostruzione e ricostruzione.

Alcuni dei momenti più interessanti ci mettono di fronte ai boss. A differenza degli scontri ordinari, essi adotteranno regole spiazzanti che metteranno a dura prova la vostra capacità di adattamento di fronte agli imprevisti. Molto simpaticamente, i boss ridurranno le vostre vite ad una sola contro le loro due, corrispondenti ad altrettanti fasi dello scontro. Ciascuna sarà contraddistinta da pattern e comportamenti diversi, molto spesso legate a meccaniche specifiche ed esclusive.

Inscryption riserva sorprese ad ogni sessione, regalando stupore e meraviglia per ogni idea di game design che arricchisce (o sovverte) le regole. Se credete che affrontare un deckbuilder possa rischiare di essere, in fin dei conti, un’azione noiosa e ripetitiva senza pathos, beh… non conoscete Daniel Mullins.

I boss saranno essere molto fastidiosi se siete impreparati.

Fission Mailed (cit.)

Non c’è solo il magnetico gameplay legato al deckbuilding al quale dover pensare, in Inscryption. La narrativa fulminante del titolo viene infatti veicolata anche da sezioni con enigmi in stile escape-room.

Lungi dal dover restare sempre seduti al tavolo di legno al quale Leshy vi invita a partecipare al suo distorto gioco, potrete alzarvi e sgranchirvi le gambe all’interno della baita. Un posto tenebroso ricco di inquietanti oggetti dall’origine misteriosa vi incuriosiranno e vi porteranno ad affrontare enigmi ambientali. Alcuni saranno legati al procedere della storia, altri completamente opzionali e legati allo sblocco di determinate funzionalità extra nel corso delle partite a carta. In entrambi i casi, spazieranno dal classico “trova la combinazione” a enigmi ben più sottili ed elaborati.

Alcuni enigmi son basilari, ma non per questo privi di risvolti inattesi.

E’ soprattutto in questi frangenti che potrete notare una grafica non esattamente impeccabile, con modelli poligonali estremamente basilari ed una resa visiva generale volutamente sporca e minimalista. Una osservazione che ci sentiamo di fare per dovere di cronaca, ma sulla quale poniamo una importante precisazione: non ve ne accorgerete neanche del poligono con l’aliasing o della texture a bassa risoluzione, per quanto sarete ipnotizzati dal gioco.

La sensazione prevalente che si avrà, procedendo tra una partita a carte ed un inquietante colpo di scena, sarà quella di essere finiti in uno strano vortice di dipendenza. Qualcosa nella vostra coscienza continuerà a mettervi in guardia sul procedere. Al contempo, sarete divorati dalla voglia di proseguire e capire maggiormente la verità dietro l’assurda creazione di Daniel Mullins. Un incantesimo perfetto nel corso del quale capirete, ad un certo punto, che non siete voi a giocare con Inscryption… ma è Inscryption a giocare con voi.

Cosa c’è dietro la porta della baita? Sarà solo uno dei primi misteri che svelerete.

Continuerà a farlo anche dopo i titoli di coda. Infatti, quando tutto sembrerà finito, avrete accesso ad una ulteriore modalità puramente riservata al deckbuilding. Questa, di cui non possiamo rivelarvi il nome, propone una curva di difficoltà decisamente elevata ed introduce ulteriori elementi roguelike di cui tenere conto. Un’esperienza che arrotonda una longevità già ottima, a patto di essere diventato molto abili.

Commento finale

Inscryption è la dimostrazione della potenza intrinseca del media videoludico. Daniel Mullins si rivela un astro nascente del game design, infondendo nella sua creatura una combinazione incredibile di idee vincenti. Un solido e variegato deckbuilding si mescola alle meccaniche roguelike ed al sinistro meccanismo delle escape-room, sullo sfondo di una narrativa dirompente ed imprevedibile. Un capolavoro che certifica, ancora una volta, il fiuto di Devolver Digital.

9.2

Inscryption


Inscryption è la dimostrazione della potenza intrinseca del media videoludico. Daniel Mullins si rivela un astro nascente del game design, infondendo nella sua creatura una combinazione incredibile di idee vincenti. Un solido e variegato deckbuilding si mescola alle meccaniche roguelike ed al sinistro meccanismo delle escape-room, sullo sfondo di una narrativa dirompente ed imprevedibile. Un capolavoro che certifica, ancora una volta, il fiuto di Devolver Digital.

PRO

Raramente vivrete un gioco con una quantità comparabile di sorprese narrative e ludiche | Inquietante e magnetico | Longevità generosa anche dopo i titoli di coda |

CONTRO

Se non piacciono i misteri e le atmosfere inquietanti, perde molto fascino | Alcune idee di game design sono affrontate troppo velocemente | La modalità che si sblocca è molto difficile |

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