Dead or Alive 6, la nostra recensione

Il ritorno di un picchiaduro leggendario!

Nel mondo spietato dei giochi di combattimento, Dead or Alive ha costantemente dimostrato di essere un contendente solido. Dal suo debutto arcade avvenuto nel lontano 1996, la serie si è fatta un nome grazie ad una grafica sorprendete, personaggi divertenti e memorabili (aggiungiamoci anche sexy) e un’intensa azione di combattimento. Ora, Dead or Alive si trova in uno dei mercati più affollati che il genere abbia mai visto ma ha dalla sua tutte le carte necessarie per distinguersi dagli altri. Anche se inciampa leggermente lungo la strada per quanto riguarda la modalità storia e l’online, DoA6 è il titolo più divertente e accessibile della fortunata serie di picchiaduro targata Koei Tecmo.

Normalmente, non mi piacciono i combattimenti 3D, preferisco di gran lunga quelli in 2D, ma inaspettatamente sono stato attratto magneticamente dalle divertenti meccaniche di Dead or Alive, a partire dal quarto capitolo. Detto questo, ho apprezzato davvero poco la scelta dello sviluppatore di rilasciare periodicamente un’infinità di costosi DLC e dello strano percorso intrapreso dalla saga con Alive Xtreme 3 che non mi ha per nulla entusiasmato. In compenso però, sin dall’annuncio avvenuto allo scorso E3, ho atteso con trepidazione Dead or Alive 6, un titolo che promette di ritornare alle origini con un occhio orientato verso il futuro.

Sempre più accessibile!

Per chi non conoscesse il brand, Dead or Alive 6 è un fighting game 3D basato su un sistema di combattimento “triangolare” che incoraggia le prese, i contraccolpi e offre quel qualcosa in più rispetto ad altri picchiaduro. Il combattimento di base è abbastanza intuitivo, con la maggior parte delle combo che possono essere eseguite senza grossi problemi. Ho sempre considerato la serie di Dead or Alive molto accessibile, ma sono rimasto sorpreso dal livello di accessibilità raggiunto, mantenendo al contempo la solida profondità che caratterizza il titolo.

Dead or Alive 6 presenta una modalità tutorial sorprendentemente robusta che incoraggia a dare il meglio di sé anche dopo sonore e dolorose sconfitte. I giocatori competitivi non hanno bisogno di grosse presentazioni, Dead or Alive è ancora appariscente e divertente da padroneggiare. Per i nuovi arrivati, basta sapere che il tasto R1 è stato designato come pulsante “Fatal Rush”. Usando questo pulsante, i giocatori possono non solo eseguire auto-combo uniche in stile Dragon Ball FighterZ, ma anche eseguire colpi mortali cinematici e inversioni fatali che permettono di uscire da situazioni complicate soprattutto quando l’avversario di turno è più esperto di noi.

DOA Quest e Story Mode!

Anche se siete poco avvezzi ai combattimenti 3D, Dead or Alive 6 è un gioco molto divertente con cui entrare in contatto. Al di fuori dello standard Versus, i giocatori possono testare le proprie abilità in modalità Arcade, Time Attack e Survival, che funzionano come dovrebbero e sono pensante appositamente per testare le caratteristiche peculiari di ogni singolo personaggio. Le modalità sicuramente migliori che il titolo ha da offrire sono: DOA Quest e la Story Mode. DOA Quest è divertimento allo stato puro e sfida i giocatori a conoscere bene l’intero roster di Dead or Alive 6. Al momento del lancio, questa modalità presenta circa 100 Quest che si riducono a semplici lotte con tre sfide uniche. Questa modalità richiede di eseguire più mosse complesse in combattimenti sempre diversi e con più personaggi.

Portando a termine tutte le sfide richieste da una determinata missione, i giocatori possono sbloccare una vasta gamma di extra, vale a dire nuove opzioni di personalizzazione, o almeno l’oro per acquistarle. Anche se la personalizzazione di Dead or Alive 6 non ha la profondità di titoli come Injustice 2, dà comunque ai giocatori gli strumenti necessari per rendere unici i loro personaggi preferiti. DOA Quest è stata di gran lunga la nostra modalità preferita di Dead or Alive 6 e speriamo vivamente che Koei Tecmo e Team Ninja continuino a supportarla con nuove missioni per tutto il 2019. Le modalità Storia del gioco, seppur ben fatta, ha qualche problemino principalmente a causa del modo in cui viene distillata ai giocatori. Gli sviluppatori hanno deciso di suddividere la storia non solo in diversi capitoli indipendenti, ma anche in scene accessibili in modo stand alone. Con ogni capitolo, sarete in grado di accedere ad alcune scene della storia e sbloccarne di nuove dopo averle portate a termine. Mentre la trama di Hayate, Kasumi e Ayane è la più semplice, il resto della modalità storia di Dead or Alive 6 è proposta a casaccio, per non dire altro.

