Recensione Black The Fall

Un mondo distopico e futuristico

L’attuale era videoludica sta attraversando un periodo particolare; le nuove IP scarseggiano così come le idee e giochi mediocri o i remake di vecchie glorie passate sono sempre più frequenti. In questi anni possiamo dire che le luci della ribalta hanno riguardato i cosiddetti titoli Indie, ovvero videogiochi realizzati da case indipendenti che non si avvalgono di un editore che possa in qualche modo “agevolarli” e aiutarli nella realizzazione e/o pubblicazione dell’opera. Anche da questo punto di vista però le cose sono molto cambiate, in quanto è già capitato che alcuni titoli considerati Indie, venissero appoggiati da importanti publisher quali Electronic Arts o Bandai Namco, tanto per citarne qualcuno.

Anche Black The Fall, nasce sostanzialmente dalle idee del team Sand Sailor Studio ma ha alle sue spalle un publisher piuttosto importante come Square Enix. Il protagonista è un lavoratore schiavo, al servizio della Repubblica Socialista di Romania, di una fabbrica/lager dove si lavora senza sosta e il più delle volte si può finire davvero male. Per tale motivo, il lavoratore decide di ribellarsi e affrontare numerose insidie per trovare una via di fuga e ritrovare la libertà. La realtà in cui è ambientato il gioco ci viene presentata sin da subito, un rapido sguardo ai comandi di gioco, migliorabili senza ombra di dubbio e via fra guardie per niente amichevoli, telecamere, fornaci, robot e chi più ne ha, più ne metta.

La componente narrativa è naturalmente l’elemento portante dell’intera produzione; il tutto si focalizza sulla fuga del nostro protagonista e le scelte, sia visive e sia sonore da parte del team di sviluppo hanno il compito di proporci una dittatura distopica e futuristica in chiave videoludica del regime totalitario comunista di Ceausescu in Romania. Ogni aspetto è stato curato per dipingere al meglio la dittatura, contrapponendo gli inermi schiavi del campo di lavoro al mastodontico e potente regime. Gli schiavi per l’appunto sembrano dei veri e propri criceti in una gabbia che devono per forza di cose obbedire a tutto ciò che gli viene detto.

Sebbene la tematica possa piacere ai più, senza un buon lavoro di Level Design, l’intero castello sarebbe crollato in pochissimo tempo. Black the Fall però riesce a catturare il giocatore anche da questo punto di vista, attraverso ingegnosi livelli di gioco a scorrimento laterale. Il protagonista dovrà farsi strada fra svariati enigmi ambientali basati sul concetto del trial and error, alcuni piuttosto banali come il dover aspettare che una guardia si giri per sgattaiolare alle sue spalle, altri invece più ardui da portare a compimento, come il dover utilizzare un puntatore laser per impartire ordini ad altri schiavi in modo tale da poter attivare una leva o una piattaforma. Il gioco è fortemente ispirato ai lavori PlayDead, richiamando alla mente i vari Limbo o Inside attraverso ambienti oscuri e una scelta cromatica dei colori non particolarmente brillanti neanche alla luce del giorno.

Gli oggetti con i quali si potrà interagire saranno marcati da colori molto accesi, che spiccano in mezzo ai toni prescelti per le varie ambientazioni. Se si vuole trovare un difetto al lavoro svolto da Sand Sailor Studio è necessario parlare del sistema di comandi prescelto. Non troppo precisi e che in situazioni più concitate ci porteranno inesorabilmente a fallire un obiettivo o a non riuscire a superare un determinato livello. Sia chiaro, sarà davvero complicato rimanere bloccati o a non riuscire ad avanzare nell’avventura, ma in alcuni frangenti sarà la legnosità dei comandi di gioco a farci storcere il naso. Il tutto è poi accompagnato da una scelta dei checkpoint discutibile in quanto o risultano essere posti troppo distanti fra loro o troppo vicini.

Il gioco si basa sul motore Unity, che ha agevolato il lavoro degli sviluppatori e che ha permesso di proporre modelli poligonali e animazioni davvero convincenti. Il sonoro, dal punto di vista degli effetti riesce ad immergerci a tal punto da farci sentire sempre inseguiti e in fuga da un mondo avverso mentre le musiche si attestano su livelli discreti e difficilmente rimarranno nella memoria del giocatore. Da sottolineare la durata striminzita dell’avventura, che si attesta sulle 4 ore circa e la semplicità con cui è possibile ottenere il Trofeo di Platino.

Commento finale:

Black The Fall rappresenta una piacevole sorpresa. Trae evidenti spunti dalle opere PlayDead, il che lo spersonalizza in grossa parte, facendolo sembrare quasi una fotocopia di Limbo e di Inside ma che attraverso l’introduzione di tematiche coraggiose come un Regime oppressivo, distopico e futuristico riesce in svariati frangenti a brillare di luce propria e a trovare anche una sua identità. L’intreccio narrativo viene raccontato bene grazie alle scelte visive e sonore fatte dal team di sviluppo. Da rivedere i comandi, un po’ legnosi ma se vi piace il genere, ci sentiamo di consigliarvi il gioco senza quasi nessuna riserva.



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