Recensione Red Dead Redemption 2

Red Dead Redemption 2 è uno dei giochi più bizzarri, ambiziosi e confusionari di questo decennio.

Versione testata: PlayStation 4

Red Dead Redemption 2 è un prequel del Western Open-World del 2010. Ambientato quasi interamente nel West Americano due decenni dopo la ricostruzione, racconta due storie parallele: una riguarda un viaggio fuori dall’acqua con il criminale di buon cuore Arthur Morgan e i suoi colleghi, tutti membri di una famigerata banda; l’altra, verte sul senso di ipocrisia dell’Occidente americano. È un titolo che paradossalmente, sembra essere stato realizzato con tanto amore, ma al contempo è permeato da una potente dose di odio verso se stesso.

Con sicurezza possiamo affermare che Red Dead Redemption 2 è il gioco più bizzarro, più lento e più confusionario di questo decennio.

Red Dead Redemption 2 è un gioco di scelte e conseguenze in cui si ha solo l’illusione del libero arbitrio. Sì, ci sono alcune decisioni da prendere e quelle decisioni daranno forma al nostro personaggio e al mondo che ci circonda. Anche se le scelte più importanti sono state fatte prima ancora che inizi la partita, lasciandoci ad affrontare il caos. E poiché si tratta di un prequel, anche voi (probabilmente) saprete come finisce la storia… Tutto ciò che rimane è scoprire cosa succede nel mezzo e goderselo al meglio. A tal fine, combatteremo contro la natura ripetitiva delle missioni, frequenti dilemmi morali e l’inconveniente di fare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Per la maggior parte del tempo la frustrazione e la tensione, che saranno vostre inseparabili compagne di viaggio, riusciranno a donare maggiore impatto alla storia.

In un mondo spietato con gente senza scrupoli

Cominciamo dall’inizio: è il 1899 e i fuorilegge americani sono una specie in via di estinzione. L’olandese Dutch Van der Linde e la sua banda sono in fuga dopo una rapina fallita nella fiorente città di Blackwater e si sono ritirati in alto sulle montagne dove una tempesta sta coprendo la loro fuga. Ci ritroviamo ad indossare i panni di Arthur Morgan, un fuorilegge straordinariamente bello e capace che è stato trovato e cresciuto da Dutch seguendolo nel cammino che porta alla parte sbagliata della legge.

La banda di Van der Linde è già in declino, come sappiamo dal gioco precedente. Ci sono alcuni volti noti – il protagonista di Red Dead Redemption, John Marston, tanto per cominciare – e anche di nuovi. Come membro anziano Arthur Morgan, è nella posizione privilegiata di essere la mano destra di Dutch Van der Linde; è a conoscenza delle sue macchinazioni e partecipa attivamente a tutte le uscite più importanti. Una volta che la banda è riuscita a scappare dalla tempesta, si stabilisce in un bivacco temporaneo. Qui ci troveremo sin da subito a dover asservire ai nostri compiti, partendo dalla Gestione delle finanze del campo.

Abbiamo un certo potere decisionale, fatto che ci darà la giusta energia e ci incoraggerà a fare come riteniamo più opportuno. Una lunga serie di missioni della storia ci presenta in anticipo alcuni dei modi in cui possiamo passare il tempo; tra questi la caccia, la pesca, l’allevamento dei cavalli e il furto. Ci sono diverse “nuove” meccaniche e l’apprendimento delle basi richiede diverse ore di pratica e adattamento. Inoltre, l’apprendimento effettivo è ben programmato e integrato con il proseguire della narrazione e le missioni ci informano anche sui personaggi e sull’area circostante.

Immerso nel selvaggio West, dovrai tenere il mondo di gioco ai tuoi piedi

E che mondo è! Più ampio, più bello e più vario di quello che abbiamo esplorato in Red Dead Redemption (nonostante siano incluse anche alcune parti della mappa di quel gioco). Ci sono cime innevate e umide paludi infestate da alligatori. Si passa dalle fitte foreste alle piantagioni, passando per altipiani, fattorie, laghi, piantagioni e caverne. C’è la città fangosa di San Valentino, con i suoi edifici in legno e il suo fascino rustico, e poi c’è l’imponente città di Saint Denis, una metropoli sudicia e in crescita, piena di stravaganze moderne come tram elettrici, strade asfaltate e ristoranti cinesi. Il vasto assortimento di ecosistemi e ambienti perfettamente cuciti insieme qui è a dir poco straordinario.