A volte ogni scena è collegata ad un determinato personaggio, a volte non lo è e necessita di un retroscena più approfondito per essere compresa al meglio (non posizionate correttamente e né tantomeno contrassegnate come tali). Tra ogni scena, c’è una schermata di caricamento. Generalmente, i tempi di caricamento in Dead or Alive 6 sono rapidi e non rappresentano un problema; detto questo, paradossalmente il caricamento rapido diventa piuttosto fastidioso qui. Questa struttura ha anche ostacolato il modo in cui le trame dei personaggi potevano essere presentate. In particolare, la nuova storia di Diego gioca con alcuni temi interessanti in quanto è necessario decidere tra i combattimenti per sostenere la madre o cadere nelle richieste di Mila, Zach e Rig per combattere nel torneo principale. Mentre il finale della sua storia è interessante, non si lega alla trama principale e il modo in cui la trama si svolge e si sblocca uccide qualsiasi potenziale ritmo, semmai ce ne fosse stato uno.

Le basi per una trama folle e divertente ci sono tutte, ma non sono presentate abbastanza bene per raggiunge un livello degno di nota. Ci viene raccontata sicuramente una storia divertente, ma a meno che voi non siate maestri della lore di Dead or Alive o desideriate sperimentare ogni combattimento progettato dagli sviluppatori, questa modalità si presenterà come un difetto in un gioco di combattimento altrimenti eccezionale.

Combattimenti ancora più soddisfacenti grazie al Break Gauge

DoA6 offre combattimenti solidi e soddisfacenti. La novità del franchise è un Break Gauge (una meccanica che è stata vista in molti altri giochi di combattimento) una barra che si riempie man mano che infliggiamo o riceviamo danni attraverso i nostri colpi. Ci sono alcune nuove cose che potete fare con il Gauge, grazie ad un pulsante “speciale” appena aggiunto che dà accesso ad una nuova funzione: un attacco laterale eseguibile premendo su o giù in tandem con il pulsante speciale, avvierà una “Break Hold ” in contrattacco. Infine, potete eseguire un potente “Break Blow” verso l’avversario, tenendo premuto il tasto speciale, o automaticamente alla fine di una combinazione di quattro colpi, quando il Break Gauge risulta essere pieno. Questi Break Blows sono incredibilmente appariscenti, facendo seri danni sia in termini di barra vitale che visivamente sullo schermo. Il Break Gauge è una grande aggiunta al gioco, in quanto è facile da capire e non richiede molta dedizione nell’apprenderlo.

La serie è inoltre, nota per avere delle bellissime arene da combattimento, e i rigogliosi campi di battaglia di DoA6 potrebbero essere tra i più pazzi nel mondo dei picchiaduro. Includono un parco a tema fatiscente invaso da dinosauri, una nave da guerra incrostata di muschio assalita da un rabbioso kraken, e uno stage con una pila di veicoli che potrebbero esplodere quando toccati. Questi livelli sono disseminati di pericoli specifici che giocano un ruolo importante in termini di casualità durante il combattimento. In alcuni casi, è possibile creare combinazioni uniche con l’ausilio delle zone pericolose, ad esempio sfruttando uno pterodattilo per ergersi in volo e colpire l’avversario.

La cosa più importante è che il combattimento si percepisce essere piuttosto solido. Animazioni fluide e movimenti convincenti offrono quel tocco in più ad un fighting game già solidissimo. Ogni personaggio offre qualcosa di unico in termini di stile di combattimento. E anche se non ci hanno convinto pienamente i disegni dei due nuovi personaggi (Diego è terribilmente generico, e NiCO, la scienziata dai capelli blu, sembra appartenere a un gioco completamente diverso), entrambi portano qualcosa in termini di capacità e varietà di combattimento.

Online da rivedere

Il gioco online è una parte significativa del successo di qualsiasi gioco di combattimento. Al momento del lancio, il multiplayer di Dead or Alive 6 sembra essere abbastanza stabile; detto questo, si compone solo di partite classificate e non molto altro con la promessa di un futuro arrivo di una modalità Lobby.

Il sound di Dead or Alive 6 ci ha convinto. I suoni e gli impatti dei colpi risultano essere molto gratificanti. Il doppiaggio inglese (o giapponese se preferite) è solido e mai banale. Per quanto riguarda la grafica, i modelli dei personaggi sono impressionanti e memorabili, anche se sul mercato ci sono giochi che sotto questo punto di vista, si mostrano decisamente migliori.

Dead or Alive 6
8 / 10 4News.it
Acquista suAmazon.it
Disponibile suPS4, XBOX One, PC
Pro
    -Graficamente ispirato
    -Il sistema Break Gauge aggiunge profondità al combattimento
    -Cast divertente e vario
    -Tanti stili di combattimento da sperimentare
Contro
    -I nuovi personaggi sono piuttosto insignificanti dal punto di vista del design
    -Presentazione della modalità storia troppo disordinata e sconnessa
    -Modalità online carente
Riassunto
I giochi di combattimento sono diventati più veloci e accessibili, e Dead or Alive 6, per fortuna, segue la stessa tendenza. DoA6 ha fatto passi da gigante su console current-gen, ma è stato frenato dalla presentazione imbarazzante della story mode e da una scarsa esperienza online al momento del lancio. Nonostante alcuni passi falsi, DoA6 è ancora un gioco da combattimento divertente e avvincente da giocare, con tanta personalità e uno stile visivo d’impatto. Se state cercando un nuovo picchiaduro o semplicemente vi volete affacciare per la prima volta a questo genere, DoA6 è sicuramente un’ottima scelta.
Gameplay
Grafica
Sonoro
Longevità
Giudizio finale



PRO


CONTRO

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