A quasi cinque anni di distanza dal primo capitolo, Death Stranding 2: On the Beach riporta in scena Sam Porter Bridges con una nuova avventura densa di simbologie, incontri surreali e, naturalmente, consegne da effettuare. Il gameplay riprende l’approccio profondo e riflessivo del predecessore, arricchendolo con nuovi strumenti, veicoli, nemici e sistemi di progressione. Che siate alla prima partita o veterani della UCA, questa guida è pensata per accompagnarvi passo dopo passo nella nuova traversata tra Messico e Stati Uniti, aiutandovi a gestire al meglio ogni elemento di gioco. Per un’analisi più approfondita, potete consultare anche la nostra recensione completa di Death Stranding 2.
Prima di partire: rinfrescate la memoria
La storia di Death Stranding 2: On the Beach si riallaccia in modo profondo e diretto agli eventi del primo capitolo, non soltanto sul piano narrativo, ma anche attraverso richiami simbolici, relazioni interpersonali e scelte di design. Hideo Kojima ha costruito una trama che si regge su un equilibrio delicato di significati e connessioni, per cui l’introduzione al nuovo viaggio non può prescindere da una conoscenza — anche basilare — di ciò che è accaduto prima. E per fortuna, questo non significa dover necessariamente recuperare tutte le ore del gioco originale.
All’interno del menu principale, Death Stranding 2 include infatti un prezioso video-riassunto ufficiale, realizzato dallo stesso Kojima, che ricapitola gli eventi salienti del primo capitolo in maniera chiara ed efficace. Non si tratta di un semplice riassunto testuale, ma di un’opera audiovisiva pensata con attenzione, che ripercorre la storia di Sam Porter Bridges, la nascita delle UCA, l’ascesa e il crollo di personaggi chiave, e i misteri legati al mondo dei morti. È un momento fondamentale non solo per orientarsi nella narrazione, ma anche per rientrare nel mood emotivo e filosofico che contraddistingue la saga.
Guardare questo video prima di iniziare la nuova avventura non è soltanto utile, è quasi necessario. Che siate tra coloro che hanno completato ogni consegna in Death Stranding o tra chi l’ha solo sfiorato, questo riassunto vi permetterà di cogliere sfumature, riferimenti e parallelismi che arricchiranno la vostra esperienza. Il mondo di On the Beach non è fatto per chi cerca un’avventura da vivere a compartimenti stagni: è un racconto continuo, profondo, stratificato. E affrontarlo senza avere almeno una bussola narrativa rischia di rendere più confusa e dispersiva l’intera esperienza.
Una lattina può fare la differenza
Come in passato, anche in On the Beach Sam può ristorarsi nella sua stanza privata. Tra le possibilità offerte da questo spazio c’è anche il consumo delle bevande energetiche chirali, che garantiscono un temporaneo potenziamento della stamina. Non è una meccanica da sottovalutare: in alcune consegne particolarmente dure o durante scontri intensi, quei punti in più di resistenza possono fare la differenza tra successo e fallimento. Se siete di fretta, potete anche saltare l’animazione per ottimizzare i tempi.
La bevanda non solo offre un boost immediato alle capacità fisiche di Sam, ma diventa fondamentale nelle sezioni in cui il peso del carico è al limite o si affrontano lunghi tratti in territori ostili. Una stamina più alta significa meno rischi di inciampare, cadere o perdere l’equilibrio in situazioni critiche. È anche un modo pratico per affrontare al meglio le missioni successive senza dover necessariamente cambiare equipaggiamento o alleggerire il carico. Una pausa, una bevuta, e si riparte più forti di prima. Un piccolo gesto, certo, ma capace di influenzare concretamente le vostre performance sul campo.

La mappa: molto più che un riferimento
In un mondo come quello di Death Stranding, la mappa non è solo un’indicazione, ma uno strumento strategico di sopravvivenza. Pianificare un percorso, evitare accampamenti nemici o zone impervie e studiare il territorio diventa essenziale per non incappare in incidenti o perdite di tempo prezioso. Grazie al nuovo sistema di filtraggio delle icone, la lettura è molto più immediata rispetto al primo capitolo, con la possibilità di personalizzare ogni dettaglio e ottenere dati approfonditi su strutture, ostacoli e risorse.
