Fare meglio dopo “Il cavaliere oscuro” con un protagonista come Batman probabilmente è un’impresa quasi al limite dell’impossibile. Successivamente è arrivato Ben Affleck che ha parzialmente rovinato la figura dell’uomo pipistrello e forse un po’, sentite cose arriviamo a dirvi, anche lo stesso Christopher Nolan che dopo aver portato a livelli senza precedenti di realismo la saga di Batman con uno dei film migliori del franchise, non ha saputo incrementare ciò che ha creato nel suo sequel del 2012.
Quindi quale potrebbe essere la strategia del regista di “Cloverfield” Matt Reeves per migliorare qualcosa che già di per sé è difficile replicare? La Risposta è facile: fare un film più oscuro e dalle atmosfere più noir del “Cavaliere Oscuro” e più lungo di “Dune” con un Batman stand-alone dalla mentalità ancora più seria. Appoggiarsi a questi elementi non significa automaticamente che il pubblico potrebbe gradire e/o comprendere pienamente la visione di Reeves. Ma questo “film noir” di quasi tre ore è, molto probabilmente, tra i migliori del suo bistratto genere, anche se – o più giustamente, perché – ciò che rende il film così grande è la sua volontà di smantellare e interrogare il concetto stesso di supereroi.
Trama
I due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoë Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.
La svolta che prende questo film è unica nel suo genere: Reeves fa qualcosa che modifica la percezione di quelli che, per anni, sono stati gli standard delle produzioni o delle serie televisive ispirate dai fumetti. Infatti, tenta di spogliare il genere dalla maggior parte dei suoi più noti elementi di natura soprannaturale (anche più di quanto abbia già fatto la trilogia di Christopher Nolan) e introduce una versione del supereroe dai lineamenti ideologici più complessi, un classico eroe pulp che sembra, moralmente parlando, quasi un antieroe.
Mentre in questo genere di film i supereroi vengono identificati come figure negative solo dai cattivi e quindi dal rivale del protagonista, in “The Batman” la percezione sembra essere diversa e lo spettatore, preso alla sprovvista, si potrebbe fare la seguente domanda: E se i buoni in realtà non fossero davvero così buoni? E se la persona su cui contavamo per proteggerci potesse in realtà peggiorare la situazione? Sono tutte domande lecite che però, man mano che si avanza nel film, troveranno risposte più che adeguate. Anche se, inizialmente, il rischio è quello di sconfortare/confondere lo spettatore. Ma è un rischio, come precedentemente accennato, preventivato e ottimamente realizzato a livello di spiegazioni con l’intreccio di trama.
Un nuovo protagonista
Parliamo di attori. Nel corso del tempo, un po’ come è accaduto con le innumerevoli pellicole di 007, nell’interpretare Batman ci sono stati diversi caratteri cinematografici: Da Michael Keaton (diretto da un magistrale e quasi debuttante Tim Burton) a Val Kilmer e George Clooney (entrambi diretti dal compianto Joel Schumacher) fino ad arrivare ad un’epoca più recente in cui Christian Bale si è reso protagonista della leggendaria trilogia targata Nolan di cui, successivamente, a raccogliere il testimone è stato Ben Affleck che però, vuoi per la qualità scadente dei film targati nel suo periodo in cui Batman non era neanche il protagonista assoluto, non è mai stato pienamente apprezzato da critica e pubblico. Questa volta tocca a Robert Pattinson ereditare un ruolo non semplice da gestire vista l’enorme mole di interpreti avuti in passato.
L’ex cupa star di “Twilight” in questa pellicola, oltre ad esserne il protagonista, rappresenta la psicologia torturata del personaggio orfano che si ritrova ad affrontare i misteri e le angosce che rappresentano il suo passato in un mondo moderno divenuto ormai decisamente più pericoloso. Gotham è alla costante ricerca di una figura chiave politica che possa far cambiare pagina e reputazione alla città divenuta con il tempo un posto in cui regna principalmente solo l’anarchia la corruzione e delinquenza che però non riguarderà solo ai meri atti malavitosi ma svierà anche sullo spaccio di sostanze illecite. I vigilantes mascherati, nonostante per anni si siano messi a disposizione delle forze dell’ordine, non sono visti come affidabili e infatti l’uomo pipistrello, se non fosse per l’ispettore Gordon, non è percepito bene da gran parte del corpo armato. Questo è sicuramente uno dei punti cruciali del nuovo film targato Revees ed è un aspetto interessante che renderà la trama molto fitta e intensa poiché, questi fattori, non si annideranno solo alla malavita locale ma toccheranno anche altri settori.
Un nemico colto e temibile
Ed è qui che entra in gioco uno dei nemici più carismatici e temibili di Batman: L’Enigmista (interpretato da un Paul Dano magnifico e genuinamente inquietante) che vuole emergere ed ergersi come figura trascinante del popolo per smascherare, tramite dei giochi mentali sadici e letali, quei farabutti dei colletti bianchi incorporati e corrotti ai più alti livelli di potere.
