Recensione Halo 4


Il miglior Halo di sempre?

Analizzando la prima creazione di 343 industries, che rappresenta sicuramente il biglietto da visita della software house, si nota come il team abbia spremuto all’inverosimile il comparto grafico che raggiunge vette mai toccate prima d’ora dalla serie. Probabilmente qualcuno potrebbe obiettare per tale definizione, magari pensando ad altre produzioni che permettono una gestione poligonale di maggiore spessore. Halo è un universo che affascina milioni di giocatori per il suo stile inconfondibile e 343i ha saputo lavorare per elevarlo ad una bellezza che lascia spesso e volentieri estasiati.

Il dettaglio delle texture è molto alto così come le animazioni, che risultano  fluide e ben delineate. I particellari, soprattutto quando si presentano sotto forma di pulviscoli nell’aria e i detriti, sono molto convincenti mentre il sistema di illuminazione fornisce ad ogni oggetto un look fantastico.

Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, abbiamo riscontrato come alcune texture viste da vicino perdono definizione, cosa che nei precedenti capitoli non accadeva, oppure un effetto riflesso sulla lente dei fucili di precisione che ora sembra non avvenire.

Il comparto audio è ricco di effetti ben campionati, sia per quelli ambientali che per i personaggi, dove possiamo riscontrare persino un timbro diverso e che infonde migliore sensazione per quanto riguarda le armi. La colonna sonora, composta dal talentuoso Neil Davidge, è bellissima e riesce specie con Arrival, Faithless, Never Forget ad esaltare, ma in alcuni frangenti sembra non enfatizzare come ci si aspetterebbe i momenti topici del gioco.

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Per quanto riguarda la IA, si nota come Halo 4 abbia reso i nemici meno ostici, meno agguerriti. Se non vengono attaccati in modo dirompente, essi tendono a sfruttare le coperture o a muoversi quel giusto per dare unpò di fastidio, ma niente a che vedere con quanto apprezzato ad esempio nella edizione Anniveersary di HALO Combat Evolved.

Sia chiaro che il titolo propone, lo ricordiamo, quattro livelli di difficoltà disponibili sin da subito: Facile, Normale, Eroico, Leggendario. Rispetto al sopracitato Anniversary, oppure a Reach, la IA sembra discostarsi non poco e ad avvicinarsi più a quella di Halo 3. Ma riteniamo che Facile e Normale sembrano resi un pò più leggeri rispetto al solito. A ciò si aggiunge la possibilità di attivare i famosi teschi che incrementano ulteriormente il tasso di sfida eliminando ad esempio la mappa, diminuendo la resistenza, e così via. Inoltre capita raramente di vedere alcuni nemici effettuare un movimento troppo prevedibile e ricorsivo, una cosa mai vista per una saga presa ad esempio proprio per la IA. Ma è evidente che l’uso di script che vengono usati per incanalare il titolo su determinati momenti predefiniti, abbia inevitabilemnte generato questi rari momenti d’eccezione.

Infine si percepisce che 343i forse ha optato per una IA nello standard odierno, ovvero avvicinare più l’utenza comune che accontentare i veri fan hardcore, i quali potranno trovare solo in Leggendario un appeal più vicino alle proprie esperienze pregresse. A ciò si aggiunge che basta qualche colpo in meno rispetto al passato per buttare giù i Covenant, a differenza dei più resistenti Promethean.

Alla fine di questa disquisizione, si può dire che Halo 4 nel suo complesso si presenta come il miglior Halo di sempre, capace di accontentare tutti e non far rimpiangere ad alcuno il suo arrivo. Se Sony ha trovato in Naughty Dog e Santa Monica Studio le first party d’eccellenza che riescono a definire lo stato dell’arte per la corrente generazione di console nipponica, Microsoft può essere fiera di aggiungere 343 industries a Turn 10.

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