Recensione Metaphor: ReFantazio, il nuovo capolavoro fantasy dai creatori di Persona

Con Metaphor: ReFantazio, è innegabile che ATLUS e SEGA abbiano dimostrato molte cose. Anzitutto il publisher consolida ancora più nettamente il suo ruolo di primo piano nel panorama delle terze parti videoludiche, una posizione già accertata nel corso degli ultimi anni grazie alla elevatissima qualità delle proprie release. Dal canto suo, ATLUS viceversa conferma ancora una volta di essere un marmoreo punto di riferimento nel campo degli RPG di stampo giapponese.

Rivelato ufficialmente nell’ambito dell’Xbox Games Showcase del Giugno 2023, ReFantazio segna l’ingresso di ATLUS nel panorama del fantasy tradizionale con una proprietà intellettuale completamente nuova. Un compito impegnativo, affidato al Team Zero con il contributo del director Katsura Hashino, del character designer Shigenori Soejima e del compositore Shoji Meguro. Un autentico dream team, già in grado di regalare gli ultimi tre capitoli principali della serie Persona. Come avrete immaginato dal tono di questa introduzione (e magari dopo aver sbirciato la nostra valutazione finale), non solo sono riusciti nella propria missione ma hanno regalato al 2024 uno dei suoi migliori titoli.

Metaphor: ReFantazio è disponibile dall’11 Ottobre per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5 ed Xbox Series.


Versione testata: PlayStation 5


Elezioni medioevali

Nel regno di Euchronia, un evento spiazzante sconvolge il naturale corso degli eventi. Il re viene infatti assassinato da uno spietato ufficiale dell’esercito reale, il ribelle Conte Louis. La conseguenza è una tumultosa lotta per il potere, anche a causa della maledizione che avvolge il principe ereditario, che addirittura scompare in circostanze misteriose.

Non tutto però è perduto: il giovane è ancora vivo, ma intrappolato in un coma irreversibile e protetto all’interno di un remoto santuario. Gli unici ad essere a conoscenza di questa flebile speranza sono il suo amico di infanzia (il protagonista), appartenente alla discriminata tribù degli Elda, e la fata Gallica. Insieme affronteranno una missione per impedire al Conte Louis di salire al trono e per liberare il principe dalla sua maledizione. Tuttavia, le cose non saranno così semplici: una imprevedibile magia reale viene sprigionata alla morte del sovrano. Ad essere liberata è una presenza ultraterrena, la quale annuncia che il prossimo sovrano verrà scelto entro i quattro mesi successivi, nel contesto di un torneo reale. Inizierà dunque una lotta anche contro il tempo.

I filmati sono, come sempre, di altissima qualità.

La trama proposta da Metaphor soprende per maturità dei temi trattati, che si rivelano spesso contemporanei e particolarmente delicati. Il mondo tratteggiato è una fantasia medievale in cui a regnare è il sospetto del diverso ed il pregiudizio nei confronti delle minoranze, sullo sfondo di una spietata lotta di classe in cui la separazione tra i ceti sociali è netta. Un contesto in cui ciascun individuo può passare senza soluzione di continuità dalla ragione al torto, da esser vittima a diventar carnefice, da abbracciare il bene ad abbandonarsi al male. Un racconto che agisce sotto molteplici livelli, con una varietà tematica che affonda altresì nella riflessione sociopolitica. L’ennesimo traguardo per il team giapponese, che arricchisce una narrativa già preziosa con un mondo tratteggiato con esperienza ed un cast di personaggi indimenticabile. Lo sviluppo caratteriale nel corso dell’avventura è palpabile, rendendo l’avventura coinvolgente grazie ad archi individuali pienamente soddisfacenti.

Il titolo palesa ancora una volta perché ATLUS ed il Team Zero vengono considerati, a ragion veduta, dei punti di riferimento dell’intera industria nell’ambito artistico. Basta avviare per pochi minuti il titolo per essere travolti da un gusto estetico di elevata caratura, che scorre anche attraverso l’immancabile stile dei menù. Il character designer Shigenori Soejima non sbaglia un colpo, regalando icone destinate a restare impresse a fuoco nella memoria dei fan del genere. Altresì il monster design è così ardito e peculiare che non potrete che ammirarne la sagacia. Shoji Meguro, dal canto suo, propone ancora una volta una colonna sonora di gran pregio, che eleva drasticamente l’epicità del racconto.

Il protagonista e Gallica.

