Correva l’anno 1998 quando Nintendo decise di propore la sua più celebre icona all’interno di una produzione spiccatamente orientata verso il multipleyer con l’esuberante Mario Party. Il successo di una formula ludica basata sul gioco dell’oca ed un’abbonante varietà di minigiochi ha portato la serie ad essere presente (spesso con capitoli multipli) su tutte le console del colosso giapponese dal Nintendo 64 in poi. Un output produttivo decisamente esuberante per la serie, spesso tuttavia senza una costanza qualitativa. Un destino peraltro condiviso con l’altro grande party game di riferimento, quel WarioWare così scanzonato e goliardico da rivolgersi ad un pubblico più ristretto (qui trovate la nostra recensione del recente Move It!).
La saga dedicata alle serate in allegra compagnia decide di dare il proprio commiato a Nintendo Switch con Super Mario Party Jamboree. Nelle intenzioni, il titolo vuole essere la sintesi definitiva delle migliori caratteristiche del brand, unendo la voglia di inserire novità interessanti e di rinnovare il supporto ai sensori di movimento all’insegna dell’accessibilità. Il risultato finale centra perfettamente tutte le aspirazioni, facendo tesoro dei feedback dei fan.
Super Mario Party Jamboree è disponibile dal 17 Ottobre in esclusiva per Nintendo Switch.
Versione testata: Nintendo Switch
Festa ricca
Snoccioliamo qualche dato interessante.
Jamboree è il terzo capitolo di Mario Party ad arrivare per Nintendo Switch. La volontà di essere l’episodio definitivo per la console ibrida passa attraverso la proposta più grande di sempre in termini contenutistici. Parliamo di oltre 110 minigiochi (divisi tra classici ed inediti), 22 personaggi giocabili, 7 tabelloni da affrontare (di cui tre da sbloccare), nuove modalità di gioco dedicate espressamente ai comandi di movimento, una concisa introduzione di stampo single player, inedite competizioni dedicate all’online ed una pletora di obiettivi e personalizzazioni sbloccabili. Numeri rilevanti che dipingono un’offerta mai così ricca e variegata, capace di render felici i giocatori solitari come quelli dediti al multiplayer (locale ed online). Non è un caso, in fin dei conti, che il sottotitolo scelto sia proprio Jamboree. Si tratta infatti di un termine che nel gergo scout indica un raduno corposo, potenzialmente idoneo ad abbracciare un pubblico variegato di tutte le età.
Gran parte del successo, Joy-Con alla mano, di Jamboree è da attribuire alla gargantuesca presenza dei minigiochi. Non solo il loro numero è a tutti gli effetti un record per la serie, ma sono saggiamente suddivisi tra prove inedite e rimandi a sfide già affrontate in passato. Come da ambizioni iniziali, il nuovo capitolo della serie riesce a trovare il perfetto bilanciamento tra la sperimentazione di Super Mario Party e la celebrazione della tradizione vista in Mario Party Superstars. Troviamo infatti prove che sfruttano i sensori di movimento, altre che utilizzano i classici controlli analogici, talune mettono alla prova i riflessi mentre altre le capacità di ragionamento. Quasi tutte sono però sempre di alta qualità ed estremamente divertenti. Soprattutto quando si formano temporanee alleanze per contrastare chi si trova in una posizione di vantaggio. Una mossa meschina, codarda, ma che darà inizio all’età dell’oro (cit.).
La fortuna aiuta gli audaci
Il cuore pulsante del titolo è tradizionalmente saldo nella sua classica reinterpretazione del gioco dell’oca.
