La storica serie SEGA sbarca in occidente.
La saga di Shining appartiene al genere più comune in Giappone, il gioco di ruolo o role-playing game se vogliamo essere completi, abbreviati per necessità in RPG o JRPG se prodotti in terra nipponica.
Il primo titolo dal nome “Shining in the Darkness” uscì nel 1991 per Sega Genesis ed è ancora ritenuto da molte menti dell’industry come il pioniere dei JRPG. Il titolo fu apprezzato all’epoca da pubblico e videogiocatori.
Il secondo titolo (Shining Force), nonostante divergesse molto dal precedente ha comunque introdotto elementi di spicco per il genere e per questo fu accolto abbastanza bene dalla critica.
Sviluppo
Il gioco venne annunciato nel Maggio del 2014 come Shining Resonance, il nuovo titolo della storica serie sviluppato dalla casa del porcospino blu.
Il titolo è stato sviluppato dal gruppo di sviluppatori nipponici noti come Media.Vision, a loro dobbiamo la serie Wild Arms, gli ultimi due titoli dedicati ai Digimon e molti altri (sono in attività dal 1994).
Il gioco uscì su PS3 nel 2017 ed esclusivamente in terra nipponica, nonostante la limitazione territoriale, Shining Resonance Refrain ha comunque riscosso un bel boost di vendite durante la settimana di lancio. Furono infatti vendute circa 67.000 copie del gioco. Con questo risultato si piazza al quinto posto tra i titoli maggiormente venduti durante la settimana di rilascio.
Arrivano altre versioni…
Nel novembre 2017, Sega annuncia l’uscita di una remaster di Shining Resonance Refrain per PS4 (al momento dell’annuncio la remasterizzazione era completa al 90%), nulla venne però detto su una eventuale traduzione in inglese.
Segà capì che per far “viaggiare” Shining Resonance Refrain in altri lidi, era obbligatorio togliere l’ancora dal Giappone. Infatti, nel febbraio del 2018, la stessa software house annunciò l’attesa aggiunta di una localizzazione in lingua inglese e come gradita sorpresa Sega annunciò che il gioco sarebbe anche arrivato nel luglio successivo anche su Xbox One e Nintendo Switch.
Gradite novità.
Queste nuove versioni possono inoltre godere di tutti i contenuti aggiuntivi del gioco originale (che supererebbe i 150 pezzi) e di una modalità aggiuntiva.
La “modalità Refrain”, aggiunge al gioco una interessante storia secondaria che segue il criterio del film “Sliding Doors” (del tipo, come sarebbe andata se…), questa modalità è disponibile sin da subito, anche se sviluppatori e sottoscritto consigliano di giocarsi prima la storia principale.
Trama
Nel gioco impersonerete Yuma Ilvern un giovane e timido ragazzo che rifugge l’idea del combattimento e di qualunque tipologia di conflitto, il tipico “eroe per caso” insomma.
La fortuna, evidentemente schierata dalla parte del giovane, lo vede diventare per motivi sconosciuti “la forza portante” (scusate il paragone, ma rende benissimo l’idea) del Drago Splendente.
Il Drago, entità mitologica venerata dalla popolazione di Alfheim, combattè in compagnia dei suoi quattro fratelli, durante il Ragnarok, contro Deus (una divinità malvagia che dopo la sconfitta venne sigillata) .
Dopo questa sfiancante battaglia, il Drago Lucente ha smesso i suoi abiti mortali ed ha scelto il giovane Yuma come casa.
La madre del ragazzo, poco prima di morire ha fornito al giovane un amuleto magico, che gli permettesse di trattenere gli istinti bassi e bestiali del Drago.
Yuma, impaurito da questa eventualità, rinuncia alla straordinaria capacità di trasformarsi, anche come soluzione estrema, che servirebbe a liberarsi dalle catene e dalle angherie a cui gli sherri dell’Impero lo sottopongono.
