Recensione F1 2017

Si ritorna in pista.

Codemasters, dopo il passo falso con F1 2015, titolo assai criticato per la mancanza soprattutto della modalità carriera, è riuscita a riprendersi con F1 2016, il quale ha rappresentato una sorta di punto di partenza per le produzioni future della serie. Puntuale come un orologio svizzero, ecco che ci siamo ritrovati fra le mani F1 2017, terzo capitolo dedicato alla Formula 1 per console di ottava generazione. C’è da dire che dal lontano F-1 World Grand Prix, pubblicato nel Luglio del 1998 su Nintendo 64 e successivamente anche su altre piattaforme, i racing game basati sulla F1, non sono riusciti ad avere lo stesso successo e a far breccia nei cuori degli appassionati di motori.

Questo F1 2017, però ha tutte le carte in regola per riuscire quantomeno ad avvicinarsi ad un titolo “storico” come F-1 World Grand Prix, grazie ad una serie di contenuti davvero notevoli e ad un livello di realismo quasi senza precedenti. Dimenticate le vittorie “facili” dello scorso anno, in F1 2017 ci sarà da sudare per portare la vittoria a casa. Tante le novità introdotte quest’anno, a partire da una nuova modalità carriera, più profonda grazie ad un albero di sviluppo della vettura più dettagliato, all’introduzione di nuove caratteristiche come la gestione oculata della power unit, soggetta ad usura e al fiore all’occhiello di questo capitolo, le vetture classiche come la 1988 McLaren MP4/4 pilotata dal compianto Ayrton Senna, la Ferrari F2002 Campione del Mondo di Schumacher e la Renault R26 di Fernando Alonso.

Vecchio modo di giocare, nuove sensazioni

Partiamo subito dal feeling di gioco. La versione da noi provata è quella PlayStation 4 e chi vi scrive, da tre capitoli di F1 a questa parte, ha sempre prediletto l’utilizzo del controller piuttosto che di un volante. Quest’ultimo, oltre a non essere particolarmente economico, certo esistono volanti di diverse fasce di prezzo, ma se volete avere un’esperienza quanto più reale possibile, le cifre da spendere, salgono vertiginosamente e il Logitech G29 è l’esempio lampante, anche se il prezzo è calato vertiginosamente dai 499 euro del lancio ai circa 249 attuali. Comunque, la stragrande maggioranza dell’utenza, soprattutto per i “corridori della domenica”, di certo non spende cifre folli per l’acquisto del volante, pertanto analizziamo come si comporta il DualShock 4 in F1 2017.

Rispetto allo scorso capitolo, in cui il feeling non era eccezionale, causa micro rallentamenti nell’input lag piuttosto fastidiosi, il pad PS4 si comporta in maniera impeccabile, risultando sempre preciso in ogni occasione. Certo, per chi è alle prime armi c’è da far pratica, ma giro dopo giro, riuscirete ad abituarvi agevolmente al sistema di guida e alle traiettorie da seguire. La differenza più evidente rispetto allo scorso anno, prima nella competizione reale e poi in quella videoludica, è data anche dal fatto che le monoposto sono più larghe, hanno un maggior carico aerodinamico e le power unit ibride scaricano a terra più di 1000 cavalli di potenza. Il tutto, tornando a parlare del gioco, si traduce in una maggiore velocità della vettura e in un cambio parziale nel come si affrontano alcune curve rispetto al passato.

Si richiede quindi una maggiore sensibilità nella gestione dell’analogico sinistro e nel dosare al meglio l’accelerazione in curva, in quanto anche la maggior larghezza delle monoposto potrebbe farvi toccare i bordi esterni della pista compromettendo la vostra prestazione. Molto buono è anche il lavoro svolto in termini di vibrazione del controller, adattato anche alle nuove aggiunte di F1 2017. In particolar modo, è possibile percepire chiaramente il comportamento della vettura, se le gomme non né hanno praticamente più e devono essere sostituite, oppure se la power unit inizia a dare segnali di cedimento in una delle sue componenti, fino a capire come e quando frenare correttamente e quando invece premere il piede sull’acceleratore. Nel complesso, quindi, il sistema di guida è ottimo e vi farà dimenticare in un batter d’occhio i limiti dei capitoli passati.

