Recensione RoboCop: Rogue City – Unfinished Business, la OmniTower ha il cancro, il cancro è il crimine!

Robocop: Rogue City è stato senza dubbio uno dei giochi che abbiamo maggiormente apprezzato nel 2023. Nella nostra recensione lo abbiamo definito un fedele omaggio e una giusta prosecuzione alle peripezie del cyborg tutore della legge che riesce a catturare egregiamente i principali elementi che contraddistinguono il franchise avviato nel 1987 da Paul Verhoeven, ovvero violenza sopra le righe, note satiriche taglienti e feroce cinismo non disdegnando all’occorrenza anche alcuni richiami cinematografici che i fan coglieranno e apprezzeranno. Insomma, RoboCop: Rogue City ha superato le più ottimistiche aspettative riuscendo a essere un recente e convincente adattamento videoludico che ben si inserisce nella timeline cinematografica di uno dei franchise seminali della fantascienza.

Il buon successo ottenuto dal capitolo – seppur non privo di evidenti difetti – (la valutazione complessiva su OpenCritic è pari a 73 mentre su Metacritic a 72) ha permesso di realizzare RoboCop: Rogue City – Unfinished Business. Si tratta di una espansione standalone (e non di un sequel) del titolo RoboCop: Rogue City di due anni fa disponibile al prezzo di 29,99€. Sviluppata sempre da Teyon (autore anche di Terminator: Resistance e Rambo: The Video Game) e pubblicata da NACON è attualmente disponibile per PS5, Xbox Series X/S e PC. Pur essendo autoconclusiva, è consigliabile aver giocato al titolo base per avere una maggiore freschezza e consapevolezza narrativa, anche se non è un requisito obbligatorio. E sebbene Unfinished Business rappresenti una risposta diretta alle critiche ricevute dall’originale, essendo un’avventura molto più mirata e dal ritmo decisamente migliore, soffre di tutti gli stessi problemi tecnici del gioco originale, e – in qualche modo – è riuscita ad aggiungerne anche di nuovi. Ma andiamo per gradi!


Versione testata: PlayStation 5


La OmniTower… da gioiello a rappresentazione di degrado!

La storia prende piede subito dopo gli eventi di Rogue City, con RoboCop che si ritrova ad affrontare un nuovo cattivo di nome Cassius Graves. Come leader di un gruppo di mercenari, ha assunto il controllo della vertiginosa OmniTower (un complesso residenziale incompiuto trasformato in una roccaforte controllata da mercenari hi-tech altamente addestrati), una rappresentazione perfetta di tutto ciò che non va nella Detroit di RoboCop degli anni ’80, un luogo che sembra vivere di vita propria, lontano dalla giurisdizione di qualsiasi forma di legge e di controllo. Una legge gravemente indebolita, dopo un vile attacco (da lasciare senza fiato) che ha devastato il Dipartimento di Polizia della Vecchia Detroit e portato alla morte di più di qualche onesto Poliziotto. Naturalmente, la parte “umana” di Robo viene profondamente colpita dall’evento (e dal furto dell’equipaggiamento di interfaccia OCP) e lo porta a cercare vendetta e a riportare l’ordine nella squallida torre imbrattata di graffiti della OCP … ma non sarà affatto semplice, pare che i mercenari di Graves siano ben preparati e abbiano numerosi assi nella manica che renderanno dura la vita del nostro cyborg poliziotto.

La storia principale in sé è un brillante esempio di vendetta che porta anche ad approfondire un misterioso legame tra Murphy e il leader dei mercenari. Piccole novità e approfondimenti narrativi (nulla di eclatante sia chiaro) emergono dai flashback nei panni di Alex Murphy (l’uomo prima della macchina), un momento emotivamente carico che aggiunge profondità al personaggio. Svelando al contempo maggiori dettagli sulle motivazioni di Graves e rafforzando i legami con RoboCop RoboCop 2. Ci sono persino alcuni cenni a RoboCop 3, il che dovrebbe deliziare i fan, ammesso che qualcuno sia fan del terzo (dimenticabile) capitolo. L’espansione include anche segmenti interpretati da Miranda Hale, ex-scienziata OCP che si allea col protagonista per riparare ai suoi errori. Inoltre, Peter Weller torna a prestare la propria voce all’Agente Murphy, ridando quell’apprezzatissima fedeltà nostalgica al personaggio originale.

