Recensione Halo 4


Memorabile Campagna single-player

Una volta assistito alla scena di caricamento del menu, ci si accorge quanto già da questa schermata l’obiettivo sia quello di immergere il giocatore nelle atmosfere Sci-fi tanto amate dai fruitori dei libri dedicati alla serie . Premere poi su “Campagna” provoca quasi un sobbalzo al cuore, per chi, come il diretto interessato, è diventato oramai un amante di Halo.

Il filmato iniziale, realizzato in computer grafica, spiega i fatti accaduti fino ad ora. Poi la scena riprende lì dove l’avevamo lasciata nel precedente capitolo, ovvero con Master Chief e Cortana che, a bordo della Aurora Nascente oramai distrutta, si allontananano dall’esplosione, mentre sulla terra il protagonista e la sua fidata compagna di avventure, vengono celebrati come martiri. Grazie al finale extra per chi termina Halo 3 in Leggendario, si scopre che i due non sono morti ma fluttuano nello spazio. Mentre Master Chief si abbandona  ad un sonno criogenico chiedendo di essere svegliato se ce ne fosse bisogno e Cortana continua a lavorare con i dati in possesso recuperati dalla sua spiacevole esperienza, la nave spaziale fa rotta verso un non-precisato pianeta.

Cortana sveglia il nostro fedele soldato Spartan dalla verde armatura e lo invita a prendere subito confidenza con la sua tuta ritoccata nel periodo di stasi e a fronteggiare il nemico. Tutte le fasi che seguono ricordano il primo storico inizio della serie, come una sorta di omaggio a Bungie, ovvero con la nave spaziale in panne per l’attacco subìto dai Covenant e con il protagonista obbligato a fare il possibile per evitare il peggio. Muoversi tra i meandri dei corridoi e fuori nello spazio, è un connubio tra gameplay classico e scene interattive, rese ancora più affascinanti dalla disarmante naturalezza con cui il motore grafico proprietario spreme come mai prima d’ora una console con 6 anni di età.

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Halo 4 si presenta come il seguito di una saga che ha fatto la storia dei videogiochi, rinvigorito nel comparto grafico e pronto allo stesso tempo a scriverne nuove pagine grazie ad un lavoro eccelso dal punto di vista artistico, grazia al quale si nota il tocco di 343i nel saper proporre un pianeta colmo di svariate ambientazioni e mostrare al giocatore situazioni sempre eccitanti. Non è solo una nuova avventura nel quale sentirsi nei panni di Master Chief, ma un’esperienza di gioco che avvicina la nuova utenza e appaga i fan storici, unendo in modo equilibrato le meccaniche che lo hanno eletto a miglior FPS su 360 a quelle caratteristiche dei recenti esponenti del genere. Gli spunti presi da libri e fumetti della serie, sono stati utilizzati dal team per proporre un eroe diverso, meno taciturno, decisamente più maturo, conscio del fatto di essere isolato su un pianeta ostile, mostrando il suo lato umano soprattutto nei continui dialoghi con Cortana, anch’essa resa più importante, tanto da apparire come una co-protagonista viva (persino reale) capace di lasciar trasparire il suo stato d’animo in diversi modi, tra un cenno d’intesa e uno sguardo affranto.

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Durante le circa 7 ore giocate per terminare la Campagna a Normale, e provato il titolo anche in Eroico e Leggendario, si avverte una sensazione di innegabile quanto affascinante stile sci-fi della serie che eccelle in ogni pixel su schermo, mentre dal punto di vista del gameplay siamo di fronte ad un rinnovo delle meccaniche di gioco che ben si fonde ad una narrazione ottima che accompagna il nostro eroe fino al termine della sua prima avventura creata da 343 industries.

Il pad è stato configurato con una tipologia di tasti, personalizzabile, che permette di muovere Master Chief con molta tranqullità sfruttando lo scatto, ora attivabile tramite la pressione L3, per un breve ma utile periodo di tempo fino a che il nostro progonista può rifiatare. Tutta la gestione della fisica è rimasta inalterata tranne per il lancio della granate. Adesso esse hanno una traettoria diversa in caduta, quasi ad avere una strana inerzia. Non sappiamo il perchè di tale modifica, ma basta farci l’abitudine per scegliere l’angolo di gittata migliore. Bellissma poi la scelta di far oscillare l’elmetto del nostro Spartan, con tanto di riflessione delle sorgenti di luce.

