Klonoa Phantasy Reverie Series è una raccolta contenente le versioni rimasterizzate di Klonoa: Door to Phantomile del 2009, remake per Wii dell’omonimo titolo uscito originariamente sulla prima mitica PlayStation nel 1998, e di Klonoa 2: Lunatea’s Veil, uscito nel 2001 su PlayStation 2.
Namco Bandai ha deciso di riportare in auge il brand, cercando di uniformare stile, menù e HUD dei due titoli in modo da rilasciare sul mercato un prodotto quanto più omogeneo e attuale possibile.
L’operazione, a nostro modesto parere, può dirsi riuscita. Speriamo che un eventuale riscontro positivo del pubblico possa convincere il publisher nipponico a sviluppare, in futuro, un capitolo completamente nuovo di questo franchise. Ma andiamo più nel dettaglio per capire cosa ci è piaciuto e cosa no nella nostra recensione.
Klonoa Phantasy Reverie Series è disponibile dallo scorso 8 luglio per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC.
Versione testata: PS5
Una storia doppiamente malinconica
La serie di Klonoa è nata a fine anni 90, nel periodo d’oro dei platform. Quel periodo in cui Sony sfidava Nintendo sul proprio terreno sviluppando (e facendo sviluppare) per la propria console platform colorati con i più disparati protagonisti.
Tra Crash Bandicoot, Spyro, Croc (e potremmo continuare all’infinito), Namco (all’epoca senza Bandai) diede vita al gatto antropomorfo Klonoa. Purtroppo, però, quest’ultimo non ebbe la stessa fortuna di altri personaggi di quel periodo, divenute poi delle vere e proprie mascotte. Fino a qualche mese fa, questa non era altro che una storia malinconica.
E sulla base di questo excursus storico, permetteteci di tracciare un paragone con la narrativa del brand. Entrambi i capitoli, nonostante i personaggi “pucciosi”, la direzione artistica “da favola”, i colori vivaci, hanno il coraggio di trattare, in maniera indiretta, temi abbastanza pesanti come l’accettazione del dolore, l’abbandono, la rassegnazione, l’invidia. La storia di entrambi i titoli, nonché il background del protagonista, sono pervasi, quindi, da sentimenti di tristezza, malinconia.
Una ventata di freschezza dal passato…
Klonoa è un platform in 2.5D in cui la maggior parte dei livelli è a scorrimento orizzontale. Il videogiocatore può tuttavia interagire con elementi posizionati in “profondità”. Le caratteristiche peculiari del brand, però, sono altre due.
Prima di tutto, l’abilità principale del nostro eroe non è il “salto”, come ci si aspetterebbe normalmente in un platform, ma è quella di “risucchiare” i nemici con il Proiettile Eolo. Una volta fatto ciò, il videogiocatore può utilizzare il nemico per attaccare altri nemici, attivare interruttori, perfino effettuare il “doppio salto”. In Klonoa 2 questa meccanica viene espansa in maniera importante, con l’introduzione di nuove tipologie di nemici. Questo va ad ampliare a dismisura le situazioni che il videogiocatore si troverà ad affrontare, giovando molto alla varietà del titolo.
In secondo luogo, l’altra caratteristica peculiare di questo franchise è che ogni “stanza” ruota intorno alla risoluzione di “schemi”, avvicinando Klonoa ad un puzzle game. Diventa necessario svolgere le giuste azioni nella giusta sequenza per proseguire. Seppure per il semplice completamento dei livelli non è richiesto un elevato utilizzo della materia grigia, per cercare di finire i due giochi al 100% e scovare tutti i segreti è necessaria parecchia intuizione e… manualità.
Il gameplay di Klonoa, infatti, nonostante sia veramente molto basico e brilli “solo” grazie al binomio formato da varietà di situazioni proposte dagli sviluppatori e risoluzione dei vari “schemi”, nasconde delle finezze ludiche che emergono solamente se si cerca di completare tutto al 100%.
Per superare i livelli bonus di entrambi i titoli, infatti, è necessario un’attenta analisi di determinate caratteristiche ludiche che nel corso del gioco resteranno nascoste. Ad esempio, solo con l’esperienza maturata riuscirete a capire che la fisica agirà sui nemici quando cercheremo di “afferrarli”. O ancora, che un’esecuzione più rapida e puntuale con il pad vi porterà a raggiungere zone elevate che pensavate irraggiungibili.
Alla luce di ciò, come precedentemente accennato, finire i due Klonoa senza badare al “completismo” sarà un’impresa facile. Al contrario, se punterete al 100%, qualche piccolo problema potreste averlo. Vogliamo comunque rincuorare i cacciatori di trofei e dirvi che il trofeo di platino è legato ad un completamento più “superficiale” del pacchetto completo.
Per dovere di cronaca, vi segnaliamo che è presente una specie di modalità cooperativa, solo in locale. Il secondo giocatore avrà l’abilità di ampliare i salti del giocatore principale: ciò di fatto va ad annullare tutto il tecnicismo di cui sopra. Inoltre, è presente anche una modalità Facile in cui sono disponibili più “punti vita” e “vite infinite“.
Klonoa Phantasy Reverie Series, insomma, pad alla mano, riesce a regalare tanto divertimento e soddisfazioni, grazie alla sua originalità e alla sua freschezza, così come fece 20 anni fa. Speriamo solo che questa volta il futuro sia diverso.
… ma anche rigidità d’altri tempi
Se da un lato, trasportare in maniera pedissequa i due capitoli nel 2022 ci ha permesso di godere di due avventure così originali e fuori dagli schemi, dall’altro abbiamo dovuto anche fare i conti con rigidità e “brutture” provenienti direttamente da quegli anni.
Come detto poco fa, i meriti ludici di Klonoa sono da ricercarsi “solo” nel sapiente mix dato da varietà e risoluzione dei vari “schemi”. Questo perché il gameplay da platform nudo e crudo è veramente poco rifinito e carente. Nonostante il lavoro svolto riesca a mantenere i 60 fps stabilmente, non avremo mai la sensazione di controllare il nostro eroe in maniera fluida ed impeccabile, anche a causa di controlli a volte poco precisi.
L’intera struttura platforming è carente: dovremo fare i conti con varie imprecisioni negli atterraggi e nelle hitbox dei nemici, soprattutto nelle boss fight. Queste, per giunta, hanno una struttura molto anacronistica, rivelandosi troppo telefonate, scontate. Quelle di Door to Phantomile, tuttavia, grazie al character design e a qualche guizzo riescono a salvarsi, quelle di Lunatea’s Veil, invece, sono veramente pessime, ed è un vero peccato se pensiamo che il secondo capitolo migliora in tutto e per tutto il primo.
Commento finale
Dopo aver passato più di 20 ore in compagnia di Klonoa e soci, possiamo dire di essere completamente soddisfatti, sia del lavoro di lifting, sia, soprattutto, della qualità dei giochi. Klonoa Phantasy Reverie Series può essere definito un ossimoro: rappresenta una vera e propria ventata di freschezza per il media e per il genere, ma al tempo stesso è una raccolta di titoli di 20 anni fa.
Alla luce di ciò, che abbiate vissuto da videogiocatore la fine degli anni 90 e inizi degli anni 2000, o che siate più giovani, il nostro verdetto è lo stesso: provate assolutamente questa raccolta, offre un’esperienza che attualmente sul mercato non offre nessun altro titolo.
In caso vi foste persi il nostro coverage di guide su Klonoa Phantasy Reverie Series vi lasciamo i link: