Recensione Bravely Default

“Become my Warrior of Light!”

Versione testata Nintendo 3DS.
Mentre partiva il download del codice review inviatoci da Nintendo, sapevamo già di essere di fronte ad un nuovo, probabile capolavoro targato Square Enix: dopo aver passato ben 13 ore ad esplorare in lungo e in largo la demo, infatti, credevamo di essere consapevoli di ciò che dovevamo aspettarci.
Eppure i ragazzi di Silicon Studio sono riusciti comunque a coglierci di sorpresa, consegnandoci un titolo che ci apprestiamo a recensire con riverenza, consci del fatto che le parole difficilmente riusciranno a descrivere l’esperienza di gioco che Bravely Default ci ha offerto e ci continuerà a offrire ancora, per molto tempo.
Iniziamo dunque il nostro viaggio partendo dal piccolo villaggio di Norende: Agnés ed il cristallo del vento hanno bisogno di noi.
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L’unico sopravvissuto

Bravely Default prende le mosse da una catastrofe spaventosa: una gigantesca voragine ha infatti inghiottito letteralmente Norende, un piccolo villaggio situato nel regno di Cadisla. Rapiti dalla bellezza della cut-scene iniziale e dal prologo in realtà aumentata, iniziamo dunque la nostra avventura nei panni di Tiz, un giovane sopravvissuto miracolosamente alla tragedia che ha colpito tutta la sua gente, e la sua famiglia. Unico superstite, Tiz si troverà così a lottare per la ricostruzione non solo del suo piccolo borgo, ma anche del mondo intero.

L’incontro con Agnés, vestale del cristallo del vento, in particolare, e poi quelli con Edea e Ringabel, porteranno ben presto alla formazione della compagnia che avrà il compito di ripristinare l’ordine naturale e di sconfiggere l’oscurità che ha avvolto i cristalli, e che sta pian piano sconvolgendo gli elementi naturali.

Lasciando a voi il piacere di scopire il resto della storia, noi non possiamo far altro che elogiare la qualità narrativa di una trama curata nei minimi dettagli, con tanto di enciclopedia che ci aiuterà a recuperare informazioni che potrebbero esserci sfuggite nel corso delle lunghe ore di gioco, e la grandissima capacità degli sceneggiatori di creare non solo degli eroi dotati di una propria, profonda personalità, ma di curare anche con grande efficacia la caratterizzazione di innumerevoli personaggi secondari. 
Un lavoro di questo tipo è apprezzabile e lodevole, specialmente in un titolo dall’elevatissima longevità quale è Bravely Default, dove ci sono anche molte side quest che definire “secondarie” risulta veramente molto riduttivo. Tali missioni, infatti, non sono un mero espediente per rendere meno pesante il grinding necessario allo sviluppo dei personaggi, ma un elemento indispendabile alla loro stessa crescita, ed un contorno irrinunciabile se si vuole apprezzare la trama del gioco in ogni sua sfaccettatura.

Brave e Default

Prima di approfondire, però, in che modo questo contorno serva a sviluppare i personaggi, è d’obbligo un piccolo passo indietro per analizzare il sistema di gioco di questo “classico” jRPG a turni. Bravely Default si sviluppa infatti come vero erede spirituale dei primi capitoli della serie Final Fantasy, di cui riprende diverse meccaniche di gioco. Ma mentre con Final Fantasy Square Enix ha negli anni seguito la via dell’innovazione tramite l’ibridazione con il genere action, in questa nuova IP la rotta è stata invertita, andando invece a limare le caratteristiche tipiche del genere principale al fine di portare novità e freschezza senza dover necessariamente rivoluzionare tutto.

E’ così che nasce il sistema di Brave e Default, elemento chiaramente cardine di un gameplay che finisce per essere centrale anche nel titolo stesso del gioco. Sistema semplice nella teoria ma decisamente difficile da padroneggiare al meglio, la possibilità di effettuare fino a 4 mosse consecutive nello stesso turno (Brave) finendo per essere penalizzati nel successivo o, al contrario, di rimanere in difesa caricando i PB (Punti Battaglia) necessari a sferrare attacchi consecutivi senza doversi fermare per uno o più turni, si innesta perfettamente nelle meccaniche classiche, rendendo però ancora più importante la necessità di una buona strategia anche al di fuori delle boss fight.

