Recensione Destiny 2: Oltre la Luce

Leggermente in ritardo rispetto alle sue pubblicazioni annuali, Destiny 2 si è nuovamente rinnovato. Destiny 2 Oltre la Luce, la sua nuova espansione, offre nuovi modi di vedere l’universo, e strizza un occhio ai giocatori di vecchia data.

Versione testata: PlayStation 4

Destiny ha lasciato nel mio cuore un solco profondo. Correva l’anno 2014 e una tempesta stava per abbattersi su di me, ma io ancora non lo sapevo. L’ultimo regalo di una persona a me cara fu una busta di Gamestop, con al suo interno una copia di Destiny. Non sapevo che quel disco sarebbe stato uno degli ultimi ricordi, che ancora porto dentro di me, come un tesoro nascosto. Per questo Destiny 2 Oltre la Luce ha aperto le porte del mio cuore, di nuovo, dopo sei lunghi – e allo stesso tempo corti – anni.

Il risveglio del nostro personaggio nelle rovine antistanti il Cosmodromo è una coltellata nel cuore, uno strizzare l’occhio ai fan di più vecchia data e al contempo un modo di far recuperare al novizio un contenuto che non meritava di essere perduto. Le prime ore trascorse in quelle piane rievocano ricordi e flash di tempi passati, ma non tutto è come prima. Difatti, la storyline seguita è ovviamente diversa, e anche il Cosmodromo non è lo stesso: alcune zone, effettivamente, sono scomparse. Distrutte e smarrite, spazzate via dal vento come foglie d’autunno.

Il vecchio che si unisce al nuovo

Gli ultimi due anni hanno visto Bungie apportare modifiche a Destiny 2, siano esse grandi o semplicemente dei piccoli miglioramenti. La Software House, difatti, sta approfondendo il suo mondo ed espandendo i contenuti giocabili. Oltre la Luce, presumibilmente, è il contenuto più corposo che Bungie abbia mai implementato nella sua creatura. L’attenzione è rivolta soprattutto ai personaggi, ai loro sentimenti e alle loro motivazioni. Che si tratti di eroi o cattivi, questa volta quasi ogni personaggio si modifica con il tempo, rendendo il gioco meno binario. Infatti, se un tempo Destiny era una sequela di missioni dove era importante unicamente sparare, oggi diventa preponderante ascoltare. E capire.

La nuova espansione ci ha portati su Europa, una delle lune ghiacciate di Giove. Lo scopo, ovviamente, è scoprire i segreti dell’ultima minaccia che invade il sistema solare: l’Oscurità. Tale entità, presentata come divina, è stata trasportata su astronavi piramidali e raccolta in artefatti neri e metamorfi. Nelle ultime stagioni di Destiny 2 era stato scoperto ciò che tale “cosa” aveva in serbo per noi, mentre invadeva – e fagocitava – interi corpi celesti come Marte e Mercurio. In Oltre la Luce, l’Oscurità svela che non vuole uccidere il Guardiano, bensì possederlo.

Oltre la Luce offre ciò in cui Destiny 2 riesce meglio: meccaniche fps appaganti, un raid soddisfacente, luoghi affascinanti da esplorare e un sacco di nuove armi. Tuttavia, mantiene anche alcuni dei problemi pre-esistenti del gioco, quali i contenuti ripetitivi e le attività alienanti utili solo per livellare. In parole povere, Oltre la Luce è Destiny all’ennesima potenza: se è piaciuto, continuerà a piacere; e se non è piaciuto, continuerà a non piacere.

Un’ultima menzione, inoltre, non può che andare al raid della Cripta, il quale offre un nuovo livello di sfida, specie a difficoltà elevata, per i giocatori veterani che sono comunque ormai avvezzi alle vecchie meccaniche. L’implementazione della Stasi ha fatto sì che anche questa esperienza ne uscisse completamente modificata, quasi perfetta in tutto.

