Recensione Star Overdrive, un’ambiziosa avventura spaziale tra le dune

Star Overdrive ci ha ricordato il motivo per cui siamo sempre piuttosto orgogliosi quando una produzione nostrana arriva sul mercato. Non solo per mera solidarietà verso team di sviluppo italiani, come in questo caso la software house Caracal Games con sede a Roma.

C’è infatti qualcosa di estremamente gratificante nel vedere prodotti made in Italy che si affacciano nel panorama videoludico. Sia per la difficoltà che vive questo settore nel nostro Paese (molto meno agevolato ed incentivato rispetto ad altre realtà europee), sia nel constatare come le buone idee siano il minimo comune multiplo che accomuna l’estro degli sviluppatori italiani. Da grandi produzioni in stile Mario + Rabbids passando per l’incredibile successo di Vampire Survivors. Senza dimenticare la crescente fioritura di proposte intriganti quali Soulstice, Saturnalia ed Enotria: The Last Song. Tutti progetti accomunati da una forte passione e caratterizzati da intuizioni talvolta assolutamente brillanti. Aspetti che forse dovrebbero indurre a “credere” in maniera più concreta in questo settore, che ancora troppo spesso in Italia viene bistrattato e considerato per molto meno di quello che potrebbe essere.

In questo solco, Star Overdrive è il nuovo ambizioso progetto dai creatori di Downward ed OkunoKA, che mira a mettere in scena una grande avventura sci-fi ispirata a The Legend of Zelda Breath of the Wild. Una produzione coraggiosa che ha saputo colpirci e, a tratti, impressionarci.

Star Overdrive è disponibile dal 10 Aprile per Nintendo Switch. Il titolo è altresì in arrivo prossimamente per PC (via Steam).


Versione testata: Nintendo Switch


Un hoverboard per amico

Come già vi abbiamo anticipato nella nostra anteprima, Star Overdrive si apre con una richiesta di soccorso.

Il giovane Bios intercetta infatti un SOS proveniente dal pianeta disabitato Cebete. Il messaggio è nientemente da parte di Nous, una biologa scomparsa che sembra condividere un legame sentimentale con il protagonista. Con la propria astronave, Bios tenta di avvicinarsi alla sorgente del segnale ma accade l’imprevedibile. La navicella subisce una grave avaria e Bios precipita suo malgrado sul desertico pianeta. Quella che doveva essere una missione di salvataggio diventa così anche un’odissea per la sopravvivenza. Cosa sarà successo a Nous? Perché le ricerche scientifiche sul pianeta sono state interrotte? Quali reali pericoli cela Cebete?

Star Overdrive
Tra hoverboard gravitazionale e keytar di ordinanza, non si può dire che l’opera non strizzi l’occhio agli anni ’80.

Se le ispirazioni da franchise cinematografici come Guardiani della Galassia e Dune appaiono piuttosto evidenti (e molto apprezzati, soprattutto per una colonna sonora che incorpora anche stuzzicanti brani rock), quello che in realtà sorprende maggiormente è la cura nella realizzazione estetica di Star Overdrive.

Un utilizzo sapiente (e parsimonioso dal punto di vista della mole poligonale) del cel shading ha permesso al team di sviluppo di dar vita a Bios, Cebete e le sue meraviglie con risultati mirabili. Con tutte le dovute proporzioni riservate ad una produzione indipendente, il colpo d’occhio risulta infatti davvero pregevole. Il desertico e vasto pianeta di Star Overdrive ha una propria vibrante personalità, grazie alla imprevedibilità dei propri biomi che nascondono spesso misteriosi ruderi tecnologici.

La decisione di privileggiare, in questa fase della vita della produzione, la versione Switch ha permesso al team di focalizzarsi sull’hardware Nintendo ottenendo prestazioni a tratti sorprendenti. Pur infatti al netto di qualche singhiozzo nelle performance (con qualche scatto occasionale nel framerate), l’esperienza ludica si è rivelata solida tanto in modalità portatile quanto con impostazione docked. Non affatto un risultato scontato, soprattutto per la mole della mappa e per la natura indie della produzione che per lo sviluppo si è affidata addirittura ad una versione più modesta dell’Unreal Engine 5.

