Recensione A Quiet Place: The Road Ahead, un’esperienza di livello ma meno terrificante di quanto ci saremmo aspettati

A Quiet Place è un franchise cinematografico horror apocalittico incentrato su una serie di film ambientati in un mondo abitato da creature extraterrestri prive di vista ma con un senso dell’udito sviluppatissimo. A Quiet Place – Un posto tranquillo (2018) è il primo film della serie, seguito da A Quiet Place II (2020), entrambi diretti da John Krasinski, con un terzo capitolo già in fase di sviluppo e che dovrebbe vedere la luce nel 2025. Il prequel spin-off, A Quiet Place – Giorno 1, diretto da Michael Sarnoski, è l’ultima pellicola rilasciata in ordine cronologico, il 27 giugno 2024. Il successo dei film è stato travolgente, basti pensare che gli incassi complessivi al botteghino sfiorano quasi il miliardo di dollari. E allora, perché non realizzare anche un bel videogioco a tema? Ispirato all’acclamatissima serie, A Quiet Place: The Road Ahead, è un videogioco action-horror in single player che segue una storia di sopravvivenza a seguito dell’invasione delle terribili creature aliene.

A Quiet Place: The Road Ahead è disponibile dal 17 ottobre 2024 per Microsoft Windows, PlayStation 5 e Xbox Series X/S.


Versione testata: PlayStation 5


Giorno 120!

Questo adattamento si svolge poco dopo che il mondo è stato attaccato dalle creature provenienti dallo spazio e si svolge parallelamente – seppur in maniera totalmente slegata – agli eventi del primo film. È stato sviluppato dallo studio italiano Stormind Games (Batora: Lost Haven, Remothered: Broken Porcelain) con il supporto editoriale nientemeno che di Saber Interactive, gli sviluppatori di Space Marine 2 e World War Z. Il mondo è ormai collassato sotto gli attacchi furiosi degli invasori che danno la caccia non solo agli esseri umani ma a tutto ciò che emette un suono, Alex Taylor, la protagonista, è gravemente asmatica (tanto da richiedere cure costanti con un inalatore) ed è chiamata ad una estrema lotta alla sopravvivenza … per se stessa ma anche per il bambino che porta in grembo! La storia in se non è fra le più immersive ed è per lo più prevedibile, ma è sufficientemente buona e seguibile agevolmente. Diventa un po’ più tesa a causa di alcuni colpi di scena che faranno capire cosa sta accadendo ad Alex e alle persone a lei più care.

Non fare rumore!

Le meccaniche di gioco sono in assoluto la parte più interessante di The Road Ahead, in quanto costringono il giocatore ad osservare tutto l’ambiente circostante e soprattutto a muoversi silenziosamente prestando costantemente attenzione al rumore che si sta producendo. Un solo passo falso potrebbe portare la nostra protagonista a morte certaAlex – fortunatamente – è riuscita a sviluppare un misuratore del suono (fonometro) che le permette di misurare il rumore generato e di tenere traccia di diversi suoni ambientali, come quello dell’acqua scosciante o del vento. Scegliere attentamente il proprio percorso (ce ne sono diversi) ed essere consapevoli di ciò che c’è intorno, usando torce o razzi, aumenta di gran lunga la tensione e l’adrenalina. Senza un’idea chiara – a causa della grande oscurità che pervade la maggior parte degli ambienti del gioco – di cosa c’è in una stanza, è piuttosto facile rovesciare una lattina di vernice posizionata lungo il percorso, calpestare dei vetri infranti o spostare accidentalmente un contenitore o un barile.

Naturalmente, come in molti giochi simil-stealth, Alex può lanciare mattoni o bottiglie per distrarre temporaneamente la creatura. Ciò le permette di raggiungere l’obiettivo indicato e di proseguire nel suo delicatissimo cammino. Già a difficoltà normale, è necessario gestire oculatamente le risorse disponibili (inalatori, pillole per la nausea, batterie per la torcia). La crisi asmatica può palesarsi in qualsiasi momento; non soltanto quando ci si ritrova a pochi centimetri dalla creatura (a volte anche più di una) ma anche a seguito di poderosi sforzi. Sforzi necessari per andare avanti, caricandosi sacchi di sabbia (che ritornano utili per ridurre il rumore generato dai passi sull’acqua) o assi di legno che invece servono per aprire nuovi percorsi. Uno sforzo eccessivo, può portare Alex ad avere una crisi asmatica, con l’icona in alto a sinistra che da bianca passa rapidamente ad un rosso palpitante e acceso, il che fa presagire davvero il peggio. Molte situazioni le abbiamo trovate particolarmente tese, non ai livelli di Alien Isolation del 2014, fra i migliori esponenti del genere, ma comunque ansiogene al punto giusto. Avere una crisi a distanza ravvicinata, non è propriamente il massimo; tossire ed emettere gemiti, richiama istantaneamente l’alieno, così come tentare di utilizzare l’inalatore (meglio allontanarsi prima di farlo).

Insomma, per avere la meglio sulle creature, bisogna fare tanta attenzione, muoversi in un certo modo (magari abbassandosi), aprire porte e armadietti con la massima calma per evitare cigolii rumorosi, posizionare le travi lentamente, tenere l’occhio fermo sull’indicatore dei polmoni (se la situazione sta diventando critica, trovare un nascondiglio temporaneo è la scelta più saggia), osservare i movimenti del nemico (che può agevolmente saltare, arrampicarsi sui tetti e palesarsi in men che non si dica dinanzi o addirittura dietro le spalle del giocatore). E le difficoltà aumentano se si opta per l’utilizzo del microfono del controller DualSense. Infatti, attivando la feature, è necessario giocare in silenzio in quanto un rumore troppo elevato – verrà captato dal microfono – e richiamerà la creatura. Si tratta di una trovata sicuramente nuova, interessante e divertente e che abbiamo sperimentato per diverse ore di gioco.