Fino a quattro giocatori potranno selezionare la propria pedina ed affrontare uno dei tabelloni disponibili, ciascuno replica di un diverso scenario con insidie e percorsi diversi. L’obiettivo sarà quello di soddifare le condizioni di volta in volta richieste tra un tiro di dado e l’altro, tra imprevisti da evitare e minigiochi da conquistare. Ogni ambientazione non solo è deliziosa sul piano estetico (peccato però per alcune incertezze nel frame rate), ma propone anche alcune specificità che aiutano a rendere sempre più divertente e caleidoscopica l’esperienza. Ad esempio il Circuito Giradado richiederà il maggior numero di giri completati, qualcosa non presente sull’Isola Goomba dove il vostro interesse sarà più legato al livello del mare che potrebbe compromettere alcuni percorsi o rivelarne altri.
Stavolta tuttavia Nintendo ha cercato di rivedere il tasso di casualità nell’andamento delle partite. I giocatori non sono più vittime impotenti della mera sorte, bensì è possibile introdurre una sorta di pianificazione grazie a speciali bonus (e malus). Altrettanto fondamentale si rivela la possibilità di acquistare particolari consumabili in apposite aree nei tabelloni. Sia chiaro, di base il titolo è comunque esilarante perché i ribaltamenti di fronte sono possibili a carico di ogni giocatore.
Tuttavia fa piacere constatare che ci sia spazio per un pò di tattica, ulteriormente equilibrata e mitigata dall’introduzione degli aiutanti. Si tratta di apparizioni casuali di personaggi che, se sfruttate a dovere, potranno attribuire bonus molto interessanti capaci di ribaltare nuovamente gli equilbri della partita. La vittoria non è mai solo frutto di fortuna dunque, bensì occorre sapere aguzzare l’ingegno e saper cogliere tutte le occasioni.
Un’ulteriore sistema introdotto per mitigare l’eccessiva influenza della fortuna è la modalità Regole da Esperti. Con questa i giocatori possono personalizzare un ampio ventegalio di opzioni, al punto da ridurre quasi esclusivamente le possibilità di vittoria alla capacità di affrontare con successo i singoli minigiochi.
Oltre i dadi c’è di più
Come già accennato, Super Mario Party Jamboree non ospita solo tabelloni bensì anche molte altre modalità alternative.
Partendo dalle tre competizioni dedicate espressamente ai sensori di movimento, troviamo Piatti Ritmati. L’obiettivo è quello di superare una serie di prove culinarie seguendo il ritmo e le indicazioni a schermo. Fabbrica di Toad richiede invece di azionare meccanismi specifici per condurre talune sfere all’interno di percorsi prestabiliti. Scuola di volo Paratroopa invece chiede ai giocatori di sventolare i Joy-Con come fossero ali per librarsi in cielo e completare gli obiettivi proposti.
Per gli amanti della strategia piuttosto interessante è la modalità Squadra anti-Bowser. All’interno di uno scenario si dovranno accumulare risorse per azionare cannoni coi quali sconfiggere un imponente Bowser. Mentre il villain tenterà in tutti i modi di ostacolare i giocatori, questi ultimi dovranno spostarsi con oculatezza per recuperare monete, bombe e potenziamenti. Sono presenti tre mappe distinte e, a nostro avviso, si tratta di una proposta potenzialmente interessante che ci auguriamo possa essere approfondita in futuro.
Ancora più folle è infine il Boweratholn. Come il nome suggerisce, l’obiettivo è quello di completare una gara all’interno di un tracciato suddiviso in caselle. Tuttavia per avanzare dovrete accumulare abbastanza monete nei minigiochi ed, al contempo, tentare di schivare i tiri mancini del re dei Koopa. Una proposta molto carina ma forse eccessivamente randomica.
Commento finale
Super Mario Party Jamboree è la perfetta sintesi del recente cammino della serie. Facendo tesoro delle esperienze più recenti nonché dei feedback dei fan, Nintendo confeziona il party game definitivo per Switch. Un’offerta contenutistica incredibilmente corposa, merito di centinaia di minigiochi e di una marea di modalità diverse in grado di rivolgersi tanto ai giocatori solitari quanto agli amanti delle esperienze multiplayer. Se non avete ancora mai provato un capitolo della serie, questa è l’occasione migliore.