Recensione Syberia: The World Before

Dopo l’esperienza di Syberia: The World Before, la sensazione è che Benoît Sokal avesse qualcosa da farsi perdonare. Il fumettista e sviluppatore belga aveva firmato, con Amerzone prima e Syberia poi, pagine gloriose della storia delle avventure grafiche. Dopo la release del secondo capitolo delle avventure di Kate Walker, l’artista fu abbastanza chiaro: la storia di Syberia era da considerarsi conclusa. Grande fu quindi lo stupore per l’annuncio e la release di Syberia 3 nel 2017: forse per tornare a galla dopo progetti rivelatisi poco entusiasmanti, il nuovo capitolo ci lasciò a suo tempo un po’ freddi, troppo lontano dalla personalità ed ispirazione dei primi capitoli. La critica internazionale bocciò in malo modo il progetto, lasciando ipotizzare ai più la definitiva fine per Kate Walker.

Annunciato a sorpresa nel 2019, sviluppato e prodotto da Microids sotto la direzione di Sokal fino alla sua prematura scomparsa nel Maggio 2021, Syberia: The World Before tenta di riportare in auge una serie leggendaria riprendendo le fila del discorso interrotte con il conflittuale terzo capitolo. Un obiettivo che possiamo ritenere raggiunto con successo.

Il titolo è arrivato finalmente su PlayStation 5 ed Xbox Series lo scorso 15 Novembre, dopo aver esordito su PC (via Steam) il 18 Marzo.

Kate Walker torna per un’altra grande avventura.

Versione testata: PlayStation 5


L’ex avvocatessa e la pianista

Syberia: The World Before è un’avventura grafica di stampo narrativo, che si colloca temporalmente dopo il terzo capitolo della serie.

Al termine degli eventi di Syberia 3, avevamo lasciato Kate Walker in balia dei propri aguzzini. Tempo dopo, la ritroviamo imprigionata e costretta ai lavori forzati in una miniera di sale di Taiga, fittizia regione dell’Est Europa. Un’occasione fortuita le fornirà l’occasione di fuggire verso la libertà e di iniziare una nuova avventura: scoprire la storia di un misterioso ritratto rinvenuto nel corso della fuga, raffigurante una ragazza vissuta oltre sessant’anni prima e stranamente somigliante alla stessa Kate. Raggiungerà dunque la città di Vaghen dove inizierà la sua ricerca per la verità.

The World Before ci proporrà tuttavia di vestire i panni anche di Dana Roze, l’enigmatica ragazza del dipinto di oltre sessant’anni prima, giovane e dotata pianista vissuta nella regione europea dell’Osterthal (nazione ispirata ad Austria, Repubblica Ceca e Svizzera).

Artisticamente The World Before è semplicemente sublime.

Il titolo si snoda dunque tra il presente con Kate ed il passato con Dana, raccontando una storia intima e toccante in cui le due protagoniste si troveranno unite da un sottile filo conduttore. Si tratta di una narrativa cara al compianto Sokal, fatta di riflessioni soffuse e profonde intrecciate sullo sfondo di una rappresentazione storica alternativa di un dramma purtroppo reale. L’Ombra Bruna raccontata da Sokal altro non è che la rappresentazione delle ideologiche raziali e nazifasciste della nostra prima metà del Novecento, che condussero alla Seconda Guerra Mondiale così come triste sorte analoga è toccata al mondo di Dana e Kate. Suggestioni storiche e commoventi accompagnano il player in un viaggio delicato, fatto di dialoghi e personaggi che si muovono in ambientazioni artisticamente sublimi. L’Art Nouveau ricorre con grazia nelle strutture ed architetture, mentre paesaggi naturalistici di rara bellezza fanno da sfondo alle vicende.

Artisticamente, The World Before è semplicemente inattaccabile, un lavoro ispirato e sublime del compianto Sokal che riscatta il passo falso commesso qualche anno fa da un terzo capitolo stranamente apatico. Impossibile non citare anche la cura riposta nelle musiche dal compositore Inon Zur. L’artista israelo-statunitense, famoso in campo videoludico per le serie di Fallout e Dragon Age, è autore di una soundtrack meravigliosa ed evocativa, sublimata dalla performace al pianoforte della musicista Emily Bear, fresca vincitrice di un Grammy per il Best Musical Theater Album con lo show Netflix Bridgerton.

Le musiche sono semplicemente perfette.

The clock is running

Nei panni delle due protagoniste dovremo dunque agire su diverse linee temporali. Inizia così un racconto di ampio respiro di una dozzina di ore, in cui l’alternanza tra presente e passato andrà a delineare e comporre un mosaico generale.

Mentre Dana si ritroverà ad affrontare tragici eventi lasciando una traccia del proprio passaggio, Kate investigherà nel presente scoprendo ben più di quanto immagina. Tra le due estremità, un cast di personaggi che arricchiranno la trama, talvolta addirittura lasciandosi passare il testimone diventando essi stessi giocabili. L’alternanza stessa passa inoltre, in alcuni frangenti, da elemento narrativo a componente ludica. In talune circostanze le azioni di Dana forniranno un presupposto per l’avanzamento nella storia di Kate, in modi che non vi andremo ad anticipare per lasciarvi il gusto della scoperta.

Le due linee temporali hanno ripercussioni l’una sull’altra… scoprirete perché.

In termini di meccaniche di gameplay, Syberia: The World Before si presenta come un prodotto piuttosto classico. Il giocatore dovrà guidare i personaggi attraverso le varie ambientazioni presenti in cerca di documenti da consultare e personaggi con i quali interagire. Gli oggetti rinvenuti potranno inoltre aiutarvi nel corso dell’avventura fornendovi indizi o presupposti per la risoluzione degli enigmi. La componente puzzle di The World Before si può infatti idealmente suddividere in due sezioni.