Archety̆pum

Le similitudini tra Metaphor: ReFantazio ed il DNA comune a Persona (nonché alla serie madre Shin Megami Tensei) sono, ad onor del vero, piuttosto evidenti. Oltre alla stessa frizzante ispirazione che ha mosso artisti e sceneggiatori, la nuova opera di Team Zero scandisce il tempo a disposizione del giocatore con un calendario e fasce orarie da rispettare. Una rilevante parte di Metaphor passa attraverso l’esplorazione di un mondo mai di così ampio respiro, alla ricerca di missioni secondarie da affrontare nei ritagli di tempo tra un evento principale e l’altro. Un ritmo ben noto ai fan di Persona, che tuttavia qui viene graziato da una maggiore flessibilità.

Sebbene non sia possibile fare tutto in qualsiasi momento (continuano ad essere presenti eventi a tempo), tuttavia la nuova produzione ATLUS è più indulgente verso i giocatori. Ci si può dedicare alle attività collaterali e curare i rapporti con il party (attraverso una versione del social link più efficace e meno verbosa), senza incappare in imprevisti o inciampi di ritmo né cali nella qualità della scrittura. Il senso di progressione è costante, anche quando dovrete fare scelte che potranno mettere a repentaglio la vostra risorsa principale: il tempo. I viaggi in un mondo così vasto, infatti, richiederanno in talune circostante delle importanti distanze da percorre, con le ovvie conseguenze relative al passare delle ore e dei giorni. Il tutto, tuttavia, senza mai avere la reale impressione (ed oppressione) di aver bisogno di una precisione chirurgica ed onniscente per portare a tempo ogni incarico nel corso di una singola run.

Ci sono molte cose da fare, ma se sapete gestire il tempo non avrete grossi problemi.

Anche dal punto di vista del sistema di combattimento, le contaminazioni provenienti dalle altre serie ruolistiche ATLUS sono evidenti. Ci troviamo infatti di fronte ad una variante dell’intramontabile Press Turn, basato sullo sfruttare a proprio vantaggio i punti deboli dei nemici ed ottenere azioni extra all’interno del proprio turno. Dove viene introdotta una novità è invece nel sistema degli Archetipi.

ReFantazio non propone infatti l’evocazione di Personae o lo schieramento di esseri mostruosi come negli SMT, bensì un peculiare job system. Gli Archetipi non sono altro che specifiche classi in cui inquadrare ciasun membro del party. A seconda della scelta effettuata, vengono attribuite le più classiche tecniche speciali e relativi punti di forza, destinati a migliorare con l’esperienza nonché con i legami formati. Non si tratta tuttavia di un sistema rigido. Una volta apprese le abilità specifiche di un Archetipo è possibile successivamente assegnarle ad altre classi. Il risultato è qualcosa di già visto in molti JRPG, ma che segna una semplificazione concettuale rispetto a meccaniche simili viste nei precedenti titoli ATLUS. L’utilizzo delle abilità Sintesi, la costruzione del party, la gestione delle risorse e l’ibridazione oculata degli Archetipi rappresenta un mix galvanizzante, profondo e sempre soddisfacente.

Ma i combattimenti non sono solo a turni. In Metaphor infatti è presente una componente più squisitamente action. Nel corso dell’esplorazione dei dungeon è possibile attaccare i nemici con una combo di attacchi, capace di consumare la resistenza del nemico. Se stordito, si apre la possibilità di procedere senza completare il combattimento oppure di proseguire la tenzone sfruttando un significativo bonus di partenza (un pò come accade anche in The Legend of Heroes: Trails through Daybreak, del quale potete leggere qui la nostra recensione).

Non siamo insomma di fronte ad un vero e proprio Persona 6, visto che personalità ed individualità rendono Metaphor qualcosa di unico e prezioso. Al contempo ci aspettiamo che qualche lezione venga assimilata proprio dal sesto capitolo della serie ATLUS, partendo dai risultati ottenuto da ReFantazio.

Gli scontri più impegnativi devono essere affrontati con una adeguata preparazione.

Viandante sul mare di nebbia

Metaphor: ReFantazio può essere considerato l’opera somma di ATLUS? Siamo sinceri: è difficile dare un giudizio di tale portata. Gli RPG hanno bisogno di un pò di sano spazio per poterne apprezzare le sfumature. Solo il tempo può svolgere il ruolo di giudice finale ed assegnare un titolo alla memoria eterna. Dal canto nostro tuttavia, crediamo che la nuova produzione Team Zero potrà raggiungere una tale gloria.

