Dopo un’estenuante attesa durata due anni, Skunkape Games ha finalmente completato i lavori di rimasterizzazione su Sam & Max: The Devil’s Playhouse. Era nel Settembre del 2022 che mettevamo le nostre mani di vecchi appassionati di avventure punta e clicca sul rifacimento della serie Telltale Games dedicato all’iconica coppia di polizotti freelance creati da Steve Purcell. Un’esperienza amarcord dolcissima e caustica, come le leggendarie avventure di uno sboccato coniglio e di un irriverente cane investigatore, graziata da un lavoro certosino svolto dal team di sviluppo.
Skunkape Games, nata proprio dalle ceneri della compianta Telltale, aveva rimesso mano alla trilogia di Sam & Max uscita per PC e PS3 circa 15 anni fa, per svecchiarla e modernizzarla con un progetto di rimasterizzazione fedele. Nella nostra recensione di Save the World e nella recensione di Beyond Time and Space, rilasciati contemporaneamente il 29 Settembre 2022, vi abbiamo parlato di titoli ricchi di “divertimento, enigmi interessanti e personaggi memorabili, graziati da una scrittura ancora oggi estremamente valida ed inquietantemente attuale“.
Con l’arrivo di The Devil’s Playhouse Remastered, l’opera è finamente completa… ma l’attesa sarà stata ripagata? Scopriamolo insieme. Il titolo è disponibile da oggi 14 Agosto per PC (via Steam), Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch.
Versione testata: Xbox One
Nella mente del coniglio
The Devil’s Playhouse è probabilmente il capitolo più svitato della saga dedicata a Sam & Max.
Poco dopo gli eventi di Beyond Time and Space, un gorilla alieno invade la Terra alla ricerca di misteriosi giocattoli da bambino. Entrando accidentalmente a contatto con uno di questi oggetti, Max sblocca un imprevedibile bagaglio di poteri psichici comprendenti la visione del futuro, la lettura della mente e molto altro. Avendo così attirato l’attenzione di formidabili cattivi intergalattici su New York e su tutto il pianeta, Sam & Max dovranno fare quanto in loro potere per salvare il mondo facendo i conti con l’avversario più temibile di sempre: la mente senza freni del delirante coniglio.
Il folle preambolo narrativo di The Devil’s Playhouse fornisce il pretesto per affrontare le cinque parti di cui è composto il titolo, in osservanza dell’originaria release episodica del progetto. Una filosofia che ha permesso agli sviluppatori dell’epoca di sbizzarrirsi con il setting ed il mood, spaziando dallo sci-fi al mystery, passando per l’horror. Esattamente come i capitoli precedenti, anche stavolta potete stare tranquilli di fronte ad una scrittura eccellente, sarcastica e sardonica, con personaggi scritti impeccabilmente (doppiaggio inglese favoloso), che corona degnamente una trilogia dissacrante ed imperdibile. L’assurdità della situazioni è spinta alle sue estreme conseguenze, così come i costanti riferimenti canzonatori al mondo contemporaneo di quasi due decadi fa.
Forse proprio quest’ultimo punto potrebbe arrivare leggermente fuori tempo massimo per parte del pubblico. La scrittura non fa sconti ed ha una comicità così sboccata da poter non essere pienamente apprezzata (o almeno contestualizzata) da tutti nel 2024. Personalmente, abbiamo adorato la perfetta aderenza al titolo originario, graziata da un lavoro di rimasterizzazione anche stavolta perfetto. Tutto, a partire dalle luci passando per il lip-sync, passando per le texture ad alta definizione e le nuove registrazioni delle musiche, permette a The Devil’s Playhouse di risultare aggiormato ai moderni standard rispetto all’originale del 2010. Quando uno sviluppatore ci tiene a rispettare ed onorare l’opera di riferimento, si vede.
Pensiero (psichico) laterale
In piena coerenza con la serie e con il genere di appartenza, anche The Devil’s Playhouse richiede al giocatore di fare sfoggio della più estrosa fantasia del pensiero laterale per affrontare le situazioni presenti. Oltre a dover dunque ragionare fuori dagli schemi per mettere in collegamento oggetti e situazioni grazie al ragionamento non lineare, il terzo capitolo della serie mette i giocatori di fronte ad una novità: i poteri psichici di Max.
