Recensione Hey! Pikmin

La saga di Pikmin arriva sulle console della famiglia 3DS con Hey! Pikmin, uno spin-off estremamente interessante ma forse indirizzato ai neofiti e all’utenza più giovane della console Nintendo.

Pensionamento anticipato? Neanche a parlarne! La famiglia di console Nintendo 3DS/2DS di andare in pensione proprio non ci pensa e tale pensiero è condiviso, evidentemente, anche dagli utenti che continuano a dare fiducia alla console di Nintendo che proprio lo scorso mese ha compiuto 7 anni e, ad oggi, ha venduto qualcosa come 66 milioni di unità.

Il merito lo dicevamo è sicuramente anche degli utenti, ma in primo luogo di Nintendo che ha da sempre sostenuto la console con titoli di primo piano e, dopo l’uscita di scena di Nintendo Wii U – questa si anticipata – con la conversione di alcuni dei titoli più importanti per la oramai ex flagship console.

Il panorama delle uscite di Nintendo 3DS si è da qualche giorno arricchito anche di un titolo molto amato dai fan di vecchia data di Nintendo e mai comparso sulla console portatile made in Japan, Hey! Pikmin, che in questa versione perde le classiche ambientazioni 3D in favore di un più classico e abbordabile 2D, sicuramente più fruibile dall’utenza portatile.

Per il resto non è cambiato molto da Pikmin 3 per Wii U. Lo sfortunato capitano Olimar è di nuovo nei guai, e dopo un atterraggio di fortuna con la sua astronave, è costretto a mettersi alla ricerca di almeno 30.000 unità di carburante, il luminum, per poter ripartire verso il suo pianeta natale. Per sua fortuna anche questo pianeta è abitato dai Pikmin i piccoli esserini colorati e fioriti che si mostrano sin da subito ben disposti ad aiutarlo nella sua ricerca in cambio di “protezione”.
Il luminum può essere trovato un po’ dovunque, in forma di gemme sparse nel livello di gioco, oppure può essere ricavato da oggetti “rari” come anelli, fibbie, batterie stilo, ma anche cartucce del NES o del Game Boy, per la gioia dei fan di vecchia data di Nintendo.

Un gameplay rilassato.

Hey! Pikmin potremmo definirlo come una versione “rilassata” degli altri capitoli comparsi sulle console casalinghe di Nintendo. Innanzitutto scompare l’elemento del tempo, che obbligava i giocatori a muoversi con velocità nei livelli, tralasciando l’esplorazione approfondita.

L’esplorazione dei livello di gioco è qui, invece, incentivata anche da un livello di difficoltà piuttosto basso, in linea probabilmente anche con il target più giovane a cui Nintendo sembra stia indirizzando la sua console portatile (dimenticando la schiera di fedelissimi ultra ventenni che ancora apprezzano la piccola di casa).

Il gioco è diviso in otto differenti aree ciascuna delle quali composta a sua volta da cinque livelli, compreso il “boss finale”, il cui livello di difficoltà però non rappresenterà di certo una sfida neanche per coloro che si approcciano per la prima volta ad un gioco della serie Pikmin. Il vostro unico compito sarà quello di lanciare letteralmente i vostri Pikmin nella giusta posizione e con il giusto tempismo e velocità, utilizzando il touchpad della console e lo stilo, avendo cura di raggruppare e chiamare a raccolta con il famoso fischietto i Pikmin non ancora aggiunti alle vostre fila, oppure rimasti indietro. Come al solito sono presenti dei piccoli puzzle ambientali, come piccoli ponti da ricreare recuperando cocci in giro per il livello, oppure ostacoli da superare utilizzando il giusto Pikmin, che, come di consueto, hanno caratteristiche diverse come resistenza al fuoco, all’acqua, all’elettricità, o sono in grado di volare o di distruggere pareti di ghiaccio. Tutti i puzzle ambientali sono comunque estremamente semplici da risolvere. Olimar è inoltre dotato di un piccolo jet pack, upgradabile nel corso dell’avventura, che gli permetterà di raggiungere luoghi inaccessibili alla sua piccola statura, o perlustrare anfratti e grotte preclusi anche ai piccoli Pikmin e dove di solito sono nascosti altri piccoli tesori ricchi di luminum.