Una modalità carriera convincente

Dopo una piccola analisi sul sistema di guida, è tempo di parlare della modalità carriera e di quali sono le aggiunte più significative all’esperienza complessiva di gioco. Dopo aver creato il nostro alter-ego virtuale o aver caricato il salvataggio di F1 2016, saremo pronti per indossare il casco e scendere in pista. Aspettate, bisognerà scegliere la scuderia con la quale affrontare i 20 GP e qui ci aiuterà la nostra agente, che ci presenterà le diverse proposte. Inutile dirvi che se selezionerete i Top Team, quali Mercedes, Ferrari, Red Bull, sarete chiamati sin da subito a lottare per il titolo iridato e per la classifica costruttori, se invece sceglierete team come, Force India, Williams, Renault, avrete circa un paio di anni per sviluppare la monoposto e provare a raggiungere il gradino più alto del podio.

Prese le dovute decisioni, sarete pronti per cominciare. Si partirà con il classico GP di Melbourne in Australia fino a concludere la stagione ad Abu Dhabi. Le prove libere sono state finalmente migliorate rispetto al 2016, prevedendo diversi programmi per preparare al meglio la vettura per il Gran Premio in programma. Si parte quindi dal classico sistema di familiarizzazione con il circuito, passando poi per la gestione gomme e ritmo da qualifica che erano già presenti nel trascorso capitolo. Le novità riguardano invece la gestione del consumo di carburante, in quanto c’è la possibilità di affrontare le gare con un carico di carburante al limite, prevedendo quindi un particolare sistema di frenata e accelerazione che permetta di risparmiare i consumi e arrivare al traguardo; è stata introdotta una nuova modalità di creazione della strategia di gara che ci vedrà impegnati a compiere diversi giri per perfezionarla e poi i vari mini obiettivi legati al fatto di dover essere veloci in un settore piuttosto che in un altro e così via.

Oltre ad impratichirci, tali attività permettono di accumulare punti da spendere nello sviluppo della monoposto. Come detto in introduzione della recensione, l’albero di sviluppo è stato di gran lunga migliorato. Lo scorso anno avevamo 5 o 6 aree di sviluppo ognuna della quali ne prevedeva altre 5 o 6 al suo interno e che in pratica, in circa due anni, potevano essere portate a compimento in maniera agevolissima. Quest’anno, la storia si è leggermente complicata, in quanto ci sono centinaia di aree che possono essere sviluppate o meglio devono esserlo, per poter competere con i nostri agguerriti avversari.

Di fondamentale importanza, sarà la gestione della power unit, ora bisognerà tenerla sempre in considerazione, in quanto i vari componenti sono soggetti ad usura. Proprio come nella realtà avremo un numero limitato di cambi, cinque, e onde evitare di incorrere in qualche penalità, sarà meglio pianificare al meglio quanti giri effettuare nelle prove libere e quali e quanti programmi portare a compimento, in modo tale da gestire al meglio la nostra power unit. Se affronterete un GP con qualche elemento malconcio, aggiungiamoci anche il fatto di dover gestire il consumo di carburante, state pur certi che avrete serie difficoltà a piazzarvi in una posizione decente di classifica.

Infine, tramite un escamotage narrativo, ci vengono introdotte anche le vetture classiche presenti in F1 2017. In pratica, al termine della gara, ci verrà data la possibilità di affrontare alcune sfide a bordo dei bolidi del passato. In tali eventi, potremo anche sperimentare versioni di alcuni circuiti ridotti, come Suzuka e provare a portare al traguardo, senza distruggerla possibilmente, una delle autovetture d’epoca. L’offerta è sicuramente superiore rispetto a quanto visto in F1 2013 (l’ultimo episodio che presentava vetture classiche): sono undici le auto tra cui scegliere, dodici con la Special Edition. Fra tutte spiccano la: Renault R26 del 2006, la Williams FW18 del 1996, le due Ferrari del 2002 e del 2004, le due McLaren MP4 del 1988 e del 1991 e la Red Bull RB6 del 2010.

