Recensione Red Dead Redemption, un gradito (ma non necessario) ritorno nel far west

Red Dead Redemption di Rockstar Games è stato pubblicato nel lontano 2010 per PlayStation 3 e Xbox 360. Il gioco ha avuto un successo incredibile (qui la review di Roberto Serranò della versione Microsoft) con ben 23 milioni di copie vendute a livello globale e tutt’ora – anche a distanza di tredici anni – rappresenta una pietra miliare del settore videoludico grazie ad un’esperienza di gioco unica accompagnata da una fantastica narrativa e meccaniche di gameplay innovative. Ben oltre un decennio dopo, Rockstar ha deciso – dopo la GTA Trilogy – di riproporre anche RDR su PlayStation 4 (e PlayStation 5 attraverso la retrocompatibilità) e Nintendo Switch. Noi di 4news.it abbiamo avuto modo di testare (nuovamente) Red Dead Redemption su PS5 e sebbene l’esperienza offerta sia più che buona, non offre assolutamente nulla di nuovo ai giocatori, né in termini squisitamente contenutistici né tantomeno per quanto riguarda le performance complessive. Ma andiamo con ordine.


Versione testata: PlayStation 4 (attraverso retrocompatibilità PS5)


Storia in pillole

Per coloro che non hanno familiarità con la storia del gioco, Red Dead Redemption segue il viaggio di John Marston, un ex fuorilegge che un po’ per scelta un po’ forzatamente, si ritrova a dover collaborare con il governo in missioni che lo metteranno “contro” quelli che un tempo erano i suoi compagni, al solo scopo di proteggere la sua famiglia dalle conseguenze delle sue azioni passate. Spetta al giocatore dare la caccia ad ogni ex membro della banda in quelli che erano gli Stati Uniti del 1910. La narrativa (grazie all’ottima art direction) – è indubbiamente fra le migliori che si siano mai viste in un videogioco – caratterizzata da tanta azione, una incredibile emotività, grazie a personaggi complessi e ben caratterizzati (i doppiatori del gioco sono stati estremamente bravi nel dare vita ai personaggi e nel renderli incredibilmente unici), ciascuno spinto da precise motivazioni, paure, ambizioni, trascorsi di vita e tanto altro ancora. Ciò si percepisce soprattutto attraverso gli occhi e le azioni del protagonista, John, uno degli antieroi meglio realizzati e fra i più amati dei videogiochi, che riesce a trasmettere al giocatore la sua lotta interna tra le sue tendenze passate da fuorilegge (che ogni tanto ritornano prepotentemente) e il suo desiderio di una vita migliore per se stesso e la sua amata famiglia.

Gameplay

Dal punto di vista del gameplay, il sistema di combattimento di Red Dead Redemption – innovativo per l’epoca – c’è da dire che è invecchiato benissimo. Ogni scontro a fuoco è ancora piuttosto soddisfacente, richiedendo ai giocatori di gestire la copertura (fondamentale se si vuole portare a casa la pelle sana e salva), la precisione e le proprie munizioni (c’è da dire che non mancano nel mondo di gioco). La meccanica unica di mira chiamata Dead Eye, che rallenta il tempo e consente ai giocatori di evidenziare i bersagli per eseguire colpi precisi, è ancora oggi una meccanica incredibilmente brillante. Al di fuori del combattimento, il gioco offre una varietà di attività e missioni secondarie, tra cui la possibilità di giocare d’azzardo, allevare bestiame, dare la caccia ai ricercati e ancora: erbologia, cacce al tesoro, cacce agli animali e ai tanti segreti disseminati nel mondo open world di Rockstar Games. Ogni attività contribuisce alla sensazione generale di vivere in prima persona nel selvaggio West (elementi talmente funzionali che sono stati approfonditi e rivisitati nel secondo capitolo della serie, qui la nostra recensione di Red Dead Redemption 2). La perfetta integrazione di queste meccaniche con il gameplay di base arricchisce l’esperienza e aggiunge livelli di immersività incredibili ancora oggi.

