Poiché sappiamo che molte persone desiderano dare rapidamente uno sguardo al riepilogo tecnico, eccolo:
- Mario 64 funziona a 720p sia in modalità portatile che docked a 30fps
- Sunshine gira a 720p in portatile e a 1080p docked (ed è widescreen ora) a 30fps
- Galaxy gira a 720p in portatile e a 1080p docked a 60fps
Se queste informazioni sono sufficienti, potete smettere di leggere. Se invece siete interessati ad approfondire ulteriormente la qualità e la bontà di questa edizione, vi consigliamo di proseguire nella lettura.
Il mondo di Mario in 3D
È facile dividere il franchise di Super Mario in due segmenti: quello dei giochi 2D e quello dei giochi 3D.
Sebbene i giochi di Mario in 2D siano stati progressivi, spesso partendo da quello precedente, le voci 3D tendono a divergere piuttosto ampiamente l’una dall’altra. I Mario 3D hanno introdotto nuove meccaniche portando il gameplay e l’azione del baffuto idraulico italiano a virare verso direzioni uniche e inaspettate. A volte per il meglio, a volte per il peggio.
Nintendo ha ora raccolto tre delle più memorabili voci di Mario in 3D in un unico pacchetto per Nintendo Switch: Super Mario 3D All-Stars include Super Mario 64, Super Mario Sunshine e Super Mario Galaxy. Nonostante ogni voce rappresenti un gioco di Mario in 3D, i titoli in questione sono molto diversi l’uno dall’altro.
Se la raccolta fa per voi, dipende da quanto siete legati ad ognuno dei tre citati capolavori e in base anche ai miglioramenti specifici che sono stati apportati per Nintendo Switch.
Super Mario 64
Se non avete giocando al primo Mario in 3D della storia, bè forse non eravate ancora nati. C’erano stati altri giochi 3D prima (ad esempio Star Fox), ma nessuno di loro sembrava fluido, vivo, divertente e indimenticabile come Mario 64.
Back to 1997!
Correva l’anno 1997 era Natale e quello che desideravo di più in assoluto era un bel Nintendo 64 con Mario 64. Un sogno che divenne realtà e fece di me, un bambino di 8 anni, il più felice sul pianeta Terra. Mario 64, mi ha tenuto compagnia per centinaia e centinaia di ore. Erano tempi diversi, l’offerta videoludica non era così vasta e “conveniente”, i giochi costavano uno sproposito e le pubblicazioni erano meno frequenti di oggi. Un titolo del genere, una tripla A per intenderci, ti “costringeva” a giocarci per anni, in attesa magari di un sequel o di un gioco solo lontanamente paragonabile.
Per questo motivo, già all’epoca riuscì a raccogliere le 120 stelle che compongono Mario 64, senza guide, senza aiuti, soltanto grazie alla mia immensa fantasia e voglia di scoprire qualsiasi elemento, qualsiasi anfratto o personaggio di gioco. Un castello da favola, colori vivacissimi e una liberà di movimento mai vistasi prima (che a mio giudizio, resta ancora oggi fra le migliori mai offerte da un videogioco). Correvo in giro, arrampicandomi fin su la cima degli alberi, scivolando nell’erba e nuotando nel fossato, semplicemente per il gusto di farlo. Nessun gioco prima di Mario 64, inclusi i giochi di Mario in 2D, aveva proposto qualcosa del genere. Un qualcosa di talmente divertente che mi è rimasto impresso nella mente.
E sorprendentemente, anche 23 anni dopo, sembra non essere passato neanche un giorno dall’ultima volta che presi in mano lo “strano” controller dell’N64. Mario 64 è un vero spasso, è grazie a lui che abbiamo avuto la possibilità di giocare a Super Mario Odyssey. Perché parliamoci chiaro, Odyssey è in tutto e per tutto una lettera d’amore a Mario 64, un gioco infinitamente soddisfacente che forse sarà ricordato, al pari i Mario 64, negli anni a venire. In Mario 64, il protagonista potrebbe non avere tutti i suoi trucchi più recenti a disposizione, ma alcuni dei suoi tratti fondamentali ed iconici – il salto in lungo, il salto triplo e il salto all’indietro – sono stati tutti introdotti per la prima volta in questo gioco, offrendo al giocatore un’ampia gamma di opzioni per affrontare le numerose sfide del platforming future.