Dal punto di vista del gameplay, Halo 4 risulta quindi un ottimo mix delle meccaniche di gioco tipiche della serie, unite ad alcune nuove che ne esaltano meglio l’appeal.

Chi sono 343 Industries?

Domanda lecita. Il team 343 Industries nasce come first-party all’interno di Microsoft come un team di supporto per la realizzazione delle scene animate in Halo 3 di Bungie. L’engine che muove Halo 4 è iniziato ad essere progettato nel 2008, un anno dopo la pubblicazione del terzo capitolo. In seguito ha cominciato ad avere anima propria proponendo a Microsoft di sfruttare il franchise per qualcosa di nuovo, lo strategico in tempo reale Halo Wars, sviluppato poi da Ensemble Studio.

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Nel team, poco a poco, sono entrati a farne parte sviluppatori dall’esperienza maturata in diversi altri studi, accrescendo il livello di professionalità. Si sono uniti Neill Harrison da Rare, Bonnie Ross e Nicole Makila e Hoop Somuah da Microsoft, Tom French da Pandemic oltre che MS, Joe Waters da Monolith, Maggie Oh da Pixar, Corrinne Yu da Square Enix, Kenneth Scott e Nicolas Bouvier da ID Software, Kynon Pearson da Retro Studios, Armando Troisi da BioWare, Sotaru Tojima da Kojima Productions, Kathy Gehrig da Valve, CJ Markham da Rockstar Games, Lani Blazier da NCSoft, Josh Holmes da Propaganda Games e Electronic Arts, RJ Ranola da EA Canada, oltre agli affezionati Frank O’ Connor, Vic DeLeon e Patrick Gillette da Bungie.

Dove eravamo rimasti, per chi è nuovo della serie

La saga di Halo ebbe inizio nel lontano 2001, portando il genere degli sparatutto in prima persona ad un livello mai visto prima con caratteristiche come la fisica, i veicoli, ma soprattutto una trama bellissima e un’atmosfera unica che ancora oggi echeggia nelle memorie dei fan. Master Chief, un valoroso soldato del UNSC creato grazie ad un segreto progetto denominato Spartan II, è stato salvato a bordo della Pillar of Autumn dall’assedio dei Covenant sul pianeta Reach, un evento vissuto grazie al prequel realizzato da Bungie nel 2010. Il suo insediamento sul pianeto Halo, chiamato così proprio per la sua forma ad anello, innesca una serie di nuovi eventi, che passano dal difendere i soldati UNSC dall’attacco dei Covenant alla scoperta del vero utilizzo di questo pianeta, e dei suoi simili. Ben presto si scopre che in origine erano 12, ma ne sono rimasti 7. Il loro scopo, secondo quanto rivelato dal Guardiano, è quello di sincronizzare una immensa onda d’urto di potenza anti-particellare in grado di sterminare ogni razza senziente nel raggio di una intera galassia.

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Attraverso il secondo capitolo, che vede Master Chief dividere la scena con l’Arbiter, la storia si dipana tra i due punti di vista, quello del soldato UNSC e quello del soldato Elite scampato alla disfatta di Halo e marchiato come eretico dai Covenant, fino ad incontrarsi e scontrarsi. L’ultimo atto della prima trilogia segna una svolta decisiva. I Covenant si ravvedono e comprendono che esiste una minaccia ancora più grande di loro e quindi si alleano con Master Chief e i soldati UNSC per combattere i Profeti, una setta dei Covenant, e i Precursori, una specie ritenuta leggenda e che ha creato il Guardiano. Questi vogliono utilizzare la tecnologia Halo per sterminare le altre razze della galassia. Dopo una serie di cruente battaglie, Master Chief e la sua nave vengono inviati verso il pianeta in cui è probabile sia stato progettata la tecnologia Halo, e per arrivarci, il protagonista viene addormentato in un sonno criogenico mentre la sua fedele compagna di viaggio, la IA chamata Cortana, continua ad elaborare dati e informazioni, entrambi a bordo della fregata Aurora Nascente.

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