Red Dead Redemption 2 fa un lavoro eccezionale a razionare lentamente i motivi per visitare ogni angolo del suo enorme mondo. Le carte non vengono scoperte sino alla fine del gioco, che vi accompagnerà per oltre 60 ore. Sarà una gioia scoprire luoghi privi dell’impronta umana o che non avevamo avuto modo di raggiungere in precedenza. La capacità di questo gioco di mantenersi fresco dopo così tante ore è straordinaria; ancor di più se si pensa che non è interamente dovuto alle dimensioni e alla diversità del mondo: Invero, è da attribuirsi a come tutti i luoghi presenti sembrino vivi. Mentre il mondo in gran parte rurale di Red Dead Redemption 2 è molto meno denso di quello di Grand Theft Auto V, è assolutamente ricco di fauna selvatica da scoprire, persone con cui interagire (e potenzialmente aiutare) e come detto poche righe più su, luoghi da scoprire e esaminare.

Il realismo fa quasi da padrone in questa esperienza

I migliori open world sono quelli che sembrano quasi indifferenti alla nostra presenza. Ci siamo seduti e abbiamo guardato i boscaioli abbattere gli alberi in un campo e curiosamente pedinato uno sconvolto uomo inglese che vagava per la città cercando il suo compagno “Gav”. Niente di tutto questo è cruciale per la progressione della storia di Arthur; aiuta solo a costruire un mondo intorno a lui che ci ha fatto sentire come un visitatore piuttosto che il centro dell’universo. Red Dead Redemption 2 ci “inchioda” in un modo che pochi altri titoli, o meglio nessuno del genere, è riuscito a fare prima.

Oltre ai meccanismi delle varie attività, ci vengono presentati anche alcuni elementi di semi-realismo con i quali dobbiamo confrontarci. Principalmente, dobbiamo mangiare per rinvigorire la nostra salute, la resistenza e le “abilità”, che si esauriscono con il passare del tempo. Mangiare troppo o troppo poco porta a cambiamenti di peso e variazioni delle statistiche. Mangiare in sé non è un problema, ma mangiare abbastanza per mantenere un peso medio è una meccanica invasiva; nonostante abbiamo verificato meticolosamente cosa e quanto spesso abbiamo mangiato, non siamo riusciti a far si che Arthur non fosse in sottopeso, e mangiare più spesso avrebbe richiesto troppo tempo. Anche il sonno ha il suo ruolo, ma non è di primaria importanza, mentre per sopravvivere a temperature calde o fredde basterà scegliere l’abito giusto dalla ruota degli oggetti. Ritornando al peso, possiamo tranquillamente dire che la sua gestione si avvicini molto al frustrante.

L’America di fine ‘800 in tutto il suo splendore

Le opzioni di viaggio veloce limitate sono il lato migliore del realismo di Red Dead Redemption 2, forse in controtendenza con altri titoli “simili”. Non c’è nessun viaggio veloce all’inizio e poche opzioni di spostamento, quindi dobbiamo fare affidamento quasi esclusivamente sul nostro fedele destriero per muoverci e non solo. Potrebbe risultare leggermente lento, ma non si percepisce particolarmente in quanto, lungo la strada, c’è molto da fare e da vedere.

Gli incontri casuali sono abbondanti e spesso interessanti; potremmo trovare uno straniero che ha bisogno di un passaggio in città o una vittima di un morso di serpente che ha bisogno di qualcuno per succhiare il veleno dalla ferita ed evitare il peggio. Potrete imbattervi di fronte ad un grottesco omicidio che vi lascerà completamente fuori strada, oppure possiamo ignorare qualcuno in pericolo e continuare a cavalcare. Proprio come possiamo decidere noi chi derubare o uccidere, ci imbatteremo anche in persone che faranno lo stesso con noi.

Nella valle della violenza

Il ritmo più lento di Red Dead Redemption 2 rispetto a GTA V ci incoraggia ancora di più a goderci il mondo proposto dallo sviluppatore. I corpi devono essere saccheggiati manualmente e Arthur ha bisogno di maneggiare fisicamente un corpo per farlo. Le pistole ad azione singola devono essere armate prima di sparare. Il caffè deve essere preparato prima di berlo.