Ma non è tutto: varcosismi, piogge temporali e fenomeni atmosferici improvvisi sono sempre dietro l’angolo, e la mappa consente ora una prevenzione più accurata, evitando così di affrontare condizioni proibitive senza essere adeguatamente equipaggiati. Anche solo uno sguardo veloce può salvare una spedizione da un fallimento totale. Inoltre, la possibilità di piazzare waypoint personalizzati e salvare rotte ottimali consente di trasformare ogni tragitto in un percorso efficiente e sicuro. La mappa, in definitiva, non è solo un aiuto: è la vostra alleata invisibile in un mondo che vuole vedervi crollare sotto il peso del carico.
Il Messico è solo l’inizio
Il viaggio di Death Stranding 2: On the Beach si apre in Messico, ma come ogni buon prologo che si rispetti, questa prima regione serve soprattutto a farci prendere confidenza con le meccaniche di base, l’atmosfera e le nuove dinamiche di gameplay. Anche se l’istinto può spingerci a completare ogni incarico disponibile fin da subito, è consigliabile non fossilizzarsi troppo sulle consegne secondarie. L’obiettivo iniziale, infatti, è raggiungere rapidamente la seconda mappa, vero cuore pulsante dell’esperienza.
Proseguendo nella storia principale, si sbloccheranno nuove funzionalità cruciali come il viaggio rapido, nuove opzioni di costruzione e strumenti che cambiano radicalmente il modo in cui affrontiamo il terreno e la logistica. Anticipare questa progressione permette anche di rendere più significative le attività in Messico, che potranno essere riprese in un secondo momento con un approccio più consapevole ed efficiente.
Non è una fuga, ma una strategia di crescita. Perdersi troppo presto nei dettagli rischia solo di rallentare il ritmo e far perdere di vista ciò che Death Stranding 2 ha da offrire nella sua interezza. E fidatevi: una volta esplorata la nuova regione, tornare in Messico non sarà più lo stesso.

Ricompense
Uno degli elementi più significativi introdotti in Death Stranding 2: On the Beach rispetto al capitolo precedente è la trasparenza nella gestione delle ricompense. Nel primo gioco, infatti, il sistema di progressione e ricompensa risultava piuttosto opaco: completavi consegne, miglioravi il legame con prepper o strutture, ma era difficile sapere in anticipo cosa ne avresti ottenuto. In questo sequel, invece, tutto è più chiaro, immediato e funzionale.
Già dal menu delle missioni si può vedere con precisione quali oggetti o potenziamenti verranno sbloccati portando avanti determinate consegne o rafforzando il legame con specifici nodi del Chiral Network. Questo dettaglio, apparentemente secondario, ha un impatto enorme sul ritmo del gioco e sull’efficienza del giocatore: permette infatti di scegliere con consapevolezza su quali incarichi investire tempo ed energie, ottimizzando le rotte e pianificando strategie su misura per il proprio stile di gioco.
Se ad esempio puntate a migliorare l’equipaggiamento da combattimento, saprete esattamente quali prepper o centri di distribuzione privilegiare. E lo stesso vale se preferite concentrarvi sulla costruzione, sui veicoli o sullo stealth. Il risultato è un’esperienza molto più personalizzabile, nella quale ogni decisione ha un ritorno tangibile, misurabile, motivante.
Una dinamica che valorizza ogni sforzo e trasforma la consegna più banale in un investimento intelligente sul lungo termine.
Veicoli: tanti, ma attenzione alla batteria
La varietà di veicoli è cresciuta notevolmente rispetto al primo Death Stranding, ma resta invariato il principio base: scegliete il mezzo in base al terreno e pianificate sempre tenendo conto della batteria. Un veicolo scarico nel bel mezzo di una zona CA può trasformare una consegna tranquilla in un incubo. Il consiglio è di non abusare del turbo e di portare con sé il materiale per costruire stazioni di ricarica nei punti più critici. Non trascurate neppure i veicoli lasciati da altri giocatori: anche se non personalizzabili, possono rivelarsi utilissimi in situazioni di emergenza.
Nel dettaglio, ogni veicolo presenta caratteristiche uniche che lo rendono più o meno adatto a determinati tipi di missioni. Le moto, ad esempio, offrono grande agilità e velocità, ma sono più fragili e meno capienti rispetto ai pick-up o ai mezzi più pesanti. I veicoli più grandi, come gli off‑roader, permettono di trasportare grandi quantità di carico, ma sono meno manovrabili e più esposti ai danni in caso di percorsi accidentati o ambienti ostili. Per questo, è sempre consigliabile pianificare il percorso su mappa con attenzione, tenendo conto dei tratti più difficili e della presenza di infrastrutture di supporto.