Il tempo passa inesorabilmente
Ma mentre il gameplay di base ha resistito alle ingiurie del tempo, le immagini non sono scampate all’età. Mario 64 su Switch è stato ottimizzato pigramente mantenendo le proporzioni 4:3 del gioco originale (inspiegabile). Ciò significa che le linee un tempo pulite e gli scenari di gioco sono diventati spigolosi come diamanti. Mario può sembrare un po’ squadrato, dato che è composto solo da una manciata di poligoni, ma non appare mai sfocato o sbiadito. Qualsiasi oggetto monocolore nel mondo di gioco, come la tuta di Mario o la pelle verde di un koopa, ha comunque un bell’aspetto, poiché le trame monocromatiche si adattano perfettamente alle risoluzioni più elevate.
Ma gran parte del mondo di Mario 64 è costituito da trame che non sono costituite solo da colori singoli. Il fianco erboso della collina fuori dal castello di Peach e la superficie dell’acqua nei Dire Dire Docks sembrano entrambi utilizzare rendering creati due decenni e mezzo fa, per un sistema che funzionava a 320×240. L’aumento della risoluzione ha evidenziato tutti i limiti del gioco, in quello che possiamo definire, un vero e proprio “pasticcio sfocato”. I puristi dovrebbero essere entusiasti che non ci siano stati stravolgimenti e che determinati limiti permangono ancora oggi. Ma se state cercando una svolta più moderna su Mario 64, non la troverete di certo in questa versione.
Non sarebbe stato meglio partire dalla versione DS?
Sono assenti anche altri miglioramenti (in particolar modo la telecamera è fra le peggiori mai realizzate) che sono stati aggiunti nel corso degli anni a Mario 64, come i diversi personaggi giocabili nella versione per Nintendo DS. Quest’ultima è sicuramente la versione disponibile migliore per rivivere al meglio le avventure di Mario 64 e francamente non riusciamo a capacitarci del fatto del perché Nintendo non abbia deciso di utilizzare proprio questa per realizzare la “nuova” versione di Mario 64 su Switch.
Se riuscite a passare oltre alcune delle immagini datate e la mancanza di nuove funzionalità, Mario 64 rimane uno dei più grandi giochi platform mai realizzati. Lungi dall’essere solo un pezzo da museo, è un’emozione stimolante da giocare, anche accanto a moderni platform direttamente ispirati.
Super Mario Sunshine
Nintendo ha impiegato sei anni, dopo il grande successo di Super Mario 64, per pubblicare un altro gioco di Mario in 3D. Quello che abbiamo ottenuto è stato uno dei più discussi capitoli di Mario della storia: Super Mario Sunshine.
Non ho dubbi che ci siano fan che difendano a spada tratta Super Mario Sunshine. E, ad essere onesti, non è un gioco così malaccio ma sicuramente il più debole dei Mario in 3D. Vi starete chiedendo il perché! C’è una sorta di magia (la cosiddetta “Nintendo Difference”) che Nintendo riesce a trasmettere ai suoi più grandi franchise, che si tratti di un gioco principale di Zelda, Mario o Metroid. Quella precisione, quella magia Nintendiana, mancano a Super Mario Sunshine.
Spac 3000
Sunshine non funziona su diversi fronti, ma la spiegazione più semplice per il suo “fallimento” è che è goffo. Il gioco è incentrato su Mario che utilizza un jetpack (Spac 3000) alimentato ad acqua per risolvere varie sfide platform. Ricordo perfettamente che ogni stage era una vera e propria sfida. Per far sì che il buon Mario facesse proprio quello che volevo che facesse c’era da sudare. Il motivo? I controlli non sempre convincenti e un sistema di telecamere mediocre.
Le sequenze platform che richiederebbero uno o due tentativi mi portarono a ripetere alcuni percorsi per più di una dozzina di volte. Forse è perché l’input di salto non fu tarato correttamente, o forse è perché la videocamera non seguiva l’azione così come avrebbe dovuto fare. Mirare poteva essere un lavoro ingrato e l’espediente a volte portava il giocatore (me compreso) a stancarsi rapidamente. Infatti, è fra i titoli di Mario con la percentuale forse più alta di giocatori che non lo hanno mai terminato. Il gioco si inventava qualsiasi cosa pur di non banalizzare gli enigmi o le battaglie; i livelli migliori restano senza ombra di dubbio quelli in cui non è necessariamente richiesto l’utilizzo dello Spac 3000. Quelli si che erano ispiratissimi!