Oltre ai classici livelli, Pikmin introduce per la prima volta il Parco dei Pikmin: un luogo dove tutti i Pikmin recuperati nel corso del livello vengono portati al sicuro. Qui però i Pikmin recuperati non verranno solo lasciati a “pascolare” ma potranno essere utilizzati per recuperare ulteriori unità di carburante. L’IA della vostra astronave vi segnalerà infatti alcune aree nei pressi del parco dei Pikmin dalle quali provengono segnali della presenza di luminum. Da una apposita schermata che ricorda quella di un piccolo strategico, potremo quindi indirizzare le ricerche dei nostri Pikmin. Maggiore è il numero dei Pikmin recuperati durante l’avventura, più veloce sarà la velocità di recupero degli oggetti preziosi.

Anche Hey! Pikmin inoltre, offre supporto agli Amiibo con speciali livelli sbloccabili grazie all’uso delle figures. Si tratta quasi sempre di piccoli e semplici livelli in cui dovrete recuperare la statuina dell’Amiibo utilizzato, ricca, manco a dirlo, di Luminum o dei livelli in cui dovrete recuperare il maggior numero di tesori in un limitato periodo di tempo. Altri amiibo non supportati invece, vi daranno accesso ad altri tipi di bonus come ulteriori Pikmin da utilizzare nella vostra avventura.

Una gioia per gli occhi

Dal punto di vista artistico Hey! Pikmin è una gioia per gli occhi anche sulla piccola console portatile. I livelli sono tutti incredibilmente colorati e il character design incredibilmente ispirato ed in linea con quello classico della serie. Anche la varietà delle ambientazioni non manca, con livelli più tradizionali ambientati come al solito in lussureggianti “foreste” (non dimenticate che i Pikmin e Olimar sono esserini piccolissimi per cui anche il giardino di casa è per loro una foresta) o in grotte e livelli sottomarini, a cui si aggiungono graditissime new entry come piccoli livelli spaziali, o altri in cui il nostro Olimar volerà grazie all’ausilio dei Pikmin rosa.

Abbiamo inoltre apprezzato anche la scelta di utilizzare lo schermo superiore come estensione del mondo di gioco: la parte superiore dello schermo anziché statica, potrà essere esplorata dai Pikmin lanciati dal capitano Olimar per recuperare oggetti preziosi, oppure per prepararsi all’arrivo di nemici dall’alto. Assente del tutto invece il supporto al 3D, una scelta dovuta probabilmente alle limitazioni hardware del 3DS, ma forse anche alla voglia di offrire una esperienza uniforme anche sulle console 2DS.

Particolare menzione poi per le animazioni di altissimo livello sbloccabili tra un livello e l’altro che non sfigurerebbero nemmeno sulla console di punta Nintendo Switch. Il merito di tanta “pucciosità” è però in larga parte di Shigeru Miyamoto che già 15 anni, tanto è passato dalla prima apparizione degli strani animaletti fioriti, seppe delineare i tratti di questi personaggi così caratteristici del mondo Nintendo.

Commento finale

Hey! Pikmin merita di essere annoverato a tutti gli effetti nella line-up Pikmin. E’ un titolo colorato, divertente e spensierato le cui meccaniche sono fedeli a quelle della serie originale. Il character design è, come al solito, ispiratissimo e le animazioni sono di primo livello. Anche il comparto audio, seppure non memorabile, è in linea con il livello molto alto dell’intera produzione.

Il suo unico difetto è forse un livello di difficoltà troppo tarato verso il basso, privo di vere e proprie sfide di rilievo, il che, di conseguenza, si traduce in una longevità di certo non eccezionale se non ci si dedica anima e corpo all’esplorazione. Il titolo, comunque, raccogliendo tutto il luminum presente nei livelli, potrà essere completato in circa 15-16 ore, non male per un gioco portatile. In definitiva sia che amiate la serie Pikmin o vogliate mitigare l’attesa dell’uscita del capitolo principale per Nintendo Switch, sia che siate alla ricerca di un titolo per la calda estate che ci aspetta, Hey! Pikmin è il titolo che fa per voi.



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