Attraverso South of Midnight, il team di sviluppo Compulsion Games ci ha accompagnato per mano in un viaggio che non ci aspettavamo. Un’avventura, quella della software house distintasi per il peculiare We Happy Few, ambientata nel Profondo Sud degli Stati Uniti tra il folklore delle sue leggende e la ricca complessità del proprio passato. Un contesto storico e sociale che noi italiani, dalla prospettiva del Vecchio Continente, conosciamo colpevolmente solo per grandi linee.
In questa prospettiva, la nuova produzione Xbox Game Studios non cela alcune ambizioni. Lungi dal voler mettere sul piatto valori produttivi da tripla A, gli sviluppatori canadesi (al loro primo titolo dopo l’acquisizione Microsoft) hanno deciso di ricorrere ad una struttura ludica classica per raccontare una storia sfaccettata con tematiche profonde ed un comparto artistico distintivo. Un obiettivo che possiamo considerare raggiunto, pur con qualche riserva.
South of Midnight sarà disponibile dall’8 Aprile per PC ed Xbox Series. Il titolo sarà altresì presente al D1 nel catalogo di Xbox Game Pass Premium.
Versione testata: Xbox Series X
Passo uno
Gran parte della forza di South of Midnight passa per tutte le scelte, intraprese dal team di sviluppo, sul versante artistico e narrativo.
La giovane Hazel Flood vive nei sobborghi della città di Prospero, nel Profondo Sud degli Stati Uniti, assieme a sua madre. Una donna forte, che ha dovuto fare i conti con la vedovanza e con le sfide di crescere una bambina da sola, gestendo al contempo il difficile compito di essere un’assistente sociale alle prese con le tristi storie di tante altre famiglie. Hazel è una giovane forte ed indipendente, amante dell’atletica, ma come tutti gli adolescenti vive una fase conflittuale del proprio rapporto con la figura genitoriale.
Tuttavia, una fatalità sconvolge la vita di tutta Prospero: un urugano si abbatte su queste terre, portando ingenti danni. La stessa abitazione di Hazel viene colpita dal disastro, finendo in balia della piena di un fiume assieme alla madre della ragazza. Sradicata e trascinata via da onde tempestose, Hazel cercherà in tutti i modi di raggiungere la casa e tentare di salvare sua madre… ma ancora una volta accadrà l’impossibile. Hazel entrerà infatti in contatto con il mondo magico, ottenenedo i poteri della Tessitrice, incantatrici in grado di riparare i legami e gli spiriti spezzati. Sarà costretta ad affrontare un viaggio pericoloso tra la mitologia della sua terra.

Descritta apertamente come una favola moderna a tinte oscure, South of Midnight rappresenta con orgoglio il folklore del Profondo Sud raccontandone aneddoti culturali e figure mitologiche. Lo fa intrecciando la fantasia con dolorosi affreschi di un passato complesso, che ha accomunato queste terre nel corso della propria storia. La leggenda si mescola così al verosimile, gettando una luce su tematiche profonde come l’innocenza rubata, l’elaborazione del lutto, il conflitto di classe e la discriminazione razziale. In questa prospettiva, il viaggio di Hazel diventa un vero e proprio racconto di formazione con molteplici chiavi di lettura.
Compulsion Games realizza dunque un prodotto non adatto alla sensibilità dei più piccoli (alcune tematiche potrebbero risultare particolarmente inadatte), tuttavia nel farlo ha deciso di non calcare la mano fino in fondo. Sebbene gli spunti presenti accompagneranno le vostre riflessioni anche una volta riposto il controller, ci è dispiaciuto constatare che la sceneggiatura non abbia deciso di approfondire il tutto. E così, molti argomenti vengono solo accennato, altri meramente suggeriti, mentre la trama principale sembra procedere a volte per deus ex machina senza troppa coesione (soprattutto nelle fasi iniziali, ma anche il finale anticlimatico ne è una dimostrazione). Un peccato, visto che il potenziale era decisamente più elevato.
Diversamente, a livello artistico South of Midnight è semplicemente spettacolare. L’Unreal Engine 5 viene sfruttato per realizzare un mondo in grado di rievocare suggestioni del realismo magico. Il merito è anche di una peculiare scelta stilistica: lo stop-motion. Impiegata come tecnica di animazione che punta a realizzare un video unendo una serie di scatti fotografici di oggetti inanimati, Compulsion Games ha replicato il medesimo effetto nelle animazioni di ogni personaggio. L’effetto finale, unito all’utilizzo di texture ad effetto argilla/plastilina, ha saputo conquistarci e rendere al contempo ancor più suggestiva l’esperienza. C’è da dire che il filtro impiegato (che cela a tratti maliziosamente alcune défaillance nelle prestazioni del framerate) può anche essere disattivato, per coloro che non lo gradiscono.

