Intorno al progetto The Plucky Squire si è creato, negli anni, un vivace interesse. L’esordio di All Possible Futures, team fondato nel 2019 dai veterani James Turner e Jonathan Biddle, sotto egida Devolver Digital aveva infatti incantato il pubblico fin dall’annuncio. Un action adventure ambientato all’interno di un racconto per giovanissimi che tuttavia proponeva una feature inequivocabilmente intrigante: la possibilità di saltare fuori dalla carta stampata ed esplorare il mondo reale. Tanto bastava per evocare suggestioni nei confronti di un progetto che era ed è rimasto fondamentalmente di natura indie, nonostante le aspettative del pubblico.
In questo senso, le nostre ore in compagnia di The Plucky Squire ci hanno confermato il talento del piccolo studio di sviluppo, che ha mantenuto con merito la loro promessa (e premessa). D’altro canto, sono forse le stesse attese nei confronti della produzione All Possible Futures ad aver tirato un tiro mancino, lasciandoci con un pizzico di amaro in bocca. Scopriamo insieme perché, nonostante tutto, l’avventura dello scudiero coraggioso merita di avere un posto di onore alla tavola dei migliori indie del 2024.
The Plucky Squire è disponibile dal 17 Settembre su PlayStation 5, Xbox Series X/S, Nintendo Switch e PC (via Steam). Il titolo è altresì disponibile per tutti gli abbonati a PlayStation Plus Extra e Premium. L’appuntamento invece per l’edizione fisica è prevista per il 21 Febbraio 2025, quando il titolo arriverà per i collezionisti PlayStation 5 e Switch (anche in edizione Deluxe per entrambe le piattaforme Sony e Nintendo).
Versione testata: PlayStation 5
C’era una volta… e forse mai più?
Jot è l’eroico e temerario protagonista della favola per bambini The Plucky Squire. Le sue incredibili gesta accompagnano la crescita di giovani ragazzini, che possono perdersi nei racconti fiabeschi in cui l’intrepido scudiero si oppone allo stregone Humgrump. Tuttavia, un giorno il malefico cattivo apprende una verità sconvolgente. Lui, Jot e la loro intera realtà non è altro che un racconto su carta stampata, destinata a seguire uno schema prefissato in cui il male è vincolato a perdere sempre contro il bene. Humgrump architetta dunque un piano diabolico: usare una magia misteriosa per espellere Jot direttamente nel mondo reale. Con il protagonista della fiaba fuori dai giochi, lo stregone può infatti finalmente plasmare la propria realtà a suo totale piacimento. Toccherà a Jot trovare il modo di viaggiare tra le due dimensioni e sconfiggere Humgrump una volta per tutte.
A metà strada tra le suggestioni di Toy Story e le tematiche del cult Last Action Hero, The Plucky Squire dipinge una storia incantevole, muovendosi su due piani tematici. Da un lato le vicende di Jot e dei suoi amici, che vogliono trovare il modo di salvare il regno di Mojo. Dall’altro lato, la necessità di ripristinare al più presto il naturale corso della storia per far svolgere al libro stesso il proprio ruolo formativo nei confronti del suo proprietario. Proprio da questo punto di vista, All Possible Futures imbastisce a sorpresa una parabola sulla formazione di un giovane ragazzino, destinato ad un roseo futuro con un percorso educativo ricco di valori positivi. L’odissea di Jot diventa dunque una missione non solo per salvare la propria realtà, ma anche quella del loro innocente proprietario.
Da questo punto di vista, The Plucky Squire rappresenta una vera e propria esperienza da vivere con delicatezza, assaporando messaggi talvolta sottili, talvolta più incisivi. Peccato che, vista la trasverasalità del racconto capace di parlare ad un’ampia platea, il titolo non supporti l’italiano. Nonostante l’inglese in uso sia piuttosto scolastico, è altresì da rilevarne una corposa presenza anche per motivi “ludici”. Vi spieghiamo perché.
Un viaggio imprevedibile
Dopo una fase iniziale piuttosto ordinaria del tutto simile ai classici action adventure bidimensionali con inquadratura semi isometrica, The Plucky Squire entra nel vivo buttandoci nel mondo reale.