Uno dei motti ricorrenti è il “Basta bugie”, che è uno degli atti d’accusa (scritto in rosso sangue) scarabocchiato sul volto della prima vittima dell’assassino, nientemeno che l’ignobile sindaco di Gotham (Rupert Penry-Jones). Questo è solo uno dei numerosi omicidi macabri perpetrati da questo vendicatore maniacale, che è contorto e moralista come quel folle che possiamo riscontrare nei film di “Saw”.
C’è però una riflessione che vorremmo fare: entrambi gli uomini (Batman e l’Enigmista) sembrano essere dei vigilanti, anche se uno si preoccupa di aiutare la polizia, mentre l’altro tende a prendere di mira le istituzioni e la corruzione sistemica per minare la nostra fede in tali istituzioni. Per farlo utilizza dei mezzi livestream. In realtà, per quanto geniale sia stata la scelta del regista di implementare tale caratteristica al popolare cattivo di Batman, a lungo andare l’impressione che abbiamo avuto è che il messaggio che voleva recapitarci Revees fosse che anche la tecnologia può nascondere delle insidie pericolose.
Un po’ come, recentemente, si possono trovare nei gruppi segreti presenti in alcune piattaforme social piene di disinformazione e odio che possono essere a loro volta sfruttati per fini non benevoli propagandistici. L’enigmista, senza troppi giri di parole, potrebbe avere qualcosa in comune con questo pensiero ed è solo Batman l’eroe in grado di disintegrare queste problematiche, infatti solo lui sembra comprendere i difficili enigmi rilasciati dal villain della DC.
In modi molto più inquietanti di quanto la maggior parte del pubblico potrebbe aspettarsi, “The Batman” incanala (senza estremizzare eccessivamente) le paure e le frustrazioni del nostro attuale clima politico, presentando una saga criminale corposa e completa che mescola elementi del classico film di gangster con commenti all’avanguardia sulle sfide che il mondo moderno deve affrontare. È un’impresa enormemente ambiziosa e abbastanza forte da funzionare. Ovviamente il film comprende anche altri elementi già noti per chi conosce il franchise: Catwoman (interpretata da un’elegante Zoë Kravitz), il Pinguino (Colin Farrell, che sfido chiunque a capire che fosse effettivamente lui!), senza dimenticarci il fedele maggiordomo Alfred (Andy Serkis, convincente e perfettamente a suo agio con questo personaggio). Ovviamente non poteva mancare anche lei, una delle star più indiscusse: la Batmobile protagonista di un epico inseguimento in auto.
Tuttavia ciò che rendere interessante questo film è che per renderlo realistico in più possibile il regista Revees abbia deciso di concentrarsi principalmente sulla psicologia dei personaggi evitando il più possibile di chiamare i personaggi dei fumetti con i loro nomi tradizionali. Senza dubbio avrete notato il “the” nel titolo di “The Batman” e vi sarete chiesti cosa voglia significare. Ciò che ipotizziamo è che Reeves non stia necessariamente cercando di dire che ha creato “l’incarnazione” definitiva del personaggio sullo schermo. Semmai, quella piccola parola “the” getta ancora di più un’aria di mistero sul vigilantes notturno intorno al suo essere eroe mascherato e anonimo, che, spoiler (ma neanche tanto) non sa nemmeno come chiamarsi/identificarsi all’inizio della pellicola. Quando l’imponente leader di una violenta banda di strada lo schernisce dicendogli: “E tu chi diavolo dovresti essere?”, il nostro eroe vestito da pipistrello risponde: “Sono Vendetta”. Il che è tutto dire.
Al cinema la visione che abbiamo avuto modo di commentare in anteprima era l’edizione integrale in lingua originale con i sottotitoli, dunque non abbiamo avuto modo di vedere la versione doppiata italiana e quindi non ci possiamo esprimere sul doppiaggio. La durata del film è di circa tre ore. Se vi fermate fino alla fine dei titoli di coda, è presente un simpatico easter egg ma onestamente ci sentiamo di sconsigliarvi l’attesa perchè non sarà nulla di fondamentale.
Vi ricordiamo che The Batman è in arrivo in sala a partire dal 3 marzo.
Commento finale:
Tra ottime atmosfere dai contorni noir, la colonna sonora che richiama gli anni 90′ con i Nirvana in sottofondo ed un Pattinson in ottima forma abbiamo un ritratto carismatico di Batman che sarà pronto a deliziare i palati dei cinefili sia neofiti che maturi cresciuti con i fumetti di casa DC, da cui prende ispirazione ma che, contemporanamente, il tocco di Revees sembra anche distaccarsene per creare un genere a sè non per forza unto dal filone dei cinecomics.