Tutto cambia quando arrivano due fanciulle: Sonia, la principessa guerriera del Regno di Astoria e Kirika, una sacerdotessa elfica. Dopo aver salvato il ragazzo, lo porteranno nel regno di Astoria, unico barlume di libertà dallo strapotere imperiale.
Da qui, il giovane Yuma partirà all’avventura per salvare il mondo, accompagnato da graziose fanciulle, a cui fare la corte nel tempo libero.
Gameplay
Partiamo dalla trama, gli sviluppatori del gioco ripropongono quella trama tipica di ogni JRPG, che potrebbe soddisfare gli amici con gli occhi a mandorla, ma in occidente potrebbe far storcere molte sopracciglia.
Il gioco sembra chiaramente prendere ispirazione dalla saga Tales di Bandai Namco, nonostante la buona ispirazione il titolo pecca in più punti.
Combat System
Il sistema di combattimento in questa tipologia di giochi è di primaria importanza, e nonostante gli scontri siano in tempo reale, l’eccessiva legnosità e lentezza del tutto ci porta a preferire il classico combattimento a turni.
Ogni personaggio che vi accompagnerà avrà a disposizione una barra della stamina, che richiede molto impegno per essere svuotata, mentre in pochi secondi verrà nuovamente riempita. Ciò permette a tutti i giocatori, con beneplacito dei meno esperti,di combattere sfrontatamente e senza la minima presenza di strategia.
Nonostante la riluttanza del protagonista, la trasformazione in drago è sempre molto bella da vedere e i nemici sentiranno “l’effetto che fa”, anche qui però una scarsa calibrazione vi permetterà di sfruttare all’inverosimile questa abilità.
L’abuso di questa capacità porterà il nostro Yuma in uno stato di assoluta frenesia, dove attaccherà chiunque gli capiti a tiro, questa piacevole trovata viene però annullata con l’ottenimento di una melodia calmante, così facendo potrete utilizzare la trasformazione in drago fino all’esaurimento della barra dedicata.
Introduzioni interessanti
Shining Resonance Refrain ha anche però degli aspetti positivi, quasi tutti racchiusi in alcuni dungeon procedurali, dove potrete decidere livello di difficoltà e mostri presenti.
Questi dungeon oltre che offrire un livello di sfida interessante, vi permette di combattere contro boss unici e di ottenere premi molto più preziosi dei combattimenti standard. Infatti, una volta sbloccata questa possibilità, scapperete dagli scontri “normali”.
Oltre questa novità che personalmente ho apprezzato, da ex-musicista non potevo non essere felice della possibilità di suonare assieme agli altri dei brani che avessero effetto sul combattimento, possibilità resa sterile da scontri privi di epicità.
Invecchiare non è bello
Molti concorderanno con questa frase, d’altronde da un titolo abbastanza datato ci si aspettava una rimasterizzazione pesante, invece gli sviluppatori si sono limitati a ripulire la qualità dell’immagine e qualche texture.
Inoltre, nonostante la potenza che la Playstation 4 offre, il gioco mette in mostra le sue “antiche” origini con impressionanti cali di frame rate durante le scene con maggiore movimento.
Comparto artistico
Il gioco si salva anche grazie ad una parte sonora di qualità, che evidenzia in ogni momento come l’attenzione alla musica (argomento di grande importanza durante il gioco) sia stata curata in maniera ammirevole. Infatti, la varietà di canzoni (tutte in lingua nipponica) e la qualità delle melodie vi lasceranno estasiati.
Sempre per quanto riguarda la parte artistica, una menzione d’onore va a Tony Taka, l’illustre mangaka giapponese, che con la sua arte ha dotato ogni personaggio di aspetti unici ed interessanti.
Durata
Il gioco, privo di quest secondarie degne di nota, vi offrirà circa una quarantina di ore di intrattenimento, un po’ poco per un prodotto del genere.
- - La trasformazione in drago è troppo bella
- - Comparto artistico di qualità
- - Apprezzabile l'aggiunta di dungeon procedurali
- - Combat System completamente sbilanciato
- - Gioco invecchiato male
- - Frame Rate incostante