Recensione Red Dead Redemption

Il Selvaggio West modellato dalle mani di Rockstar Games

Versione testata Xbox 360

Nel 1911 l’America era ancora un paese in via di civilizzazione. Molti stati erano solo enormi distese di terreno suddivise in contee, nelle quali prendevano vita villaggi dai nomi a volte bizzarri. I cittadini si stringevano in piccole comunità, affidando il loro destino nella mani dello sceriffo, unica figura di potere capace di imporre e far rispettare la legge, anche con la violenza se necessario. Oltre a persone ricche e possidenti, religiosi, maniscalchi, l’altra istituzione punto di riferimento per i cittadini, era il saloon nel quale ci si ritrovava per lasciarsi andare con un bicchiere di whisky, una partita a poker, o un caldo quarto d’ora in compagnia di donzelle di facili costumi.

Rockstar San Diego con Red Dead Redemption, si assume il compito di far riemergere dal dimenticatoio il mito del Selvaggio West, caro soprattutto a noi italiani per i vari “spaghetti western” – veri e propri film di culto che hanno visto tra i vari interpreti la “faccia di cuoio” di Clint Eastwood – riportando in vita ogni aspetto di quel periodo, senza tralasciare nulla.

Red Dead Redemption

Nato dal brand Red Dead Revolver, gioco uscito nel 2004 per Xbox e Playstation 2, il gioco prende forma su console next-gen Xbox 360 e PlayStation 3 in puro stile free-roaming, proprio come Grand Theft Auto IV di cui eredita le meccaniche di gioco e il motore grafico.

Il gioco si apre con una presentazione degna del miglior Sergio Leone: un traghetto si accosta alla riva del porto, si svuota dei suoi passeggeri, tra i quali si nota un fastidio dovuto alla vicinanza di gruppo di 3 persone. Queste sono John Marston, il protagonista, e due rappresentanti della legge. Dopo aver attraversato a piedi mezza cittadina, i tre giungono al treno dove il poco di buono è costretto a salire. Il treno comincia la sua corsa, sbuffando vapore, trasportando persone di ogni estrazione sociale; l’inquadratura si sofferma sui commenti rilasciati dai passeggeri senza remore o pudore facendoci comprendere un po’ il carattere delle persone del luogo, le loro vite, i loro piaceri e difetti mentre i titoli d’apertura scorrono su queste prime immagini. Il protagonista di questa intro cinematografica è stato allontanato dalla contea come persona non gradita. Giunto alla stazione di Armadillo, il primo incontro avviene nel Saloon, tra ubriachi di whisky, un pianista all’opera e una donzella che delizia il tempo di un vostro amico che vi attende e vi saluta.

Da qui inizia la storia: la vostra storia di uomo del Selvaggio West, che cavalca verso una nuova destinazione, in fuga da un passato di fuorilegge, tinto di rosso sangue, macchiato dal tradimento dei componenti della banda, in cerca di un destino misto tra vendetta e riscatto nella società, scandito dalla musica delle pistole e dal suono dei sonagli degli stivali, mentre sullo sfondo rosseggia un tramonto mozzafiato. 

In sella al proprio destino

Marchio di fabbrica delle produzioni Rockstar è il mettere il giocatore nei panni del cattivo ragazzo, del farabutto, del guastafeste, e in Red Dead Redemption del perfetto fuorilegge. John Marston è un uomo che ha capito che nella vita basta saper armeggiare pistole e vari revolver per poter ottenere ciò che vuole. E così, sfruttando le grandi distese delle terre tra il Messico e New Austin difficili da tenere sotto controllo, ha messo insieme un pugno di uomini e cominciato a fare bottino saccheggiando soprattutto banche, diligenze, e ricchi imprenditori. Questi ultimi sono i preferiti da John, sia perchè custodiscono un gran quantitativo di denaro da confiscare, sia per diminuire la loro presenza specie in quei territori dove i poveri ne soffrono maggiormente la presenza. Non paragonatelo a Robin Hood, per carità. Nulla a che vedere con l’eroe in calzamaglia delle foreste di Sherwood. John non esita un attimo a commettere omicidi di ogni tipo pur di raggiungere il suo scopo: arricchirsi.

Parlando di gameplay il grande pregio di Red Dead Redemption è offrire al giocatore la massima libertà di movimento e di azione, tutto questo pero’ non rallenta l’azione e l’avventura, anzi. Il west ricco di avventura rende il gioco frenetico e divertente.

