La tematica sugli zombi ha raggiunto l’apice all’inizio degli anni 2010, grazie a serie come The Walking Dead e a titoli videoludici (apripista) come The Last of Us (qui la nostra recensione).
In poco più di un decennio, le produzioni “zombifiche” sono state innumerevoli; come non citare, Dying Light, Days Gone, State of Decay 2, Left 4 Dead, il recente Resident Evil 4 e The Last of Us Parte 2. Proprio con riferimento all’opera di Naughty Dog, sembra che l’uscita della serie di The Last of Us di HBO agli inizi del 2023, abbia in qualche modo “riacceso la scintilla” che il pubblico aveva (diciamo un po’ perso) per i giochi di zombi.
Fra le ultime iterazioni lanciate sul mercato e precisamente il 29 giugno 2023 su mobile (iOS, Android) e Microsoft Windows, troviamo Undawn, un gioco free-to-play survival/zombie sviluppato da Lightspeed Studios e pubblicato da Tencent Games (precedentemente Lightspeed & Quantum, noto per produzioni del calibro di PUBG Mobile e APEX Legends mobile).
Data la caratura dello studio e dei suoi sviluppatori è quasi “scontato” pensare che il progetto Undawn sia a dir poco “sensazionale” … vediamo, quindi, se si tratta di un gioco che vale la pena provare o ci troviamo difronte all’ennesima produzione: “tutto fumo e niente arrosto“!
Versione testata: Android
Storia
Undawn, propone una trama nella media (forse anche un pelino al di sotto) che ruota attorno a tematiche e dinamiche classiche del genere, nello specifico alla sopravvivenza e al rendere le comunità più forti e meglio attrezzate per respingere i tanti pericoli derivanti dai “non morti“. A nostro giudizio, per quanto soggettivo possa essere, la storia sarebbe potuta essere migliore se il team si fosse concentrato maggiormente sulla narrazione e il suo sviluppo. Alcune missioni e svariati elementi della storia sembrano un po’ fuori contesto e palesemente inseriti per “riempire” e questo inficia tantissimo sull’esperienza di gioco.
In futuro, l’umanità si imbatte in un misterioso frammento di meteorite custodito all’interno di una reliquia. Questo frammento contiene un elemento speciale che porta a una svolta della tecnologia bionica e le cure mediche genetiche. Ma l’umanità non sa che l’elemento presto distruggerà la loro società. Gli zombi arrivano, determinando la fine della civiltà. Ma non tutte le speranze sono perdute. Da qualche parte sulla costa occidentale del continente, un gruppo di sopravvissuti chiamato Raven Squad ha creato un luogo di rifugio. Dopo anni di difficoltà, Raven Shelter diventa un prospero rifugio. Ma la minaccia degli zombi rimane, con gli infetti che continuano a mutare, mentre banditi e teppisti vagano per le terre, in cerca di facili bottini. È qui che entriamo in gioco noi; nei panni del “novellino”, appena arrivato a Raven Shelter,, dovremo lavorare per il rifugio, aiutando gli avamposti più piccoli e soprattutto sopravvivendo nelle terre selvagge, il tutto combattendo con mostruosi abomini e umani (in stile Fallout) che si sono persi a causa dell’apocalisse.
Gameplay
Undawn strizza fortemente l’occhio agli “sparatutto battle royale“. La prospettiva in terza persona, le loot box e il movimento del personaggio sono le prime cose che noterete quando accederete al gioco. Mediocre lo “shooting system”. Detto ciò, ci preme dire sin da subito che sullo smartphone da noi utilizzato per il test (Samsung Galaxy S22 Ultra 5G), non abbiamo riscontrato problematiche e lag di alcun tipo; con le dita è abbastanza facile camminare, scattare ed in generale spostarsi sulla mastodontica mappa di gioco. Raramente abbiamo notato un’animazione balbettante o un movimento dei personaggi poco convincente. La disposizione dei pulsanti, tuttavia, richiede attenzione, in quanto sono diversi e posizionati non benissimo. Il layout può essere però personalizzato. Sfortunatamente, la problematica di peso in cui siamo incappati è lo sbilanciamento incredibile che si ha fra utenti mobile e utenti PC nei matchup PvP. Quest’ultimi ampiamenti avvantaggiati nei controlli; forse sarebbe stato meglio lanciare il gioco esclusivamente su smartphone.
Man mano che i giocatori avanzeranno nella trama, scopriranno quanto il gioco ha da offrire (almeno sulla carta). Si immergeranno nel funzionamento della comunità e avranno l’opportunità di costruire una casa che gli consentirà di esprimere la propria creatività. Tuttavia costruire case e “fare comunità” non è l’unica caratteristica offerta dal gioco. Seguendo il già citato concetto di sopravvivenza post-apocalittica proprio come altri titoli “simili”, vale a dire Days Gone e Fallout, il giocatore, dovrà utilizzare le proprie abilità per affrontare nemici mutanti e umani. Inoltre, anche la gestione delle risorse gioca un ruolo importante, in quanto è necessario ricercare risorse da accampamenti abbandonati e/o saccheggiarle dal corpo del nemico sconfitto.