Da un lato troviamo i puzzle classici, tipici del genere di riferimento. Si tratta di enigmi piuttosto semplici legati al ritrovamento del giusto oggetto chiave, resi ancor più lineari dalla contenutezza degli scenari e delle interazioni possibili, che lasciano sempre presagire abbastanza palesemente come risolvere una impasse. Dall’altro lato troviamo invece i puzzle meccanici. Questi ultimi sono mediamente più interessanti e stratificati, mettendoci di fronte a meccanismi da far funzionare, attrezzi da riparare e molto altro. Nulla di troppo impegnativo, sia ben chiaro, ma si distinguono per essere sinceramente interessanti.

Oltre agli obiettivi principali, The World Before ospita anche missioni secondarie. Si tratta di incarichi o azioni completamente opzionali la cui risoluzione permette di arricchire il background narrativo dei personaggi. Forse su questo versante si poteva fare qualcosa di più o offrire soluzioni più articolate che potessero appagare anche ludicamente i fan delle avventure grafiche più smaliziati.

Gli enigmi meccanici sono piacevoli da vedere e da risolvere.

Poca “avventura”, molta “grafica”

Il nuovo capitolo di Syberia potrebbe tuttavia non incontrare i gusti della generalità del pubblico.

The World Before è infatti un’avventura grafica dal forte imprinting narrativo. Vi troverete dunque ad esplorare l’ambiente circostante e parlare con altri personaggi, tuttavia limitando l’interazione possibile a circoscritte fasi con enigmi generalmente piuttosto semplici. Anche gli obiettivi secondari presenti non offrono particolari variazioni sul tema, offrendo solo occasionali detour per apprendere retroscena narrativi. Il core dell’esperienza ludica è pertanto più simile ad un walking simulator (o alle produzioni firmate Davide Cage) in cui l’obiettivo sarà leggere molto e seguire il lento dipanarsi della storia, piuttosto che perdersi in un articolato ed intricato castello di complessi rompicapi da risolvere.

Le interazioni sono piuttosto limitate e circostanziate.

Il titolo Microids aspira inoltre alla cinematografia, proponendo spesso interessanti cambi di inquadratura ed un focus piuttosto marcato sui dialoghi dei personaggi. Se questo in linea generale è indubbiamente un merito, dall’altro lato mostra alcune sbavature al comparto grafico. Quando la regia si impegna in arditi primi piani in occasione dell’interazione con l’ambiente, saltano a sorpresa all’occhio texture a bassa risoluzione e colori sgranati. Un risultato che spiacevolmente mortifica l’eccelsa direzione artistica di The World Before.

Anche il versante tecnico non è esente da piccole macchie. I personaggi, benché graziati da una caratterizzazione estetica in linea con gli alti livelli della produzione, prestano il fianco ad animazioni facciali un po’ semplicistiche nonché movimenti a tratti eccessivamente legnosi. Una circostanza, quest’ultima, che emerge con particolare chiarezza durante la navigazione delle ambientazioni. La versione console da noi testata presentava poi qualche imbarazzo di troppo nel sistema di controllo, a volte in difficoltà con la rilevazione dei punti di interesse. Nulla di drammatico fortunatamente, complice il pacato ritmo della produzione.

Un ulteriore elemento potrebbe poi essere considerato fastidioso da parte del pubblico. L’impossibilità di saltare i dialoghi, o quantomeno di velocizzare alcune sezioni, appare come una scelta a tratti arcaica. Comprendiamo l’esigenza di sottolineare e trasmettere il ritmo dell’esperienza ludonarrativa, tuttavia avremo preferito lasciare la scelta al player di rendere più rapida quantomeno l’analisi ambientale.

L’impossibilità di saltare i dialoghi potrebbe rendere tediosa la rigiocabilità.

Commento finale

Approcciarsi a Syberia: The World Before è un’operazione malinconica, consapevoli che si tratta dell’ultima opera del compianto Benoît Sokal. Per certi versi, l’avventura di Kate Walker può rappresentare un testamento spirituale del leggendario artista belga: un racconto delicato ed intimista denso di significati, impreziosito da una direzione artistica sublime ed una colonna sonora evocativa. Al netto di qualche incertezza tecnica e di alcune scelte di game design che potrebbero renderlo poco adatto a chi cerca enigmi intricati nelle avventure grafiche, il quarto capitolo di Syberia è un degno e commosso omaggio a questa storica saga.

8.0

Syberia: The World Before


Approcciarsi a Syberia: The World Before è un'operazione malinconica, consapevoli che si tratta dell'ultima opera del compianto Benoît Sokal. Per certi versi, l'avventura di Kate Walker può rappresentare un testamento spirituale del leggendario artista belga: un racconto delicato ed intimista denso di significati, impreziosito da una direzione artistica sublime ed una colonna sonora evocativa. Al netto di qualche incertezza tecnica e di alcune scelte di game design che potrebbero renderlo poco adatto a chi cerca enigmi intricati nelle avventure grafiche, il quarto capitolo di Syberia è un degno e commosso omaggio a questa storica saga.

PRO

Un racconto al contempo delicato e potente | Artisticamente sublime | Colonna sonora splendida |

CONTRO

Pochi enigmi e piuttosto semplici | Piccole ma ricorrenti sbavature tecniche | Se non si conosce la trilogia, si perdono alcuni riferimenti |

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