Sospettiamo che qualcuno potrebbe considerare questo genere di cose inutili, ma fidatevi che non è così. C’è qualcosa di metodico in questo, che aiuta davvero Arthur a trovare la giusta posizione nel mondo, piuttosto che farlo sentire come se stesse scivolando attraverso di esso. Ad esempio, abbiamo particolarmente apprezzato il processo deliberato e meccanico di caricare una nuova cartuccia con un fucile a leva tramite una seconda pressione del pulsante di fuoco: possiamo addirittura sospendere l’effetto “drammatico” a metà del procedimento. Quelli di Rockstar non hanno bisogno di questa meticolosità, ma il team americano, con aggiunte quasi banali e controlli così raffinati ha fatto in modo di farci sentire, proprio come il protagonista, parte dell’universo di Red Dead Redemption.

Il ritmo, lo decideremo noi, senza alcuna fretta. Ci guardiamo intorno e borseggiamo una dozzina di ragazzi morti o andiamo via da Dodge? Sono situazioni alle quali dobbiamo essere preparati e soprattutto dovremo accettare anche le relative conseguenze alle nostre azioni perché indugiare sulla scena di un crimine ci mette naturalmente a rischio di essere scoperti. Certo che quella pepita d’oro era troppo allettante per lasciarla ad altri….

Diversi ambienti per la più grande avventura Rockstar

La versione dell’America di Red Dead Redemption 2 è vasta e aperta, e si estende dalle montagne innevate alle Grandi Pianure fino alla New Austin del gioco originale nel sud-ovest. Più a est c’è il profondo sud, ispirato alla Louisiana, che sta ancora subendo gli effetti della guerra civile dopo quasi 40 anni. C’è un cambiamento distinto quando si viaggia da una regione all’altra; mentre le colline erbose diventano paludi piene di alligatori, i veterani dell’Unione lasciano il posto ad arrabbiati ostaggi confederati, mentre buone intenzioni e razzismo si trasformano in disperazione e totale bigottismo.

La varietà fa sentire il mondo ricco, e si percepisce che esso reagisce attivamente a noi e cambia indipendentemente dal nostro effettivo coinvolgimento; gli edifici andranno scomparendo col passare del tempo, alcune delle persone con cui abbiamo parlato si ricorderanno delle nostre azioni (buone o cattive che siano) perfino molto tempo dopo aver interagito con loro. Gli eventi accidentali che accadono mentre esploriamo, costituiscono gran parte del sistema morale, in cui guadagniamo e perdiamo onore in base alle azioni che andremo a compiere. La morale “buona” è relativa – dopotutto facciamo comunque parte di una gruppo di banditi.

Aiutare qualcuno che ha problemi con la legge ed è in fuga da essa, potrebbe farci guadagnare punti morale “buoni”, anche se dovrete uccidere qualche uomo di legge e/o ladro. Commettere un crimine disonorevole è qualcosa di difficile da fare senza che qualcuno ci veda o abbia intuito qualcosa, ciò accade persino nei luoghi più remoti. Solitamente la corretta riuscita di eventi criminosi richiede di rintracciare e minacciare un testimone, scappare e nascondersi dalla legge, o pagare una taglia. Perpetrare “azioni cattive” ci permetterà di guadagnare più soldi, mentre l’onore ci farà ottenere degli sconti interessanti nei negozi. Tra l’altro alcune missioni della storia sapranno riempire d’oro le vostre tasche.

Buoni o cattivi, non è la fine…

Il gioco spinge sul far comportare diligentemente Arthur. Difatti, i membri della banda con i quali ha più rapporti sono i più virtuosi del gruppo, mossi da principi leali e altruistici, quali il desiderio di aiutare il prossimo. Per questo motivo, generalmente, Arthur reagisce in modo negativo a coloro che sono testardi e viziosi. Il più odiato dal protagonista è senza dubbio Micah Bell, un personaggio così disgustoso che consigliamo di evitare, al fine di seguire percorsi più onorevoli.