Pad alla mano è facile per chi ha una certa dimestichezza con gli altri titoli Rockstar, muoversi ed interagire con lo scenario. L’uso dei comandi per muoversi e sparare è praticamente ripreso da GTAIV e adattato al contesto. Ad esempio premendo il tasto RT ci si può riparare dietro al primo spazio di copertura, oppure premendo A si può fare uno scatto o mettersi a correre. Le armi da utilizzare sono richiamabili facilmente facendo comparire un lista di quelle disponibili ed evidenziando quella opportuna. Oltre alla barra di vitalità (differente per il protagonista e il cavallo), è presente l’Occhio della Morte, una sorta di funzione attivabile solo nella campagna in singolo giocatore premendo R3, nella quale il tempo viene reso più lento in modo da poter mirare/marcare gli obiettivi a cui sparare alla fine del periodo a disposizione con RT, come in una vera e propria esecuzione in bullet-time. La configurazione dei comandi può essere parzialmente modificata per quanto riguarda la gestione della mira, automatica per i neofiti, intermedia con selezione dei nemici o manuale per i più pratici in questo tipo di giochi.

La storia del gioco è scandita come al solito da una serie di missioni indicate in un apposito indicatore sul basso dello schermo, il completamento delle quali contribuirà a far avanzare la trama, che scorre come in un film; merito anche delle animazioni dei personaggi assolutamente realistiche e dei dialoghi, doppiati rigorosamente in inglese e sottotitolati in italiano.

Ogni scelta compiuta nelle Missioni principali, così come in quelle secondarie, determina anche lo stato della propria reputazione (indicato in alto a destra dello schermo)facendolo variare da sconosciuto a ricercato. Ciò determina anche un diverso comportamento degli altri personaggi del gioco nei vostri confronti ad esempio sceriffi o altri banditi.

Se in GTA le sessioni in auto erano una costante, cosa pensate possa accadere in un free roaming ambientato nel deserto? Il vostro destriero sarà un amico indispensabile non soltanto per muovervi agilmente in lungo e in largo nelle enormi ambientazioni messe a disposizione, ma soprattutto per portare a termine missioni nelle quali le caratteristiche del vostro cavallo faranno pendere a vostro favore una situazione piuttosto che un altra.

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La mappa, contenuta in ogni confezione del gioco, si renderà utile soprattutto per attingere facilmente ad informazioni che sarebbero altrimenti reperite in modo più lento sul terreno di gioco. Una su tutte è la posizione di selvaggina, da orsi grizzly e cervi delle foreste ad avvoltoi del deserto. Cacciare questi animali non servirà solo a nutrirsi nutrirsi, ma anche per permutare ad esempio la pelle scuoiata o altri parti dell’animale con denaro da impegnare per l’acquisto di nuove armi, abiti, per bere del whisky al saloon, per saldare il conto di una donzella di facili costumi, o anche rifocillare il proprio cavallo o sostituirlo con un altro. Nelle fasi invece delle partite di gioco d’azzardo (poker, Texas hold’em, dadi) si potranno sbloccare contenuti più preziosi, tra cui pistole d’oro e così via, oppure extra che vengono forniti sotto forma di oggetti per il proprio Avatar, nel caso di Xbox 360, oppure per il vostro alter-ego in Playstation Home.

Il continuum narrativo non soffre mai cali di intensità, la sceneggiatura è scritta in maniera eccellente permettendovi di tirare sempre in ogni momento le fila del racconto, anche nel caso in cui decidiate di dedicarvi ad un tipo di gioco più dispersivo, seguendo le tante side quest. Il gioco, nella sua avventura principale vi terrà impegnati per circa 20 ore, mentre se vorrete gustarvi ogni sfumatura di questo fantastico titolo potreste impiegarne ben 40. Il comparto multiplayer completa come meglio non poteva la campagna in singolo giocatore, mettendovi a disposizione tutto l’open world del Selvaggio West in una modalità libera nella quale fino a 12 giocatori potranno fare quello che gli pare o mettersi in competizione in partite pubbliche tra gringo, messicani, indiani, per sfide di sterminio da soli o in squadre e in cattura il bottino (una sorta di cattura la bandiera).

Queste ultime due sfide iniziano con lo “Stallo alla messicana” tanto caro a Quentin Tarantino, dove i giocatori riuniti a cerchio devono sparare al tocco della campana. Chi resta in piedi vince la scelta del miglior posizionamento nei posti tattici come i campanili per i cecchini oppure dietro imponenti mitragliatrici. Disponibile anche, con il primo contenuto scaricabile gratuito, una modalità di gioco co-operativa.