Va ricordato inoltre che l’autonomia dei veicoli è limitata: le batterie si esauriscono con il tempo, soprattutto se si usa spesso la funzione di turbo o si attraversano zone ad alta resistenza, come aree fangose o con salite ripide. Una buona abitudine è quella di costruire generatori nelle zone chiave del percorso, specie prima di attraversare territori non connessi alla rete. Se si prevede un viaggio lungo, è fondamentale portare con sé PCC per piazzare stazioni di ricarica mobili, oppure sfruttare le infrastrutture degli altri utenti tramite la rete online.
Infine, la batteria dei veicoli si ricarica anche nelle zone protette da rifugi o città principali, ma attenzione: in caso di maltempo, tempeste chirali o attacchi da parte delle CA, il tempo per ricaricare potrebbe non bastare. Imparare a gestire al meglio le risorse energetiche diventa quindi una delle chiavi per sopravvivere, consegnare in tempo e non perdere tutto per un imprevisto evitabile.

Infiltrazioni notturne e mimetizzazione
Affrontare gli accampamenti nemici frontalmente non è sempre la scelta più saggia. Grazie a un rinnovato sistema di armi e gadget, Death Stranding 2 permette approcci stealth più efficaci. L’ideale è agire di notte, equipaggiando tute scure per migliorare la mimetizzazione. Così facendo si aumentano le chance di sorprendere i nemici e si riduce al minimo il rischio di essere scoperti durante le fasi di esplorazione o di raccolta.
La nuova IA dei nemici rende però tutto più stimolante: i nemici reagiscono a rumori, movimenti improvvisi e variazioni di luce, obbligando il giocatore a studiare con attenzione ogni manovra. Nascondersi nell’erba alta non basta più: serve osservare i percorsi delle guardie, sfruttare distrazioni sonore e approfittare delle zone d’ombra per avvicinarsi silenziosamente. Alcuni gadget, come le granate accecanti o le trappole, possono aprire una breccia nelle difese nemiche senza far scattare un allarme. Agire con intelligenza e pazienza è la chiave per ripulire un’area in silenzio, evitando scontri inutili e conservando risorse preziose per le fasi successive.
Allenamento virtuale per il mondo reale
Per migliorare le proprie capacità in combattimento, è consigliabile frequentare le missioni VR accessibili dalla stanza privata. Oltre a offrire scenari di addestramento per affinare la mira o il corpo a corpo, queste attività aiutano a padroneggiare meccaniche specifiche prima di affrontare sfide reali, che si tratti di creature arenate o bande di terroristi.
Le simulazioni sono molto più che semplici tutorial: rappresentano vere e proprie prove a difficoltà crescente, con ambienti diversi e nemici sempre più aggressivi. Allenarsi regolarmente nelle missioni VR consente anche di ottenere valutazioni e ricompense, che possono poi essere riscattate nel gioco principale sotto forma di materiali, oggetti o punti esperienza. È anche un ottimo modo per testare nuove armi senza il rischio di consumarle o perderle sul campo. In un contesto dove la sopravvivenza dipende dalla preparazione, queste missioni si rivelano un’opportunità da non sottovalutare per affinare lo stile di gioco e affrontare ogni incarico con maggiore consapevolezza.
Il Magellan: base mobile e deposito strategico
Il Magellan non è solo un mezzo di trasporto, ma anche una vera e propria base operativa. Rispetto agli armadietti privati sparsi nella mappa, qui potrete depositare risorse, armi e consumabili in eccesso e accedervi ovunque la nave atterri. Un vantaggio tattico da non sottovalutare, soprattutto nelle missioni più lunghe e complesse.
Questa mobilità si traduce in un’autonomia strategica senza precedenti: potrete affrontare spedizioni in zone lontane senza preoccuparvi di tornare indietro per recuperare scorte. Inoltre, sfruttando il Magellan come punto di rifornimento, è possibile alleggerire Sam tra un’incarico e l’altro, ottimizzando la gestione del carico. La nave è dotata anche di strutture per il riposo e il recupero, rendendola una sorta di rifugio avanzato che vi accompagna nel cuore delle aree più pericolose. Non dimenticate, infine, che il Magellan è fondamentale anche per sbloccare nuove sezioni della mappa e attivare funzionalità avanzate, come la condivisione delle risorse in rete con altri giocatori. Un compagno silenzioso, ma essenziale per progredire senza intoppi.
