Recensione Final Fantasy XVI

Final Fantasy XVI è stato uno dei titoli più difficili da valutare degli ultimi anni. Per la prima volta, infatti, il franchise ha provato ad aprirsi ad una fetta di pubblico più ampia, tramite un’ibridazione massiccia di meccaniche da action game puro nel classico “scheletro” della serie. Difficile perché abbiamo voluto prenderci il nostro tempo per capire quanto questo lavoro di “bilanciamento” ludico fosse stato accurato. Per giunta, in un opera contenutisticamente mastodontica, con più di 100 ore di contenuti. Ed alla fine siamo giunti ad una semplice conclusione. I ragazzi di Creative Business Unit III, sotto la guida di Naoki Yoshida, hanno trovato un equilibrio quasi perfetto.

Facendo un paragone ardito, possiamo dire che Final Fantasy XVI ha replicato quanto fatto da Elden Ring qualche anno fa. È riuscito a rivolgersi ad una platea di utenti molto più ampia grazie ad un eccellente lavoro di stratificazione della proposta ludica. Senza rinunciare ad una certa autorialità che contraddistingue sempre queste grandi opere. Per questo motivo, e per tanti altri che scoprirete nel corso della recensione, scommettiamo il nostro proverbiale nichelino che Final Fantasy XVI riuscirà ad entrare a pieno diritto nell’Olimpo dei videogiochi da ricordare.

Final Fantasy XVI è disponibile dallo scorso 22 giugno 2023 in esclusiva su PlayStation 5.


Versione testata: PlayStation 5


Una Fantasia oscura e brutale

Prima di addentrarci nell’affannosa questione dell’equilibrio dell’ibridazione ludica di cui sopra, parliamo del comparto narrativo, da sempre pilastro e punto di forza della serie di Square-Enix.

La storia di Final Fantasy XVI ruota intorno agli Eikon, delle simil-divinità e ai Dominanti, umani prescelti tramite i quali si manifestano i primi.

Noi vestiremo i panni di Clive Rosfield, un guerriero che è stato investito del titolo di Primo Scudo di Rosaria e che ha giurato di proteggere il suo fratello minore Joshua, il Dominante della Fenice. Presto Clive verrà coinvolto in una grossa tragedia e giurerà vendetta sull’Eikon Ifrit, un’entità oscura e misteriosa che porta con sé una grande calamità. Sullo sfondo Valisthea, un mondo martorizzato dalla Piaga dei Cristalli.

Tranquilli, non abbiamo intenzione di andare oltre l’incipit, farlo sarebbe un atto di cattiveria gratuita. La storia di Final Fantasy XVI deve essere vissuta in prima persona. Ricca di pathos e di colpi di scena, saprà catturarvi fino alla fine, nonostante qualche “banalizzazione” che tuttavia non va ad intaccare il quadro complessivo. Una storia che riesce ad emozionare anche, e soprattutto, a causa della brutalità e crudezza con cui vengono raccontati e messi in scena gli eventi.

Vogliamo poi parlare dei personaggi e, soprattutto, del world building? I primi sono scritti in maniera impeccabile. Non solo Clive, non solo i personaggi del nostro party, ma tutti. I ragazzi di Creative Business Unit III sono stati bravissimi nel caratterizzare anche i personaggi con pochissimo screen time.

Final Fantasy XVI
Tutti i personaggi sono scritti divinamente, anche il cucciolone Torgal

Per quanto riguarda il secondo aspetto, parliamo di un lavoro titanico. Non solo per la costruzione (anche la più inutile fetch quest fornisce informazioni sul mondo di gioco) quanto per il modo in cui viene presentato. Tramite l’introduzione di Harpocrates e Vivian, due personaggi secondari, potremo consultare liberamente e in ogni momento una specie di enciclopedia che tiene traccia di tutti gli attori in campo, gli eventi, i cambiamenti nel corso degli anni, anche dal punto di vista geopolitico. Con tanto di timeline e grafici. Non solo, tramite la funzione Active Time Lore, durante le cinematiche è possibile accedere a questi archivi in tempo reale. Così facendo è possibile “ripassare” quell’evento o quel personaggio che vi è appena stato nominato.

Alla luce di tutto ciò, il lavoro sul comparto narrativo svolto dagli sviluppatori può essere sintetizzato in una sola parola: impeccabile.