Eppure il sistema di combattimento non si basa solo su questa scelta: altro elemento fondamentale è la possibilità di sviluppare non solo il livello di ciascuno dei quattro personaggi, ma anche di modificarne la classe (job) a piacimento senza perdere i progressi acquisiti nella classe precedente. Tali passaggi di classe sono inoltre incoraggiati, poichè permettono di accedere ad un numero variabile nel corso del gioco di abilità di supporto passive (ovvero che non necessitano di attivazione durante lo scontro) e di selezionare come abilità attive secondarie delle mosse sempre più potenti ed utili. Ed è qui che entra in gioco l’importanza delle side quest accennata in precedenza: è infatti proprio grazie al completamento di queste missioni che siamo in grado di sbloccare gradualmente molte delle classi che saranno infine a nostra disposizione. Sono disponibili, inoltre. una serie di equipaggiamenti indispensabili e di attacchi speciali personalizzabili, dei quali però ci occuperemo nel prossimo capitolo.

All’interno di queste meccaniche complesse ma assimilabili in maniera graduale nel corso della partita, si inserisce anche una grande personalizzazione del livello di difficoltà: si può infatti non solo scegliere tra la difficoltà Facile, Normale e Difficile, ma anche selezionare una diversa frequenza per gli incontri casuali con i mostri che popolano la regione. Una possibilità molto apprezzata che permette di non essere disturbati affatto durante gli spostamenti, anche quando si deve arrivare in forma allo scontro con uno dei boss finali di qualche dungeon, oppure di incontrare moltissimi nemici qualora si avesse bisogno di potenziare i propri personaggi in vista di un nemico per noi ancora troppo potente. Buono il livello di sfida alla massima difficoltà, con battaglie dure e impegnative fin dall’inizio del gioco, che tuttavia si riescono sempre a superare con un po’ di grinding e/o con qualche variante strategica nell’approccio al nemico di turno.

Norende, microtransazioni e.. multiplayer?

Si è precedentemente accennato al fatto che Tiz ha ricevuto anche il compito di risollevare le sorti del suo villaggio natale: ebbene, questo compito si rivela importante quasi quanto la crescita dei nostri personaggi.
La ricostruzione di Norende avviene infatti tramite un menù apposito nella schermata inferiore della console e si avvale della funzionalità StreetPass. Chi ha avuto modo di provare la demo sa già che la popolazione del villaggio aumenta in base a quanti giocatori di Bravely Default abbiamo la possibilità di incontrare mentre teniamo la console in modalità riposo – la popolazione è tra l’altro uno dei valori importabili dalla demo alla versione completa – e che maggiore è il numero di persone che vivono a Norende, maggiore può essere la velocità di ricostruzione. Ma anche per chi ha già esperienza con la meccanica di base si rende necessario puntualizzare alcuni dettagli di questo aspetto manageriale del titolo.
Tramite la costruzione e l’ampliamento dell’emporio, del negozio d’armi o di quello di armature, il giocatore può acquistare oggetti e equipaggiamenti normalmente non disponibili all’interno delle città; nostro fornitore di fiducia è l’avventuriero presente ovunque, cittadina o dungeon che sia. I mercanti, inoltre, fanno periodicamente degli utili regali, migliori man mano che il livello dell’esercizio commerciale aumenta di livello. Fin qui nulla che non si sia visto già nella demo; ma, oltre agli oggetti e alle armi, anche gli attacchi speciali ai quali abbiamo accennato in precedenza, però, dipendono da alcuni di questi negozi, ciascuno dei quali ci permette di migliorare e miscelare caratteristiche diverse dell’attacco stesso: si può, ad esempio, decidere che Ringabel, reso mago nero ed equipaggiato con una bacchetta, utilizzi un attacco speciale di tipo fuoco, che permetta di infondere mutismo e che arrecchi maggiori danni ai nemici ti tipo volante. Ma questo esempio è solo una delle molte possibili combinazioni: sarà cura del giocatore scegliere l’attacco speciale più utile alla circostanza in cui si trova in quel determinato momento.
Altro aspetto dipendente principalmente da StreetPass ma non ad esso esclusivamente legato è quello riguardante l’unica caratteristica in qualche modo negativa del titolo: i Punti Sonno (PS) e le microtransazioni.