Uno dei dettagli più sottovalutati del gioco è il diario di Arthur, in cui il protagonista ripensa sia ai grandi eventi che alle cose più banali e quotidiane. Disegna i posti dove va, ritrae le piante e gli animali che trova durante la sua avventura e scrive pensieri che a malapena dice a voce alta. Il diario cambia in relazione al livello d’onore; tuttavia, pur raggiungendo la valutazione onorevole, le pagine del diario sono piene di preoccupazioni e crisi esistenziali – turbolenze interiori per il fatto di essere o il bene o il male, ad esempio – che ci fanno davvero venir voglia di vederlo diventare una persona migliore.

La storia come peggior nemico del buon Arthur

Tuttavia, è molto più difficile sentirsi un bravo ragazzo quando si svolgono le missioni della storia principale. Arthur, come altri, è fedele alla banda prima di tutto. Ciò significa seguire Dutch nei guai, aiutare gli amici carcerati e commettere una serie di rapine al solo scopo di ottenere denaro per la banda.

Anche se stiamo cercando di fare del bene, dovremo inevitabilmente massacrare intere città in missioni obbligatorie. Purtroppo, furtività e abbattimenti non letali non sono sempre un’opzione, e il mirino di blocco automatico rende le sparatorie la soluzione migliore.

La dissonanza tra queste due morali è a dir poco frustrante, ma è incredibilmente importante per l’arco narrativo e di crescita del buon Arthur così come la comprensione della banda nel suo insieme.

Ciò si estende alla struttura delle missioni della storia, che iniziano a diventare prevedibili a metà del gioco. Il gioco si basa su una buona narrativa che grazie alla buona varietà e al bilanciamento fra missioni ed esplorazione, riesce ad essere davvero convincente.

Come ogni buon prequel, c’è un’incredibile quantità di tensione nel sapere cosa succede senza sapere esattamente come. Se avete giocato a Red Dead Redemption, saprete chi sopravvive e di conseguenza chi probabilmente non ce la farà fino alla fine del gioco. Anche durante le parti più lente, saremo in attesa di tradimenti, scontri e altri eventi di cui abbiamo sentito parlare solo vagamente prima. Staremo in trepidante attesa che i personaggi rivelino la loro vera identità, e guardare la matassa dipanarsi è allo stesso tempo, avvincente e straziante.

Commento finale

Red Dead Redemption 2 affronta con attenzione le questioni pertinenti dell’epoca. I personaggi non vengono definiti per ciò che sono, siano essi bigotti o razzisti vengono piuttosto identificati come individui a tutto tondo, senza tuttavia ignorare che sessismo e razzismo esistano vivi e vegeti nel selvaggio West. Uno degli archi narrativi si concentra su un problemi abbastanza seri, ma, la mancanza di una vera scelta nella direzione della storia e il conseguente coinvolgimento in ciò che accade, molto probabilmente vi metteranno fortemente a disagio.

Mentre Red Dead Redemption era principalmente incentrato sulla storia di John Marston, RDR 2 riguarda l’intera banda di Van der Linde. Quest’ ultima è vista come una comunità, come un’idea, e come l’ultima espressione del morente selvaggio West. Il titolo riguarda anche Arthur, ma come la lente attraverso cui si guarda la banda, la sua storia personale è al servizio di qualcosa di più ampio. Alcuni sistemi frustranti e una prevedibile struttura della missione, aiuteranno notevolmente la storia, anche se ci vuole pazienza per superarli e capire perché. Red Dead Redemption 2 è un prequel eccellente, ma è anche una storia emozionante e stimolante a sé stante, ed è un mondo che non lascerete con facilità quando la storia è finita.

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Red Dead Redemption 2
9.7 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One
Pro
    - Il gioco ha un incredibile peso come prequel
    - Caratterizzazione dei personaggi magistrale
    - Un mondo vasto dove non siamo il protagonista ma lo spettatore
    - Missioni e storie ben scritte
    - Il sistema sociale migliora l'immersione e l'impatto con la storia
Contro
    - Elementi di semirealismo in realtà ci alienano dalla storia
Riassunto
Red Dead Redemption è assolutamente un must di questa generazione.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale
Cristian Cantalamessa
Cristian Cantalamessa
Laureato in amministrazione aziendale, collaboro per passione. Cerco sempre di portare e far usufruire di contenuti interessanti, spero di riuscirci. Buona lettura, per chi vorrà!

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