Gameplay derivativo ma con qualche piccola differenza

Sul fronte dell’azione, l’espansione introduce alcune varianti: il Cryo Cannon, che congela i nemici rendendoli vulnerabili, e il minigun, accompagnato da semplici pistole, fucili d’assalto, una mitragliatrice Gatling e persino alcune armi ad alta tecnologia legate alla storia, che offrono qualche alternativa decisamente di spessore all’iconica – quanto devastante – Auto-9. Nuovi nemici includono droni volanti, cyborg armati di katana (che sembrano più macchine che uomini), soldati equipaggiati di jet pack e unità blindate dotate di scudi antisommossa. Sono anche presenti sequenze giocabili in cui si controlla l’ED‑209. Un gigantesco robot bipede armato fino ai denti che permette di calpestare e fare a pezzi i nemici usando le enormi mitragliatrici e il lanciamissili del temibile nemico meccanico (fortemente voluto da Dick Jones – vicepresidente della OCP) di RoboCop. Una sezione di puro divertimento distruttivo e sfrenato che – purtroppo – non dura abbastanza a lungo. Il gameplay conserva molte delle abilità classiche di RoboCop: rallentamento del tempo, presa/lancio dei nemici, accecamento temporaneo, potenziamenti tramite upgrade/schede stampate e distruttibilità ambientale elevata. A queste, si aggiungono inedite mosse finali/uccisioni corpo a corpo caratterizzate da nuovi e mirabolanti filmati.

Andando ancora di più nel dettaglio: Il gameplay di RoboCop: Rogue City è fortemente radicato sul concetto di “potenza lenta”. Interpretare RoboCop significa muoversi con passo pesante, affrontare scontri a fuoco con sangue freddo e dominare i nemici grazie a resistenza e precisione, più che velocità o acrobazie. L’espansione Unfinished Business mantiene lo stesso impianto, ma prova ad aggiungere una lieve spinta verso un’azione più reattiva, soprattutto grazie alla varietà di nemici e armi. Il sistema di crescita del personaggio non subisce modifiche sostanziali. Le stesse sei categorie di abilità sono presenti in entrambi i titoli: da quelle legate alla resistenza fisica a quelle dedicate all’hacking o al dialogo. Ogni 1000 punti è possibile ottenere un punto potenziamento, che può essere utilizzato in una serie di gruppi di statistiche. Anche le schede stampate, piccoli enigmi elettronici per ottenere bonus passivi, tornano quasi inalterate. Da questo punto di vista, Unfinished Business non introduce una vera evoluzione del gameplay, ma si limita a riproporre la formula esistente con nuovi contesti.

Nel gioco base, la varietà delle missioni alternava sparatorie, sezioni investigative e dialoghi a scelta multipla, con alcune indagini che richiedevano tempo e intuizione. L’espansione, invece, opta per un’impostazione più lineare e d’azione. Le fasi investigative sono ridotte e i dialoghi meno articolati. Le prime ore risultano lente e per lo più guidate, ma la parte centrale della campagna offre scontri più intensi e ben progettati. Tuttavia, la mancanza di missioni secondarie vere e proprie (quelle presenti – ripropongono l’ironia vistasi nel gioco principale – offrendo ogni tanto una pausa dall’estrema violenza ma sono prive di un contenuto significativo) limita un po’ la profondità dell’esperienza. Trattandosi di un titolo incentrato su un’area specifica, la struttura delle missioni è diversa. Si continua ad avanzare, senza mai tornare al distretto di Polizia o esplorare la città per trovare la successiva. La maggior parte del tempo, si cerca di trovare un modo per raggiungere la cima della torre, aiutando il maggior numero possibile di civili e nel mentre, si spara, ci si muove dentro e fuori dai ripari, si sfondano porte e muri.