A tutta velocità

Il sistema complessivo di difficoltà è stato modificato, ora abbiamo una sorta di slider da 1 a 100, che permette di modificare la difficoltà a nostro piacimento. Partire da un valore di 85, richiede molta bravura e attenzione e forse anche un sistema di controllo diverso dal semplice joypad, in quanto anche piloti meno performanti nella realtà potrebbero farci venire davvero i mal di testa e competere con loro non sarà di certo una passeggiata. Comunque starà a voi decidere il livello di sfida, io, caricando il salvataggio dello scorso anno, son partito da 86 ed ho trovato una differenza abissale rispetto ad F1 2016, costringendomi, per evitare sonore sconfitte, a ridurre l’asticella della difficoltà di almeno 10 punti.

C’è da dire che ai livelli di difficoltà più elevati, i nostri avversari, si comporteranno in maniera quasi sempre coerente, ingaggiando la bagarre al momento opportuno, dovendo gestire anche loro gomme e consumi. A difficoltà invece inferiori, il titolo perde un po’ la sua vena competitiva, rendendolo più accessibile anche a chi non ha mai giocando ad un racing game di F1.

Il motore grafico di F1 2017 è l’EGO Engine 4.0 sviluppato da Codemasters che, sebbene cominci a sentire il peso degli anni riesce ancora ad impressionare con livelli di dettaglio davvero sorprendenti. Le vetture si presentano benissimo, con una mole di dettagli davvero notevole, anche i piloti, sebbene mantengano alcune caratteristiche che li fanno sembrare “finti” risultano essere stati realizzati piuttosto bene. Non solo, molta cura è stata data anche ai Team Principal delle varie scuderie, che non si faticheranno a riconoscere. Meno bene i loghi impressi sulle divise, quali cappellini e tute, che sembrano essere usciti direttamente dai lontani anni 90 per scarsità di dettaglio.

Rispetto al capitolo precedente, anche gli effetti meteorologici hanno subito un’evidente evoluzione. La pioggia è finemente realizzata, offrendoci anche scorci molto realistici, come ad esempio il trovarsi dietro ad una vettura ridurrà sensibilmente il nostro campo visivo. Infine, il comparto audio è stato curato nei minimi particolari, grazie ai rombi dei potenti motori ibridi, all’aggiunta di uno speaker che ricorda agli spettatori le posizioni in classifica dei piloti e alla voce dell’ingegnere che ci assisterà continuamente. Nota di demerito al duo Sky Carlo Vanzini e Luca Filippi, che non riescono ad “entusiasmare” con la loro telecronaca.

Commento finale:

F1 2017, non rappresenterà il racing game definitivo, ma la strada intrapresa da Codemasters è quella giusta. Ottima la modalità carriera, che regalerà ore e ore di divertimento, grazie ad una maggiore possibilità di sviluppo della monoposto e ai diversi programmi che potremo affrontare per preparare al meglio il week-end di gara. Gradito il ritorno delle auto classiche, che mancavano dal 2013 che ci permetteranno di affrontare diverse sfide negli Eventi dedicati, senza dimenticare le altre modalità presenti, che vanno dal Gran Premio singolo, al Multigiocatore (rimasto praticamente invariato), alla Prova a Tempo e alla Carriera nei panni del nostro beniamino. La mole di contenuti è quindi davvero ingente, portando il giocatore a sperimentarle tutte, senza stancarsi mai!

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Riccardo Amalfitano
Riccardo Amalfitano
Videogiocatore sin dalla "tenera" età, amante anche di manga, cinema e serie TV. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente!

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