Star Overdrive
Cebete offre panorami molto piacevoli.

Sai volare, testa di c****?

Raggiunta la superficie di Cebete in modo rocambolesco, Bios verrà soccorso dall’hoverboard di Nous. Proprio la tavola gravitazionale regalata alla biologa dal ragazzo capterà infatti la presenza di Bios sul pianeta, giungendo al momento giusto per salvarlo da una situazione di pericolo. Inizia così la vera e propria avventura di Star Overdrive.

Caracal Games ha infatti deciso di edificare il game design della produzione su alcuni elementi fondamentali. In primo luogo, l’hoverboard. Esso rappresenta il mezzo di trasporto principale di Bios attraverso i paesaggi alieni di Cebete. I grandi spazi di percorrenza tra un punto e l’altro della mappa vengono resi ludici e dinamici dalla gestione specifica dell’hoverboard. Infatti, per accellerare gli spostamenti sarà necessario sfruttare la morfologia del terreno per realizzare trick aerei, capaci di fornire rilevanti boost di velocità.

Sebbene le acrobazie siano molto semplificate rispetto ad un Tony Hawk’s Pro Skater qualsiasi, è altresì richiesto al giocatore di migliorare continuamente l’hoverboard attraverso le creazione di modifiche. Queste ad esempio permetteranno di galleggiare sopra superfici diverse (come l’acqua) o ottenere ulteriori vantaggi di manovrabilità o accellerazione. Il traversal diventa così un’operazione prettamente attiva, in cui è richiesto al giocatore di un costante miglioramento ed una progressiva conoscenza del mondo di gioco.

Star Overdrive
I vermoni sono uno scoglio che richiede crescenti abilità.

Le dune di Star Overdrive nascondono però molte insidie. Vi troverete infatti talvolta a dover affrontare enormi creature vermiformi molto pericolose, che dovrete sconfiggere per ottenere nuovi materiali di potenziamento o oggetti chiave per poter proseguire. Si tratta di scontri piuttosto divertenti, in cui dovrete mescolare l’abilità di guida dell’hoverboard con una corretta gestione dei poteri di Bios.

Perché si, Bios potrà contare su abilità speciali attraverso particolari musicassette da equipaggiare sulla propria keytar. Esattamente come in Breath of the Wild, si tratta di poteri che sfruttano alterazioni della gravità, telecinesi di varie forme ed attacchi a distanza. Non ci troviamo di fronte ad un impiego così strutturale come nel capolavoro Nintendo, sia chiaro. Tuttavia il loro utilizzo avviene comunque trasversalmente, tanto nelle fasi esplorative quanto nei combattimenti e nella risoluzione degli enigmi.

Star Overdrive
Pur nella essenzialità di alcune scelte stilistiche, a volte si rimane piacevolmente meravigliati.

Dune su dune

Star Overdrive mette sul piatto anche fasi di lotta e speciali livelli che imitano i sacrari di The Legend of Zelda.

I combattimenti prevedono l’impiego di attacchi corpo a corpo e schivate, ricorrendo altresì ai poteri delle musicassette per sfruttare specifici punti deboli degli avversari. In linea generale è un combat system che funziona, anche se dobbiamo riconoscere che si tratta di uno degli aspetti meno riusciti della produzione. Esso infatti si presenta piuttosto ingessato, con qualche incertezza di troppo sul versante delle collisioni, senza la fluidità o il sound design che fanno la differenza tra un’esperienza avvincente ed una meno appagante.

Viceversa i livelli speciali che si possono trovare su Cebete sono il palcoscenico ideale all’interno del quale Star Overdrive mostra le sue migliori idee di level design. Sarà necessario uno stimolante uso dei poteri di Bios ed una sapiente lettura degli ostacoli ambientali per trovare le soluzioni più efficaci. Non ci troviamo di fronte alla totale duttilità dei sistemi sviluppati all’interno delle recenti avventure di Link, ma crediamo sia ingiusto metterli sullo stesso livello. Soprattutto quando il risultato finale è così valido e convincente.

