Fallout 76, l’evoluzione del titolo a tre anni dall’uscita

Fallout 76, l’ultimo titolo dello storico brand di Bethesda, arrivava tre anni fa sulle piattaforme dei videogiocatori di tutto il mondo. Purtroppo però, oltre ad una narrazione decisamente ben fatta il gioco presentava non poche pecche, partendo da un comparto tecnico scadente.

In fase di recensione, definimmo il titolo come “un gioco a due facce” in grado di unire una trama interessante ad un gameplay datato e macchinoso. Perfino il comparto multigiocatore non ci convinse particolarmente in quanto offerta ludica decisamente marginale. A quanto pare, i ragazzi di Bethesda non si sono accontentati di aver partorito un titolo mediocre, anzi, hanno fatto loro le (numerose) critiche dei fan e si sono adoperati per migliorare il prodotto finale.

Un po’ di storia

Per via delle pessime recensioni presenti in molti portali specializzati del settore, i giocatori potrebbero non aver acquistato il titolo e pertanto non conoscere la trama su cui si basa l’esperienza di gioco offerta da Fallout 76. Quindi, prima di partire in quarta con le interessanti modifiche, introduciamo la storia che fa da contorno al titolo.

Questo nuovo capitolo è di fatto un prequel (si svolge nel 2102) e ci mostra una storia alternativa. Infatti, ci racconta le vicende di un residente del Vault 76 che esce dopo 25 anni dalla guerra nucleare che ha deteriorato il pianeta Terra. Il suo compito, sarà quello di assicurare alla Vault Tec tutti e tre i silos missilistici presenti in Appalachia. Da questo momento inizia la sua avventura alla ricerca dei misteri di un passato dimenticato e alla scoperta di un mondo decisamente nuovo.

Nuclear Winter, l’inizio di una rivoluzione

Come detto in precedenza, il lancio del prodotto non fu proprio ottimale, le critiche giunte a Bethesda (a tratti feroci) hanno portato la storica software house ad informare gli utenti che Fallout 76 sarà protagonista di una rivoluzione post-lancio grazie ad una serie di DLC gratuiti. Il primo fu Nuclear Winter, add-on che portò un’esperienza Battle Royale all’interno del gioco.

Tale scelta venne premiata dai videogiocatori, tanto che i server tornarono a riempirsi. Una volta tornati, i giocatori che avevano acquistato il titolo al Day One (e lo avevano abbandonato poco dopo) hanno trovato un videogioco differente, anche se affetto da alcuni difetti. Perché questa scelta fu un successo? La risposta è piuttosto semplice. Infatti, gli acquirenti del gioco apprezzarono il fatto che Bethesda non avesse gettato la spugna, senza dimenticare che quando uscì l’espansione (giugno 2019) il mondo dei videogiochi era entrato nella sua “Fase Battle Royale”. Ovviamente, la gratuità delle espansioni fu determinante.

Wastelanders, non siamo più soli in questa valle di lacrime

Grazie agli sforzi di Bethesda e all’espansione Nuclear Winter la community di gioco era tornata a crescere in maniera significativa, ma ancora “L’Operazione Fenice” del team di sviluppo statunitense era solo agli inizi. Infatti, fu Wastelanders a creare nei giocatori (vecchi e nuovi) un hype ulteriore. Tutto questo dipese dal fatto che finalmente sarebbero tornati ad abitare il mondo di Fallout 76 i tanto attesi NPC, la cui mancanza rese l’esperienza degli early adopters frustrante e decisamente noiosa.

Questo nuovo DLC riconsegnò ai giocatori l’anima da Gioco di Ruolo tipica della serie in quanto non solo le missioni vennero introdotte, ma tutte quelle meccaniche amate dai giocatori della serie, dalle risposte multiple nei dialoghi al sistema riguardante la reputazione. Tutte le novità aggiunte dal DLC Wastelanders non solo hanno reso felici tutti i fan del brand, ma hanno portato una serie di nuovi utenti a calcare le terre dell’Appalachia.

E oggi?

Dopo un anno dall’uscita di Wastelanders l’esperienza ludica continua ad ampliarsi. Questa volta parliamo della Confraternita d’Acciaio, un’avventura divisa in più parti che ci porterà a scoprire ulteriori dettagli riguardanti la minaccia dei supermutanti. Ad ora, è disponibile come contenuto aggiuntivo, la prima parte di questa storia: Alba d’Acciaio. La seconda parte invece (Regno d’Acciaio) arriverà questa estate.

Questa nuova avventura ci porterà a scoprire come anche la trama e l’importanza delle fazioni acquisiscono maggiore evidenza e profondità.

Operazione Fenice riuscita?

Bethesda con Fallout 76 è riuscita ad effettuare una vera e propria rivoluzione. Infatti, dalle ceneri di un titolo nato sotto i peggiori auspici, è riuscita ad ascoltare attentamente le polemiche dei videogiocatori più affezionati e della stampa che ha “stroncato” il titolo realizzando una nuova esperienza di gioco adatta ai veterani della saga e a tutti i neofiti.

Infatti, ad oggi, il titolo è un’esperienza estremamente godibile (persino in solitaria), grazie alla grande quantità di missioni presenti ed una libertà impressionante. Nonostante ciò, ci sentiamo di consigliare di giocare in compagnia degli amici, in quanto ancora oggi risulta uno dei migliori modi per vivere un’avventura completa.

Quindi, possiamo asserire con certezza che come la leggendaria fenice, anche Fallout 76 è risorto dalle proprie ceneri, tanto da trasformarsi in un videogioco “must-have”, specialmente per tutti gli amanti degli Action-RPG e dei MMO.

Se facciamo un viaggio indietro nel tempo, Bethesda era già riuscita in una operazione simile. Stiamo parlando del radicale cambiamento di The Elder Scrolls Online, titolo MMORPG uscito nel 2013 che non aveva suscitato sin da subito i favori della stampa specializzata e dei videogiocatori storici. Infatti, la mancata somiglianza alla tipica esperienza della serie, causò una discreta serie di polemiche.

Anche in questo caso però, il team di sviluppo, ascoltò la fan-base e attraverso una serie di contenuti aggiuntivi rese l’esperienza di gioco di The Elder Scrolls Online simile ai titoli precedenti, ad eccezione della modalità multigiocatore.

Fateci sapere nei commenti se anche voi avete vissuto l’evoluzione di Fallout 76 e se anche voi avete dubitato dell’operazione di rilancio del titolo da parte di Bethesda.

Andrea Bevilacqua
Andrea Bevilacqua
Nato nei magnifici anni '90 ed entrato in tenera età nel magico mondo dei videogiochi grazie ad un baffuto idraulico italiano ed un prode spadaccino in calzamaglia verde. Oggi, passata la soglia degli "enta", cerco nei moderni capolavori videoludici il titolo in grado di emozionarmi e di regalarmi un gameplay stimolante. Le mie altre passioni sono: musica (ex-chitarrista), calcio (irriducibile cuore rossonero) e cinema.

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