I PS funzionano un po’ come i punti battaglia che regolano i meccanismi di Brave/Default, ma servono in un certo qual modo a bypassarli: il loro utilizzo, infatti, permette di bloccare il tempo attivando la modalità Bravely Second e di eseguire un numero di azioni pari alla quantità di punti sonno disponibile, a prescindere dal fatto che sia o meno il nostro turno o che i nostri PB abbiano o meno un valore negativo. Il limite di 3PS massimi accumulabili ed il fatto che occorrano 8 ore a rigenerare ogni singolo punto li rende di per sé un bene prezioso e utile a risollevare le sorti di uno scontro dopo una singola mossa sconsiderata, ma la possibilità di acquistare delle bevende che permettano di ricaricarli velocemente, a nostro avviso, potrebbe mettere a rischio la struttura stessa di un gameplay equilibrato e nel complesso sapientemente bilanciato dai ragazzi di Silicon Studio.

Non ci resta a questo punto da analizzare altro se non un ultimissimo aspetto del gameplay, ovvero la possibilità di ricevere il supporto dei nostri amici durante le battaglie. In Bravely Default, infatti, possiamo inviare e ricevere tramite la rete gli attacchi dei nostri personaggi o di quelli dei nostri amici, per poterli poi evocare nel corso delle battaglie più dure per cambiare così il corso di uno scontro che altrimenti ci avrebbe potuto facilmente portare al Game Over. Non solo: esiste anche la possibilità di sincronizzare tramite l’Abilink le abilità di un nostro personaggio a quelle del personaggio di un nostro amico: in questo modo, accordandosi preventivamente con gli amici in questione, sarà possibile far accedere i nostri personaggi alle abilità più avanzate delle varie classi, ottimizzando così l’allenamento ed evitando di sprecare esperienza nel miglioramento di una classe piuttosto che di un’altra.

Ars Poetica

Qualora abbiate un amico che ritiene che un titolo possa ritenersi graficamente ben fatto solo quando sfiora il fotorealismo, mostrategli Bravely Default e forse (non fa miracoli purtroppo) potrebbe ricredersi. Il titolo prodotto da Square Enix è un gioeillino artisticamente impeccabile, con ambientazioni in stile pastello/acquerello suggestive ed un level design ispirato come raramente capita di vedere. Pur avendo riscontrato una struttura dei dungeon talvolta un poco ripetitiva, i paesaggi esterni e gli ambienti cittadini mostrano una cura ed una pulizia grafica tale da farci ritenere davvero molto difficle poter fare di meglio. Ma tutto questo lavoro sarebbe potuto venire facilmente vanificato da un comparto sonoro di basso livello; beh, in questo caso il rischio è stato evitato con eleganza e la colonna sonora composta da Revo rende giustizia alla poetica generale del gioco.

Lo spazio dedicato alla parti doppiate è notevole ed è buona l’interpretazione in inglese delle voci dei personaggi; la presenza del sonoro originale giapponese, tuttavia, riesce ugualmente ad incrementare in maniera sostanziale l’efficacia espressiva dei dialoghi e può essere apprezzata anche da chi (come il sottoscritto, ndr) non conosce una sola parola della lingua nipponica. La localizzazione in italiano dei sottotitoli, infine, rende il titolo accessibile anche a tutti coloro che non hanno dimestichezza con la lingua anglosassone.

sfondo

Commento finale

Bravely Default è semplicemente il miglior jRpg che i possessori delle portatili di casa Nintendo possano desiderare, nonchè il degno erede dei Final Fantasy “old style”. Un titolo che coniuga poesia e inventiva, e che riesce anche a portare innovazioni in un genere tradizionalmente consevatore, pur senza stravolgerlo. Un must have per tutti i possessori di 3DS e 2DS, che sfrutta al 100% tutte le caratteristiche della console.

Pro Contro 
– una storia ben strutturata anche nelle quest secondarie
– artisticamente stupendo
– longevità elevata
– sistema di combattimento tradizionale e innovativo allo stesso tempo
– microtransazioni per i Punti Sonno 
  Voto Globale: 98  
 
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