Star Overdrive
La telecinesi è molto utile anche in combattimento.

Star Overdrive è dunque un titolo che ci ha saputo allietare e soddisfare, tuttavia ci è rimasta una sensazione altrettanto definita sul palato. Forse proprio per un eccesso di ambizione da parte degli sviluppatori, abbiamo avuto l’impressione che il titolo abbia voluto inserire forse fin troppe meccaniche al proprio interno, finendo per non riuscire a realizzarle tutte con la stessa cura.

Se il traversal è divertente e ben strutturato (le gare di velocità sono galvanizzanti), non altrettanto impeccabile è, ad esempio, il sistema di crafting. Come accennato, l’hoverboard può essere potenziato attraverso la creazione di nuove componenti. Per farlo è necessario reperire oggetti consumabili nel corso dell’esplorazione, per poi costruire gli elementi. La scelta di voler adottare un meccanismo di crafting senza istruzioni delineate non ci ha granché convinto. In Star Overdrive dovrete infatti mescolare casualmente gli oggetti per grado di rarità e caratteristiche, per ottenere nuovi miglioramenti. Tuttavia sia le meccaniche di raccolta che quelle di personalizzazione mancano di mordente (pur essendo essenziali per proseguire nelle fasi avanzate) e forse sarebbe stato più efficace pensare un sistema più lineare di progressione (magari in stile metroidvania).

Il problema è anche legato ad una mappa che tende ad apparire meno densa di attività di quanto sperato, vista soprattutto la generosa mole delle ambientazioni. Sebbene andando avanti nell’avventura gli obiettivi non manchino (tra Zone di Caccia, Pulse Wraith e dungeon opzionali), la sensazione resta quella di trovarsi in un mondo a tratti troppo spoglio. Si tratta di una mera sensazione, sia chiaro. Che si contestualizza in modo molto più contenuto, pensando all’offerta complessiva ed al suo concorrenziale price tag (39,99€).

Star Overdrive
Purtroppo la mappa di Cebete offre meno svaghi di quanto potevamo sperare.

Commento finale

Star Overdrive è un progetto ambizioso da parte di Caracal Games, in grado di prendere spunto con coraggio da alcune delle migliori lezioni di game design di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il risultato è un prodotto di grande personalità, un’avventura sci-fi di ampio respiro a colpi di acrobazie, sfide ed enigmi. Il desiderio di voler inserire una grande densità di meccaniche ludiche si scontra tuttavia con una loro realizzazione non sempre ben definita, che si traduce in un’esperienza generale meno fluida e dinamica di quanto sperato. Tuttavia, preparatevi ad imbracciate il vostro fidato hoverboard e solcare le dune di Cebete: vi aspetta un viaggio sorprendente.

7.5

Star Overdrive


Star Overdrive è un progetto ambizioso da parte di Caracal Games, in grado di prendere spunto con coraggio da alcune delle migliori lezioni di game design di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il risultato è un prodotto di grande personalità, un'avventura sci-fi di ampio respiro a colpi di acrobazie, sfide ed enigmi. Il desiderio di voler inserire una grande densità di meccaniche ludiche si scontra tuttavia con una loro realizzazione non sempre ben definita, che si traduce in un'esperienza generale meno fluida e dinamica di quanto sperato. Tuttavia, preparatevi ad imbracciate il vostro fidato hoverboard e solcare le dune di Cebete: vi aspetta un viaggio sorprendente.

PRO

Rielabora alcune delle migliori idee dei capitoli più recenti di The Legend of Zelda | Il traversal è divertente e molto rapido | Enigmi intriganti con un versatile set di poteri |

CONTRO

A tratti l'open world può apparire un po' spoglio | Il sistema di combattimento è piuttosto rigido | Il crafting non entusiasma granché |

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