The Blackout Club – Recensione di un esperimento solo in parte riuscito

The Blackout Club è un interessante esperimento che combina elementi del genere horror a un gameplay a metà tra lo stealth e l’action. Il tutto costruito su una base co-op procedurale, in prima persona. 

Se vi state chiedendo cosa significa in termini pratici, non siete i soli, ma per vostra fortuna ci penso io a spiegarvelo. The Blackout Club è un gioco basato sul multiplayer cooperativo. Il titolo consiste di missioni da completare in quattro giocatori generate proceduralmente. Impersoniamo un avatar creato tramite un editor che va salendo di livello man mano che si portano a termine obiettivi, sbloccando nuove abilità 

Horror Teen Drama

Il tutto è incorniciato da una trama che strizza l’occhio a Stranger Things: un gruppo di ragazzi in un piccolo paese degli Stati Uniti, Redacre, scopre qualcosa di paranormale che sta avvenendo durante la notte a cui gli adulti non vogliono credereOgni notte gli adolescenti del paese si svegliano in una versione alternativa della realtà in cui gli stessi adulti sono trasformati in zombie e li perseguitano. Nel tentativo di sopravvivere e trovare la causa di questo mistero, i ragazzi di Redacre uniscono le forze 

L’aspetto interessante di questo racconto è che vuole affrontare, scanzonandolo con questa verve horror, il tema del confronto genitore-figlio. Certo, non è la più originale delle tematiche, ma il modo in cui viene messa in scena e affrontata è sicuramente nuovo e interessante. 

The Blackout Club Screenshot

Il gioco ci viene spiegato da un livello tutorial in single player della durata di poco meno di un’ora, in cui impersoniamo una ragazza lasciata sola dai genitori in casa, in punizione. Questa è colpevole di essersi improvvisata investigatrice e aver girato dei video col cellulare, infastidendo altri adulti nel tentativo di dimostrare strampalate teorie. La ragazza si sveglia sola in casa ed è spaventata da una presenza, che la porterà a fuggire nel sottosuolo, attraverso una piccola grotta. Questo tutorial ci introduce anche a un’importante meccanica: chiudendo gli occhi è possibile vedere una realtà nascostaCi si palesano nel buio della palpebre serrate alcuni messaggi scritti da un amico misterioso che ci guida, il percorso da seguire sarà indicato da delle orme rosse e potremo vedere La Forma, un inquietante nemico che ci dà la caccia e che solo a occhi chiusi può essere visto. 

L’incipit narrativo è interessante, ben doppiato e, nonostante alcuni limiti tecnici, riesce a catturare. Rappresenta sicuramente la parte migliore del gioco. Il problema è che la narrazione finisce lì, o quasi. Essendo un gioco basato su missioni cooperative on-line generate proceduralmente, non c’è un vero e proprio racconto da seguire.  

The Blackout Club Screenshot

Ripetitività multiplayer

Una volta ultimato questo livello tutorial, The Blackout Club continua abbastanza piatto con livelli on-line in cui ci troviamo a raccogliere prove e disinnescare trappole, evitando gli adulti che girano per il quartiere cercandoci, trasformati in zombie. Come se non bastasse, siamo inseguiti dalla temibile Forma.  

Va detto che in queste missioni co-op on line si possono ritrovare alcuni elementi di lore da seguire per conoscere più approfonditamente il mondo di gioco, ma decisamente non basta questo a tenere i giocatori incollati. Resta l’enorme mancanza di varietà del titolo, che è un problema troppo grave per essere colmato con così poco. A maggior ragione alla luce del fatto che non è semplice né intuitivo approfondire gli elementi narrativi durante le missioni on line. 

Redacre è una città piccolissima, e ospita tutte le missioni che affronteremo on line. Nel giro di tre o quattro partite la conoscerete già a memoria, angolo per angolo, e non basta certo la diversa posizione degli obiettivi a rendere divertente la formula di gioco. Allo stesso tempo non aiuta la poca varietà di nemici. 

The Blackout Club Screenshot

Perfino La Forma, che nasce da un’idea originale, è mossa da un’intelligenza artificiale non particolarmente acuta e risulta alla fine poco paurosa. Di base l’idea che per vedere e sfuggire a questo particolare boss abbiamo bisogno di chiudere gli occhi, affrontando il buio e l’intrinseca paura dell’essere umano di non vedere cosa ci circonda, è interessante. Tuttavia, nella pratica, il fatto che il mostro sia lento e si incastri spesso, non vedendoci a pochi metri di distanza da lui, lo rende un nemico che presto non stimolerà alcuna paura. 

