Recensione The Legend of Zelda: Skyward Sword


Open World?

Ogni titolo di Zelda lasciava al giocatore la possibilità di esplorare liberatamente il mondo di gioco senza porre grossi limiti alla struttura di gioco.
The Legend of Zelda Skyward Sword lascia per un istante la libertà eccessiva lasciata dai precedenti capitoli per un titolo leggermente più lineare ma con molteplici soluzioni e possibilità di esplorazione.

Dopo aver terminato il Tempio della Foresta (che fungerà da tutorial principalmente), per raggiungere il Tempio del Fuoco apparentemente molto semplice da raggiungere in quanto la distanza dal Tempio della Foresta non era molto distante, dopo bensì due ore di viaggio tra dungeon e combattimenti il Tempio del Fuoco era ancora molto lontano.
Le fasi esplorative che venivano concesse al giocatore nei precedenti episodi, in questo nuovo capitolo vengono sostituite con ambienti apparentemente molto più ristretti e lineari, con dungeon che fungono da collegamento ai Templi successivi e con enigmi ambientali (rompicapo) molto ostici che per essere risolti costringono il giocatore a spremere le proprie meningi.

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Il gioco si suddivide in due, una parte di gioco riguarda tutto ciò che c’è al di sotto delle nuvole, una seconda parte di gioco riguarda tutto ciò che c’è al di sopra delle nuvole, si potrebbe proprio dire che questo nuovo capitolo di Zelda offra al giocatore 2 Mondi di gioco in 1.
Il collegamento alternato tra un mondo e l’altro avverrà tramite delle statue che saranno disseminate nei vari livelli di gioco. Queste statue fungeranno in primis da punti di salvataggio, secondo permetteranno al giocatore di richiamare la creatura alata e volare al di sopra delle nuvole per raggiungere altre location di gioco.
Questi viaggi non saranno “eterni” come accadeva con la barca a vela in The Legend of Zelda Wind Waker, ma saranno viaggi ad una velocità molto sostenuta il tutto per rendere l’esperienza di gioco meno lenta e più ritmata possibile.

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