Recensione Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance


La dura Realtà!

Avviato Kingdom Hearts: Dream Drop Distance, al primo impatto si ha l’impressione che  siamo tornati indietro di una ventina d’anni, non per la realizzazione tecnica del titolo, nemmeno per l’assenza di novità, ma peril semplice fatto che la versione italiana è interamente localizzata in lingua inglese; difficilmente nel 2012 ci saremmo aspettati un prodotto soprattutto del calibro di Kingdom Hearts nel quale non è possibile localizzare il doppiaggio nella lingua italiana, quantomeno per i sottotitoli che sono ormai d’obbligo!

Sicuramente il fatto dell’assenza completa della lingua Italiana nel titolo andrà a incidere negativamente nella valutazione globale. Premesso ciò, iniziamo ad analizzare il titolo sotto l’aspetto della sostanza, valutando punto per punto tutto ciò che Dream Drop Distance riesce ad offrire e riesce a portare di nuovo in questo Action/RPG.

Sinceramente, di primo acchito ci siamo trovati di fronte al classico action, condito da ottime dinamiche RPG che hanno reso celebre la serie, ma dopo aver proposto e riproposto alla stregua la solita formula, ci si aspettava qualcosa di nuovo naturalmente. Il “Level design” del primo mondo che funge in qualche modo da “tutorial” ha confermato l’impatto iniziale, con il gioco piuttosto sciablo affiancato da una localizzazione interamente in lingua inglese, e la voglia di fioccargli un secco sei era veramente alta, ma qualcosa mi ha portato ad andare avanti, forse per la mia grande passione per la serie e qualcosa è cambiato!

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