Tre personaggi in cerca d’autore
La fase più delicata nella creazione di un videogioco è proprio quella del personaggio principale: l’alter ego che andremo a muovere nel mondo virtuale. Rockstar Games si è sempre distinta per la creazione di personaggi psicologicamente ben strutturati e per nulla criticabili. Claude Speed ad esempio, proveniente da GTA III e visto in San Andreas, senza parola, ma solo con lo sguardo, è capace di ghiacciare qualsiasi cuore impavido. Tommy Vercetti? L’uomo che vuole arrivare in alto e non dipendere da nessuno, impulsivo ma anche estremamente riflessivo ed elegante. CJ? C’è bisogno di parlare del ragazzino insicuro e rinsecchito che attraversa tutta San Andreas per diventare un uomo, e vendicare la morte della madre e del fratellino Brian?
Sarebbe bastato creare un personaggio con dei tratti particolari ma la decisione già alle fasi embrionali dello sviluppo nel 2008 è ricaduta su un cambio di rotta per nulla semplice.
I personaggi che GTA V ci permetterà di incarnare sono ben tre: Franklin, Michael e Trevor. Tre micro-universi con una vita propria e aspirazioni diverse che vedranno le loro strade convergere (per Michael e Trevor vale l’espressione “Ancora una volta”) e cambiare il destino di tutti.Parlare di ognuno di loro renderebbe fin tropo prolissa la nostra chiacchierata, e soprattutto andrebbe a rovinare l’appetito e la voglia di affondare il proprio cuore in tre vite che vi faranno davvero riflettere su alcuni aspetti di quella quotidiana. Le banalità e il no-sense sono fuori moda in GTA V.
Ma nell’intento di guidarvi brevemente in quello che vi attenderà appena poggiato il piedino in Los Santos, vogliamo scambiare giusto qualche nota “psicologica” sui tre protagonisti, per poi parlare della meccanica dello switch tra loro.
In primis, come detto prima, Franklin è lo starter. Ragazzino che da un lato tenta di mostrarsi adulto e sicuro di se; nel linguaggio, nel vestire e nel modo di approcciare le situazioni calde ci va giù pesante, ma come si suol dire: “E’ tutta scena”. Un uomo sul cui collo pende una spada di Damocle tenuta ben salda nelle mani di amici e parenti. E dall’altro, non riesce a tenere dentro la sua bontà, voglia di lavorare e guadagnarsi onestamente del pane quotidiano. Un misto tra gangstar fallito e mai appartenuto spiritualmente alla sua famiglia, e un semplice uomo del 2013 che tenta di recuperare una relazione sentimentale e trovare una sistemazione definitiva per la sua vita.
Franklin ricorda vagamente CJ, ma tra i due corre un abisso. Lavora presso un concessionario e si occupa di furtarelli coperti come “Recupero crediti”. Guadagna poco e cerca disperatamente di mostrarsi duro e forte, ma viene preso di mira e schernito dall’amico Lamar e i parenti che vivono in casa. Dirà Michael di lui: “ Il figlio che avrei sempre voluto”, perché Franklin è un ragazzo che impara in fretta e tra le nostre mani potremo farlo migliorare nella schiera di abilità che il titolo ci offre per una limatura graduale. Siccome ogni personaggio è dotato di alcune inclinazioni naturali per abilità, più quella speciale attivabile con la pressione di entrambi gli analogici (cosa uguale avverrà per PlayStation 3), Franklin non può sfuggire a questa definizione. Molto fluido alla guida e capace di rallentare il tempo per amplificare i riflessi, la sua abilità risulterà utile nel traffico o in lunghe fughe che richiedono precisione di guida. Una barra posta in basso a destra della mini mappa in 3D indica quanto tempo abbiamo a disposizione prima che il boost finisca. Per riempirsi bisogna attendere e compie altre azioni.
Michael
Michael è colui che scatena il putiferio attorno il quale il titolo Rockstar ruota. Un passato da ladruncolo e poi rapinatore professionista lo portano a collaborare con la FIB (non la Federazione Italiana di Bocce, ma la FBI del gioco). Cambia vita e tenta di risorgere come un uomo con un mucchio di soldi, una bella casa nei pressi di VINEWOOD, più moglie e figli che gli vogliono bene. La resurrezione fallisce (in un certo senso no, capirete poi il perché) e si ritrova a mezza età con la pancia alcolizzata e una fede al dito che prude di tradimento. Passa le sue giornate a guardare la TV e sorseggiare del Whiskey, cercando ogni tanto di dialogare con sua figlia e suo figlio, ma inutilmente. La moglie è la classica donna dai mille interessi sportivi, e maschera con il matrimonio l’interesse di un conto in banca generoso. Purtroppo della vita prima di GTA V dei personaggi si sa poco, ma quella di Michael sembra essere segnata da più ferite nel periodo in cui si trasferisce a Los Santos e prende casa.
Una vita favolosa che serve da facciata a un fallimento come uomo e padre che lo costringono a rivolgersi a uno psicologo, ma finendo sempre per pagare il conto e non affrontare direttamente i consigli che gli vengono dati.