Dopo che Humgrump riuscirà infatti ad espellere Jot al di fuori del libro, lo scudiero si ritroverà con l’abilità di poter passare da una dimensione all’altra in specifiche occasioni. L’escamotage narrativo ha permesso agli sviluppatori non solo di fondere segmenti puramenti bidimensionali a sezioni interamente tridimensionali, ma altresì di dosare grande originalità ed imprevedibilità.
The Plucky Squire è capace di passare, senza soluzione di continuità, dal platforming 3D allo sparatutto a scorrimento, dagli enigmi ambientali a sezioni prettamente narrative. E lo fa con una padronanza quasi sempre impeccabile, riuscendo a sorprendere continuamente nell’arco delle circa otto ore richieste per raggiungere i titoli di coda.
Gran parte del merito deriva dal lavoro artistico di All Possible Futures. The Plucky Squire non è solo bello da vedere, ma vanta uno stile carismatico, un sapiente utilizzo dei colori ed uno sfruttamento a tratti miracoloso della narrazione. Essa infatti avviene per il tramite delle pagine illustrate, riservando spesso soluzioni gustose e raffinate che avvicinano la produzione al mondo dell’animazione.
Le sezioni più ispirate, un pò a sorpresa, sono proprio quelle riservate ai rompicapi che tirano in ballo contemporaneamente il libro delle fiabe ed il mondo reale. Grazie infatti a particolari artefatti sarà possibile interagire in modi multidimensionali. Ad esempio sfruttando un timbro capace di far materializzare bombe all’interno del mondo di Mojo, oppure facendo scivolare elementi dello scenario inclinando le pagine del libro. O ancora, spostando le parole delle didascalie per alterare elementi dello scenario. Si tratta di trovate geniali ed ispirate, che purtroppo però non vengono mai pienamente approfondite nelle loro reali potenzialità.
Oltre lo stile
The Plucky Squire non è un titolo perfetto e non realizza quella doppietta di capolavori imperdibili sognata dai fan di platform dopo Astro Bot (qui la nostra recensione).
Anzitutto, perché non siamo di fronte ad un platform, nonostante aspettative e speranze di molti. Secondariamente, perché anche la classificazione di action adventure è limitante.
L’opera di All Possible Futures mescola tanti generi e soluzioni di gameplay, ma lo fa mettendo al primo posto la narrativa e l’esperienza che vuol veicolare. Così facendo, rinuncia consapevolmente ad approfondire meccaniche interessanti (come quella dei timbri), così come al proporre un tasso di sfida adeguato.
Ludicamente, infatti, il titolo si dimostra spesso semplicistico, a tratti quasi apatico. Certamente, non tutte le produzioni devono offrire complessità e profondità. Tuttavia, la delusione di molti potrebbe essere palpabile. Il problema viene inoltre accentuato dalle fasi iniziali, che tendono a ricorrere spesso a soluzioni ripetitive. Orfane delle idee introdotte da metà gioco in poi, le prime ore rischiano di rendere l’esperienza purtroppo a tratti noiosa.
Anche tecnicamente il titolo non è così impeccabile come si saremo aspettati. La nostra prova su PlayStation 5 non ha evidenziato problemi di stabilità, quanto semmai qualche bug di troppo ed incertezze tecniche. In alcuni casi, siamo stati costretti anche ad uscire dal gioco e rientrare, per far svanire un comportamento anomalo o l’assenza di un punto di interazione. Sono aspetti che vengono tutt’ora risolti grazie al lavoro del team di sviluppo, ma che comunque sono presenti al momento del lancio.
Commento finale
The Plucky Squire rappresenta un piccolo grande successo per All Possible Futures, che realizza esattamente quanto auspicato. Un’esperienza unica e fresca, alla portata di tutti, colma di gioia ed ispirazione. Forse proprio per questo, qualcuno potrebbe rimanere deluso dalla reale portata ludica del progetto, molto più dalle parti di un semplice action adventure con enigmi rispetto ad una odissea di ampio respiro e meccaniche complesse. Per tutti coloro che invece ne abbracceranno l’originalità accogliendone pregi e difetti, l’esperienza potrebbe rivelarsi tra le più speciali della generazione. Devolver Digital si conferma, ancora una volta, la regina tra i talent scout del mondo indie.