Viaggio tra i dolori del Sud
Sul versante strettamente ludico, South of Midnight ricalca la struttura cara agli action adventure di qualche generazione fa. Niente open world o macroaree sandbox, bensì un unico percorso lineare che accompagnerà l’odissera di Hazel.
Compulsion Games ci porta così attraverso livelli di varia lunghezza, con un alternarsi tra sezioni plaftorm, piccoli enigmi ambientali ed una leggera dose di esplorazione. Abbiamo trovato confortante poter seguire questo viaggio nel folklore del Profondo Sud senza le ansie o le distrazioni di una mappa colma di indicatori o incarichi secondari. La volontà di ripercorrere la tradizione del genere così com’era declinato anni fa, ci è sembrata decisamente vincente e ben adatta all’infrastruttura ludica.
Hazel può arrampicarsi, sfruttare salti (e doppi salti), planare dalle alture, correre lungo le pareti ed usare la propria magia per agganciarsi ad appigli lontani per raggiungere aree inaccessibili. Tra una piattaforma e l’altra, alcuni rompicapo porteranno i giocatori a risolvere compliti semplici legati allo spostamento di oggetti per poter proseguire. C’è spazio anche per alcuni momenti con un’esplorazione più libera. Aree vagamente più aperte invitano a raccogliere approfondimenti di lore e consumabili indispensabili per l’upgrade delle abilità di Hazel.
Un peccato che gli sviluppatori non siano tuttavia riusciti a riversare, nel level design, la stessa ispirazione riservata al lato artistico della produzione. L’incedere in South of Midnight è infatti sempre piuttosto blando, senza grossi punti esclamativi o particolari segmenti memorabili per idee di gameplay. Anche quando il titolo mette sul piatto sezioni avvincenti e dinamiche più interattive, la sensazione è che Compulsion Games non abbia mai dato libero sfogo alla creatività. Il risultato, seppur sempre piacevole, non riesce a rivaleggiare con i migliori esponenti del genere.

Il ritmo accomodante del titolo viene poi spezzato e vivacizzato dai combattimenti, relegati ad aree specifiche. Si tratta delle classiche arene viste in tanti altri adventure ed action, che necessiteranno di essere completate per proseguire. Un pò a sorpresa, l’esperienza si è rivelata più impegnativa di quanto lecitamente ci aspettavamo. Gli avversari sono infatti piuttosto coriacei e, soprattutto, sono capaci di infliggere parecchi danni. Dopo alcuni game over che ci hanno colto alla sprovvista nelle fasi iniziali, abbiamo compreso di doverci impegnare con discreta soddisfazione. Oltre agli attacchi corpo a corpo, dovremo utilizzare i poteri da Tessitrice per infliggere status favorevoli, spostarci più rapidamente sul terreno di battaglia, respingere i proiettili avversari, sfruttare la telecinesi o addirittura portare temporaneamente alcuni nemici dalla nostra parte.
Un combat system divertente dunque, anche se persino questo versante ci ha lasciato un po’ perplessi. Così come la parte esplorativa ci ha dato la sensazione di avere il “freno a mano tirato”, allo stesso modo la componente più action ci è sembrata sfilacciata. Manca infatti un po’ di fluidità, la telecamera a tratti può risultare nervosa e il lock-on richiede del tempo per poter essere pienamente assimilato nelle sue dinamiche. I combattimenti stessi tendono a diventare alla lunga ripetitivi per la carenza di alternative offensive da parte di Hazel. Si poteva fare qualcosina in più.

L’ultimo miglio
Arrivati a questo punto, vi sarete fatti un’idea su South of Midnight. Un titolo capace di far vibrare corde delicatissime e profonde, ma anche di lasciare interdetti.
Artisticamente, il lavoro di Compulsion Games è davvero encomiabile. Una menzione speciale la dedichiamo a tutto il comparto audio della produzione. Dalle campionature ambientali al doppiaggio (in lingua inglese, che sposa dialetti e cadenze geografiche), abbiamo potuto apprezzare la cura riposta dal team. La colonna sonora poi è un autentico gioiello. Ci riferiamo soprattutto alle canzoni, realizzate dal compositore francese Olivier Deriviere ed interpretate da una selezione di artisti talentuosi. Si tratta di musiche che intervengono in parti specifiche della storia diventando parti integranti delle vicende di Hazel. Esse finiscono così per raccontare, secondo le sonorità della tradizione del Profondo Sud, difficoltà e sofferenze con un grande impatto emotivo. Noi vi lasciamo un link su Spotify ma credeteci: giocate South of Midnight e vivetene l’esperienza diretta.

Quello che tuttavia resta in bocca, anche dopo la decina di ore necessarie per raggiungere i titoli di coda, è che South of Midnight si sia fermato a pochi passi da una reale grandezza. La storia tocca le giuste corde, ma non concretizza alcune delle tematiche più potenti. Il platforming ha tutte le carte in regola, ma si perde in sezioni fin troppo lineari. L’esplorazione non è sovrabbondante ed ha una funzione ludico-narrativa, ma la scarsa interattività la rende a tratti apatica. Il sistema di combattimento impegna e diverte, ma rischia di diventare ripetitivo a lungo andare.
Tutte le intuizioni ci sono e sono lì. Sono palpabili, forti, a tratti anche così definite da lasciare un solco anche a console spenta. Proprio per questo motivo, la sensazione che manchi qualcosa è altrettanto evidente, un ultimo sforzo creativo che avrebbe potuto fare la differenza tra un buon gioco ed un titolo imperdibile. South of Midnight resta tuttavia uno splendido viaggio, tra dolori e ricordi in cui i veri cattivi non sempre indossano una pelle squamosa o denti affilati.

Commento finale
Il successo principale di South of Midnight è nella sua identità unica. Il nuovo lavoro di Compulsion Games mette in scena una moderna favola in stop-motion dai toni oscuri, che attinge dal fascino misterioso (e spesso tragico) del folklore del Profondo Sud degli Stati Uniti. La certosina cura riposta nella presentazione artistica (un plauso enorme alla meravigliosa colonna sonora) tuttavia non trova una realizzazione altrettanto scrupolosa nell’impianto ludico. Sebbene la struttura lineare sia rassicurante ed accogliente, purtroppo il titolo non decide mai di esplorarne tutte le potenzialità lasciando spesso con l’amaro in bocca. Al netto dei propri limiti, South of Midnight è un’esperienza ricca e significativa che merita di trovare un piccolo spazio nei cuori dei videogiocatori.