Sistema di progressione e potenziamenti
Death Stranding 2: On the Beach introduce un sistema di progressione profondamente rinnovato, pensato per premiare la costanza e l’adattamento. Da una parte, ogni azione compiuta nel mondo di gioco — come la corsa, l’arrampicata, l’uso delle armi o la consegna dei carichi — contribuisce a migliorare le abilità relative, permettendo a Sam di diventare più efficiente e reattivo nel tempo. Questo sistema premia l’esperienza diretta e l’abitudine all’ambiente, spingendo il giocatore a consolidare il proprio stile.
Dall’altra parte, l’APAS (Advanced Progression Assignment System) consente di spendere punti abilità guadagnati per sbloccare potenziamenti specifici. Parliamo di abilità passive che vanno dalla maggiore resistenza, a un miglioramento nella gestione del peso, fino all’incremento della durata delle batterie o all’efficacia delle armi. La cosa più interessante è che questi punti possono essere riassegnati liberamente, rendendo possibile modificare la build in funzione della missione da affrontare. Che si tratti di un incarico stealth o di una consegna su lunga distanza, il sistema permette una libertà strategica inedita, rendendo ogni scelta rilevante e ogni potenziamento realmente utile.
Distribuzione del carico: equilibrio e visibilità
La corretta gestione del carico è uno degli elementi chiave per sopravvivere ed essere efficienti in Death Stranding 2. Molti giocatori, presi dalla fretta, tendono a impilare tutto sulla schiena, finendo per sbilanciare Sam e rendere il suo movimento più lento, goffo e visibile. Il rischio di cadute aumenta, così come quello di essere individuati durante le fasi di infiltrazione. Il gioco stesso ci insegna che l’equilibrio è tutto.
Attivando l’opzione di posizionamento automatico — disponibile sia nelle strutture che in qualunque momento durante l’esplorazione — si può distribuire in modo intelligente ogni oggetto sul corpo di Sam, sfruttando braccia, gambe e zaino per bilanciare il carico. Questo permette non solo di mantenere una postura corretta, ma anche di risparmiare energia e di ridurre al minimo le interferenze con la telecamera e i movimenti. Inoltre, una disposizione ordinata e razionale del carico permette anche di liberare spazio per raccogliere materiali lungo la strada, senza dover rinunciare ad attrezzature essenziali.
Rifornimenti: dormire è il miglior reset
In un mondo ostile e imprevedibile come quello di On the Beach, la gestione delle risorse è fondamentale. Batterie scariche, esoscheletri fuori uso, armi senza munizioni: ogni viaggio può trasformarsi in un incubo se si parte senza aver pianificato bene il proprio rifornimento. Eppure, la soluzione a molti di questi problemi è sorprendentemente semplice: una dormita nella stanza privata.
Riposare nella stanza non è solo un gesto simbolico o narrativo. Si tratta di una vera e propria azione strategica che permette di resettare la propria condizione: le munizioni vengono ripristinate, le batterie si ricaricano, la stamina torna al massimo. Anche l’equipaggiamento che si trova nel Magellan o nell’inventario viene ricalibrato, pronto per affrontare un nuovo incarico. Questo rende la stanza privata non solo un rifugio sicuro, ma anche un punto nevralgico per la gestione delle missioni. Farne un uso regolare significa partire sempre al massimo delle proprie capacità, evitando imprevisti e garantendosi una marcia in più anche nelle fasi più avanzate del gioco.
La calma prima del viaggio
Affrontare Death Stranding 2 significa immergersi in un’esperienza unica, in cui ogni passo, ogni carico, ogni scelta pesa davvero. I consigli raccolti in questa guida sono solo l’inizio: il mondo creato da Hideo Kojima vive di ritmi propri, di equilibri delicati tra fatica e gratificazione. Imparare a conoscere i propri limiti, ottimizzare le risorse e usare con intelligenza le meccaniche offerte è essenziale per godere appieno dell’esperienza. Ma ricordate: anche nella frenesia delle consegne, prendersi un attimo per guardare l’orizzonte, sorseggiare una Chirale o riposare in cabina può fare la differenza. Perché in Death Stranding, come nella vita, non sempre è importante correre. A volte, basta sapere dove si sta andando.