In termini di grafica, Red Dead Redemption offre un mondo aperto impeccabile che regge – salvo alcuni elementi non invecchiati propriamente benissimo, come ad esempio, il fogliame e la vegetazione – ancora oggi. Il mondo di gioco offre paesaggi diversificati e a di poco unici da vedere, che vanno dagli aridi deserti alle catene montuose innevate. La vastità del mondo incoraggia l’esplorazione e i giocatori vengono spesso ricompensati con tesori nascosti, missioni secondarie e panorami che, sebbene non siano così mozzafiato come nel sequel, sono comunque ancora buoni e che valgono da soli il prezzo del biglietto. Tuttavia, vale la pena notare che la grafica complessiva, compreso il livello di dettaglio dei personaggi, mostra – nel complesso – comunque l’inesorabile trascorrere dell’età. Nonostante abbiamo testato il titolo su PS5 attraverso la retrocompatibilità, l’estetica – poiché non si tratta né di un remake né tantomeno di una rimasterizzazione – è praticamente rimasta invariata. Si ha soltanto un certo senso di maggiore pulizia e nitidezza rispetto alla versione originale PS3. 

Per quanto riguarda l’aspetto prestazionale, Red Dead Redemption su PS5 gira in maniera più che fluida, con caricamenti decisamente più rapidi rispetto a quanto ricordassimo. Non abbiamo riscontrato alcuna incertezza e i “soli” limitati 30 FPS, sono a dir poco granitici. Non abbiamo riscontrato alcun bug ma abbiamo notato alcuni problemi con le ombre. In particolare sugli edifici, le ombre sembrano apparire molto tardi, il che può risultare a dir poco fastidioso. Inoltre, l’illuminazione sugli elementi distanti, come ad esempio sulle montagne, è un po’ strana finché non ci si avvicina; evidentemente c’è qualche problema con la draw distance. 

Il testo e le icone del menu risultano un po’ difficili da leggere e seguire, complice la bassa risoluzione degli stessi. Non si poteva fare qualcosa a riguardo? A quanto pare, no!

Oltre a ciò, il gioco – considerando anche il prezzo a cui viene venduto, ossia ben 50 € – include tutti i DLC pubblicati in precedenza, fra cui l’incredibile DLC Undead Nightmare. Detto questo, il porting non offre nient’altro in più. Si tratta essenzialmente di un pacchetto che funziona bene (e ci mancherebbe pure) ma che offre la medesima esperienza delle versioni PS3 e Xbox 360. L’unica variante forse sensata è quella Switch, in quanto all’epoca RDR non era disponibile per Wii.

Commento finale

Nel complesso, dopo tredici anni, Red Dead Redemption è ancora un ottimo gioco che offre un’esperienza avvincente e coinvolgente in un fantastico mondo open world. Tuttavia, il porting su PS4 (che abbiamo testato su PS5 grazie alla retrocompatibilità) non aggiunge niente di nuovo all’iterazione originariamente pubblicata su PS3 e Xbox 360. Considerando anche il prezzo a cui viene proposto, sicuramente a chi ci ha giocato già in passato, non ci sentiamo di consigliare questa edizione, mentre per chi non ha mai giocato al capolavoro Rockstar, di aspettare un taglio di prezzo o di acquistare il porting – qualora la possediate – direttamente su Nintendo Switch, dato che almeno offre la feature aggiuntiva di poter giocare ovunque lo si voglia in modalità handheld.

7.5

Red Dead Redemption


Nel complesso, dopo tredici anni, Red Dead Redemption è ancora un ottimo gioco che offre un'esperienza avvincente e coinvolgente in un fantastico mondo open world. Tuttavia, il porting su PS4 (che abbiamo testato su PS5 grazie alla retrocompatibilità) non aggiunge niente di nuovo all'iterazione originariamente pubblicata su PS3 e Xbox 360. Considerando anche il prezzo a cui viene proposto, sicuramente a chi ci ha giocato già in passato, non ci sentiamo di consigliare questa edizione, mentre per chi non ha mai giocato al capolavoro Rockstar, di aspettare un taglio di prezzo o di acquistare il porting - qualora la possediate - direttamente su Nintendo Switch, dato che almeno offre la feature aggiuntiva di poter giocare ovunque lo si voglia in modalità handheld.

PRO

Narrativamente incredibile | Gameplay che si difende ancora piuttosto bene | Graficamente è invecchiato bene ...

CONTRO

... peccato che non ci siano miglioramento evidenti su PS4/PS5 | Stesso gioco di 13 anni fa | Ombre ed illuminazione rivedibili | Prezzo eccessivo | Testo e icone del menu un po' difficili da leggere |
Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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