Nuove meccaniche per rendere il gioco più frizzante

Gran parte della storia di Destiny 2 Oltre la Luce presenta personaggi che tentano di scoprire come sfruttare i poteri offerti dall’Oscurità, per combatterla. Tuttavia, Eramis, un membro della razza aliena conosciuta come i Caduti, si impossessa della Stasi, il potere dell’Oscurità; non contento, sta organizzando un esercito per padroneggiarne gli effetti. Eliminare tale alieno è la preoccupazione dei giocatori nelle prime ore della campagna; tuttavia, si tratta di un semplice espediente per far ottenere loro il potere della Stasi e potersene così servire nel proprio gameplay.

È dunque la Stasi la vera protagonista di Destiny 2 Oltre la Luce. Difatti, questa meccanica introduce una nuova abilità di classe che altera profondamente il bilanciamento del gunplay. I poteri della Stasi depotenziano i nemici, li bloccano, li congelano. Mentre le abilità e le super di Destiny 2 – come le si conoscevano prima – erano votate a causare danni diretti ai nemici o a fornire cure ai compagni di squadra, la Stasi aggiunge meccaniche per controllare il campo di battaglia, cambiare il paesaggio e sovvertire il momentum di una partita, PvE o PvP che sia.

Al di là dell’apprezzamento personale, la Stasi è quel tipo di aggiunta che serviva per rivitalizzare il bilanciamento dell’end game. Provarla con mano, giocando, fa capire immediatamente quanto sia diversa rispetto a tutto quanto si era già visto, spingendo il giocatore a trovare soluzioni originali per poterla sfruttare al massimo. La Stasi – inoltre – include anche un sacco di personalizzazioni ottenibili nel corso del gioco. Queste non sono un mero premio estetico, bensì potenziano l’efficacia di alcuni bonus o aumentano i cali alle statistiche dei personaggi avversari colpiti.

Bungie spinge sull’acceleratore per “costringere” il giocatore a essere originale e unico, e la Stasi è la ciliegina sulla torta per ottimizzare il proprio stile di gioco, adattandolo a situazioni e requisiti specifici. Tuttavia, la personalizzazione di questa meccanica soffre enormemente dell’ormai ben nota ripetitività che contraddistingue Destiny; difatti, l’ottenimento dei power up si ridurrà fin da subito all’uccidere determinati bersagli, al completare varie taglie e altre attività, purtroppo, affini.

Un nuovo pianeta, o satellite. Che differenza fa? È sempre calpestabile, no?

Mentre parte del gameplay è monotono e ripetitivo, Europa è – al contrario – un’introduzione impressionante. Si tratta, infatti, di una mappa estremamente grande con vari ambienti da esplorare. Tra questi non posso non menzionare le piane congelate, alcune rovine saccheggiate, una città dei Caduti e enormi strutture di stampo sci-fi. La mappa aggiunge inoltre, per la prima volta, il tempo dinamico. Sebbene questo non sia un cambiamento epocale, una bufera di neve che si alza nel bel mezzo di uno scontro a fuoco riduce sensibilmente la visibilità, costringendo il giocatore a cambiare il proprio approccio quanto basta per dare a Europa un’atmosfera pericolosa e mutevole.

Bungie coccola il giocatore, facendolo perdere e meravigliare negli spendidi paesaggi del satellite, per fornirgli segretamente elementi fondamentali di trama. Ciò che il passato dà al presente di Destiny 2 sta nella struttura di Europa: sebbene immenso, si avverte quella sensazione di “poco”, di volerne sapere di più, di aver ricevuto in mano solamente la classica “punta dell’iceberg”. Nelle prime due settimane dell’espansione, parti di quell’iceberg sono state costantemente scolpite. Il nuovo Assalto Europa non riguarda solo la ricerca e l’uccisione di un grande nemico; difatti, espande la storia sia di Eramis nel presente – mentre utilizza un portale alieno per i suoi fini – sia dell’umano misterioso, Clovis Bray, che costruì quel portale secoli prima. Avventurarsi nelle profondità della struttura Braytech non offre solo un’altra location per nuovi scontri a fuoco; al contrario, rivela le circostanze che hanno creato una delle razze giocabili di Destiny 2, gli Exo.