Grafica e tecnica

Dal punto di vista tecnico, entrambi i giochi condividono lo stesso motore grafico e lo stesso livello di distruttibilità ambientale, uno degli aspetti più soddisfacenti di Rogue City. Anche in Unfinished Business si possono frantumare vetri, sfondare pareti leggere o causare esplosioni spettacolari (sparando a un barile rosso è possibile far saltare la testa e gli arti del malcapitato, guardando i suoi pezzi volare in lontananza), tutti elementi che rendono gli scontri a fuoco più corposi e d’impatto. La IA nemica nel DLC sembra leggermente migliorata: i nuovi nemici si muovono in modo più strategico, sfruttano la verticalità dell’ambiente e costringono il giocatore a variare approccio. Tuttavia, come nel titolo principale, ci sono momenti in cui l’intelligenza artificiale si dimostra ancora prevedibile o limitata. Essendo ambientato all’interno di un grande e fatiscente palazzone grigio, gli ambienti di Unfinished Business potrebbero sembrare un po’ tutti uguali, ma c’è un buonissimo mix di corridoi e aree aperte da esplorare e attraversare che si differenziano piano dopo piano. Abbiamo apprezzato la scelta di un’area più “ristretta” in quanto la natura concentrata dell’ambientazione aiuta a evitare i meandri un po’ frustranti del primo gioco che ci portavano a vagare senza capire l’obiettivo da seguire e completare.

Una piccola lamentela riguarda un paio di bug in cui siamo incappati. Uno dei più fastidiosi (se così possiamo definirlo) capitatoci in varie occasioni, è che nel corso dei dialoghi, era possibile visualizzare le scelte ma la scena sembrava quasi freezata e glitchata come se il gioco avesse deciso di non voler renderizzare alcuna immagine. Glitch che si sono palesati anche in alcune uccisioni, nello specifico, in quelle ravvicinate in cui si avvia un breve filmato di abbattimento/uccisione. Da segnalare anche qualche problema di stuttering e qualche incertezza nell’illuminazione e nella nitidezza (con aree decisamente troppo scure su PlayStation 5). L’audio – invece – non presenta grossi problemi, con un ottimo mix fra colonna sonora del vecchio film e qualche nuovo ritmo martellante che dà energia alla trama.

Commento finale

Per chi si è avvicinato al mondo di RoboCop con Rogue City e cerca un’esperienza più rapida e concentrata (circa 7/8 ore), Unfinished Business può rappresentare un ritorno soddisfacente al mito del poliziotto cibernetico. Tuttavia, per i giocatori che desideravano un miglioramento significativo del gameplay o una trama più profonda, il DLC potrebbe apparire limitato e troppo conservativo. In definitiva, RoboCop: Rogue City – Unfinished Business è l’ennesima lettera d’amore verso il franchise, ricca di momenti forti e nostalgici. Ma, pur offrendo alcune novità interessanti, manca di quella innovazione che molti si attendevano. Un contenuto godibile, ma che forse non riesce a “terminare” davvero ciò che aveva iniziato il capitolo originale del 2023.

7.5

RoboCop: Rogue City – Unfinished Business


Per chi si è avvicinato al mondo di RoboCop con Rogue City e cerca un’esperienza più rapida e concentrata (circa 7/8 ore), Unfinished Business può rappresentare un ritorno soddisfacente al mito del poliziotto cibernetico. Tuttavia, per i giocatori che desideravano un miglioramento significativo del gameplay o una trama più profonda, il DLC potrebbe apparire limitato e troppo conservativo. In definitiva, RoboCop: Rogue City – Unfinished Business è l'ennesima lettera d’amore verso il franchise, ricca di momenti forti e nostalgici. Ma, pur offrendo alcune novità interessanti, manca di quella innovazione che molti si attendevano. Un contenuto godibile, ma che forse non riesce a “terminare” davvero ciò che aveva iniziato il capitolo originale del 2023.

PRO

Combattimento violento, viscerale e gratificante grazie a nuove armi e spettacolari mosse finali | Flashback narrativi che arricchiscono la psicologia del protagonista e introducono sotto-trame interessanti | Tanto divertimento con l'ED‑209 ...

CONTRO

...ma che dura troppo poco | L’espansione fatica a distinguersi dal gioco originale: la struttura delle missioni, il sistema di upgrade e il ritmo iniziale risultano troppo simili | Chi ha già giocato Rogue City potrebbe rimanere deluso dall’assenza di un’evoluzione concreta del gameplay o della narrativa | Le prime ore di gioco sono lente e segnate da missioni ripetitive prima di arrivare a quelle più stimolanti | Quest secondarie non memorabili | Un bel po' di bug e glitch (alcuni esilaranti)

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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