E proprio la ricerca di risorse, dovrebbe essere un elemento cardine di ogni survival game che si rispetti. Invece in Undawn, la strada prescelta dagli sviluppatori è esattamente inversa. Ci sono infatti tantissime risorse: cibo, materiali di fabbricazione, munizioni e chi più ne ha più ne metta per fabbricare qualsiasi cosa quando lo si vuole. Per non parlare dei nemici, che dovrebbero in qualche modo “impedirci” di raggiungere facilmente oggetti e simili e che invece risultano talmente semplici da sconfiggere, che diventano nient’altro che una noiosa routine. E poi davvero, vorremmo capire chi ha pensato ai requisiti per creare determinati oggetti; cosa c’entrano semi, legno e corteccia con la creazione di un fucile d’assalto? Solo lo sviluppatore può saperlo! Le uniche cose veramente che scarseggiano nel mondo di Undawn sono gli oggetti cosmetici e altre che necessariamente richiedono l’utilizzo della valuta in game. Insomma, sembra che tante idee siano state messe lì tanto per, senza un vero senso logico.
Per compensare le carenze data dalla trama, dal crafting praticamente fine a se stesso e da un gameplay generico, gli sviluppatori hanno aggiunto tantissime missioni secondarie nel gioco che possono essere portate a compimento secondo il precipuo desiderio del giocatore. Tuttavia, queste missioni secondarie non aggiungono alcunché alla trama principale. Il concetto “di attivazione” delle stesse è però buono e riprende chiaramente quanto fatto con Days Gone da Sony. I giocatori devono attivarle interagendo con gli NPC che offrono queste missioni. Questo “forza” i giocatori a scoprire l’intera mappa del gioco che – vi garantiamo – non avrebbero fatto se non ci fossero state le quest secondarie. Purtroppo, dopo una manciata di missioni, tutto diventa davvero troppo ripetitivo. Da sottolineare che ogni sezione della mappa è interconnessa e i giocatori possono facilmente viaggiare ed esplorare il pericoloso mondo di Undawn, a piedi o in monto ecc.
Modalità
Prima di parlare delle modalità, vi farà piacere sapere che in termini di connessione, i server di Undawn sono stabilissimi. Non siamo mai stati disconnessi in maniera inaspettata.
Ci sono modalità PvE in cui il giocatore e una squadra di amici o giocatori casuali sarete chiamati a sconfiggere un boss o orde di nemici. C’è anche una modalità PvP (sicuramente quella cardine della produzione) in cui dovrete ottenere quanti più punti possibile per raggiungere il punteggio più alto prima che scada il tempo. C’è inoltre una modalità denominata come Blockade – un mix di PVP e PVE – in cui combatterete creature simil umani e altri giocatori nell’area.
Sistema di personalizzazione a dir poco inaspettato
Al di là dei tanti problemi di gameplay e narrativi, fra le funzionalità che ci hanno convinto pienamente, ci sono quelle relative alla personalizzazione del personaggio. La suite permette all’utente di creare – a propria immagine e somiglianza – l’alter ego virtuale desiderato.
Grafica e tecnica
Non aspettatevi una grafica spacca mascella ma tutto sommato, è tra gli elementi maggiormente convincenti del gioco. Tutto in Undawn sembra stato ricreato davvero bene, a partire dagli alberi, passando per gli equipaggiamenti e le attrezzature, e fino ad arrivare agli NPC. Buonissima anche l’illuminazione.
A convince è anche l’aspetto tecnico; come anticipato, abbiamo notato lievissime sbavature. Ottimi gli effetti sonori, ed in particolar modo quelli delle armi. Ognuna presenta suoni diversi ben caratterizzati.
Da segnalare che il gioco non è localizzato in italiano.
Commento finale
Undawn – purtroppo – è uno sparatutto survival horror che non mantiene le aspettative. E’ chiaro che lo sviluppatore ha osato troppo, inserendo tantissimi elementi ma in maniera un po’ casuale e senza filo conduttore. Nello specifico, il gameplay è poco ispirato e generico, la trama – sebbene con premesse degne di nota – non riesce a decollare e le missioni secondarie, seppur tantissime, non aggiungono nessun dettaglio in più. Da rivedere, il sistema di crafting, troppo fine a se stesso. Sebbene, la grafica sia piuttosto buona, così come il sonoro e le modalità PvE e PvP, le gravi mancanze sopracitate fanno sì che il prodotto di Lightspeed Studios e Level Infinite sia un buon gioco e nulla più che non riesce a fare abbastanza per risultare veramente interessante e diverso da altri titoli già visti in passato.