Recensione Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance


Gameplay classico e funzionale!

Come avevamo accennato all’inizio con questo nuovo capitolo di Kingdom Hearts, mi sarei aspettato qualcosa di nuovo, soprattutto avendo un Nintendo 3DS tra le mani e conoscendo bene le capacità e le possibilità della console e del titolo. Ma fatto sta che il titolo, soprattutto nel primo mondo non ci convinceva molto, presentava elementi troppo classici dal gusto quasi retrò che da una parte apprezzavamo ma da un’altra ci poneva di fronte alla realtà che gli sviluppatori non avevano più idee.

Sarà stato per il fatto che la prima ambientazione era la Città di Mezzo, sarà perchè è stata realizzata con estrema superficialità sia per dinamiche che di design, sarà dovuto al fatto che ci si ritrova a spostarsi da una parte all’altra di una mappa estremamente piccola senza un scopo, sconfiggendo ondate di avversari.

Ma vedendo il titolo da un diverso punto di vista, ci rendiamo conto che Kingdom Hearts: Dream Drop Distance può contare su un combat system appagante, su una buona varietà di nemici e spesso impegnativi da affrontare grazie alla buona IA e su una crescita del personaggio rivista e sistemata. decisamente più potente e migliore di quelle viste in tutti i spin-off usciti fino ad ora.

Ovviamente, le buone meccaniche di gioco sopracitate, si vanno ad affiancare al tradizionale sistema di gioco, il quale da una grossa importanza ai combattimenti. Infatti, per l’intera avventura come nei precedenti capitoli, quello che dovrete fare sarà menare i nemici, naturalmente non mancherà una marcata ripetitività di fondo sempre stata presente in quasi tutti i capitoli della serie, ma potreste benissimo tralasciarla grazie alla varietà estetica e ad un plot narrativo davvero straordinario soprattutto da metà avventura, dove il ritmo di gioco tende ad aumentare.

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Naturalmente la realizzazione di un Kingdom Hearts su Nintendo 3DS ha permesso alla software house di sfruttare almeno in parte le capacità della console. Nonostante questo episodio portatile non stravolga la serie, la software house inserisce una nuova azione denominata Flowmotion; questa nuova azione permetterà di sfruttare alcuni elementi dello scenario, come aste, alcune tipologie di nemici, muri e quant’altro per muoversi più velocemente nello scenario di gioco. Ovviamente l’implementazione di tale meccanica è molto semplice e permetterà al giocatore di eseguire questa azione anche in combattimento garantendo maggiore libertà e strategia al giocatore. Come citato in precedenza il sistema di crescita del personaggio è stato rivisto e sistemato sotto alcuni aspetti, naturalmente con l’avanzare dell’avventura il giocatore sarà costretto personalizzare il proprio personaggio con nuove abilità, tecniche ed eventualmente crescere di livello per affrontare certe parti del gioco, perchè sicuramente una progressione superficiale porterà ad una sconfitta certa.

Il “flowmotion” non è l’unica novità del titolo, per dimostrare che Kingdom Hearts: Dream Drop Distance non è un semplice copia e incolla dei precedenti capitoli, la software house ha inserito una simpatica opzione, che ci permetterà di creare degli “Spirits“. Gli Spirits, sono simpatiche creature che potranno essere evocate in battaglia per sostenerci e per combinare degli attacchi nostri e dei compagni. Ad affiancare questa simpatica opzione, ci penserà la possibilità di sfidare tramite una apposita modalità altri Spirits controllati dalla CPU o da altri giocatori umani.

Nota di merito va fatta all’intelligenza artificiale del titolo, ormai abituati in questa generazione a prodotti con difficoltà ridicole e IA quasi assenti, in Kingdom Hearts: Dream Drop Distance alla difficoltà normale avrete un’ottimo tasso di sfida.

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