Xbox pensa ad una console portatile? Le strategie per il futuro di Microsoft e del Game Pass

A seguito di alcune voci, non troppo ufficiali ma neanche troppo poco, si intensificano attesa e trepidazione per l’evento Microsoft previsto giovedì 15 febbraio 2024, in cui Phil Spencer e il suo team parleranno ai giocatori riguardo al futuro di Xbox.

In quale direzione andrà la divisione gaming di Microsoft? Quali strategie pensa di adottare per colmare il dislivello tra le piattaforme di casa “verde” e la concorrenza? Ci sarà un cambio di rotta sostanziale rispetto alla formula “giocare ovunque a qualunque cosa” che Xbox Game Pass e xCloud hanno cercato di promuovere negli ultimi anni? Vediamo cosa si sa al momento, così da arrivare preparati ad eventuali rivelazioni.

La prima “indiscrezione” sulla quale potremmo riflettere per immaginare un cambio di passo e di percorso da parte di Microsoft viene da un podcast di XboxEra, dove Nick Baker afferma con relativa sicurezza che “a capo del progetto per il prossimo dispositivo Microsoft non ci sarà Jason Ronald” (responsabile dello sviluppo di Xbox Series X|S), ma che il lavoro verrà invece affidato al team che ha sviluppato Microsoft Surface, una linea di dispositivi portatili (tablet ibridi, lavagnette interattive e mini-PC all-in-one) che Microsoft ha lanciato a partire dal 2012 con l’intenzione di definire nuovi standard in ambito di dispositivi portatili con ambiente Windows.

Questo potrebbe indurre a pensare che Microsoft voglia lanciarsi in direzione di una console portatile o comunque di un nuovo tipo di dispositivo mobile. In tal caso viene da chiedersi quale tipo di innovazione o di miglioria penserebbe di apportare ad un campo dove la concorrenza, specialmente Nintendo, è già piuttosto avanti. Chiaramente è solo un’ipotesi, ma troverebbe conforto in alcune considerazioni riguardo alle acquisizioni fatte da Microsoft (in particolare Activision-Blizzard, che vanta alcuni dei brand mobile più seguiti, come Call of Duty Mobile, Candy Crush e Diablo Immortal) e all’idea, più volte ventilata da Microsoft, di voler aprire un proprio store digitale mobile, in netta concorrenza con quelli di Apple e di Google.

In tal senso è ben noto che Microsoft sperava di potersi avvalere dell’adeguamento di Apple alle direttive europee imposte con il Digital Markets Act (DMA): con l’introduzione di quest’ultimo, la società di Cupertino ha dovuto aprire i suoi dispositivi e sistemi operativi all’introduzione di store digitali di terze parti, ma non è mancato un colpo di coda. Una tassa, imposta agli sviluppatori che distribuiscono su iOS, di 50 centesimi per ogni download annuale eccedente il milionesimo.  Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming ha commentato questa mossa definendola “un passo nella direzione sbagliata”. E’ evidente, dunque, il malcontento di Microsoft riguardo al fatto di non potersi avvantaggiare pienamente di questa picconata alle storiche “politiche protezionistiche” di Apple per diffondere e distribuire a macchia d’olio i suoi prodotti mobile.

Microsoft e lo shock delle esclusive “sdoganate”

Ma al di là della propensione di Microsoft verso il mobile e potenzialmente verso una console portatile è un’altra la questione che ha catturato l’interesse del pubblico, catalizzandolo verso l’evento del 15 febbraio. Le voci secondo le quali Microsoft avrebbe intenzione di “rinunciare” alle sue più forti esclusive, pubblicandole anche su piattaforme concorrenti, come PS5 e Nintendo Switch.

Se fosse vero, si tratterebbe di una mossa in netta controtendenza a quelle degli ultimi anni in cui era sembrato che Microsoft, con le sue “acquisizioni aggressive” (Bethesda prima, Activision-Blizzard poi), stesse tentando di ridare nuova linfa alle sue piattaforme di gaming, accaparrandosi l’esclusiva di brand importanti (come Fallout o Call of Duty), pubblicando titoli esclusivi (come Starfield e Redfall) e dando filo da torcere alla concorrenza.

Cosa potrebbe essere andato storto? Magari per capirlo possiamo iniziare con l’analizzare un po’ di numeri.

Microsoft e la “parabola” del Game Pass

Nel 2022 era evidente che Microsoft stesse spostando le sue strategie di mercato dalla vendita di console e giochi al Game as a Service: con il servizio in abbonamento Game Pass, il giocatore ha accesso ad un’ampia libreria di titoli, giocabili in streaming e on demand, come accade con servizi televisivi quali Netflix e Amazon Prime. A Maggio del 2022 gli abbonati al Game Pass erano circa 25 milioni e Microsoft si era proposta l’obiettivo di portare questo numero a 100 milioni entro il 2030.

Xbox Game Pass

Il servizio prometteva bene, solo nell’ultimo anno (cioè dal 2021 al 2022) il numero di abbonati era salito da 18 a 25 milioni e con il concreto impegno di Microsoft nel supportarlo, sembrava proprio che la crescita fosse destinata ad essere costante, se non esponenziale.