L’ibrido intelligente

Nel corso degli ultimi giorni avrete sicuramente letto che Final Fantasy XVI non è un vero Final Fantasy/gioco di ruolo per il gameplay. Noi ci sentiamo di dissentire. Pur con un nuovo core ludico molto action-oriented, le componenti ruolistiche emergono man mano che ci si addentra nel sistema. Con il proseguire della storia, infatti, il gioco ci fornisce i mezzi per creare varie build, in cui la preparazione strategica è importante quasi quanto l’inventiva e la manualità del videogiocatore. Certo, è pur sempre un sistema molto movimentato, ma c’è molta più pianificazione di quello che sembra.

Dopo un attento studio del combat system e dell’offerta in termini strettamente ludici pensiamo di aver intuito la chiave di lettura giusta. Al di là di essere un minimo avvezzi al genere action, secondo il nostro modesto parere, bisogna ragionare nel contesto di un prodotto story-driven con 100+ ore di contenuti. In quest’ottica, troviamo veramente difficile parlare di criticità, quanto di scelte magari poco “immediate”, ma meravigliosamente ponderate.

Ryota Suzuki, il director del combat system, lo ha definito il suo miglior lavoro in 25 anni di carriera. Dal canto nostro, seppur riteniamo che il lavoro svolto con Devil May Cry 5 sia ancora il punto più alto del media, siamo riusciti a capire cosa intendesse l’artista nipponico. Final Fantasy XVI è un Action-RPG in cui emergono entrambe le anime in maniera intelligente, bilanciata, stratificata. E per questo motivo ci sentiamo di avvalorare le parole dello sviluppatore.

Solo giocando al titolo in maniera attenta si riesce a comprendere il lavoro di ricerca di equilibrio svolto. La prima run di Final Fantasy XVI è la prima run di un gioco che vuole raccontarci una storia, che deve essere apprezzata da tutti senza paturnie. Non dimentichiamo che ci sono anche gli anelli che permettono auto-combo, auto-schivata, etc.

Final Fantasy XVI
I mini-boss e i boss sono molto stimolanti

Lo sblocco di una modalità Arcade dopo poche ore permette di iniziare a sfruttare al meglio il combat system, che si basa molto sull’inventiva del videogiocatore, a cui vengono dati i mezzi per realizzare combinazioni sempre nuove e più efficaci. Dopo altre ore si sbloccano le prove Cronolito, un’ulteriore variante indirizzata a far brillare ancora di più il cuore action della produzione. Poi abbiamo il New Game+, pensato in maniera da offrire una seconda run più equilibrata della prima, con un mix ancora più galvanizzante di meccaniche action e preparazione ruolistica. Con tanto di variante Ultimanic della modalità Arcade che riesce a mettere alla prova anche i più grandi giocatori di Devil May Cry.

Alla luce di tutto quanto appena detto, riteniamo che il sistema sia stato studiato a fondo e che il risultato raggiunto sia ottimo. Certo, volendo fare un discorso “di se e di ma”, si sarebbe potuto fare anche di più. Introduzione delle debolezze elementali, maggiori archetipi di combattimento sulla base dei diversi Eikon, una modalità più punitiva anche per chi non vuole approfondire e godersi semplicemente la storia con la sua prima e unica run.

Questo però avrebbe avuto ripercussioni su tutto ciò che riguarda il bilanciamento di cui sopra, perché avrebbe potuto snaturare la progressione/stratificazione. Una progressione da action dilatata su più ore, ibridata ad un gioco di ruolo. Per tutti questi motivi abbiamo definito Final Fantasy XVI un ibrido intelligente e riuscitissimo.

La vera Piaga

Il vero problema di Final Fantasy XVI è da ricercarsi nella struttura di gioco anacronistica e nella varietà situazionale offerta. Problema che va a compromettere anche il lavoro di progressione e stratificazione precedentemente lodato, proprio perché poco immediato al videogiocatore meno attento.

Sia nelle missioni principali che in quelle secondarie dovremmo fare sempre la stessa cosa. Hanno un andamento/progressione univoco, non c’è varietà situazionale in buona sostanza. Senza considerare gli scarsi incentivi nel variare approccio ai combattimenti, soprattutto nelle prime ore, per chi non vuole approfondire e godere della stratificazione di cui abbiamo già ampiamente discusso.

