Recensione Mario Party: Island Tour

Il party è anche in 3D!

Versione testata Nintendo 3DS.
Era il lontano 1998 quando Hudson Soft portò su Nintendo 64 il primo capitolo di una serie tanto particolare quanto longeva, sfruttando le intramontabili meccaniche del gioco dell’oca per creare una sorta “videogioco da tavolo” capace di tenere tutta la famiglia incollata ai 64bit della grande N. Mario Party è così diventato, da quel momento in poi, il punto di riferimento per i party game e la serie non è stata fermata neppure dalla scomparsa della software house nipponica, assorbita nel 2012 da Konami e soppiantata da Nd Cube in vista della creazione di Mario Party 9 per Wii; l’idraulico rosso non poteva dunque lasciarsi sfuggire l’occasione di invitare i suoi amici di sempre anche sulle portatili della famiglia Nintendo 3DS.
Mario Party: Island Tour promette oggi, a sei anni di distanza dall’ultima apparizione su console portatile, di portare la festa ovunque andremo. Sarà un party da sballo o ci faremo due bolle così?
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Anch’io voglio fare le mie bolle, oh!

Se avete deciso di acquistare un titolo della serie Mario Party in cerca di una trama profonda e avvincente, da godere da soli anche mentre siete in metropolitana, forse non avete compreso appieno gli obiettivi di un party game. In ogni caso, se proprio non potete farne a meno, Mario Party: Island Tour proverà ad offrirvi qualche ora di divertimento anche in single-player. Proverà appunto. Perchè in realtà affrontare i tabelloni party da soli ha lo stesso significato che organizzare una festa dimenticandosi di invitare i propri amici e già al secondo turno di uno qualsiasi dei giochi a disposizione inizierete a farvi domande sul perchè dell’esistenza umana, oppure vi troverete a pensare che forse tornare a preparare quell’esame di analisi matematica non sarebbe poi così noioso.

Nemmeno la modalità campagna riuscirà a distogliervi da pensieri profondi e dai vostri problemi quotidiani: tutto ha inizio perchè il potente Bowser si è offeso a causa del mancato invito alla festa dell’idraulico rosso e ha deciso che, per dispetto, anche lui si metterà a fabbricare le sue bolle in cima a nientepopodimeno che… una spaventosa e altissima torre! Volendo impedire ad ogni costo il concretizzarsi di questo efferato delitto, il giocatore si lancia immantinente nella coraggiosa impresa, accompagnato da un Toad terrorizzato e totalmente inutile ai fini del gameplay. Ma la scalata dei 30 piani della torre si rivela ben presto poco più che una passeggiata, con un livello di difficoltà generale dei minigiochi affrontati tendente allo zero e che oggi potrebbe risultare veramente troppo semplice persino per un bambino. Non è poi possibile aumentare le capacità dei nostri contentendi in nessun modo, a meno che non vi capiti un fortunato sorteggio di Bowser che riesca ad portare a standard almeno decenti il livello di sfida. Parlando dei sorteggi di Bowser, tra l’altro, questi sono pressochè inutili nel 90% dei casi, poiché quando il risultato risulterà troppo penalizzante o vantaggioso per il giocatore, il nostro avversario deciderà di annullarne l’esito, lasciando tutto esattamente com’era prima. Interessanti invece le boss fight che incontremo al termine di ciascuna delle sei sezioni di gioco, ma la varietà offerta da questi minigiochi può fare ben poco se non sostenuta da un adeguata difficoltà e ci troveremo ben presto immersi nella solita routine. Raggiunta la vetta difficilmente ci faremo tentare da una seconda scalata alla Torre di Bowser.

Le cose vanno un po’ meglio quando si decide di affrontare i minigiochi in modalità corsa contro il tempo, l’unica capace di offrire qualche stimolo anche a coloro che decideranno di giocare il titolo in solitaria, regalando però non più di qualche sprazzo di divertimento nei 5-15 minuti necessari per portare a termine i 10 minigiochi proposti.

E’ dunque difficile parlare di longevità generale delle modalità in singolo poiché, nonostante ci siano contenuti per un discreto quantitativo di ore di gioco, solo un vero appassionatato della serie, smanioso di collezionare ogni bolla disponibile, riuscirà a completare il titolo al 100%. 

“Du playa is megl che one!”