Per andare avanti nella campagna, si è chiamati a risolvere degli enigmi e le sfide; nulla di particolarmente complesso o impegnativo: trova la valvola per chiudere la fuoriuscita di vapore, l’asse per passare dall’altro lato della sporgenza, la scala per raggiungere un punto sopraelevato. Lo schema è più o meno sempre lo stesso, e soprattutto verso le fasi finali del gioco, può sembrare un po’ ripetitivo. A rendere “complicate” le cose, ci pensano i vari collezionabili dislocati in vari punti della mappa di quel livello. Si tratta di audiocassette e di modellini a forma di Space Shuttle che richiedono di percorrere strade alternative per raccoglierli. Così come i tanti documenti sparsi e che offrono un approfondimento sul plot narrativo, sulla vita che fu e su quello che i sopravvissuti stanno passando in un mondo ormai ostile.

Purtroppo non tutto funziona a dovere. Ci sono diverse scelte in termini di level design che mettono il giocatore in situazioni un po’ impari. In varie circostanze la creatura si palesa in corridoi stretti e angusti, costringendo Alex a tornare indietro da dove è venuta, sperando che il nemico possa cambiare strada. Abbiamo anche riscontrato che la creatura è tendente ad avvicinarsi ad Alex quando è prossima ad un determinato obiettivo. Anche facendo un percorso perfetto, con tanto di nemico collocato dall’altra parte della stanza, ce lo siamo ritrovato a distanza ravvicinata proprio quando avevamo quasi raggiunto l’agognata manovella o il punto dove ancorare la scala ottenuta “con le unghie e con i denti”. Non proprio il massimo, anche se c’è da dire che in tante altre occasioni, la “bestia” ha avuto comportamenti quasi imprevedibili e simil realistici ma mai da far venire “il cuore in gola” o da terrorizzarci costringendoci a “posare il controller”. A riguardo, abbiamo sentito, però, la mancanza di qualche nascondiglio, per dire: armadietti o condotti di aereazione. Questi avrebbero giovato sicuramente all’esperienza. Il nemico ci sta per “individuare”? Corri veloce verso il nascondiglio, sperando che possa ignorarci e andar via. Fortunatamente, il generoso sistema di salvataggio automatico di The Road Ahead ha fatto sì che raramente ci siamo trovati “spalle al muro”, il che rende l’esperienza decisamente più indulgente e meno incline a inutili frustrazioni.

Grafica e tecnica

In termini grafici, il gioco si presenta decisamente curato. Forte dell’Unreal Engine 5, ogni livello di gioco è davvero ricco di dettagli. La vegetazione fitta è meravigliosa così come i corsi d’acqua che rasentano davvero il fotorealismo. Ben curate anche le creature, sia in termini di modelli che di animazioni. Per quanto riguarda le performance, sono disponibili i due classici preset Qualità e Prestazioni. Il primo permette di giocare ad una risoluzione 4K con framerate a 30 fps, mentre optando per il secondo, la risoluzione è a 1440p e con un framerate a 60 fps. Da segnalare che abbiamo riscontrato diversi bug, alcuni piuttosto critici. Nello specifico, è capitato che il mostro di turno, durante la consueta “ronda”, dopo aver compiuto un bel balzo, abbia iniziato a fluttuare proprio sopra la nostra testa. Dopo 3 4 tentativi siamo riusciti a “sfuggire al bug”, altri glitch ci hanno costretto a ricaricare il salvataggio in quanto non avevamo modo di interagire con alcun elemento (problematica capitataci quasi in ogni livello). Sebbene ci abbiano fatto storcere e non poco il naso, siamo sicuri verranno risolti con una futura patch correttiva da parte dello studio. Per quanto riguarda invece il sound design, gli spunti sonori (anche se a tratti ripetitivi) funzionano in praticamente ogni situazione e la colonna sonora non è davvero niente male. Un plauso va anche al doppiaggio, ben realizzato e che non ha nulla da invidiare a produzioni high budget. Buonissime, infine, anche le opzioni di accessibilità che permettono di settare vari parametri come: dimensione dei sottotitoli, il colore degli e addirittura di ottimizzare la giocabilità optando per la mira stabile e il contorno delle creature o ancora, attivare il misuratore allerta fonometro o di migliorare la concentrazione.

Commento finale

A Quiet Place: The Road Ahead è un esperienza piuttosto immersiva e adrenalinica e sebbene non sia un capolavoro del genere horror, è comunque molto interessante, cosa difficile ormai da rinvenire anche in produzioni decisamente dal budget più elevato. Alcuni elementi non ci sono piaciuti tantissimo, come la ristrettezza di alcune aree che ci hanno dato più di qualche grattacapo per essere superate o i bug e i glitch nei quali – purtroppo – siamo incappati in più di una occasione. Ma a parte questo, ci sentiamo di consigliarla a chiunque sia alla ricerca di un’avventura horror post apocalittica, dalla durata giusta (circa sei ore), da un livello di sfida – al netto delle problematiche succitate – bilanciato e dal prezzo basso (29,99 €).

Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

Rispondi

Ultimi Articoli

Related articles