E su Switch?
Nella versione Switch c’è da dire che uno dei più gravi e annosi problemi è stato risolto, ovvero la gestione della telecamera. Nintendo ha annullato l’inversione delle telecamere. Nella versione per GameCube, se usavamo la levetta C per ruotarla o la levetta di controllo per puntare il getto d’acqua, si faticava perché lo sviluppatore aveva invertito rispettivamente l’asse X e Y. Ora l’inversione non è più presente, e i nuovi controlli risultano essere molto più naturali. Tuttavia, chiunque preferisca giocare con gli assi invertiti, in particolare l’asse Y, si sentirà spaesato in quanto non è possibile riportarlo com’era in origine.
Visivamente parlando, Sunshine ha un aspetto a dir poco fantastico. Passare da Mario 64 a Sunshine nel pacchetto 3D All-Stars è una vera e propria gioia per gli occhi, grazie alla risoluzione a 1080p (quando Switch è collegata al dock) e alla presentazione widescreen. Mentre alcune delle trame del titolo originariamente pubblicato per Game Cube sembrano un po’ sbiadite e anonime se confrontate con un titolo moderno come Odyssey, l’ambientazione tropicale dell’isola Delfino è invecchiata abbastanza bene, con ambienti semplici ma puliti che non cercano mai il realismo puro e crudo. Una grafica che ben si adatta a Nintendo Switch. Al netto degli evidenti difetti dell’epoca, è sempre una gioia tornare su Sunshine. Un titolo tutt’altro che memorabile ma che grazie ad una simpatia e ad un colpo d’occhio a dir poco impressionanti, a tratti riesce davvero a sorprendere.
Super Mario Galaxy
Dopo la poco convincente deviazione con Sunshine, Nintendo è tornata sulla retta via con Super Mario Galaxy, pubblicato su Wii cinque anni dopo Sunshine. È evidente che in quel periodo Nintendo abbia chiarito cosa rende un titolo di Mario in 3D un capolavoro: controlli immediati con sfide platform costantemente sorprendenti e in continua evoluzione. Con pochissimi elementi fuori campo (forse l’obbligatorietà di utilizzare i controlli di movimento, vera killer feature di Nintendo Wii, dei quali vi parleremo fra pochissimo).
Super Mario Galaxy è stato universalmente acclamato dalla critica e dal pubblico quando ha debuttato nel 2007, grazie al suo ingegnoso level design. Non si sapeva davvero cosa avrebbe potuto offrire un livello di Mario Galaxy. Un minuto prima, stavo saltando sulla superficie di un asteroide cercando di sfuggire alla sua attrazione gravitazionale, il minuto dopo, mi trovavo alle prese con un livello classico in stile 2D, prima di ritrovarmi a dover affrontare un enorme boss fight. Galaxy era pieno di momenti inaspettati, il che rendeva l’esperienza incredibilmente divertente e soddisfacente.
Ma, nonostante gli elogi del 2007, c’era una lamentela comune nei giocatori dell’epoca: perché è possibile utilizzare soltanto i controlli di movimento? Nella versione originale di Galaxy, ogni attacco in rotazione richiedeva un movimento del telecomando Wii. Non c’era una vera e propria motivazione tecnica dietro alla scelta. Wii era una console particolare e praticamente ogni gioco sfruttava la caratteristica ma il più delle volte permetteva di decidere se utilizzare o meno la feature.
Forse Nintendo si fece prendere troppo dalla particolare caratteristica, in quanto chiunque abbia giocato a Galaxy desiderava vivere l’esperienza attraverso input classici. Con l’arrivo di Super Mario Galaxy su Nintendo Switch, al “peccato” più eclatante di Nintendo è stato finalmente posto rimedio. Sì, ora possiamo “esplorare lo spazio” attaccando i nemici premendo un pulsante (nello specifico l’attacco in rotazione è stato impostato sul tasto Y). Ma ci sono ancora dei rimasugli di quell’era in questa versione di Galaxy, che vanno a discapito del gioco stesso.
Controlli di movimento ancora indispensabili … o forse no?
