Recensione Spec Ops: The Line


Il solito Unreal Engine 3

Il motore grafico creato da Epic è giunto al suo culmine con Gears of War 3, l’esclusiva su Xbox 360. In questo titolo multipiattaforma, Yager riesce a tirar fuori comunque un buon risultato, con degli scorci davvero incredbili e spettacolari, ad altri sufficientemente normali.

La cura artistica nel ricreare ambientazioni da quasi post apocalisse non è stata facile. La sabbia è sicuramente un elemento importante che gli sviluppatori sono riusciti a proporre in modo egregio. Bello l’impatto visivo tra lo splendore del cielo azzurro con l’arancio del deserto arroventato dal sole, peccato che poi alla lunga perda il suo fascino.

Grazie ad una ottima sceneggiatura, i movimenti dei personaggi nonché la loro interpretazione sono resi ancora più veritieri e il merito è anche dovuto all’uso sapiente del motore grafico.

I pregi e i difetti sono ormai noti ai più. Ad una gestione ottimale delle luci, delle texture dei personaggi, e di alcuni effetti, vanno contro le sbavature del filtro anti-aliasing in alcune circostanze, il carimento tardivo di alcune textures (soprattutto su PS3) anche se presente in rari casi, oppure una animazione dei movimenti non sempre fluidi, e la interazione limitata con gli oggetti che compongono il paesaggio, a parte ovviamente quelli predefiniti da copione. Il franerate è solido ai 30fps, e raramente si assiste a cali che vengono gestiti da un lieve effetto di tearing nella versione PS3.

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Il comparto audio è davvero gradevole e appagante. A parte una riproduzione delel bocche da fuoco non proprio convincente, il tappeto musicale che accompagna ogni scena restituisce il giusto ritmo, enfatizzando momenti topici, mentre il doppiaggio in italiano è uno dei migliori, se non il migliore, che uno sparatutto ha mai avuto. Dopo Mafia II, 2K Games dimostra quanto gli utenti italiani siano presi in seria considerazione quando c’è da doppiare un titolo.

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