Recensione The Bridge Curse 2: The Extrication, a scuola di fantasmi

Dopo essersi costruita una reputazione di primo livello in patria grazie a The Legend of Sword and Fairy e Xuan-Yuan Sword, con The Bridge Curse 2: The Extrication la strada dell’horror viene ripercorsa dalla taiwanese Softstar Entertainment. Una software house che negli anni è divenuta un vero e proprio punto di riferimento per il gaming della Grande Cina, con una vasta e significativa produzione che affonda le proprie radici nella secolare storia orientale.

Rimanendo fedele alle fonti di ispirazioni, il primo capitolo della serie, Road to Salvation, aveva lasciato un buon ricordo ai fan del genere proponendo un horror dall’atmosfera orientale pur con alcuni spigoli di troppo. A distanza di due anni, The Extrication ci riprova raccontando una storia di fantasmi e spiriti vendicativi nel contesto di un’università taiwnaese al centro di sinistri racconti di folklore.

The Bridge Curse 2: The Extrication è disponibile dal 24 Ottobre per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox Series X|S ed Xbox One. Il titolo era già arrivato lo scorso 9 Maggio su PC (via Steam).


Versione testata: PlayStation 5


Luci, motore… terrore!

Taiwan, università Wen Hua. Molte sono le storie che circondano questo luogo tra racconti di fantasmi, tetri aneddoti ed un tragico fatto di cronaca degli anni ’60. Nel corso di una notte tuttavia, le vicende di alcuni studenti si intrecceranno con quelle di una coraggiosa giornalista. La reporter Sue Lian si introduce all’interno dell’accademia per indagare sulla sorte di una studentessa scomparsa qualche anno prima, della quale è rimasto solo un’inquietante video divenuto virale online. Tre membri del cineclub del campus decidono di approfondire ed approfittare del diffuso interesse social verso il posto, realizzando una pellicola amatoriale sul caso di omicidio della figlia del preside dell’istituto, avvenuta decenni prima. Tuttavia, qualcosa di oscuro inizia a riemergere, mentre il confine tra finzione e realtà si fa sempre più sottile.

Dopo l’adattamento proposto da The Bridge Curse riguardo gli eventi dell’omonima pellicola di Lester Hsi, The Extrication vuole raccontare un nuovo orrore ricorrendo nuovamente alla suggestione di una ambientazione accademica. Lo fa raccontando una storia coinvolgente e ben scritta, che affonda le proprie radici in una solida tradizione folkloristica asiatica (impossibile non notare molte somiglianze con il sudcoreano White Day: A Labyrinth Named School del quale trovate qui la nostra recensione).

La tensione è sempre palpabile.

I passi avanti compiuti dal team di sviluppo sono significativi, non solo per via della solida sceneggiatura (a nostro avviso molto superiore sia alla pellicola citata, ma anche rispetto allo scadente “seguito” The Bridge Curse: The Ritual, che non condivide praticamente nulla con The Extrication). Il comparto tecnico appare molto più solido e concreto, grazie ad una rinnovata attenzione alla gestione dell’illuminazione. Anche le texture sono di buona qualità, mentre le animazioni, seppur ancora non perfette, appaiono significativamente più fluide e naturali rispetto a Road to Salvation.

Maggiormente curato è inoltre il comparto audio, che svolge un ruolo fondamentale ai fini del gameplay. Giocare con un paio di buone cuffie non solo garantisce un’ottima immersione, ma permette altresì di apprezzare il campionamento dell’effettistica nonché di assaporare gli attimi di maggior tensione. Da encomio il doppiaggio in cinese, a tratti sopra le righe (come da tradizione orientale) ma impeccabile nel fornire il giusto contesto. Viceversa sconsigliamo le voci inglesi, anche a causa di fastidiosi problemini di lip sync. Se proprio vogliamo fare i puntigliosi, il mixing audio a volte protende verso le musiche a scapito dei rumori ambientali, ma si può sempre ovviare con un settaggio personalizzato.

Alcuni scorci sono pregevoli e di grande atmosfera.

Lanterne e fantasmi

The Extrication pone i giocatori nei panni di cinque personaggi diversi per altrettanti capitoli, ciascuno impegnato con un retroscena dell’incubo comune della Wen Hua.

A prescindere dal personaggio in uso, il canovaccio resta molto simile. L’attenzione è infatti posta sull’esplorazione di ambienti sorprendentemente dettagliati e ricchi di punti di interesse, per far luce sul tragico passato dell’università. Solo collegando i tasselli del mosaico si potrà avere una visione d’insieme e tentare di scoprire la verità. Ad illuminare la via (in tutti i sensi) ci sarà in particolare un oggetto speciale, la Anima Lantern. Uno strumento mistico capace, oltre di dissipare le ombre, anche di rivelare segreti, di aiutare nella risoluzione di enigmi e di offrire una temporanea protezione dagli spiriti ostili.