La Forma verrà attirata se uno dei giocatori compirà delle azioni negative nei confronti di uno degli adulti-zombie che circolano in questa Redacre alternativa, per punirlo. Se questo si lascerà acciuffare, si troverà in uno stato di morte temporanea che solo un altro giocatore potrà interrompere. 

Gameplay: qualche guizzo e tanto di già visto

Il gioco, come detto, è in prima persona, ed è un misto di action e stealth. Possiamo usare un dispositivo scelto prima dell’inizio di ogni missione, tra alcuni oggetti come una pistola elettrica o una balestra, e personalizzare la build del nostro personaggio scegliendo tra le abilità principali e secondarie che abbiamo sbloccato. Per quanto riguarda l’aspetto stealth, il titolo recupera un sistema piuttosto inflazionato, ma sempre efficace, reso celebre dai primi capitoli di Splinter Cell. In The Blackout Club abbiamo un indicatore della visibilità e uno del rumore, che ci aiuteranno a capire quanto siamo nascosti e quanto silenziosi.  

Dallo hub centrale del gioco potremo scegliere il nostro strumento e modificare le abilità equipaggiate, che sono di due tipi. Le primarie sono attive e possono essere utilizzate in partita per particolari azioni; le secondarie sono passive e possono aumentare la vita, la forza, la resistenza o caratteristiche simili del giocatore. Oltre a questo, potremo consultare le leaderboard o partire in missione. Per farlo dovremo unirci a una partita già esistente o crearne una nuova. 

The Blackout Club Screenshot

La vera particolarità che contraddistingue The Blackout Club è l’Enhanced Horror System, una particolare meccanica architettata dal team di sviluppo per sfruttare delle registrazioni vocali del giocatore per aumentare la paura o per dare degli aiuti. Il sistema è molto interessante e in buona parte riuscito e rappresenta sicuramente la cosa migliore che ha da offrire il titolo. Non vogliamo rovinarci nessuna sorpresa al riguardo, anche perché questa meccanica è sicuramente più facile e piacevole da fruire giocando, che da raccontare per iscritto. 

Limiti Tecnici

A fronte di tutto ciò, vanno però riportati una serie di problemi tecnici. Da una grafica generalmente poco curata, alle ambientazioni spesso spoglie, passando per un’illuminazione e delle ombre in molti casi tentennanti. Il titolo presenta anche varie compenetrazioni che portano il personaggio a incastrarsi negli oggetti. Non manca anche qualche problema con i sottotitoli, che in alcuni casi sono sincronizzati male rispetto al doppiaggio, così come qualche difetto nell’utilizzo della ruota degli strumenti. Allo stesso tempo anche sul fronte del sonoro e della soundtrack, il gioco sicuramente non eccelle 

Team promettente in cerca di budget

Se da un lato bisogna apprezzare le idee nuove e interessanti del piccolo team di sviluppo Question, che dalla sua vanta collaborazioni importantissime alla saga di BioshockDishonored e altri, dall’altro va detto che il progetto è forse troppo ambizioso per il budget a disposizione della software house. Ed è probabilmente da questo che derivano quasi tutti i problemi che presenta The Blackout Club. 

Non ci resta che augurarci che in futuro il team venga espanso o finanziato da un producer in grado di sostenere un progetto in modo adeguato, o in alternativa che il team ripieghi su titoli di natura indie di più facile realizzazione.

The Blackout Club
6.8 / 10 4News.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    - Tema genitori-figli affrontato in modo originale
    - Enhanced Horror System è una meccanica interessante
    - Impatto grafico riuscito e coinvolgente
Contro
    - Ripetitività generale e poca varietà di obiettivi
    - Qualità tecnica molto bassa
    - Gameplay nel complesso poco divertente
Riassunto
The Blackout Club è sicuramente un titolo interessante, con alcuni spunti positivi. Da un lato affrontate tematiche importanti senza risultare banale né scontato, dall'altro propone alcune meccaniche di gameplay che potrebbero lasciare il segno. Rimangono però troppo evidenti i problemi tecnici di una produzione che avrebbe meritato un budget più alto e una narrazione più presente e articolata
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale



PRO


CONTRO

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