L’autorità di vigilanza sulla concorrenza del Regno Unito, CMA, ha appena reso noto di aver bloccato l’acquisizione da 69 miliardi di dollari di Activision Blizzard Inc. da parte di Microsoft Corp., citando preoccupazioni sulla concorrenza nel settore del cloud gaming. La mossa mette ora a rischio uno dei più grandi accordi tecnologici degli ultimi anni.
Impatto sull’industria dei videogames
L’acquisizione da 69 miliardi di dollari avrebbe unito due giganti del settore dei videogiochi, con Microsoft che controlla già Xbox, il suo popolare marchio di console, e Activision Blizzard, che possiede titoli di successo come “Call of Duty” e “World of Warcraft” ma anche e soprattutto un colosso del gaming mobile, King.
Il regolatore britannico – che dapprima si era mostrato contrario in ragione del fatto che in questo modo Microsoft avrebbe controllato il settore dei videogames su console, acquisendo il controllo di una delle IP più importanti al mondo, Call of Duty, dopo gli evidenti report secondo cui è invece Sony a controllare il settore della vendita di hardware e software con l’80% del mercato – ha spostato poi l’attenzione sul settore del cloud gaming, dove invece è Microsoft a controllare il mercato.
Secondo la CMA l’accordo con Activision ridurrebbe significativamente la concorrenza nel settore, portando a prezzi più alti e meno innovazione per i consumatori. Microsoft infatti potrebbe sfruttare la potenza del marchio COD, per sottrarre utenti alla concorrenza.
Senza voler scendere nel merito della decisione, l’atteggiamento della CMA ci è sembrato quello di chi ha già deciso per una soluzione e cerca solo una valida motivazione a supporto di questa.
La reazione di Microsoft e Activision
Microsoft ha espresso delusione per la decisione, sottolineando che l’acquisizione avrebbe portato benefici ai giocatori attraverso una maggiore innovazione e l’espansione di piattaforme come Xbox Game Pass. L’azienda ha dichiarato che continuerà a lavorare con le autorità di regolamentazione per risolvere le preoccupazioni e cercare di portare avanti l’acquisizione e insieme ad Activision Blizzard, presenterà appello contro questa decisione.
Un portavoce di Activision ha commentato
“Il rapporto della CMA contraddice le ambizioni del Regno Unito di diventare un paese attraente per la costruzione di imprese tecnologiche”. “Lavoreremo in modo aggressivo con Microsoft per ribaltare la situazione in appello”.
Da Sony intanto nessun commento, anche se immaginiamo che la notizia debba essere stata accolta con soddisfazione, anche viste le recenti dichiarazioni di Jim Ryan, secondo cui Sony non è interessata ad alcun accordo, ma solo a far fallire l’operazione.
Possibili scenari futuri
In passato Microsoft aveva affermato più volte che per la fattibilità dell’operazione erano necessari i pareri favorevoli di almeno due su delle tre principali autorità regolatorie internazionali, ovvero quella Americana, quella Europea e quella del Regno Unito. Mentre per la prima è in corso il processo per il quale si attende una risposta entro l’estate, dalla Comunità Europea erano trapelate informazioni positive per Microsoft, anche in ragione degli accordi proposti dalla compagnia di Redmond per garantire l’arrivo della IP Call of Duty, non solo su Nintendo per 10 anni, ma anche su alcune importanti piattaforme di cloud gaming concorrenti, come GeForce Now di Nvidia, il che aveva convinto compagnie una volta ostili a schierarsi a favore dell’accordo.
Non solo, favorevoli all’accordo sono le autorità garanti di tanti altri paesi, come il Giappone, che recentemente aveva dato il via libera all’operazione.
La decisione della CMA apre uno scenario molto complicato per Microsoft. La decisione infatti potrebbe influenzare quella della FTC americana e della commissione europea, il cui parere definitivo dovrebbe arrivare il 22 maggio. Ma non solo, la necessità di proporre appello, potrebbe portare la compagnia a ritardare le operazioni finali di acquisizione, facendole slittare a 2024 inoltrato, molto più là quindi della scadenza originariamente fissata da Microsoft al 18 luglio.