Recensione Medal of Honor: Warfighter


Per il valore e l’onore

La trama principale di Medal of Honor: Warfighter verte sul personaggio Preacher, un soldato che ha dato molto per la sua patria, sempre al fianco del dovere, forse anche troppo, finendo per rovinare il suo rapporto coniugale, ormai in crisi. Quando Preacher torna in patria e cerca di incontrare la sua famiglia per riconquistare l’affetto di una moglie e di una figlia, ritornano in mente le azioni eseguite qualche tempo prima.

A creare instabilità non solo in Preacher ma nella popolazione occidentale è la scoperta di una cellula terroristica che sta operando disseminando terrore, utilizzando il PETN, un potente e letale esplosivo al plastico.

Tramite un continuo passaggio tra presente e passato, rivivendo missioni eseguite mesi, settimane prima, l’utente deve mettere insieme i pezzi del puzzle e capire come sarà costruito il finale.

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Per chi ha giocato il capitolo precedente, il filo che ha teso la trama era la caccia a Bin Laden, il capo dei terroristi islamici indicato come il mandante della strage delle Torri Gemelle in New York, che ora giace nelle profondità del Mar Arabico dopo l’uccisione avvenuta in Pakistan. Per alimentare la trama adesso in Medal of Honor: Warfighter, nuovo capitolo sviluppato da Danger Close, sono stati presi eventi reali e attuali sparsi per il mondo che hanno come protagonisti del nostro tempo come i gruppi militari islamici di Al-Shabaab in Somalia.

Il conflitto diventa così più cruento e duro. La storia si focalizza ora su ciò che Preacher, così come sui suoi compagni Voodoo e Mother, hanno combattuto fin sulle montagne dell’Afghanistan, quei membri del Tier 1 che sentono il peso di dover combattere non solo per portare a termine l’obiettivo, ma per salvare la pelle e guadagnarsi il ritorno a casa dove c’è chi li aspetta.

Preacher vuole fortemente conquistare un biglietto di ritorno per la sua patria; tornare a casa vorrebbe dire rimettere insieme i pezzi che compongono il suo matrimonio, messo seriamente in crisi dalla sua lontananza. Ogni giorno tiene a mente perché combatte, il suo obiettivo finale. Ed è proprio questa storia così personale che porterà il giocatore a seguirne le vicende, le evoluzioni, i problemi dovuti a chi appartiene al corpo militare degli U.S. Navy Seals, scoprendo una famiglia lacerata da anni di dislocamento militare. Tutto diventa angosciante, straziante, nel momento in cui un potente esplosivo sintetico, il PETN, usato non solo per distruggere ma anche per contaminare in quanto tossico, deflagra oltre il confine, in zone civili, ribaltando le posizioni finora date per scontate. Mai si può arrivare ad immaginare un attentato terroristico sul proprio suolo di appartenenza. Preacher e i suoi compagni si ritrovano nella Task Force Mako e decidono così di fare le cose che sanno fare meglio: risolvere il problema!

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