Se nelle missioni principali grazie alla storia, ai personaggi fenomenali e alla dimensione epica e mastodontica il gioco riesce a scacciare qualsiasi défaillance, le fetch quest non reggono tale impostazione, soprattutto a lungo andare. Come già accennato, anche la più insignificante di queste fornisce dettagli di lore preziosissimi, tuttavia alla lunga, soprattutto dopo metà gioco, la loro “pesantezza” comincia a diventare ridondante.

Final Fantasy XVI
La cavalcatura si sblocca con una missione secondaria

Tutto ciò è amplificato da un reward system veramente striminzito. Gli sviluppatori avrebbero potuto far sì che molte più zone fossero totalmente slegate dalla missione principale, avrebbero potuto inserire qualche dungeon opzionale, qualche boss opzionale, relegare ad un esplorazione più approfondita la ricerca di accessori e armi che ora si trovano in bauli davanti agli edifici che visiteremo durante la missione principale. Purtroppo qui bastava veramente poco per correggere il tiro e rendere molto più gratificanti le missioni secondarie e l’esplorazione connessa ad esse.

Fuochi d’artificio

Final Fantasy XVI è uno spettacolo da vedere e da ascoltare, inutile girarci intorno.

La direzione artistica è sublime. Il character design e gli ambienti di gioco sono ricercati fin nei minimi dettagli. Colori, luci, architettura delle strutture. Anche il mero conteggio poligonale è a livelli altissimi, così come la regia e la resa visiva dei combattimenti e degli effetti particellari. A tal proposito ci teniamo a sottolineare come, nonostante i fuochi d’artificio a schermo praticamente in ogni scontro, l’azione resta sempre incredibilmente leggibile.

Final Fantasy XVI
La direzione artistica è veramente riuscita

La colonna sonora è magistrale. Masayoshi Soken ha realizzato un lavoro curatissimo, spaziando su più generi e riuscendo a rendere memorabile ogni sezione di gioco, dalla più movimentata alla più calma e/o romantica, passando per quelle brutali/dark. Ottimo lavoro anche per quanto riguarda il doppiaggio italiano, nonostante qualche voce sbagliata per un paio di personaggi minori.

Discorso un po’ meno esaltante per quanto riguarda le prestazioni. Il gioco offre le classiche due modalità. Performance a 60 fps e Grafica a 30 fps. Con un combat system del genere la scelta della prima è sempre preferibile, tuttavia c’è da sottolineare come questa modalità, fuori dai combattimenti (soprattutto nei villaggi) non riesce a mantenere un frame rate costante e si assiste ad un quasi onnipresente fenomeno di micro-stuttering. Noi abbiamo comunque deciso di giocare così perché fortunatamente nei combattimenti il frame rate è stabile, tuttavia la vostra sensibilità potrebbe essere diversa dalla nostra, valutate quindi con i vostri occhi.

Commento finale

Final Fantasy XVI è un gioco con qualche problema strutturale e di varietà situazionale, con un combat system ottimo, studiato in maniera intelligente nell’ottica dell’equilibrio e della stratificazione dell’offerta ludica. Se da un lato sarebbe bastato poco per risolvere le prime criticità, è altresì vero che i picchi ludo-narrativi di Final Fantasy XVI saranno il nuovo metro di paragone non per il genere, non per la serie, ma per l’industria. Per questo motivo, consideriamo Final Fantasy XVI un capolavoro e siamo sicuri che farà la storia del nostro media preferito, pur con i suoi difetti e le sue scelte poco “immediate”.

9.0

Final Fantasy XVI


Final Fantasy XVI è un gioco con qualche problema strutturale e di varietà situazionale, con un combat system ottimo, studiato in maniera intelligente nell'ottica dell'equilibrio e della stratificazione dell'offerta ludica. Se da un lato sarebbe bastato poco per risolvere le prime criticità, è altresì vero che i picchi ludo-narrativi di Final Fantasy XVI saranno il nuovo metro di paragone non per il genere, non per la serie, ma per l'industria. Per questo motivo, consideriamo Final Fantasy XVI un capolavoro e siamo sicuri che farà la storia del nostro media preferito, pur con i suoi difetti e le sue scelte poco "immediate".

PRO

Comparto narrativo impeccabile | Combat system riuscitissimo | Presentazione audio-visiva di qualità |

CONTRO

Struttura di gioco e scarsa varietà situazionale potrebbero pesare, soprattutto nella seconda metà di gioco |

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