Recensione in pillole Kao the Kangaroo

Dopo aver finito il gioco con il 98% di completamento in circa una decina di ore, eccoci qui a dirvi tutto quello che dovete sapere su Kao the Kangaroo.

Per chi non lo sapesse, quella di Kao è una serie nata ben 22 anni fa su PC e Dreamcast che tuttavia non ha avuto il successo di altri franchise similari.

Questo nuovo capitolo è un reboot che rappresenta un nuovo inizio per il brand, nella speranza che questa volta il piccolo canguro possa fare breccia nel cuore di più giocatori.

Sviluppato da Tate Multimedia, Kao the Kangaroo è disponibile su PC, PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X, Xbox Series S e Nintendo Switch.

Il codice che ci è stato fornito dallo sviluppatore ha sbloccato solamente la versione PS4 del gioco e non quella PS5, quindi possiamo dedurre che Kao the Kangaroo non disporrà della funzionalità di cross-buy.


Versione testata: PS4 in retro-compatibilità su PS5


Che gioco è?

Kao the Kangaroo è un platform 3D, “figlio” dell’epoca d’oro del genere di fine anni 90, inizi 2000.

L’incipit dell’avventura è semplice e immediato: il nostro protagonista dovrà partire alla ricerca della sorella Kaia, che a sua volta è partita alla ricerca del loro padre Koby. Comincerà così il nostro saltellante viaggio insieme al piccolo canguro protagonista. Se da un lato la trama, visto il genere, fa egregiamente il suo lavoro, dall’altro i dialoghi e lo humor non ci hanno mai strappato un sorriso, anzi, abbiamo assistito a situazioni abbastanza grottesche e imbarazzanti.

Kao the Kangaroo
L’avventura di Kao ha inizio sulla sua isola natale

Le abilità di Kao sono le classiche del genere. Avremo a disposizione salto, doppio salto, attacco, super mossa (con una barra dedicata, che si carica colpendo i nemici e si svuota subendo danno) e per finire una rotolata, che funge sia da schivata che da attacco. Nonostante le molte possibilità di manovra, il flow dell’azione è molto più compassato di quello che ci saremmo aspettati.

Ci avventureremo in 4 diversi mondi, con un numero variabile di livelli al proprio interno. Ogni mondo funge da hub verso i vari livelli, ma non solo, al loro interno sarà possibile cercare collezionabili e raccogliere monete da spendere poi nel negozio in-game per sbloccare nuovi costumi, aumentare i punti ferita e comprare le famose “vite”. Ogni mondo, poi, ha il classico boss, questi tuttavia, seppure visivamente piacevoli, offrono delle battaglie non molto ispirate, anzi, a dirla tutta, abbastanza insipide.

Fortunatamente i vari livelli offrono un’esperienza molto più divertente e riuscita. Sono tutti molto ben fatti, veramente molto grandi e a causa dei tanti collezionabili recuperabili al loro interno la prima volta che li affronteremo potranno volerci anche una trentina di minuti. Tuttavia, nonostante siano comunque piacevoli da giocare, il level design è sempre molto elementare, e gli sviluppatori non hanno mai veramente osato per offrire qualcosa di più accattivante, ed è un vero peccato.

Anche la meccanica che ruota attorno ai guantoni di Kao non è stata sfruttata a pieno proponendo situazioni che sanno ampiamente di già visto. Con i propri guantoni Kao potrà interagire con dei cristalli di una dimensione alternativa e attivare ad esempio piattaforme temporanee oppure potrà infonderli con 3 poteri diversi, fuoco, ghiaccio e vento, per risolvere enigmi molto basilari.

Ci troviamo, insomma, di fronte ad un platform molto basilare, che fa bene tutto quello che fa, con una discreta alternanza di situazioni di gioco, ma che non riesce a far innamorare completamente il giocatore.

Perché giocarlo?

Kao the Kangaroo è un titolo che tutto sommato ci è piaciuto perché offre un’esperienza ludica on point che rimanda ai classici del genere degli anni 90, seppure poco stimolante per i giocatore più smaliziati. Il fattore nostalgia, dunque, è parte determinante dell’offerta ludica, tanto che gli sviluppatori non hanno fatto nulla per nasconderlo.

Inoltre, ci è piaciuto tantissimo l’aspetto visivo della produzione, grazie alla direzione artistica ispiratissima. Nonostante non ci troviamo di certo di fronte ad un titolo ad alto budget, Kao, con i suoi delicati colori pastello e un’eccellente fluidità dei movimenti, è una gioia per gli occhi.

Kao the Kangaroo
La direzione artistica del gioco è veramente molto ispirata

Perché no?

Come avrete potuto sicuramente intuire in base a quanto detto finora, Kao the Kangaroo non riesce ad andare oltre il semplice “compitino”. Non riesce a regalare al giocatore quel quid in più, manca la proverbiale ciliegina sulla torta. Ripetiamo, è un titolo ben fatto, molto piacevole da giocare, ma non è riuscito a far scattare in noi la famosa “scintilla”.

Gli ultimi livelli, per dovere di cronaca e senza anticipare nulla, fanno proprio quello che ci saremmo aspettati per la maggior parte dell’avventura, ovvero proporre soluzioni di design più articolate senza soluzione di continuità che giovano anche al flow e al ritmo dell’avventura. Insomma, è un vero peccato che tutto ciò arrivi così tardi, perché gli sviluppatori hanno dimostrato di essere veramente molto capaci.

In chiusura di recensione ci sembra giusto segnalare che il gioco soffre di qualche problema di polishing. A volte si assiste a qualche bruttura di sorta, leggasi compenetrazioni, qualche hitbox strana, effetti visivi a schermo mancanti, ma nulla che infici il godimento del prodotto. Magari nelle prossime ore uscirà una patch correttiva che andrà a ripulire l’intero codice (noi abbiamo giocato con la versione 1.01, quindi di fatto con una patch già installata), ma ci sembrava giusto segnalarlo.

Commento finale

In definitiva, Kao the Kangaroo è un buon prodotto che però non riesce a lasciare il segno perché gli sviluppatori si sono limitati a fare il minimo indispensabile, anche a livello di contenuti. Non è presente, infatti, nessun contenuto end-game, come avviene invece tipicamente con altri prodotti simili. Questo non vuol dire che Kao the Kangaroo è un gioco da sconsigliare, anzi, vista la penuria del genere negli ultimi anni, è consigliato a tutti gli appassionati (e nostalgici) di platform 3D, però non possiamo nascondere che un minimo di amaro in bocca ci è rimasto.

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7.3

KAO THE KANGAROO


Kao the Kangaroo riesce a regalare una decina di ore di gioco molto piacevoli, senza tuttavia riuscire a lasciare il segno. Forse agli sviluppatori è mancato un pizzico di intraprendenza, ma visto il budget limitato per lo sviluppo del titolo, e il prezzo budget a cui lo stesso viene venduto, ci sentiamo di dire che una chance la merita.

PRO

Platform 3D semplice, conciso e abbastanza vario - Visivamente bellissimo

CONTRO

Poco coraggioso, svolge il compitino e nulla più - Si poteva fare qualcosa di più a livello di contenuti
Vincenzo D'Alcantara
Vincenzo D'Alcantara
Il mio amore per i videogiochi nasce grazie a mamma Sony e al folle marsupiale creato da Naughty Dog verso la fine degli anni 90. A distanza di più di venti anni i platform continuano ad essere la mia passione che tuttavia si è estesa, naturalmente e masochisticamente, a tutti i giochi impegnativi e "tosti", di qualsiasi genere essi siano.

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