Questo pacchetto comprende tre missioni. La prima riguarda la caccia all’oro, nella quale, come in una sorta di cattura la bandiera bisognerà impossessarsi delle pietre preziose e portarle nel rifugio. Nella seconda dovrete sopravvivere più a lungo possibile sulle rive di un fiume. Nella terza e ultima dovrete mettere sotto assedio la dimora messicana nella città di Tesoro Azul, e prenderne il possesso, facendo attenzione a torrette allestite con cannoni, cecchini, e carri imbottiti di messicani.   

L’atmosfera e l’odore del cuoio

Il motore grafico che muove tutto il gioco è il R.A.G.E., lo stesso utilizzato in Grand Theft Auto IV, rinnovato solo parzialmente per essere adattato ai paesaggi maestosi del West rispetto ai grattacieli di Liberty City, e raffinato per quanto riguarda le espressioni facciali distinguibili ora anche da lontano. L’atmosfera che si respira muovendosi per l’ambientazione dei primi anni del ‘900, viene resa ancor più viva e reale dalla cura dei dettagli riposta dal team di sviluppatori, persino nel comportamento del cavallo. Se per le animazioni del protagonista principale era lecito aspettarsi una particolare attenzione, lascia a bocca aperta invece sapere che la stessa attenzione è stata dedicata a quelle degli altri protagonisti: vedere galoppare un cavallo mentre infonde forza ai muscoli, striati dalla polvere che si solleva al calpestio dei suoi zoccoli ferrati, oppure osservarlo mentre vi disarciona per il fastidio generato dall’aver premuto troppe volte il tasto A (simulando una frustata o scalciata per aumentare il galoppo) genera una sensazione di assoluta meraviglia.

La varietà dei luoghi da scoprire è incredibile, grotte, covi, fiumi, laghi, vallate, ed è resa ancora più affascinante dalla presenza di un ciclo giorno/notte e dalla variazione climatica e delle stagioni. Bellissimo sarà soffermarsi ad osservare il sole mentre scompare all’orizzonte, ripararsi sotto alcuni alberi mentre imperversa una pioggia torrenziale, calpestare le colline innevate per l’arrivo dell’inverno, contemplare un cielo stellato o una luna piena che illumina da sola un grande paesaggio.

Certo non mancano alcune sbavature che non fanno raggiungere la perfezione, con oggetti poco definiti rispetto ad altri, oppure un framerate non sempre stabile sui 30fps. Ma nel complesso ci possiamo permettere di dire che il tutto si muove su schermo con un fascino incredibile. Il comparto sonoro è pieno di elementi che arricchiscono l’esperienza di gioco simulando la vegetazione e la fauna attorno al giocatore, ogni arma è fedelmente riprodotta con toni più forti o cupi a seconda della situazione in cui ci si trova, il doppiaggio perfettamente sincronizzato. Forse la colonna sonora poteva ricevere maggiore attenzione, essere più varia come ci avevano abituato le precedenti produzioni Rockstar Games mentre in questo Red Dead Redemption appaiono troppo poche le tracce che accompagnano le fasi di gioco, esaltandole solo la prima volta che si ascoltano.

Commento finale

Succede poche volte che un titolo riesca ad essere tanto ben realizzato in ogni sua parte. Red Dead Redemption è il gioco che meglio rappresenta al momento il genere free-roaming supportato da un gameplay veloce e intuitivo, divertente, pratico, dannatamente coinvolgente. La campagna in singolo giocatore, pur impegnando non poco tempo per essere completata, è narrata come in una produzione da Oscar, strizzando l’occhio alle migliori pellicole dei western hollywoodiano e nostrani. La perfetta ricostruzione della vita dei cowboy è resa incredibile, unica ed appassionante dalla modellazione ed animazione dei personaggi e curata nel doppiaggio. Il divertimento diventa immenso, quasi infinito con le modalità multiplayer dove, a partire dalla personalizzazione del personaggio fino alle varie modalità di sfida, rapiscono completamente il giocatore catturandolo nel suo Selvaggio West. Una volta iniziato il viaggio, non si torna indietro. Rockstar Games ha sfornato il suo nuovo capolavoro. Vi lasciamo con un avvertimento: può creare dipendenza. 

Il gioco è disponibile dal 21 Maggio 2010 per console Xbox 360 e Playstation 3.

Il numero di Trofei e Obiettivi messi a disposizione sono 49 consultabili a questo indirizzo. La versione Playstation 3 (US e UK) contiene contenuti esclusivi.

 

9.7

Rockstar Games ha sfornato il suo nuovo capolavoro


Il Selvaggio West modellato dalle mani di Rockstar Games

PRO

Gameplay veloce e intuitivo, divertente, pratico, dannatamente coinvolgente, tante missioni secondarie, può creare dipendenza

CONTRO

Il frame rate non è sempre stabilissimo

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