Fake News, faccia a faccia con un esperto IT

Un argomento quantomai di attualità

Ultimamente ci siamo occupati del fenomeno delle Fake News, tanto da pubblicarne una dedicata al film di Uncharted, dove il nostro Arturo appariva nei panni di un (poco) aitante Nathan Drake.

Visto che il pericolo è reale e a dirla tutta ci spaventa un po’, ci siamo rivolti al Dott. Sergio Sarnari, programmatore marchigiano, con 19 anni di esperienza alle spalle in ambito Web Marketing e gestore di alcune testate online.

Intervista Fake News

Il buon Sergio, coinvolto come tutti gli amanti del libero pensiero in questa causa ci ha dedicato parte del suo tempo, rispondendo alle nostre curiosità.

– Come mai il termine “Fake News” è diventato particolarmente popolare negli ultimi tempi?

Anche se le fake news sono sempre esistite, il picco di diffusione che hanno avuto, grazie soprattutto ai social media, ha raggiunto livelli tali da poter influenzare un grandissimo numero di persone.

Proprio per questo il termine si è diffuso fino ad arrivare spesso nelle prime pagine dei notiziari, in particolare quando è legato a grandi fatti politici, come ad esempio le recenti discussioni sull’influenza delle fake news sulla vittoria di Trump alle ultime elezioni presidenziali.

– Sappiamo che una delle principali fonti di guadagno dei siti deriva dal numero di visite che esso ottiene, questo spiegherebbe la crescita del fenomeno chiamato “clickbaiting”?

Sicuramente, ma non è l’unica. Il clickbaiting è quella tecnica di pubblicazione di contenuti che possano attrarre gli utenti attraverso titoli o immagini accattivanti e spesso sensazionalistici.

Chi pubblica fake news può farlo per guadagnare dalla pubblicità (ed in questo caso il clickbaiting sicuramente permette di aumentare i guadagni) oppure perché è pagato da qualcuno per diffondere notizie false su un determinato tema o personaggio.

– Clickbaiting e Fake News sono due fenomeni legati?

Il Clickbaiting risulta particolarmente efficace quando colpisce le persone su temi più sensibili come quelli politici, religiosi o gli stili di vita; quando, presi dall’emozione del momento, leggiamo qualcosa che ci emoziona, siamo più vulnerabili e lo condividiamo più facilmente.

– Come è possibile ridurre il discorso Fake News senza intaccare la libertà di stampa ed opinione?

Mettere una catena senza intaccare la libertà è sempre un compromesso difficile. Pubblicare Fake News non è un reato, a meno che non si cada nella diffamazione.

– Cosa pensi dei siti di Debunking (tipo il blog di Attivissimo)?

Sono un ottimo strumento per aiutare le persone a riconoscere le Fake News. Uno dei primi ad occuparsi di questo tema è stato Paolo Attivissimo e negli ultimi anni si è diffuso un vero e proprio filone editoriale che si occupa di debunking.

– Eco diceva che il problema di Internet è aver dato parola a legioni di imbecilli la cui opinione sarebbe rimasta prima confinata al bar dello sport. È veramente questo il problema?

Sì. Umberto Eco aveva ragione.

Internet però ha dato anche alle persone la libertà di connettersi con il resto del mondo, tutto sommato non tornerei indietro.

– È possibile riconoscere una fake news? Se si, come?

Purtroppo non esiste un metodo certo per riconoscere una fake news. Sono spesso mascherate in modo da sembrare vere, citando articoli, fonti e autori importanti. Inserendo verità parziali per argomentare la loro tesi falsa.

Il controllo attento della fonte resta l’unico modo per riconoscerle, ma richiede del tempo che normalmente non siamo disposti a d investire. I titoli sensazionalistici, notizie pubblicate su domini gratuiti (ed. wordpress.com, altervista.com, blogspot.com) o l’uso di immagini di bassa qualità sono quanto meno dei campanelli di allarme, che dovrebbero farci pensare due volte prima di credere a quello che leggiamo.

– Passiamo ora alla domanda da un milione di dollari, come possiamo difenderci dalle Fake News?

Non fidarsi mai di quello che ci viene detto in rete, cerchiamo delle fonti attendibili e usiamo Google prima di credere a tutto.

Bisogna cercare opinioni diverse, al di fuori dalla proprie fonti abituali, soprattutto per superare della cosiddetta “bolla di filtraggio”, ovvero la preferenza degli algoritmi dei social network e dei motori di ricerca a mostrarci contenuti da fonti con le quali abbiamo interagito maggiormente.

La chiave è lo sviluppo del pensiero critico, un sano scetticismo verso quello che ci viene detto, abbandonando definitivamente l’Ipse dixit, sia online che offline.

L’identikit delle Fake News

Speriamo che l’intervista sia stata d’aiuto, in ogni caso vogliamo fornirvi una serie di indizi che vi aiuteranno a capire meglio se siete davanti ad una notizia falsa:

  • Titolo: Parliamo dell’elemento più importante, in quanto è la prima cosa che l’utente nota, più è clamoroso ed incredibile, maggiore è la possibilità che si tratti di una bufala (maiuscole fuori posto e punti esclamativi possono essere dei campanelli di allarme);
  • URL: Sicuramente è un dettaglio che sfugge a molti, la fruizione moderna delle news si svolge in tempi stretti, di conseguenza si perde l’attenzione per i dettagli che spesso ci permettono di comprendere se siamo di fronte ad una notizia fasulla. Uno degli esempi più eclatanti è quello del “Fatto Quotidaino”, la semplice inversione della I e della D è sfuggita a numerosi lettori, tanto da essere convinti che a scrivere tali baggianate fossero i redattori del quotidiano fondato da Antonio Padellaro;
  • Fonti: Anche in questo caso è l’inganno del tempo a farlo da padrone, in quanto se leggiamo una notizia da smartphone, spesso si tratta di una lettura fugace. Impedendoci quindi di prestare una maggiore attenzione. Un piccolo segreto: se la notizia è riportata solo da una pagina, dubitate;
  • Lercio&Co.: La recente esistenza di siti satirici che propongono notizie false allo scopo di intrattenere i lettori sta crescendo, il fenomeno Lercio ne è la prova. Oggi una buona parte dei lettori è abituata ai contenuti proposti da queste testate, ma ancora qualcuno potrebbe crederci;
  • Testimonianze: Torniamo al discorso fonti, se durante la lettura si millantano esperti senza farne nome o se le prove dell’accaduto si basano su mere congetture o sono del tutto assenti, siete di fronte ad una notizia falsa;
  • Grammatica ed ortografia: Non bisogna essere dei Grammar Nazi per accorgersi che le varie Fake News sono ricche di errori grammaticali e/o di ortografia. Se il contenuto è di questo tipo, qualche dubbio dovrebbe sorgervi…

In ogni caso, speriamo che questo articolo dedicato ad uno dei fenomeni più attuali possa esservi di aiuto. Fateci anche sapere se avevate capito che la notizia di Uncharted fosse completamente inventata.

Andrea Bevilacqua
Andrea Bevilacqua
Nato nei magnifici anni '90 ed entrato in tenera età nel magico mondo dei videogiochi grazie ad un baffuto idraulico italiano ed un prode spadaccino in calzamaglia verde. Oggi, passata la soglia degli "enta", cerco nei moderni capolavori videoludici il titolo in grado di emozionarmi e di regalarmi un gameplay stimolante. Le mie altre passioni sono: musica (ex-chitarrista), calcio (irriducibile cuore rossonero) e cinema.

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