In ambito criminale ha costruito una fama come rapinatore professionista. Le sue abilità si concentrano sull’uso delle armi, è un tiratore scelto. Quella speciale gli permette durante uno scontro a fuoco di rallentare il tempo. E’ un uomo astuto, riflessivo, elegante e con la lingua ben educata nei discorsi più delicati. Peccato perché, come dirà il suo terapeuta: Michael è psicologicamente instabile e inquina tutte le sue facoltà positive con uno scarico in massa di tensione e tentativi di forzare un matrimonio senza speranza. Un Tommy vercetti afflitto, ma con il desiderio di tornare in azione e dedicarsi ad una vita opposta a quella che sta conducendo. Desiderio che verrà esaudito.
Trevor
Non si capisce come mai nessuno abbia voglia di affrontarlo faccia a faccia. Non verrebbe anche a voi la voglia immensa di riempire di calci una persona che usa la lingua in modo sfrenato e che negli atteggiamenti è fin troppo spinto? Beh… non fatelo con Trevor, o almeno non ci provate. L’aura di mistero e anche nervosismo che circondano questo personaggio giustificano le intenzioni degli sviluppatori di fornire il personaggio capace di guidare gli altri due verso la rovina, o il successo.
Mentalmente instabile, rozzo, brutto, pericolosissimo. Potremmo definirlo un contadino sporco e incazzato, in realtà Trevor è un assassino spietato, l’uomo che non deve chiedere mai a cui neanche le più ferree leggi morali possono fare effetto. Non ha il grilletto facile ma lo stivale facile, con cui non risparmierà calci a chiunque lo faccia innervosire.
In realtà stiamo parlando del personaggio psicologicamente più complesso della triade. Riesce in molti dialoghi a far tremare di paura i suoi nemici, mentre in altri viene fuori un misto d’insegnamenti racchiusi in poche parole capaci di far riflettere sul serio. Trevor è un uomo segnato dall’esperienza e una vita sporca condotta nel deserto, ma non per questo risulta stupido oppure marginale rispetto Michael e Franklin. Anzi, a nostro parere Trevor è un personaggio che nella sua eccessiva eccentricità ha tante cose da insegnare, in primis il tenere gli occhi bene aperti ai propri amici; rischiare sempre con le donne; costruirsi una vita attorno alle possibilità e non le proprie paure, e non temere nessuno perché: “Più è grande l’arma che usano, più piccolo è coglione che la usa”. La sua abilità speciale sta nell’incazzatura. Molto affine all’abilità di volo, in combattimento invece, è capace con il boost di raddoppiare i danni inflitti e assorbire circa il 30% in meno. Con lui avremo modo di recuperare delle missioni speciali viste in GTA 2 come “Smania di uccidere”, qui “Violenza”. Esempio? Far fuori un tot di nemici in un tempo limite con l’arma prestabilita. E vi assicuriamo che la dose di divertimento è follia sale vertiginosamente.
Diciamo che Trevor sfonda le barriere della logica e va oltre le paure dei due colleghi protagonisti. A volte davanti lo schermo esclameremo: “Cazzo” per quello che accadrà, altre volte invece ci verrà semplicemente da ridere per i dialoghi.
Tre personalità differenti e ognuna con la propria vita, propri vizi e aspettative. Chi avrà letto i nostri articoli precedenti ricorderà di un timore, e cioè quello dell’abuso di questa caratteristica dei più personaggi in azione. Quando in un videogioco si riesce a implementare qualcosa d’innovativo o semplicemente attraente, si cerca spesso, anche con esagerazione, di far ruotare tutta l’esperienza di gioco attorno alla cosa, sminuendo il resto. Gli sviluppatori in GTA V invece hanno mostrato maturità, e immergersi nelle tre vite sarà una cosa molto fluida e divertente.
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Nel nostro caso, sul controller Xbox 360 basta premere la freccia direzionale in basso per richiamare un menu e bloccare momentaneamente l’azione di gioco. A destra comparirà una ruota in cui dovremo selezionare il personaggio desiderato (non sempre saranno disponibili i cambi. Ad esempio durante inseguimenti con la polizia). Lo switch è rapidissimo e consente di entrare nei panni del selezionato riprendendo l’azione di gioco. Rockstar ci tiene parecchio a sottolineare come durante le nostre azioni con uno della triade, gli altri consumeranno la loro vita quotidiana indipendentemente, senza rimanere in stasi prima del nostro richiamo da controller. Nella nostra prova infatti, in un passaggio da Michael a Trevor, lo abbiamo trovato al cimitero, steso su di una tomba, completamente ubriaco. Un’altra volta pronto a gettarsi da un ponte; mentre con Franklin c’è stata un’immersione nel bosco per addestrare il cane.
Anche in missione il passaggio tra i tre sarà decisione nostra (tranne in alcune situazioni programmate). In rari casi i nostri eroi avranno bisogno di una mano in più e il menù di selezione apparirà lampeggiante, a indicare pericolo. Vivere tre vite differenti che s’intrecciano in maniera così naturale e ben studiata farà venire spesso voglia di cambiare personaggio e completare le sue missioni. Dan Houser spiega come ci si può affezionare a un solo personaggio e completare la sua storia senza tenere conto in determinate situazioni degli altri. Noi vi sconsigliamo di farlo perché le tre storie sono affascinanti e non meritano distrazione. Quindi, riguardo questa feature, affermiamo che non è stata una forzatura, la nostra paura è sfumata e vi auguriamo davvero di godervi ogni aspetto di Michael, Franklin, e Trevor perché meritano ore e ore di contemplazione.