Ogni aspetto dell’avventura nel regno di Euchronia è realizzato a regola d’arte da parte di autentici artigiani del media videoludico, dalla direzione artistica alla composizione sinfonica, dalla struttura ludica allo spessore narrativo. Il ritmo è incalzante in ogni istante e persino la longevità è inattaccabile: occorrono tra le sessanta e le settanta ore per raggiungere i titoli di coda, mentre il pieno completamento ne richiederà un centinaio.

Alcune semplificazioni potrebbero spingere alcuni giocatori ad alzare l’asticella della difficoltà.

Ci sono tuttavia dei difetti? A voler cercare il pelo nell’uovo, abbiamo qualche piccola puntualizzazione.

Metaphor: ReFantazio risulta, rispetto ai Persona ed ancor di più in confronto agli Shin Megami Tensei, un prodotto più accomodante, che introduce diverse semplificazioni. Da un lato, si tratta di scelte che permettono al titolo di risultare più accessibile ad un vasto pubblico. Dall’altro lato, i giocatori di vecchia data potrebbero trovare la difficoltà standard fin troppo permissiva. Niente di preoccupante, alla luce della possibilità di alzare il relativo parametro. Tuttavia, alcune pregevoli sfumature del sistema di combattimento e della gestione degli Archetipi possono essere apprezzate solo di fronte ad una difficoltà superiore.

Anche il comparto tecnico non fa gridare al miracolo. Sfortunatamente, sono evidenti i limiti di un motore grafico adottato con la generazione PlayStation 3 in mente (vi ricordiamo che Persona 5 nasce crossgen ed è stato rilasciato anche per questa console nel Dicembre del 2016). Sebbene lo splendore artistico riesca a sopperire a praticamente ogni sbavatura visiva, tuttavia le prestazioni a tratti lasciano a desiderare. Soprattutto in tema di qualità dell’immagine, nell’assenza dell’anti-aliasing nonché nella stabilità del framerate, con la versione PlayStation 5 che non riesce ad ancorarsi stabilmente a 60 fps.

I limiti del motore grafico si traducono inoltre nelle dimensioni piuttosto contenute di talune aree, con una cura complessiva inferiore rispetto alla media del resto del titolo. Non si tratta, tuttavia, di fattori che inficiano la giocabilità o la fruibilità di Metaphor: ReFantazio. Tuttavia auspichiamo che il team di sviluppo possa implementare nuove soluzioni tecniche per ovviare ai problemi nelle loro prossime produzioni.

La direzione artistica compensa un comparto tecnico un pò antiquato.

Commento finale

Senza mezzi termini, Metaphor: ReFantazio è un capolavoro. Studio Zero ha riversato nella sua prima avventura medievale ogni insegnamento maturato dai capitoli principali di Persona, realizzando un’esperienza al contempo fresca ma familiare. Alcune delle più famose caratteristiche della serie ATLUS si ritrovano anche qui, tuttavia inserite in un contesto ben diverso e con un inedito piglio capace di renderle attuali e magnetiche. Impossibile non celebrare l’audacia della direzione artistica, così come la ricchezza colonna sonora o il caleidoscopico e sfaccettato sistema di combattimento. Un titolo dalla assoluta eccellenza che colpisce ancor di più grazie ad una scrittura sorprendente, che non si pone limiti nel trattare argomenti delicati e di grande attualità. In una parola: imperdibile.

9.2

Metaphor: ReFantazio


Senza mezzi termini, Metaphor: ReFantazio è un capolavoro. Studio Zero ha riversato nella sua prima avventura medievale ogni insegnamento maturato dai capitoli principali di Persona, realizzando un'esperienza al contempo fresca ma familiare. Alcune delle più famose caratteristiche della serie ATLUS si ritrovano anche qui, tuttavia inserite in un contesto ben diverso e con un inedito piglio capace di renderle attuali e magnetiche. Impossibile non celebrare l'audacia della direzione artistica, così come la ricchezza colonna sonora o il caleidoscopico e sfaccettato sistema di combattimento. Un titolo dalla assoluta eccellenza che colpisce ancor di più grazie ad una scrittura sorprendente, che non si pone limiti nel trattare argomenti delicati e di grande attualità. In una parola: imperdibile.

PRO

Direzione artistica e colonna sonora lasciano esterrefatti | Formula ludica magnetica, praticamente perfetta | Narrativa di altissimo livello

CONTRO

Alcuni potrebbe obiettarne i tratti comuni con Persona | La natura cross gen si fa notare | Una maggiore varietà di nemici sarebbe stata gradita

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