Mario Party: Island Tour è però, ovviamente, un titolo da giocare in multiplayer locale (è infatti inspiegabilmente assente qualsiasi modalità online). Sarebbe inutile valutare il gioco solo per quello che offre a quei lupi solitari che di solito sono gli hardcore gamers, così abbiamo deciso di richiedere un supporto esterno per poter valutare al meglio l’impatto che il titolo potrà avere anche su un pubblico più casual. Fondamentale è stato in questo senso il feedback della nostra collaboratrice, che ci ha permesso di provare sei dei sette tabelloni disponibili attraverso la modalità download (putroppo non siamo riusciti a trovare un sufficiente numero di persone fidate per poter testare “Pesca una carta con Tipo Timido”).
Possiamo così affermare che la condivisione del gioco è piuttosto rapida e che non abbiamo riscontrato alcun problema di collegamento durante le nostre sessioni di prova, durante le quali abbiamo affrontato tutte le modalità disponibili per due giocatori.
Come nel menù singleplayer, appena stabilita la connessione troviamo innanzitutto la Modalità Party, dalla quale abbiamo accesso a tutti i tabelloni di gioco:
Sentiero per il maniero, un tabellone molto simile al classico gioco dell’oca dove abbiamo dovuto evitare vari ostacoli lungo il percorso e sfruttare oggetti e minigiochi per raggiungere il traguardo prima del nostro avversario. Occorrono circa 60 minuti per arrivare in fondo ed una buona dose di fortuna per non capitare nelle caselle più sfigate;
Montagna di Banzai Bill, dove è solo la sorte a guidare il nostro incedere verso la vetta della montagna, il quale può subire bruschissime frenate ogni qual volta decidiamo di sfidare la fortuna rimanendo nella linea di tiro di questo Pallottolo Bill troppo cresciuto;
– sostanzialmente diverso l’obiettivo in Tappe stellari, un tabellone nel quale conta arrivare al traguardo al momento giusto per ottenere più ministelle dell’avversario: non sempre, infatti, arrivare per primi sarà un vantaggio;
Gara a razzo è invece un’altra rivisitazione più classica del gioco dell’oca, dove il power up per superare il nostro rivale diretto è rappresentato da uno o più turboreattori per il nostro razzo, in grado di incrementare notevolmente il punteggio ottenuto con i dadi;
– il Tappeto magico di Kamek è sicuramente il tabellone più strategico del lotto e richiede di utilizzare delle carte per decidere di quanto avanzare per raggiungere con esattezza determinati obiettivi ed il traguardo;
– come anticipato, non abbiamo potuto provare la modalità Pesca una carta con Tipo Timido, che però non è altro che una variante del tipico gioco di carte “Uomo Nero“;
– fiore all’occhiello del titolo è, infine, il Vulcano di Bowser, il tabellone di gran lunga più riuscito e innovativo tra quelli proposti: il tartarugone ha infatti ideato un diabolico gioco in grado di rendere la sfida tra i concorrenti particolare, divertente e coinvolgente, con un’integrazione dei minigiochi veramente molto buona. Evitiamo di svelarvi altro di questa modalità, poichè il tabellone sarà sbloccabile solo dopo aver raggiunto determiniati traguardi, ma vi assicuriamo che vale veramente la pena provarlo.

Non ci ha invece colpiti la modalità Minigiochi, che consiste semplicemente nell’affrontare i minigiochi al di fuori di ogni contesto o nello sfidare i nostri amici a raggiungere un determinato numero di vittorie nella Gara di mongolfiere.

Come era ovvio aspettarci, dunque, condividere l’esperienza di gioco con un secondo giocatore ha reso il titolo decisamente più interessante e divertente, regalandoci qualche ora di sano divertimento come ogni buon gioco di società riesce a fare da tempo immemorabile. Buono anche il feedback ottenuto dalla nostra collaboratrice che, pur essendo stata sconfitta in quasi tutti i giochi affrontati, si è comunque divertita ed ha confermato la nostra impressione di trovarci di fronte ad un discreto party game. 

Tanti minigiochi, tanto divertimento?

Il titolo però non riesce a raggiungere i gradini più alti della nostra scala di valutazione non tanto per le giustificabili carenze della modalità singleplayer, quanto per una non eccellente originalità nei contenuti di gioco
Vero punto debole risulta infatti essere, paradossalmente, la grande quantità di minigiochi offerti: gli 80 mini-games creati dagli sviluppatori, purtroppo, solo in rarissimi casi riescono ad offrire qualcosa di particolare all’esperienza di gioco su portatile, riciclando, nella maggior parte dei casi, meccaniche e dinamiche già viste. Lo stesso 3D stereoscopico della console diventa un grosso problema quando ci troviamo a dover manovrare il nostro personaggio tramite l’accelerometro, costrigendoci per questo a disattivarlo ogni volta che dobbiamo cimentarci con un minigioco che sfrutti tale caratteristica. I più particolari e riusciti risultano essere invece quelli che vanno a sfruttare il touchscreen inferiore, i quali sono tra l’altro anche quelli che richiedono una maggiore abilità del giocatore, attestandosi così come la tipologia sicuramente meglio riuscita del lotto. 
Si tratta però, come detto, di un numero troppo esiguo rispetto al totale: è perciò raro riuscire ad imbattersi in uno dei nostri minigiochi preferiti. 
Non mancano poi anche numerosi contenuti sbloccabili, ovvero quelle famose bolle alle quali abbiamo accennato a più riprese: si tratta, eccezion fatta per la bolla dei riconoscimenti, di file audio contenenti la colonna sonora dei vari tabelloni e i motti tipici dei personaggi che compaiono nel gioco (Mario, Luigi, Peach, Daisy, Wario, Waluigi, Yoshi, Boo, Toad, Bowser Jr. e Bowser). Le bolle vengono sbloccate man mano che si portano a termine determinate modalità all’interno del gioco e possono essere acquistate attraverso i punti Mario Party, che vengono accumulati sia giocando partite in singolo che in multiplayer.
mario party island tour

Commento finale

Mario Party: Island Tour non riesce in definitiva a segnare un vero passo avanti per l’evoluzione della serie su portatile, frenato da una modalità in singolo mediocre e da contenuti che mirano più alla quantità che alla qualità e all’innovazione. Un titolo che non eccelle a livello tecnico e che non va molto d’accordo con il 3D tipico della console che lo ospita, ma che risulta comunque un party game discreto, capace di regalare qualche ora di divertimento a chi potrà giocarlo in compagnia dei propri amici.

Pro Contro 
– multiplayer divertente
– possibile giocare in modalità download
– tanti contenuti..
– .. ma sono troppo rari quelli davvero innovativi
– campagna singleplayer priva di appeal
– 3D e accelerometro non vanno d’accordo
– assenza del multiplayer online
  Voto Globale: 68
 
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