The House of Da Vinci è un puzzle game in prima persona sviluppato dallo studio indipendente slovacco Blue Brain Games. Uscito originariamente su mobile e PC, il gioco è approdato anche su PlayStation 5 con un porting che mantiene intatto il fascino dell’opera originale, potenziato da alcune migliorie tecniche e di controllo. Ambientato in un’Italia rinascimentale ispirata alla Firenze del XV secolo, il gioco ci cala nei panni di un apprendista di Leonardo Da Vinci, intento a scoprire il mistero della scomparsa del suo maestro attraverso una serie di ambienti intricati e puzzle meccanici.
La società Blue Brain Games ha anche pubblicato due sequel: The House of Da Vinci 2 nel 2019 e The House of Da Vinci 3 nel 2022.
Versione testata: PlayStation 5
Storia
La storia ruota attorno alla scomparsa di Leonardo Da Vinci e agli intrighi che si celano dietro il suo genio. Tuttavia, la narrativa è piuttosto passiva e viene trasmessa attraverso lettere, diari, e documenti sparsi. Non ci sono veri dialoghi, né personaggi con cui interagire: si tratta di un racconto che si sviluppa attraverso l’ambiente e la scoperta, lasciando libero spazio all’interpretazione da parte del giocatore. Chi cerca una narrazione profonda e coinvolgente potrebbe restare deluso, ma per gli amanti del mistero e dell’atmosfera, questo approccio silenzioso e riflessivo ha comunque il suo fascino.
Gameplay: enigmi tra logica, ingegno e meccanismi
Il punto di forza di The House of Da Vinci è senza dubbio il gameplay basato su enigmi meccanici complessi. Ogni ambiente è un grande rompicapo in cui tutto è interconnesso: leve, serrature, ruote dentate, bauli segreti, marchingegni rotanti. Non si tratta solo di risolvere un puzzle alla volta, ma di capire il funzionamento dell’intero ambiente e come ogni elemento possa essere manipolato per sbloccare quello successivo. Infatti, spesso, un enigma conduce a un’altra area della stanza o rivela uno strumento di cui vi sareste resi conto solo molto più tardi. È stato davvero soddisfacente scoprire che qualcosa che è stato fatto in precedenza, come allineare ingranaggi o scoprire una chiave nascosta, non stava facendo altro che preparare il terreno per il passo successivo. È un processo gratificante e ben strutturato.

Un’altra delle caratteristiche più interessanti della produzione è che si ha accesso a due lenti, chiamate “Oculus“, con abilità soprannaturali e che permettono di vedere sia il passato e sia tracce invisibili a occhio nudo e codici nascosti. Questa meccanica introduce un livello aggiuntivo di esplorazione e risoluzione, rendendo l’esperienza più profonda e immersiva. La curva di difficoltà è ben calibrata: i primi puzzle sono accessibili, ma la complessità cresce progressivamente, richiedendo sempre più concentrazione e spirito di osservazione. Detto questo, il gioco si basa su un sistema punta e clicca, in cui si salta tra aree fisse anziché esplorarle liberamente. Non fraintendeteci, ha senso e condividiamo pienamente la scelta dello sviluppatore. Una configurazione a esplorazione libera avrebbe forse complicato le cose o distratto il giocatore dagli enigmi (cuore pulsante del gioco). Eppure, non siamo riusciti a scrollarci di dosso il pensiero di quanto sarebbe stato fantastico vagare per questo meraviglioso mondo e scoprirlo nella sua interezza.
Grafica e tecnica
Dal punto di vista estetico, The House of Da Vinci offre un mondo suggestivo e ispirato, anche se tecnicamente semplice. L’ambientazione rinascimentale è resa con grande attenzione ai dettagli: affreschi, libri, arredi d’epoca e invenzioni leonardesche creano un’atmosfera credibile, tra arte e steampunk, catturando l’essenza del Rinascimento e la mente di Leonardo da Vinci. La direzione artistica è ottima, anche se la qualità grafica non sfrutta appieno le potenzialità della PS5. Le texture sono buone ma non eccezionali, e l’illuminazione, seppur efficace, rimane piuttosto sobria. Il comparto sonoro è minimale, con musiche ambientali discrete che sottolineano l’esplorazione e momenti di scoperta. Gli effetti sonori metallici e meccanici sono ben realizzati, mentre il doppiaggio è presente solo in alcune lingue (italiano incluso per l’interfaccia, ma non per il parlato completo).

Il porting su PS5 è ben realizzato, anche se non esente da difetti. I comandi con il DualSense risultano generalmente reattivi, con un buon uso del feedback aptico e dei grilletti adattivi durante l’interazione con meccanismi o porte segrete. Tuttavia, in alcune fasi che richiedono precisione, i controlli possono risultare leggermente imprecisi o legnosi, specialmente nei movimenti più delicati o durante la rotazione di elementi circolari. Il sistema di puntamento con analogico, pur funzionale, non è sempre fluido, e a volte occorre un tocco troppo millimetrico per selezionare determinati dettagli. In un gioco basato sulla precisione visiva, questa limitazione può diventare frustrante.
Durata e rigiocabilità
La durata complessiva si attesta intorno alle 4-6 ore, a seconda dell’abilità del giocatore. Non ci sono contenuti extra o finali alternativi, ma l’esperienza è compatta e ben costruita. È un gioco da godersi con calma, magari in sessioni serali, per rilassarsi risolvendo puzzle impegnativi ma gratificanti. La rigiocabilità è limitata, visto che una volta risolti gli enigmi non ci sono molte variazioni, ma chi ama la risoluzione perfetta potrà tornare indietro per rifinire i passaggi e trovare eventuali elementi che gli sono sfuggiti.
Commento finale
The House of Da Vinci è un’esperienza coinvolgente per chi ama i puzzle game in prima persona, in stile “escape room”, con ambientazioni ispirate e meccanismi intricati. Il gioco riesce a offrire un senso di scoperta e meraviglia, grazie alla sua estetica rinascimentale e agli enigmi che richiamano il genio di Leonardo. Pur con qualche limite tecnico e narrativo, il titolo è ben realizzato e che ci sentiamo di consigliare agli appassionati del genere che cercano un’esperienza intricata, gratificante e impegnativa al punto giusto.