Pur non essendo tantissimi, gli spettri sono raggelanti.

Proprio questi ultimi elementi costituiscono centri focali dell’esperienza ludica.

Da un lato, gli enigmi si riconfermano di buon livello, dopo quanto visto in Road to Salvation. Sia laddove richiedano l’uso della lanterna, sia invece qualora sia necessario l’uso dell’ingegno, l’esperienza è davvero piacevole e mai banale. Sebbene non vogliano “reinventare la ruota”, i puzzle sono sempre divertenti e stuzzicanti senza scadere in meri esercizi meccanici e senza apparire ingiustificatamente elaborati.

Dall’altro lato ci sono le spettrali presenze nemiche. In linea generale ciascun personaggio dovrà vedersela con un fantasma, manifestazione di una delle tetre vicende dell’università. Similmente ad una specifica categoria di survival horror, anche in The Extrication non è possibile adottare un approccio offensivo nei confronti dei pericoli. Quello che potrete fare è unicamente guadagnare tempo (grazie alla Anima Lantern) oppure darvi alla fuga e nascondervi.

Consiglio: interagite con tutto per non perdervi alcuni risvolti narrativi.

Un passo avanti

The Bridge Curse 2: The Extrication è un horror estremamente valido ed interessante, capace di migliorare le intuizioni del predecessore e che lascia uno spiraglio di ottimismo per il futuro della serie. Un avvenire per il quale tuttavia sentiamo di fare alcune osservazioni.

Il titolo Softstar Entertainment non ha pretese di voler rivoluzionare il genere, né di imporsi per particolari meriti ludici. Il suo obiettivo, quello di raccontare una raggelante storia di fantasmi, è pienamente centrato con ampi meriti. Tuttavia non possiamo non constatare che il gameplay tende ad essere fin troppo limitato soprattutto in taluni frangenti. Ci riferiamo soprattutto alla gestione delle minacce soprannaturali. Se alcuni capitoli sono di grande immpatto per design ed equilibrio generale (su tutti, quello dedicato alla ballerina), in molte altre situazioni The Extrication scivola nella natura trial & error delle sezioni di fuga. In questo ambito, abbiamo assistito a soluzioni molto più avvincenti in titoli come Amnesia The Bunker. Ma anche ad idee intriganti come quelle messe sul piatto da A Quiet Place: The Road Ahead. Insomma, c’è spazio e modo per migliorarsi.

Alcuni enigmi son classici ma nell’insieme intriganti.

Viceversa abbiamo accolto con favore la ridotta presenza di presenza maligne nel titolo. Nonostante di base ce ne sia una per personaggio, le anime tormentate sono ottimamente caratterizzate con il giusto pathos ed un ottimo background narrativo. Anche gli attimi dedicati alle fughe contribuiscono a mantenere alta la tensione e l’angoscia, nonostante il ritmo generale non sia sempre calibrato benissimo.

L’evoluzione rispetto a Road to Salvation è dunque evidente sotto molteplici punti di vista e di questo ne siamo molto soddisfatti. The Extrication avrebbe probabilmente meritato un pizzico di fiducia in più in sede di sviluppo per ovviare alle sbavature e, magari, estendere di qualche ora l’esperienza. The Bridge Curse 2 infatti arriva ai titoli di coda dopo circa cinque ore. Una longevità che andrebbe pure bene vista la natura del progetto, ma che non è aiutata dal numero esiguo di collezionabili o dall’assenza di scelte multiple, pretesti più che validi che favorirebbero la rigiocabilità. Anche il climax finale soffre un pò della fretta di “tirare le somme”, vista la necessità di chiudere le storyline aperte.

Commento finale

The Bridge Curse 2: The Extrication è un horror ben strutturato, che fa tesoro degli insegnamenti del suo predecessore per offrire un’esperienza concisa ma intensa. Pur non brillando per particolari soluzioni ludiche complice un gameplay sostanzialmente basilare, la notte di terrore all’interno della misteriosa università taiwanese Wen Hua è tuttavia graziata da una trama ben concepita. Un’esperienza coinvolgente ed ansiogena che conferma il potenziale di questa serie.

7.5

The Bridge Curse 2: The Extrication


The Bridge Curse 2: The Extrication è un horror ben strutturato, che fa tesoro degli insegnamenti del suo predecessore per offrire un'esperienza concisa ma intensa. Pur non brillando per particolari soluzioni ludiche complice un gameplay sostanzialmente basilare, la notte di terrore all'interno della misteriosa università taiwanese Wen Hua è tuttavia graziata da una trama ben concepitata e strutturata. Un'esperienza coinvolgente ed ansiogena che conferma il potenziale di questa serie.

PRO

Trama ben articolata | La componente horror si declina in maniera ottima | Situazioni varie, sebbene poco approfondite |

CONTRO

Ludicamente molto basilare | Qualche ora in più non avrebbe guastato | L'IA non brilla per acume |

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