Non contenta, Bungie ha sviluppato la battaglia contro Eramis coinvolgendo anche Variks, una vecchia conoscenza di Destiny assente sin dall’uscita di Destiny 2. Questa scelta è sensata, poiché durante lo scontro si tasta con mano il disaccordo dei due personaggi sul come servire e proteggere al meglio la razza dei Caduti sparsa per l’Universo. Trovare e sfruttare la Stasi espande inoltre la storia di un altro personaggio del primo Destiny. Il tutto per chiarire alcuni interrogativi rimasti in sospeso addirittura dalla campagna del capitolo precedente.

Un Universo interconnesso, dal big bang in poi

A livello di mondo di gioco, Destiny 2 Oltre la Luce offre nuovi contenuti per la Stagione della Caccia, rafforzando sensibilmente il season pass in essere, con la lente d’ingrandimento centrata sulla narrazione. Difatti, questa parte è concentrata su Uldren Sov, vecchio nemico che mise fine all’esistenza di Cayde-6, uno dei personaggi più amati dalla community. Poco importa il modo in cui questi si ripresenta sullo schermo, poiché il suo unico scopo è fornire al giocatore missioni volte a modificare e potenziare l’equipaggiamento. Queste attività possono essere comparate agli eventi casuali che si incontrano solitamente nella mappa.

Nonostante questa stagione, come le precedenti, sia fortemente indirizzata a riproporre le stesse attività per ottenere armi e armature migliori, il “lavorare” a stretto contatto con un personaggio tanto odiato rende i tempi morti più avvincenti, poiché ci si aspetta sempre un colpo di scena dietro l’angolo.

Ma non è tutto oro ciò che luccica. Difatti, con l’introduzione di Destiny 2 Oltre la Luce, Bungie ha rimosso una marea di contenuti pre-esistenti, tra i quali i pianeti/satelliti visitabili. Certo, si è riservata anche la facoltà di reinserire tali località più avanti. E va certamente riconosciuto che non tutti hanno avuto la voglia, la costanza e la perseveranza di esplorare tutto. Tuttavia, ad oggi Destiny 2 è un po’ meno Destiny 2 rispetto al mese scorso. E per un gioco costruito e basato sul ripetere settimanalmente sempre le stesse cose, non è necessariamente un bene.

Destiny prima e Destiny 2 ora sono sempre stati giochi ciclicamente modellati da Bungie, per avanzare progressivamente in direzione della versione perfetta ma compiendo, di volta in volta, solo un passetto in avanti. Un po’ come il paradosso di Achille e la tartaruga. Anche Oltre la Luce non è esente da questa imperfezione: fa un passo in avanti, ma manca il salto.

Conclusione

Destiny 2 Oltre la Luce potrebbe non essere la più grande espansione finora rilasciata, ma sembra che abbia aperto un nuovo capitolo nella vita del gioco, fatto di nuove priorità e di nuove meccaniche che rivisitano completamente la percezione di roleplay, gunplay e sandbox. Nel complesso, Destiny 2 Oltre la Luce è il classico mattone volto a costruire quella casa – l’Universo – che Bungie sogna ormai da molti anni.

8.5

Consigliato


Destiny 2 Oltre la Luce potrebbe non essere la più grande espansione finora rilasciata, ma sembra che abbia aperto un nuovo capitolo nella vita del gioco, fatto di nuove priorità e di nuove meccaniche che rivisitano completamente la percezione di roleplay, gunplay e sandbox. Nel complesso, Destiny 2 Oltre la Luce è il classico mattone che sta costruendo la casa - l'Universo - che Bungie sogna da molti anni ormai.

PRO

    - Cambiamento radicale del gameplay grazie all'introduzione della Stasi
    - Storia approfondita con importanti nozioni e alcuni ritorni gradevoli
    - Europa immenso da esplorare
    - Raid impegnativo per chi cerca una sfida nuova e profonda

CONTRO

    - Riduzione dei contenuti precedentemente esistenti
    - Ancora troppo ripetitivo

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