Un semplice esempio: se giochiamo su Switch in modalità dock, la selezione delle voci del menu richiede l’utilizzo di un puntatore, alimentato dai giroscopi nel controller (in questo caso dai Joy-Con). Questo puntatore appare in Super Mario Galaxy ed è utilizzabile per raccogliere e sparare colorati frammenti di stelle che compaiono in tutto il mondo. Se vi capita di giocare in modalità portatile, il puntatore può essere controllato con il dito, colpendo direttamente lo schermo per raccogliere i frammenti di stella e ritoccandolo per spararli ai nemici. Avete mai provato a togliere la mano dai comandi mentre giocate a Mario? Immaginate di doverlo fare più volte in ogni livello. Pensate al peso di Switch, tenuto in una mano mentre cliccate sullo schermo e con l’altra cercata di manovrare Mario con la sola levetta sinistra.
(Per inciso, tenete presente che per questo motivo, se siete possessori di Switch Lite e non avete un altro controller a portata di mano, dovete necessariamente usare il touchscreen. Non c’è alcuna opzione per utilizzare i controlli di movimento e puntare il cursore senza collegare un set separato di Joy-Con)
Nessuna di queste opzioni di controllo, in modalità dock o portatile, è eccezionale e distraggono (parzialmente) dal divertimento generale offerto da Super Mario Galaxy. Una versione di Super Mario Galaxy priva di tutte queste funzionalità di controllo di movimento sarebbe stata semplicemente migliore. Eppure, Super Mario Galaxy è in grado di far superare facilmente il fastidio dei controlli di movimento persistenti, raggiungendo altezze di level design e di divertimento che pochi altri giochi possono vantare.
Se vi siete persi nel 2007 Super Mario Galaxy, consideratevi fortunati di poter provare questo gioco per la prima volta in grafica HD. A quasi dimenticavo, è possibile utilizzare anche il Pro Controller; ci vorrà un po’ di adattamento ma vi offrirà un’esperienza di controllo decisamente più stabile.
Commento finale
In definitiva ognuno dei tre giochi ha un aspetto migliore rispetto al passato, e ognuno ha ricevuto alcune modifiche qua e là che migliorano l’esperienza. Sarebbe negligente da parte nostra, tuttavia, ignorare il fatto che avremmo potuto avere molto di più in questo pacchetto sia in termini di qualità complessiva che di contenuti. Ora viviamo in un’era in cui diversi publisher offrono regolarmente un’ampia gamma di opzioni e diverse versioni di gioco, a volte anche nuove versioni che i fan non hanno mai provato prima. Nel frattempo, artisti del calibro di Digital Eclipse sfornano fantastiche compilation dedicate ad alcuni celebri franchise: Street Fighter, Samurai Shodown, Mega Man e la libreria pre-Neo Geo di SNK, tutte piccole opere d’arte stracolme di contenuti.
Al di fuori delle colonne sonore (qui il nostro speciale sui 5 brani migliori), che sono certamente benvenute, Super Mario 3D All-Stars non offre nulla di più. Non ci sono concept art, nessuna chat in stile “Iwata Chiede” con gli sviluppatori, nessun manuale digitale … non è possibile nemmeno applicare filtri a schermo o scegliere un bordo per Mario 64, che è praticamente il minimo indispensabile di questi tempi quando si tratta di remake retro di giochi a schermo intero 4:3. E, anche se apprezziamo che sia Mario 64 che Sunshine siano rimasti fedeli agli originali (entrambi a 30 fps), sarebbe stato bello vederli potenziati a 60 fps e avere una maggiore fluidità, cosa che sicuramente sarebbe stata possibile per un’azienda come Nintendo. In tanti modi, sembra che qui sia stata persa un’opportunità per celebrare veramente questi incredibili giochi e aggiornarli per un nuovo pubblico.
Questo è il punto, ovviamente restano comunque incredibili, anche se non sono stati supportati con contenuti bonus altrettanto stellari. Se non avete mai giocato a nessuno di questi giochi prima, specialmente a Galaxy, potete aggiungere un mezzo punticino extra alla nostra valutazione; questi sono tre titoli iconici, ognuno a modo suo speciale, e con un totale di 482 Stelle, sarete impegnati per quasi 100 ore di gioco prima di arrivare ai titoli di coda.
P.S. ricordate che il gioco è acquistabile in formato fisico e digitale fino al 31 marzo 2021!