Il temibile coniglio infatti non solo è per la prima volta direttamente controllabile dal giocatore, ma permette di accedere a poteri soprannaturali in grado di aprire le porte a vere e proprie sezioni ad enigimi. Se Save the World ci aveva messo di fronte ad una classica avventura punta e clicca e se Beyond Time and Space aveva introdotto il concetto del viaggio nel tempo, The Devil’s Playhouse si diverte a giocare con gli eccessi del mondo paranormale.
In questo senso, la terza stagione è dunque piuttosto differente nell’approccio generale rispetto alle prime due. Max ottiene finalmente più rilevanza rispetto al passato, al punto da accrescere il suo ruolo (quasi da deux ex machina) di episodio in episodio. Forse anche eccessivamente, spostando l’ago della bilancia ludica dalla classica gestione dell’inventario sconfinato di Max all’abuso dei poteri psichici del coniglio. Ma è una piacevole boccata d’aria fresca, dopo la sostanziale ciclicità statica delle stagioni precedenti. Anche gli episodi stessi di The Devil’s Playhouse aiutano a migliorare la varietà delle situazioni, con alcune piacevoli introduzioni e meccaniche inserite in ossequio al tono esplorato.
Siamo nell’endgame adesso
La trilogia Telltale trova in The Devil’s Playhouse una degna conclusione delle vicende dell’imprevedibile duo, sperando in un completo revival dell’IP laddove l’operazione di rimasterizzazione dovesse incontrare il giusto successo commerciale. Un trionfo che ci auguriamo fortemente, ma del quale comprendiamo i grossi “SE”.
Anzitutto, comprendiamo molto bene la difficoltà penetrativa nel mercato odierno delle avventure punta e clicca. A maggior ragione quando, sebbene sia perfettamente godibile in indipendenza, anche The Devil’s Playhouse “soffre” di molti rimandi ai precedenti capitoli. Piuttosto complesso consigliare ad un novizio di partire dal capitolo migliore del lotto quando, neanche troppo ironicamente, è anche quello che contiene più rimandi a personaggi e lore. Se per certi titoli si può soprassedere, su quelli prettamente narrativi le cose si complicano.
Sebbene poi i lavori di rimasterizzazione siano pressocché impeccabili e riescano a dare nuova vita ai titoli del 2009/2010, oggettivamente invecchiati male, ci sono cose sulle quali poco si può fare.
Si tratta del caso del sistema di controllo, ottimizzato il più possibile su console, ma che alcuni potrebbero trovare fin troppo farraginoso. O ancora della scrittura delle gag. Come vi abbiamo già accennato in questa recensione (e nelle altre), la trilogia Telltale è figlia del suo tempo e anche l’umorismo sboccato è sua diretta espressione. Il risultato è che consigliare The Devil’s Playhouse senza la giusta forma mentis potrebbe paradossalmente allontanare una parte del pubblico, non abbastanza edotto delle particolarità della serie.
Il nostro consiglio è molto semplice: recuperate tutta la serie e fate questa immersione in un vero e proprio classico delle avventure punta e clicca. Accettandone le caratteristiche peculiari e gli spigoli, come i film con qualche anno sulle spalle: l’esperienza saprà ricompensarvi.
Commento finale
The Devil’s Playhouse Remastered segna il punto conclusivo dell’eccellente lavoro svolto da Skunkape Games sui titoli di Sam & Max dell’era Telltale. Oggi come allora, il duo di sgangherati poliziotti freelance vive la sua avventura più paranormale e bizzarra, ma anche la più sperimentale lato gameplay, pur preservando ogni caratteristica amata dai fan della serie e del genere. Un titolo fantastico che tuttavia è più apprezzabile solo rispettandone il peculiare sferzante umorismo e solo se vissuto dopo aver affrontato le vicende di Save the World e Beyond Time and Space.