A distanza di un anno e mezzo dall’annuncio di NVIDIA di voler acquisire Arm, società specializzata in microchip, oggi è saltato definitivamente l’accordo da 40 miliardi di dollari. A svelarlo è SoftBank, il gruppo tecnologico giapponese proprietario di Arm, che annulla la procedura di acquisizione a causa di considerevoli ostacoli regolamentari con i governi.
Questa acquisizione, infatti, avrebbe fornito a NVIDIA una posizione eccessivamente vantaggiosa sulle altre compagnie che utilizzano Arm, consentendole di controllare l’andamento del suo sviluppo e di avere accesso ad importanti informazioni relative ai prodotti della concorrenza. Inoltre, le autorità di regolazione hanno mostrato un forte interesse a mantenere un panorama concorrenziale nel mercato dei chip, con una situazione che invece andrebbe sbilanciarsi se Arm diventasse proprietà di un produttore di chip del calibro di NVIDIA.
A seguito del fallimento della trattativa, SoftBank ha ricevuto un risarcimento di 1,25 miliardi di dollari da NVIDIA, che manterrà comunque la licenza di Arm per 20 anni consentendole di continuare a sviluppare e vendere chip basati su tale architettura.
Non mancano i cambiamenti anche in casa Arm, dove il CEO e maggior proponente dell’acquisizione Simon Segars si è dimesso con effetto immediato. Al suo posto, la compagnia ha già nominato un membro interno come successore, Rene Haas, in Arm dal 2013.
SoftBank ha infine sottolineato che tenterà nuovamente di quotare in borsa Arm entro la fine del prossimo anno fiscale, vale a dire marzo 2023. Stando a quanto riportato da Reuters, sembra che Masayoshi Son, CEO di Softbank, abbia intenzione di quotarla negli Stati Uniti, precisamente sul Nasdaq.