Poi, però, qualcosa si inceppa. Le due principali esclusive Microsoft, Starfield e Redfall, subiscono significativi ritardi, passando dal 2022 al 2023: nel caso di Starfield questo detta una mancata “opportunità natalizia” che incide non poco sulle vendite e sui guadagni del gioco. La crescita degli abbonamenti si ferma e lo stesso Phil Spencer esprime grande delusione in un comunicato mandato via e-mail ai dirigenti nel 2022: “A quanto pare è probabile che intercorreranno non meno di sedici mesi tra la pubblicazione di una nostra grande esclusiva e l’altra. E’ una situazione disastrosa, considerando tutto quello che abbiamo investito in nuovi studi per finanziare i contenuti del Game Pass.”

A partire da questo momento, Microsoft smette di fornire aggiornamenti agli investitori sul numero di iscritti al Game Pass. Viene stimato che la crescita del numero di abbonamenti negli ultimi due anni (bienni 2022-24) abbia portato la cifra a 33 milioni, solo il 33% in più di quelli nel 2022, a fronte di un obiettivo atteso del 73%.

Dopo aver escluso il raggiungimento degli obiettivi di performance su Game Pass dalla lista di incentivi per l’A.D. Satya Nadella, Microsoft prova a spingere nuovamente sul Game Pass con gli abbonamenti PC e Xbox Series S, ma è anche costretta a ridimensionare i suoi obiettivi riguardanti X-Cloud, che doveva essere un motore trascinante per la crescita di abbonamenti.

In poche parole, allo stato di cose attuale i progetti di Microsoft per la crescita di Game Pass non stanno affatto andando come previsto.

E’ possibile che la distribuzione di esclusive su altre piattaforme sia un disperato gesto per tentare di “dare una maggior copertura” a titoli importanti, resi disponibili a una folla più ampia di giocatori che potrebbero sottoscrivere un abbonamento? O interessarsi a brand che altrimenti trascurerebbero? Che sia un modo per tornare sulla cresta dell’onda del software a spese di una potenziale mancata vendita di piattaforme fisiche?

Quali che siano le motivazioni di questa scelta, se sarà confermata rappresenterà certamente qualcosa che non lascia indifferenti né i fan di Xbox né i suoi impiegati, ponendo serie domande sul futuro di Microsoft come produttore di hardware.

Evento Microsoft: riflessioni e potenziali esiti o conseguenze.

Avrebbe senso che dopo oltre vent’anni passati a produrre hardware per il gaming (e spesso sbandierandone la “superiorità tecnica” e i maggiori investimenti rispetto alla concorrenza) Microsoft decidesse di voltare pagina e dichiarare chiusa l’era delle console proprietarie?

Un simile evento rappresenterebbe certamente un importante scossone del panorama console così come lo conosciamo.

In un recente incontro con gli impiegati, i dirigenti Microsoft sembrerebbero aver rassicurato i dipendenti riguardo al fatto che la produzione di hardware continuerà, ma non si sono lasciati sfuggire una parola riguardo la veridicità delle voci. Voci che affermano che importanti esclusive Microsoft, di cui le prime dovrebbero essere Starfield e Hi-Fi Rush (potenzialmente seguiti da Sea of Thieves e Indiana Jones) starebbero per approdare sulle console della concorrenza. Anche qui la verità sarà chiarita solo all’evento Microsoft.

Su Twitter c’è chi spergiura che Microsoft ha dato l’ok allo sviluppo e al lancio di un nuovo tipo di piattaforma: potrebbe trattarsi, appunto, di una portatile? Di un modello ibrido come Switch della Nintendo? O magari di una Xbox Series X senza disco e “mid-gen”? Come già accaduto nel 2016 con Project Scorpio, Microsoft potrebbe voler dare qualche indiscrezione su un nuovo modello o una nuova piattaforma, ma senza rivelare troppo.

Staremo a vedere. Quello che è certo è che l’evento del 15 febbraio si prospetta un importante appuntamento per ottenere (si spera) risposte a questioni che potrebbero incidere pesantemente sul futuro e sulle direzioni intraprese da Microsoft per la sua divisione gaming. Vale dunque la pena di seguirlo con il fiato un po’ sospeso: sia da parte di coloro che sperano in un mantenimento delle esclusive e di un eventuale rilancio di Xbox, che possa creare nuove motivazioni agli utenti per comprare una console di casa Microsoft; e sia da parte di quelli che invece sperano di veder approdare le esclusive Microsoft anche su altre piattaforme, come Nintendo Switch e PS5.

Su una cosa, comunque, bisogna concordare: in un modo o nell’altro Microsoft è riuscita nell’intento di attirare l’attenzione su questo evento. Non vediamo l’ora di saperne di più.

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Alessandro "Arcangelo" Verso
Alessandro "Arcangelo" Verso
Dopo aver attraversato l'Abisso come Raziel ed esserne uscito molto più forte (ma anche più brutto) di prima, ha ripreso la sua passione per i videogiochi a 360°: giocare, commentare, scrivere. PCista convinto, si addentra sempre con cautela in una "Next Gen" di console.

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