Recensione The Invincible, il romanzo di Lem da un’altra prospettiva

The Invincible è il titolo di debutto di Starward Industries. Un nuovo piccolo studio indipendente polacco formato da personalità che hanno contribuito alla realizzazione di importanti tripla A del media come Cyberpunk 2077 o Dying Light.

L’opera di debutto dello sviluppatore, proprio come i recenti Lies of P e Agatha Christie – Assassinio sull’Orient Express, si basa su una rivisitazione di un classico della letteratura, questa volta polacca. Parliamo del romanzo L’Invincibile dello scrittore Stanisław Lem, pubblicato nel 1964.

The Invincible, edito da 11 bit studios, è disponibile dallo scorso 6 novembre 2023 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.


Versione testata: PlayStation 5


Un nuovo punto di vista

In The Invincible vestiremo i panni di Yasna, una scienziata che fa parte di una piccola crew di una fazione rivale a quella dei protagonisti del racconto originale. E che soffre, per qualche motivo che poi dovremo scoprire, di vuoti di memoria. Al cambio di prospettiva si aggiunge un cambio temporale. Le vicende narrate nel videogioco si svolgono qualche tempo prima, rendendolo, di fatto, una sorta di prequel della storia originale.

Ciò che non cambia è l’ambientazione: Regis III. Un luogo desolato, inospitale, nel quale non esistono forme di vita, almeno all’apparenza. Nonché vero protagonista della produzione. Tramite l’esplorazione del pianeta, infatti, verremo a conoscenza di tutto quello che gli sviluppatori hanno voluto raccontarci, con un’elegante maestria, graziando le nostre scorribande con sensation positive legate ai misteri del posto e alla correlata suspance legata all’ignoto.

I temi trattati riguardano, proprio come nell’opera di riferimento, l’evoluzione, il rapporto tra uomo e macchina, il ruolo dell’essere umano nell’universo. Insomma, temi classici del transumanesimo post-futuristico degli anni 60 e 70 che comunque riescono a sollevare qualche digressione filosofica tutt’ora attuale.

The Invincible
Tecnologie analogiche e viaggi spaziali… ah, il retro-futurismo!

La narrativa di The Invincible, proprio grazie ai suoi misteri e all’affascinante mood, riesce a tenere incollato il videogiocatore fino alla fine… il problema è che questa arriva veramente subito, tanto che lo abbiamo finito in una sessione. Il titolo di Starward Industires, infatti, dura soltanto tra le 4 e le 5 ore, e in un gioco in cui il mistero è il carburante di tutto, beh… capite che non è proprio il massimo.

Sono presenti comunque alcune sezioni in cui dover compiere delle scelte, ma più che bivi narrativi veri e propri, sono degli “intermezzi” che vanno a definire la posizione di Yasna rispetto alla situazione in cui si ritrova. Un altro incentivo alla rigiocabilità è dato dai tanti trofei/obiettivi specifici, ma parliamo di soluzioni non propriamente efficaci.

Purtroppo, dobbiamo segnalare l’assenza dell’italiano. Il titolo è sottotitolato (e ottimamente doppiato) solo in inglese.

Passeggiando su Regis III

Dicevamo che la trama e il mistero sono il quid che spinge il videogiocatore a procedere nell’avventura. Questo perché, pad alla mano, The Invincible non è altro che un racconto interattivo, o walking simulator se vogliamo utilizzare la famosa etichetta anglofona.

E, ribadiamolo subito, pur non essendo estimatori di questo genere videoludico, oggettivamente si è rivelata una scelta molto azzeccata. Le tantissime interazioni e animazioni di Yasna, e i dialoghi a scelta di cui vi abbiamo parlato in precedenza, restituiscono un ottimo senso di immersione.

The Invincible
I tanti dialoghi con Novik, il nostro astrogatore, seppure non abbiamo un forte impatto sulla narrativa, aumentano il senso di immersione

Tuttavia, anche analizzandolo nell’ottica del suo genere di appartenenza, The Invincible è veramente troppo lento e guidato. Ma vi facciamo un esempio per capire meglio. Quasi sempre dovremo salire su qualche elemento roccioso per proseguire con le nostre peregrinazioni, ma il gioco ci obbliga a passare da uno specifico punto, sebbene di fianco ci sia un elemento identico, di stessa altezza e struttura. Questo ci ha costretto ad andare avanti e indietro alla ricerca dell’esatto punto di interazione che per giunta non viene segnalato a schermo fino a che non siamo vicinissimi ad esso.

E, ironia della sorte, le ambientazioni di Regis III sono veramente estese, per quanto meravigliose da vedere, grazie ad una direzione artistica sublime e ad un sound design d’alta classe. Si viene a creare, insomma, una discrepanza ludica che non abbiamo particolarmente apprezzato.

Per finire, anche le sezioni con il rover spaziale, che avrebbero dovuto rendere più dinamico l’incedere, ci hanno fatto storcere il naso, visto che guidarlo si è rivelata un’esperienza poco appagante, a tratti anche “fastidiosa” e tutt’altro che “veloce”.

Commento finale

The Invincible è un racconto interattivo che spinge il videogiocatore a proseguire nell’avventura grazie all’alone di mistero che permea tutta la narrativa. Tuttavia, pad alla mano è un titolo molto rigido, anche inquadrandolo nel “limitato e limitante” genere in cui rientra.

7.3

The Invincible


The Invincible è un racconto interattivo che spinge il videogiocatore a proseguire nell'avventura grazie all'alone di mistero che permea tutta la narrativa. Tuttavia, pad alla mano è un titolo molto rigido, anche inquadrandolo nel "limitato e limitante" genere in cui rientra.

PRO

Tutto ciò che riguarda il comparto narrativo è eccelso, dalla reinterpretazione dell'opera originale al mood generale | Direzione artistica riuscitissima |

CONTRO

Troppo guidato e lento, anche inquadrandolo nel genere dei walking simulator | Longevità scarsa |

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